Primo capitolo –
l’incontro
Quella
mattina uno dei più
grandi campioni del mondo sarebbe andato a far visita alla radio
nazionale per
un’intervista e tutti erano impazienti…ormai, dopo
la guerra contro
Kei
Hiwatary camminava per
il centro e si preparava silenziosamente all’intervista,
probabilmente poco
ortodossa, che avrebbe dovuto subire di lì a poco.
Improvvisamente una ragazza
dai lunghi capelli bianchi gli tagliò la strada di netto e
corse nella chiesa…a
seguire, tra la folla, un paio di gendarmi di tutto punto, gridavano
come
forsennati “al ladro al ladro!! Fateci passare!!” e
anche loro si diressero
verso la chiesa tra le imprecazioni dei passanti. Corse anche lui a
vedere. Si
fermò sulle scalinate, proprio affianco ad uno degli
inseguitori
-andiamocene…-
diceva -…lì
dentro non possiamo fare nulla…- l’altro si
limitò a sbottare, sotto i baffi
incolti, girare i tacchi e andarsene insieme al compagno.
Key
invece entrò. Aveva la
vaga sensazione di aver già visto la ragazza che
presumibilmente stavano
inseguendo. L’atmosfera era seria e quasi cupa.
Allungò lo sguardo per vederla
tra le maestose navate di quella cattedrale. Alle sue spalle
sentì un sospiro,
come se un dolce vento caldo gli avesse soffiato sul collo. Si
girò di scatto e
la vide.
Lungo
la navata laterale,
sotto un grande affresco. Fissava smarrita quel dipinto con
così tanta ingenuità
da farla sembrare quasi irreale; per un momento Kei credette di avere
davanti
una mera illusione, un ologramma di una mente troppo affaticata. I suoi
piedi
si mossero quasi involontari e si fermò a pochi passi da
lei. La ragazza si
voltò e sostenne il suo sguardo senza fiatare. Kei, invece,
scoprì presto di
non avere più il controllo del suo corpo, mentre ebbe la
sensazione che quegli
occhi grigi come il ghiaccio, gli stessero perforando
l’anima. Un brivido lo
percosse e con tutte le forze che aveva si staccò da quella
morsa gelida e
scappò via. Mai aveva provato una sensazione così
terribile.
-touchè…-
il sorriso gentile
si aprì sul suo volto soddisfatto -…allora mi hai
vista…-
Secondo capitolo – la
ragazza dagli occhi di ghiaccio
Il buio…oblio
più assoluto…null’altro intorno.
Il suo incedere pesante e il suo
respiro affannato i
soli suoi compagni.
Paura…
Tanta
paura…troppa…
Poi due occhi…freddi
come la morte. Atoni e tristi
come una tela abbandonata dal suo creatore
Lo fissavano…
Rimase
immobile…paralizzato…nonostante i suoi
sforzi…restò incantato, incollato in quello
sguardo…
Si trovò sospeso,
fluttuante e leggero come un
gabbiano in cerca della sua corrente…
Nell’oscurità
apparve una luce…
Socchiuse gli occhi ormai
abituati al buio più
profondo…
“ti stavo
cercando…vieni con me…vieni…”
Una voce…tanto
melodiosa e dolce, quanto spaventosa
Una mano lo afferrò
con fermezza e lo trascinò verso
il basso.
Lo stomaco gli finì
in gola e il respiro gli si
bloccò tanto che fu costretto ad urlare…
Ma non urlava solo per cercare
sollievo…urlava per la
paura…
Per il dolore di quella voce che
tanto lo assillava…e
che batteva come un martello…
La mano cominciò a
percuoterlo sul petto,
spintonandolo in qua e in là…
“kei…vieni…vieni…Kei…Kei…”
-KEI!!!
SVEGLIATI VECCHIO
BABBIONE!!!! KEI!!! E’ TARDI!!! COSA FAI ANCORA A LETTO!!!!
SCENDIIIIII!!!!!-
restò supino sul letto, madido di sudore e ancora in preda
agli
spasmi…continuava ad ascoltare la voce di Rei da
giù in cucina. Per farlo così
arrabbiare doveva essere davvero molto tardi. Faticosamente
ruotò la testa
verso il comodino…le 10.30…non aveva mai dormito
così a lungo. Chiuse ancora
gli occhi in cerca di un po’ di sollievo, quando la porta si
aprì e spuntò
fuori Rei accigliato.
-tutto
bene?? Sei vivo??-
chiese intrufolandosi quatto quatto. Kei mugugnò rigirandosi
nelle coperte e
tirandosi faticosamente a sedere.
-…si…sono
vivo Rei…- disse
spazientito. L’altro si appiattì alla parete in
preda a quello che aveva tutta
l’aria di essere un coccolone -…beh?! che ti
prende??-
-…il
tuo pigiama…-
-…è
con gli orsetti…qualcosa
in contrario??-
-…no…il…il
tuo pigiama
è…è…praticamente
è…-
-…Rei,
compri una vocale o
giri la ruota??-
-…sei
bagnato fradicio!!!-
-…cos…?-
Kei si
osservò…l’amico aveva
ragione…era sudato fino all’ultimo
capello…nonostante ciò
trovava esagerata la sua reazione…-…ma non
occorre che fai un infarto per
questo!-
-…ma
come!!- urlò Rei
disperato con la voce acuta -…stanotte era freddissimo!!!!
Come puoi aver
sudato così!!- Kei sbuffò spazientito e si
diresse verso l’uscita…quella
conversazione era fin troppo assurda e lui non ne aveva ne tempo ne
voglia di
sostenerla.
Chiuse
la porta del bagno
alle sue spalle e si lasciò cadere addosso…il suo
pigiama era fradicio e la sua
preoccupazione cresceva senza controllo…lo stava divorando
da dentro e la cosa
peggiore era non saperne la causa.
Quella
mattina decise di
saltare l’allenamento. Non era in forma e comunque non
sarebbe servito a niente
fare solo un paio d’ore. Optò piuttosto per una
sana corsa in riva al fiume dove
ebbe la possibilità di riordinare le idee che lui riteneva
chiaramente confuse.
Decise
di sedersi e
riposarsi qualche minuto sulla soffice erba della riva.
Respirò profondamente e
recuperò un altro po’ di fiato. Restò
in silenzio ad ascoltare il battere e
levare del suo cuore, che in quel periodo stranamente impazziva senza
neppure
una ragione. Improvvisamente una melodia attirò la sua
attenzione. Senza il suo
consenso, le sue gambe si alzarono e cominciarono a camminare verso
quella voce
che tanto lo affascinava. Sorpassò l’argine e
cominciò a intravedere la sponda…
Poi
si bloccò di colpo. Il
respiro statico e il cuore ancora una volta in gola.
L’esile
figura nell’ombra
del ciliegio si voltò verso di lui
-finalmente
sei arrivato…Kei
Hiwatary…-