~Out
of sight, out of mind
La vede nelle tazze di
tè che continua a mandar giù come fossero
bicchieri d’acqua, sorprendendosi ogni volta che non la sente
correre in direzione dei fornelli al fischio fastidioso del bollitore.
Ezra vede Aria nelle
pieghe delle lenzuola, le stesse lenzuola che li hanno avvolti al
risveglio di tante notte passate insieme. Le stesse notti che adesso
Ezra vorrebbe rivivere ancora, e ancora, e ancora.
La vede in ogni
romanzo che legge, in ogni film in bianco e nero che guarda prima di
addormentarsi, in ogni caffè che beve prima di recarsi al
liceo di Rosewood.
La vede davvero, Ezra,
ma Aria non c’è. Non è nelle tazze di
tè né nelle pieghe delle lenzuola, e la cosa che
gli fa più male è che non sa se un giorno, prima
o poi, lei tornerà davvero ad essere in tutti quei piccoli,
insignificanti particolari della sua vita.
§
Lo vede nella dedica che le ha scritto sulla prima pagina di quel
romanzo, nella calligrafia perfetta e accurata che ha imparato a
riconoscere con estrema facilità.
Aria vede Ezra in quella maglia blu dalla fantasia che lui odiava tanto
e che lei adorava. La stessa maglia che ora Aria non riesce
più nemmeno a indossare senza venire travolta da almeno un
milione di ricordi.
Lo vede in ogni giornata di sole, in ogni bambino che ride, persino nel
cibo vegano che lui si era dovuto far piacere, alla fine.
Aria sa che il suo mondo è permeato di illusioni e menzogne,
di bugie che, proprio come A auspicava sin dall’inizio, hanno
messo la parola fine al lungo capitolo del difficile rapporto tra lei
ed Ezra.
Ma lei lo ama ancora, e quel sentimento le scoppia nel cuore ogni volta
che ci pensa, ogni volta che immagina Ezra seduto su quel divano,
intento a leggere.
Perché Aria sa che anche Ezra la ama, che anche lui sta
soffrendo tanto quanto lei.
Ma sa anche che quella che ha preso è la decisione giusta, e
Aria non è una che torna indietro.
Non puo’ tornare indietro.
§
«Addio, Aria.»
«Addio, Ezra.»