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Autore: _mrs directioner_    27/03/2013    0 recensioni
Ciao raga!mi presento sono Jennifer...Jennifer Gregory,ho 19 anni e mezzo,sono abbastanza alta,ho i capelli rossi,occhi azzurri lentiggini...in pratica sono una apposto (forse,da quello che dicono i miei amici,parenti...)sono simpatica,sempre allegra e decisamente se mi fisso su una cosa la devo assolutamente fare...io sono una ragazza normale come le altre e sono così:http://3.bp.blogspot.com/_aHzRPRk3z6A/TMAUyw8NCtI/AAAAAAAAAEI/YZsw9jE6ZRs/s1600/capelli-rossi.jpg.la mia vita è piena di imprevisti,shock,di "woow",di allegria,di dolore;di tristezza...per cambiare discorso,adoro tutto ciò che è colorato,ho sempre voluto fare la pittrice.comunque vi lascio alla storia che mi ha cambiato la vita e godetevela o almeno provateci,ahhahahahaaha!!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina dopo mi alzai presto, uscii di casa senza far rumore, a scuola non dovevo andare, le vacanze estive erano cominciate da pochi giorni, la cosa mi rendeva più libera. Mi recai all’aeroporto e comprai un biglietto di sola andata per Londra. Tornai a casa, pensai a quello che stavo facendo, ma in quel momento volevo solo rivederlo, volevo rivedere Londra, volevo tornare a fare quella vita che tanto amavo, Roma era stupenda, le persone erano accoglienti, ma non facevano per me, io ero nata lì, lì avevo conosciuto il mio primo amore, lì avevo fatto tante che cose, che nonostante rimpiangessi alcune cose, volevo tornare lì, volevo rivederlo, anche solo per un ultima volta. Arrivai a casa, mia madre era al lavoro quindi lasciai il biglietto sul tavolo in bella vista e salii a preparare le ultime cose, sarei partita quella sera, sarei arrivata a poche ore dall’alba, sarei corsa a casa, avrei buttato le valige sul letto alla cavolo, mi sarei fatta la doccia e sarei andata da Harry, ma che cosa stavo facendo? Lo avevo lasciato io in fondo, non potevo ricomparire così, o ma cosa mi importa, quello che avevo letto su quella rivista mi aveva fatto venire la voglia di tornare, mi aveva fatto venire la voglia di rivederlo, almeno un ultima volta. “Jennifer!!! Vieni giù subito!!”, sentendo la voce di mia madre, così dura e fredda capii che lei non era ancora andata al lavoro e avrei dovuto affrontarla in quel momento. Presi la rivista, o meglio la pagina di Louis e scesi lentamente: “Puoi spiegarmi?”, aveva le lacrime agli occhi e il biglietto in mano: “Be mamma forse non c’è molto da spiegare, ho deciso di tornare a Londra, almeno per un po’… andrò da sola, so che tu non te la senti, mi dispiace…”, lei mi fissò, sembrò leggermi l’anima, “Torni da lui vero? Lo ami ancora?”, me lo disse dolcemente, ma la sua espressione era comunque afflitta. “non lo so se lo amo ancora, ma non posso più aspettare, lui è diventato famoso, voglio vederlo ancora una volta, almeno una volta…”, “E allora vai… però scrivimi ogni tanto…”,non credevo alle mie orecchie, lei che mi lasciava andare a Londra da sola, ma forse sapeva quanto fosse importante per me quel viaggio. “Porta la carta di credito… ti servirà…”, “Grazie mamma.”, ci abbracciammo sapendo che non ci saremmo viste ancora per un bel po’, poi lei uscì per andare al lavoro. Controllai il cellulare, Harry non aveva risposto, ma cosa potevo pretendere? L’avevo lasciato, ero partita senza dirgli nulla, e ora solo perché avevo letto una rivista volevo tornare da lui? Non mi aspettavo che mi accogliesse a braccia aperte, ma non era solo per lui che tornavo, tornavo perché amavo quella città e avevo ancora tanti amici in quel luogo. L’ora della partenza giunse subito, la giornata era volata. Presi le valige e mi avviai all’aeroporto, non sapevo se sarei tornata ancora a Roma, ma una cosa era certa, per quel momento era un addio. Il viaggio durò diverse ore e io dormii per quasi tutto il tempo. Appena misi piede fuori dall’aereo sentii di nuovo l’aria di Londra sfiorarmi il viso mi sentii viva, mi sentii di nuovo me stessa. Presi un taxi e mi feci portare davanti a casa mia, pagai e mi soffermai ad osservare la porta, era rimasta bella come quando c’era mio padre, mi scese una lacrima, poi entrai, andai nella mia stanza, che era rimasta uguale. Il sole stava sorgendo. Mi vestii con dei semplici jeans e una felpa, uscii di casa, senza nemmeno disfare le valige, volevo ripercorrere tutte le strade che percorrevo due anni prima, volevo rifare tante cose, ma soprattutto volevo rivedere la sua casa, non sapevo se abitava ancora lì, ma volevo rivedere quel vialetto, quel muro su cui mi aveva spinta l’ultima volta che ci eravamo baciati. A piedi ci voleva mezz’ora per arrivare, ma io feci con molta calma e ci misi quasi un’ora, ormai erano le otto e mezza, le ore erano volate. Non ero ancora arrivata proprio davanti alla casa, che lo vidi uscire, aveva il cellulare in mano e lo fissava insistentemente, scendeva le scale senza guardare, io sentii le lacrime clade che mi rigavano le guance, mi fermai, non me la sentivo di restare lì a guardarlo, non me la sentivo nemmeno di andare a parlargli, non mi ero nemmeno accorta di essermi fermata in mezzo alla strada. Una macchina mi passò di fianco suonando a strombattuto e urlandomi di levarmi dalla strada, fece talmente tanto casino che attirò persino l’attenzione di Harry, i nostri sguardi si incrociarono, lo vidi quasi svenire, poi mi venne incontro come se niente fosse. “Jennifer… s-sei tu?”, sembrava sconvolto, anzi probabilmente lo era, e anche io, non credevo che rivederlo nuovamente mi avrebbe fatto quell’effetto. Lui si fermò a pochi passi da me, continuava a fissarmi, io misi lentamente una mano in tasca e tirai fuori il foglio di giornale con il suo articolo, ma non trovai il coraggio di pronunciare alcun che, non mi sentivo bene per niente, mi ricordai solo allora che non mangiavo da mezzogiorno del giorno prima e oltre a quello vederlo mi stava facendo sentire male, non riuscivo più a respirare, stavo per svenire. “che cos’è? Jennifer? Jennifer stai bene? Ehy?”, sentivo la sua voce sempre più distante, sentii che le mie gambe cominciavano ad abbandonarmi, stavo svenendo, sentii il ragazzo chiamarmi ancora una volta e poi tutto fu buio, non capii e non sentii più niente.
  
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