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Autore: Bebedora    27/03/2013    0 recensioni
Squall e Rinoa condividono dei ricordi nel posto più improbabile. Due anni dopo il gioco.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Final Fantasy VIII e i suoi personaggi sono proprietà Square-Enix, e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro: nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

ECHOES OF CHILDHOOD
scritta da Bebedora, tradotta da Alessia Heartilly

Una passeggiata serale. Era un'attività meravigliosamente rilassante che la giovane coppia cercava di praticare il più spesso possibile. I due erano silenziosi, mentre camminavano mano nella mano lungo il sentiero boscoso vicino al Garden di Balamb. Il silenzio venne spezzato presto, però, da una morbida voce femminile.

"Sono contenta che tu abbia deciso di lasciar perdere il resto del lavoro," sospirò felice Rinoa, stringendo forte la mano di Squall.

Lui sospirò, il respiro a malapena visibile nell'aria fragrante di fine autunno. "Non era nulla che non potesse aspettare fino a domani, ed ero annoiato a morte comunque," rispose. "E poi, tu sei più importante."

Rinoa si strinse più vicina a Squall mentre camminavano, permettendogli di farle scivolare un braccio intorno alla vita. Lei rabbrividì nell'aria fresca del tramonto, rimproverandosi di non aver preso una giacca.

Mentre camminavano, la ragazza iniziò a parlare di ciò che era successo quel giorno, mentre il suo ragazzo ascoltava attentamente.

"...e poi Selphie ha fatto cadere tutta la zuppiera di salsa per gli spaghetti per terra, ed è andata a finire tutta sulle scarpe nuove di Quistis," disse ridacchiando un po'. "Penso che sia l'ultima volta che permetterà a Selph di cucinarci il pranzo. Pensavo che Quistis l'avrebbe strozzata."

Squall rispose solo con un sommesso, "mmh-mmh."

Mentre continuavano a camminare, il sole iniziò a tramontare lentamente, spingendo i lampioni programmati ad accendersi lungo il sentiero. Quasi subito, piccoli insetti vennero attratti dalle luci e si affollarono lì intorno.

Alla fine, arrivarono a un punto in cui il sentiero si divideva. Quando Squall iniziò a dirigersi verso il punto in cui andavano sempre, Rinoa gli strattonò il braccio e chiese, "che c'è da quest'altra parte del sentiero? Non ci siamo mai andati prima."

"Penso che ci sia solo un parco giochi, Rin," rispose lui.

Gli occhi della ragazza si accesero di gioia, e liberò il braccio da quello di Squall. Batté felice le mani e cinguettò, "un parco giochi? Perché non me l'hai mai detto prima?"

Squall alzò semplicemente gli occhi al cielo e ribatté, come fosse un dato di fatto, "perché hai diciannove anni. Sei troppo grande per giocare ai parchi giochi."

Rinoa gli mostrò la lingua e, con le mani sui fianchi, disse, "per tua informazione, Comandante," enfatizzò, "non sono troppo grande per giocare i parchi giochi, e nemmeno tu." Gli prese la mano e iniziò a cercare di tirarlo verso quella deviazione. Incontrò una resistenza immediata, comunque, dato che lui era molto più pesante e più forte di lei. Bloccò semplicemente le ginocchia e si fermò, costringendola a tirare più forte, trascinandosi i piedi sul posto. Lei cercò invano di muoverlo.

Si accorse presto che i suoi tentativi di trascinarlo erano inutili, e gli lasciò la mano. Decise di cambiare tattica. Si raddrizzò; con le labbra incrociate sul petto, un broncio sulle labbra, si lamentò, "chissenefrega! Voglio solo giocare un po'. Non sei per niente divertente!"

Squall si portò una mano alla fronte e la rimproverò. "Se pensi che si farà come vuoi tu se ti lamenti, ti sbagli." Cercò di muoversi verso di lei, e lei si allontanò apposta, voltandogli le spalle per sfida, con le braccia ancora incrociate sul petto. Alla fine lui si avvicinò abbastanza e la abbracciò, sussurrandole all'orecchio, "forse vuoi provare a chiederlo con pù gentilezza, la prossima volta." Le baciò dolcemente l'orecchio e la sentì rilassarsi tra le sue braccia.

Lei si voltò per guardarlo negli occhi, e con un tono della voce del tutto innaturale lo pregò, "per favore Squally," e qui sbatté le palpebre per enfasi, "per favore, possiamo andare al parco giochi a giocare? Solo per un attimo?"

"Bel tentativo con la faccina innocente, che tra parentesi non mi bevo nemmeno per un secondo. La risposta è comunque no."

"Cattivo! L'ho chiesto bene, devi dire di sì!" piagnucolò, allontanandosi per sottolineare la cosa.

"Non sta scritto da nessuna parte che siccome lo chiedi bene, ottieni quello che vuoi," rispose lui. "E se qualcuno mi vede? Sono il Comandante della SeeD; non dovrei giocare al parco giochi."

Rinoa tornò verso di lui e lo abbracciò. Si strinse al suo petto e sospirò. Dovette ricordarsi che anche lui era ancora tecnicamente un adolescente, era anche un mercenario molto potente e un ufficiale che comandava un grosso esercito di subordinati. Aveva ragione, ovviamente, non poteva macchiare la sua reputazione severa facendosi sorprendere a saltellare in un parco giochi con la sua ragazza.

Quindi, rimase ovviamente abbastanza sorpresa quando lui sospirò e disse piano, "va bene, solo per un attimo."

Lei alzò lo sguardo per incontrare i suoi occhi, e lui la avvertì, "ma non osare dirlo a nessuno, soprattutto a Zell. Con la sua bocca larga, si saprebbe in tutto il Garden in un batter d'occhio." Le sorrise e le baciò dolcemente la fronte.

La ragazza si mise la mano sinistra sul cuore e alzò la destra, con tutto il corpo rigido e sull'attenti. "Prometto che il tuo segreto rimarrà chiuso nella mia cassaforte, signore!" Lui alzò semplicemente gli occhi al cielo.

"Grazie!" strillò lei, dandogli un bacio veloce sulla guancia. Gli prese la mano e iniziò a correre verso il parco giochi al buio, con Squall che si affrettava per starle dietro.

*~*~*~*~*

Il sentiero che portava al parco era sorprendentemente lungo, e Squall tra sé e sé fu felice di quanto fosse appartato. Fu anche sollevato perché ormai era praticamente notte, davvero troppo tardi perché ci giocassero i bambini.

Mentre si avvicinavano al parco giochi, Rinoa accelerò il passo, come se non vedesse l'ora di arrivare. Ovviamente, era proprio così.

"Squall! C'è uno scivolo!" strillò. "E altalene" Oooh, e un castello per arrampicarsi! Non ci gioco da quando avevo dieci anni!" Aveva il viso che praticamente riluceva, e un sorriso enorme.

"C'è un motivo per cui non hai giocato su un castello per arrampicarsi da quando avevi dieci anni, sai," disse Squall in tono piatto, con le braccia incrociate leggermente davanti al petto. "Perché..." e sottolineò ogni parola, "non... hai... più... dieci... anni."

L'unica risposta di Rinoa fu fargli una pernacchia e correre verso il castello. "Dai," gli gridò.

La sua unica risposta fu un secco, "no."

Il giovane Comandante guardò un po' divertito la sua ragazza che saltava e correva da una parte all'altra della struttura, afferrando persino le sbarre. Scivolò lungo un palo da pompieri, e corse immediatamente intorno alla struttura, salendo due scalini alla volta. Mentre saliva la rampa a scalini enorme fino alla sommità di un grosso scivolo a spirale, lo chiamò ancora una volta, "dai, vieni anche tu! È così divertente!"

"Ho detto di no, Rinoa," rispose lui scuotendo la testa.

"Fa' come ti pare!" gli gridò lei, lasciandosi cadere sull'enorme scivolo, con i piedi in basso e le braccia sopra la testa per tutta la discesa.

Lui la incontrò sul fondo, e le allungò le mani per aiutarla ad alzarsi, dato che lei era scesa dritta oltre la fine dello scivolo e nella sabbia. "Possiamo andare adesso?" la supplicò.

"Non fino a quando andrò sull'altalena," ribatté lei, pulendosi la sabbia dalle gambe e dal sedere.

Squall la seguì, riluttante, all'altro lato del parco, e si mise accanto all'altalena come una guardia. Rinoa scelse l'altalena più vicina a lui e poi indicò quella accanto. "Dondolati con me, per favore?" lo pregò, imbronciandosi appena.

"No," rispose lui.

Stavolta la ragazza non intendeva cedere così facilmente. "Ok, non devi dondolarti, ma almeno siediti. C'è una lunga camminata per tornare al Garden, e ti sentirai meglio a riposare un po' le gambe," gli suggerì con un piccolo sorriso.

Rendendosi conto che era inutile resistere, lui si arrese e si avvicinò all'altalena accanto a lei. Si sedette e sospirò profondamente.

Rinoa iniziò a spingersi con le gambe, facendo muovere lentamente l'altalena, salendo di più ad ogni movimento. Gettò la testa all'indietro, ridendo forte mentre i capelli svolazzavano nella brezza creata dall'altalena.

Squall rimase seduto senza muoversi, mentre la guardava volare in alto e scalciare con i piedi ogni volta che si avvicinava al punto più alto del giro.

"Scommetti che salto giù?" lo sfidò lei.

"Neanche per sogno," la rimproverò Squall. "Non ho voglia di portarti in braccio fino al Garden perché ti rompi una caviglia scendendo."

"Bene," sbuffò lei, lasciando che l'altalena rallentasse gradualmente da sola. "Non sono mai riuscita a farlo, comunque, anche da bambina. Troppo gallinaccio, immagino," confessò.

Squall rise piano e rispose con un "co co co!"

Rinoa rise istericamente al verso del pollo, e si fece l'appunto di annotarlo nel diario, dopo. Amava segnarsi le volte in cui Squall era davvero divertente.

Smise di ridere e sospirò, domandandogli, "avevate altalene all'orfanotrofio?"

Squall fu colto un po' di sorpresa a quella domanda improvvisa. Non parlavano molto della sua infanzia, soprattutto perché lui per lo più non la ricordava. Comunque, negli ultimi sei mesi, aveva tolto molto Guardian Force dalla junction, e stava lentamente recuperando i ricordi perduti.

Ci pensò per un momento, cercando di ricordare, prima di rispondere, "sì. Selphie fingeva di essere un pilota di un razzo, quando ci giocava." Pensò ancora un po' prima di continuare. "Ora che ci penso, saltava giù dalle altalene in movimento ogni volta. Mi stupisce che non si sia mai fatta male."

Rinoa non poté evitare di immaginare Selphie a cinque anni, che gridava a squarciagola mentre si lanciava senza paura dall'altalena. Poteva anche immaginare la Madre che boccheggiava per l'orrore quando la vedeva farlo con la coda dell'occhio. Ascoltò attentamente, così felice che Squall stesse condividendo ricordi con lei.

"Avevamo anche un castello per arrampicarsi, anche se non era grande come questo. Penso che l'avesse costruito Cid. Seifer diceva sempre che era 'suo' e di solito non ci lasciava salire, finché la Madre lo sgridava. Poi comunque faceva il cretino e basta, e ci terrorizzava finché cedevamo e scendevamo. Era sul retro, verso la spiaggia e l'oceano. Quando Seifer mi permetteva di giocarci, andavo a sedermi sul punto più alto e fissavo le onde," ricordò.

Il suo viso sereno si fece velocemente amareggiato quando ricordò, "poi un giorno Seifer è salito in silenzio dietro di me e mi ha spinto giù. Sono caduto davvero forte, e mi sono rotto un braccio. Dopo non ci sono più salito. Anzi," continuò, "non ho più giocato con niente nel giardino, o comunque da qualche altra parte. Nemmeno al Garden."

Rinoa si sentì subito incredibilmente in colpa per aver insistito che giocasse con lei. A volte doveva ricordarsi che lui non aveva avuto un'infanzia normale, e il cuore quasi le si spezzava per lui. Lei aveva ricordi così meravigliosi dei giochi con gli amici: correre intorno al getto a spruzzo nel giardino, fare stupidi spettacoli con marionette fatte in case, e spettegolare sui ragazzi carini alle feste. La rendeva così triste pensare che, alla stessa età, Squall già frequentava il Garden, addestrato ad essere un mercenario.

Gli tolse la mano dalla catena dell'altalena e gliela strinse forte. "Mi dispiace per aver continuato a insistere che giocassi con me sul castello. Mi sento in colpa," ammise.

Lui le strinse la mano a sua volta, più forte di quanto avesse fatto lei, e rispose, "non scusarti, Rin. Non lo sapevi. E poi è nel passato. Il braccio è guarito, vedi?" e sollevò il braccio sinistro, agitandolo nell'aria e muovendo le dita.

"Comunque," sospirò Rinoa. "Mi dispiace davvero. È proprio da Seifer rovinare i giochi d'infanzia, eh?" disse tristemente.

Rimasero seduti sulle altalene per qualche minuto silenzioso, tenendosi per mano. Alla fine Squall interruppe il silenzio, guardando le stelle e la luna piena.

"Faremmo meglio ad andare. Ci vorrà almeno un'ora per tornare al Garden, e si sta facendo tardi... e fa freddo," disse chiudendo la cerniera della sua giacca.

"Sì, hai ragione," rispose Rinoa, battendo i denti. Si strofinò le mani sulle braccia nel tentativo di scaldare la pelle gelida.

Squall lo notò e alzò gli occhi al cielo, con un piccolo sorriso. È proprio da Rin andare a fare una passeggiata serale a ottobre senza giacca, pensò.

Si alzò dall'altalena, offrendo una mano a Rinoa per aiutarla a fare lo stesso. Quando lei fu in piedi, le lasciò la mano e si tolse la giacca, esponendo la sottile maglietta a maniche corte che portava sotto, insieme al luccicante ciondolo di Griever. Si spostò dietro Rinoa e le mise la giacca sulle spalle. Lei iniziò immediatamente a protestare mentre cercava di rifiutare il gesto. "Ti verrà freddo, adesso."

"Prendila, stai tremando," le disse lui. "Sono stato addestrato a sopportare temperature fredde con poco o nulla per equipaggiamento, tu no."

Lei sorrise per ringraziarlo e indossò la giacca. Se la strinse forte intorno al corpo, godendosi il colletto di pelo che le solleticava il collo. Inalò dolcemente, perdendosi per un attimo nel suo profumo. Hyne, amava il suo profumo.

Lui le mise un braccio intorno alla vita e iniziò a camminare verso il sentiero. Avevano fatto solo dieci passi quando Squall si fermò bruscamente, cogliendo davvero di sorpresa Rinoa.

"Che c'è?" sussurrò lei nervosa.

Squall rispose con voce quasi nostalgica. "Wow. Non ne vedevo una da quando avevo cinque anni."

Rinoa seguì la sua mano e il dito che le indicava qualcosa, e vide un'altalena per due nascosta in fondo al parco, vicino a degli alberi fitti.

Rinoa chiese cauta, "vuoi salirci?" Si aspettava del tutto che lui rispondesse di no. Fu piacevolmente sorpresa quando lui disse, "sì certo, perché no? Il passato è il passato, giusto?"

Andarono mano nella mano verso il gioco, di legno con sedute metalliche di un rosso acceso. Sembrava abbastanza vecchio, e per un attimo Squall si preoccupò che non sostenesse il peso di entrambi.

Rinoa si sedette per prima, spostando il livello del gioco così che Squall potesse sedersi comodamente. Si mise in equilibrio prima di chiedere, "sei pronta, Rin?"

Rinoa annuì e Squall allungò dolcemente le gambe fino ad alzarsi, facendo toccare terra a Rinoa. Rinoa poi fece lo stesso, spingendosi in alto, facendo scendere a terra lui. Continuarono così, in silenzio, per alcuni minuti. Lui poteva sentire il vento che gli soffiava tra i capelli mentre l'altalena saliva e scendeva. Solo per un attimo, si sentì come se avesse ancora cinque anni, e la cosa lo fece sorridere un poco.

Anche se era notte e il parco non aveva luci, Rinoa non poté evitare di sentirsi felice, perché poteva a malapena vedere un sorriso sul viso illuminato dalla luna del suo ragazzo. In alto, al di sopra della notte, una stella cadente attraversò il cielo, ma entrambi gli innamorati si stavano divertendo troppo per notarlo.

*****
Nota dell'autrice: questa storia è il mio contributo alla challenge Where I Belong. Un grazie molto speciale ad Ashbear, per avermi incoraggiata a partecipare. Di solito non scrivo Squinoa!
L'idea di questa storia mi è venuta ascoltando "Ride My Seesaw" dei Moody Blues. Trovo ispirazione nei posti più strani!
Godetevela!

Nota della traduttrice: Come al solito, ringraziamenti alla mia beta Little_Rinoa e ogni commento verrà tradotto e inoltrato all'autrice originale, e ogni eventuale risposta sarà ritradotta e inserita come risposta alla recensione nei siti che lo permettono. Alla prossima! Alessia Heartilly

   
 
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