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Autore: callmemavy    25/03/2013    3 recensioni
[Hotel Transylvania]La festa di compleanno di Mavis è appena finita, ma i problemi della coppia appena nata iniziano solo ora: il sangue di Jonathan risveglierà gli istinti da predatrice della vampira, il passato nascosto di Dracula verrà a galla e l'attacco di un uomo misterioso metterà in pericolo la vita della coppia oltre a rischiare una guerra fra umani e mostri.
Questa storia è un'avvincente susseguirsi di romanticismo, angoscia ed avventura, che aggiunge molto sentimento a questo splendido film.
Prometto a tutti i lettori che questa storia non rimarrà incompiuta!
Questa sembra essere l'unica fanfiction su Hotel transylvania in italiano al mondo, che tristezza, mi sento tanto solo... RETTIFICO, non è più la sola, ora è solo la prima, che bello!
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cuore di demone'
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Dedico questa fanfiction alla mia fidanzata ed a tutti quelli che seguono e che commentano il mio lavoro, è solo grazie a voi se riesco a portare avanti questa cosa, riuscite a non farmi sentire solo.


CAPITOLO 8 - Fuga

La pipistrellina volò dentro al bosco oltre il lago che circondava il castello ed arrivò ad una zona paludosa dove gli alberi erano abbastanza alti e fitti da fare ombra. Lasciò Jonathan sdraiato su un tronco deforme poco sopra all'acqua, mentre lei si tuffò a capofitto per spegnersi, riemergendo umana dall'acqua profonda fino alle ginocchia.

Il ragazzo si mise seduto per vedere come stava, la ragazza aveva molte scottature su tutto il corpo, il vestitino bruciacchiato in più punti e con una spallina rotta e la gonna ormai a brandelli galleggiava sinuosa sull'acqua.

I suoi capelli bagnati, ormai troppo pesanti per stare gonfi, le si erano incollati al volto, anche la camicia da notte le aderiva alla pelle mostrando appieno le sue curve.

Mavis stava in piedi piegata con le mani appoggiate sulle ginocchia per riuscire a sorreggersi, era stremata e dolorante.

Jonathan scese dal tronco ed avanzò fra le foglie galleggianti nell'acqua fresca verso Mavis. Lui raccolse un fiore di ninfea color rosso sfumato di bianco e raggiunta alle spalle la vampiretta glielo intrecciò fra i capelli bagnati. Lei si voltò leggermente ed appoggiò la propria mano su quella del ragazzo che ancora le stava accarezzando la testa. Jonathan, un po' preoccupato, chiese a voce bassa:

-Come stai?-

Mavis stette zitta un attimo.

-Non lo so, ma credo male, molto male...-

Non aveva tutti i torti, era devastata dentro per quello che era successo con suo padre ed ustionata fuori a causa della rocambolesca fuga sotto il Sole, ma il fiore che le aveva donato Jonathan le strappò un sorriso.

Poi lei si voltò prendendo le mani del ragazzo stringendole fra le sue ed iniziò a canticchiare sulle note del ritornello di "The Zing"(la canzone dell'ultima festa):

-♫♪Io mi sento fortunata e sai perché? Tu sei con me.♫♪-

Lui sorrise, quelle parole gli riempirono il cuore di orgoglio. Poi lei chiese:

-E tu come stai?-

-Ovvio che sto bene! Sono insieme a te, che altro potei desiderare?-

-Mio padre ti ha fatto male? Mi dispiace, è sempre stato un padre adorabile. Non so che gli sia preso...-

-Non ti preoccupare, è tutto ok, ma voi vampiri siete fissati con le prese al collo, vero?- Disse Jonny scherzando mentre si massaggiava il collo ancora dolorante. Mavis non sorrise, anzi, si accorse che il comportamento del padre non era stato tanto diverso dal suo quando attaccò Jonathan in bagno.

Lui notò che la battuta aveva angosciato ancora di più la ragazza, quindi la fissò dritto negli occhi.

-Mavis, chiudi gli occhi...- Detto ciò fece scivolare due dita sul viso della ragazza per chiuderle gli occhi.

-Aspetta e non sbirciare!- Jonathan si allontanò di pochi passi ed iniziò a scrollare un albero, poi tornò di fronte a Mavis e le appoggiò le mani sulle spalle.

- Apri gli occhi.-

La vampira aprì gli occhi lentamente, per poi spalancarli per lo stupore. Alzò lo sguardo al cielo emozionata.

- È incredibile... -

Attorno ai due c'era una pioggia di petali bianchi, scendevano lentamente, come fossero fiocchi di neve.

La ragazza iniziò a ballare attorno a Jonathan tenendolo per mano ridendo, fino a che un petalo non le si posò sul naso. Il ragazzo sorrise, poi lasciò una mano di Mavis ed avvicinò l'indice verso il nasino di Mavis.

-Poink!- Disse il ragazzo, mentre con un delicato colpetto del dito faceva cadere quel petalo dal naso.

Poi Jonathan tornò a fissare gli occhi della vampira, amava quelle gemme luminose e colorate, ma si chiusero mentre lei scivolava con la testa verso di lui, fino a donargli un bacio appassionato, quando le sue labbra toccarono quelle del ragazzo lei si sentì in paradiso.

In quel momento Mavis era libera da tutti i problemi, non le importava né di suo padre né del sangue di Jonny. Era così leggera da ogni turbamento che le sembrava di volare ed in effetti era quello che le stava accadendo realmente, i suoi piedini gocciolanti fluttuavano a mezzo metro dall'acqua splendente, ma incapace di riflettere la magica scena.

Intanto all'Hotel Transylvania il comportamento di Dracula aveva sbigottito tutti, nessuno lo aveva mai visto così arrabbiato da perdere le staffe ed aggredire verbalmente e fisicamente qualcuno in quel modo.

Il silenzio faceva da padrone nella stanza, il vampiro era ancora sdraiato sulle assi spezzate e sui vetri, poi si tirò in piedi e si portò le mani alla testa stringendosi i capelli:

-Che cosa ho fatto...-

Dracula si mise a piangere e questo sorprese ancora di più gli ospiti, nessuno di loro lo aveva mai visto piangere, tranne i suoi amici più cari, che si ricordarono quel triste giorno in cui morì Martha. Solo Frank ebbe il coraggio di farsi avanti, si avvicinò a Dracula e gli mise una mano sulla spalla rassicurandolo:

-Non ti preoccupare, lasciala calmare e vedrai che poi tornerà e vi chiarirete una volta per tutte.-

Poi anche Wanda avanzò verso di lui ed aggiustandogli la giacca disse:

-Devi capire che non potrai organizzare la sua vita per sempre, lasciala crescere, più la obbligherai a stare accanto a te e più lei si vorrà allontanare.-

-Lo so che il mio comportamento è stato sbagliato, ma mi è venuto d'istinto. Se solo potessi tornare indietro...-

-Ma allora continui a non capire!- Disse Wayne, poi continuò -Devi smetterla di vivere nel passato, più ti guardi indietro e meno potrai vivere il presente ed il futuro, è questa la tua vera rovina, possibile che tu sia così cocciuto? Prima fai fuggire Jonathan ed ora Mavis!-

Le loro parole riaccesero qualcosa in Dracula, che preso dall'euforia corse verso la finestra urlando:

-Avete ragione! Mavis vengo a riprenderti!-

Ma un attimo prima che saltasse oltre le tende venne ripreso al volo per il mantello da Griffin, che esclamò:

-Ma dove pensi di andare con questo Sole? Ti sei già "abbronzato" abbastanza la scorsa volta, per non parlare di Mavis che probabilmente l'ultima cosa che vuole ora è vederti. Tua figlia ha solo voglia di sfogarsi e di parlare con qualcuno, manda da lei Frank e Wanda che sono le due che meglio se la cavano a parole.-

-Si, si, ci avevo pensato anche io, ma non volevo essere di disturbo...- Rispose Dracula mentendo per orgoglio, così li guardò entrambi e disse:

-Ve la sentite?-

I due risposero con un sorriso, così chiamò due gargoyle che presero Wanda e Frank sulla schiena e volarono via dalla finestra verso dove erano fuggiti Mavis e Jonathan, anche se quello che portava il gigante arrancava un po'...

Mentre i due si allontanavano verso il bosco, Dracula ormai calmo chiese ai presenti con la sua solita cordialità:

-So che mi sono comportato male, e me ne scuso. Ora però è tutto a posto, potete tornare nelle vostre dimore...-

Tutti i mostri sparirono in un attimo trincerandosi nelle loro stanze. Il vampiro abbassò il capo per il disprezzo di se stesso, finché spaventava i mostri ringhiando gli andava bene, ma ora erano tutti realmente teorizzati da lui e ciò gli fece tornare in mente quando leggeva quella stessa paura negli occhi degli umani, qualche centinaio di anni prima.

Si incamminò per uscire dalla stanza, ma qualcosa lo trattenne per il mantello, era di nuovo Griffin.

-Drac, io so che non eri tu quando hai aggredito Jonny e Mavy.-

-Che intendi dire?-

-Gli occhi sono lo specchio dell'anima ed i tuoi sono di un bel colore blu profondo, proprio perché hai un cuore buono, ma quando ti sei comportato in quel modo li ho visti grigi come se tu un'anima non ce la avessi affatto... Per un attimo ho rivisto in te il vecchio Vlad Tepes di un tempo e non ti nascondo che ciò mi ha spaventato veramente.-

-Non so come ho fatto a perdere il controllo così facilmente. Martha ed io abbiamo aspettato molti anni prima di avere Mavis proprio a causa della difficoltà che avevo a controllare il mostro che avevo in me. Non posso credere che mi sia lasciato andare così facilmente, sono una delusione per tutti voi... Griffin?... Griffin?-

Dracula si guardò attorno, ma l'uomo invisibile si era già dileguato.

Intanto fuori dall'hotel, mentre planavano a bassa quota, Wanda consigliò al gargoyle:

-Sai dove Dracula aveva fatto costruire il finto villaggio di umani?-

Il mostro volante fece un cenno di approvazione con la testa.

-Allora vola in quella direzione lentamente, probabilmente cercheranno rifugio in quelle case per il giorno, non credo sappiano che sono state smantellate-

Così fecero e volarono in direzione del cimitero chiamando i nomi di Jonathan e di Mavis, pregandoli di venire fuori.

I due ragazzi, sentendo quelle voci, sciolsero il bacio e la vampira imbronciata ricadde con i piedi a mollo mettendo subito le cose in chiaro:

-Io da mio padre non ci torno!-

Così il ragazzo si nascose dietro ad un grosso tronco, mentre Mavis si trasformò in pipistrello e volò fin quasi in cima ad un albero per vedere chi li stesse cercando, era sicura di vederci suo padre, ma non c'era.

Una volta passati tornò a terra dove la accolse Jonathan che le poneva la mano, così ci atterrò sopra. Il giovane la guardò nei grandi ed azzurri occhi contornati dalla morbida peluria nera, era così soffice e dolce quello che vedeva:

-Non mi ero mai accorto quanto fossi pucciosa pipistrellina, poi il tuo svolazzare mi comunica un senso di libertà...-

-Le mie ali di pipistrello per te sono la libertà, ma per me sono solo catene...- rispose Mavis pensierosa e triste, così Jonathan le accarezzò la testa con l'indice e lei si abbandonò alle coccole, stiracchiò le ali e strusciò il capino sulla mano del ragazzo, poi lui si fermò e le chiese:

-Sai Amore, non mi hai ancora risposto ad una vecchia domanda...-

La parola "amore" fece sentire le farfalle nello stomaco della pipistrellina, non era mai stata chiamata così da nessuno che non fosse suo padre e questo la emozionò a tal punto che le diventarono lucidi gli occhi.

Lei richiuse le ali e si strinse a palla facendo sprofondare istintivamente la testa fra le spalle per nascondere l'arrossamento delle guancine, già velato dal folto pelo. Jonathan non accorgendosi del comportamento di Mavis continuò sorridendo:

-Non hai i vestiti quando sei un pipistrello? O sono in mini pipi-taglia?-

La pipistrellina fece un sorrisetto sconcertato per il modo in cui Jonathan era riuscito a far crollare quella magnifica atmosfera romantica, ma era felice così, questa naturalezza e spontaneità caratterizzavano il ragazzo per quello che era realmente e lo rendevano ancora più adorabile ai suoi occhi, così rispose sinceramente, anche se un po' imbarazzata dalla bizzarra domanda:

-Ehm... sì, cioè no, non ho vestiti quando sono una pipistrello, gli abiti a contatto con il mio corpo spariscono, mentre quelli più esterni, se ne indosso, diventano in "mini pipi-taglia" come dici tu...-

-Oooooohh, quindi posso dire di averti vista nuda?-

Mavis si limitò a ritornare umana tirandogli uno schiaffo in piena guancia lasciandogli un ben visibile segno rosso di tutta la mano.

-Aglia! Mi hai fatto male.- Disse il ragazzo massaggiandosi la guancia colpita.

-La prossima volta almeno ci pensi due volte prima di rovinare dei momenti così magici con le tue idiozie...- Rispose ironicamente la vampira ridacchiando.

-A che magie ti stai riferendo?-

-Lascia stare... uomini, non capite nulla dei sentimenti degli altri.-

I due si incamminarono verso una riva erbosa e si misero a sedere per terra.

Il Sole stava tramontando dietro i monti mentre i rami del fitto bosco facevano da cornice al rosso cielo, la ragazza si godé lo spettacolo appoggiando la testa sulla spalla di Jonathan.

Il buio si fece rapidamente largo fra le acque ormai fredde della palude, quel posto si trasformò da un paradiso di ninfee colorate ad un inquietante acquitrino dove solo il gracidare delle rane aleggiava fra le ombre.

Mavis sembrava trovarsi comunque a suo agio, mentre Jonathan era un po' timoroso, ma si sentiva al sicuro assieme al suo Zing, tanto che non gli dava fastidio il freddo che si faceva sempre più pungente a causa dei vestiti bagnati.

-Forse è il momento di ritornare all'Hotel, a me non da fastidio, ma sento che la temperatura sta scendendo.- Disse Mavis.

-Già...- Rispose Jonathan guardandosi i piedi nudi -Non mi sento più le dita...-

Mavis strinse i piedi del ragazzo con i suoi, i piedini della vampiretta erano così piccoli che li coprivano appena, ma subito si accorse che i suoi erano più freddi di quelli del giovane, così li ritirò subito per non raffreddarli ulteriormente.

-Scusami, volevo ripararti dal freddo, ma dimenticavo che voi umani siete più caldi di noi vampiri...-

-Non ti preoccupare, mi ha fatto molto piacere che tu volessi prenderti cura di me. Ma, sei sicura di voler tornate da Tuo padre?- Rispose Jonathan dolcemente abbracciando la ragazza attorno al collo ed accarezzandole i capelli.

-Certo, immagino che sarà molto preoccupato, poi so che è un bravo padre, quindi voglio parlargli, forse ha bisogno del mio aiuto. Dopotutto quando sono stata io a forti del male mi ha aiutato molto parlare con lui.-

Poi un rumore di rametti spezzati li fece voltare di scatto verso il bosco, ma il silenzio tornò sovrano, poi altri fruscii dal buio. I due si guardarono attorno, si sentivano osservati, forse Wanda e Frank li avevano trovati? No, impossibile, li avrebbero chiamati come facevano in volo alcune ore prima e poi perché si sarebbero dovuti avvicinare di soppiatto? Magari era solo qualche animale notturno uscito dalla tana, ma poi ad una ventina di metri da loro una figura uscì dal bosco più fitto. Rimase nascosta nell'ombra, sembrava indossare una giacca scura lunga come un mantello tenuta aperta fino al colletto alto che copriva il volto e sfiorava il cappello a tesa larga di colore nero. Alzò lo sguardo rivolgendosi ai due ragazzi e con tono minaccioso esclamò:

-Ragazzo, fuggi da quella bestia disumana prima da che sia troppo tardi!-


Finalmente un po' di romanticismo fra i due giovani (fortuna che anche a 118 anni la giovinezza è relativa...)

Peccato che proprio quando i due sono finalmente felici e spensierati arriva un tipo losco a rovinare tutto. Certo che sono sfortunati, i loro momenti migliori vengono disturbati prima dal sangue di Jonathan, poi da Dracula ed infine da questo.

Dal prossimo capitolo ci sarà più azione e finalmente entreremo nel tema angst.

Un saluto a tutti, al prossimo capitolo!

P.s.: mi raccomando commentate! Mi piace scambiare due parole con i miei lettori!

  
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