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Autore: Missyluv    29/03/2013    0 recensioni
Preoccupata che Squall non la desideri quanto dovrebbe, Rinoa migliora le sue risorse.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Nota dell'autrice: per la challenge Where I Belong! L'ho scritta dopo una giornata con troppo sole, in spiaggia.

Disclaimer: Final Fantasy VIII e i suoi personaggi sono proprietà Square-Enix, e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro: nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

ENHANCEMENT
scritta da Missyluv, tradotta da Alessia Heartilly

Due eventi non correlati accaddero un pomeriggio di sole, e una volta collegati tra loro fecero nascere nel cervello di Rinoa Heartilly un'idea, che un giorno qualcuno avrebbe considerato come la più geniale. Ma per lei, era la più scema.

Nonostante questo, la sua idea, e la sua successiva realizzazione, sarebbe stata scritta nei libri di storia - con gran dispiacere dei suoi discendenti - come il momento in cui aveva accettato i suoi poteri di strega e li aveva reclamati come suoi. Fino a quel momento era stata diffidente nei loro confronti, considerando i poteri come un vestito che non le stava bene. Ma i fili di quel vestito presto si sarebbero strappati alle cuciture, ricostruiti e nel senso più letterale... accresciuti.

Trascinandosi nel corridoio che portava al centro amministrativo del Garden di Balamb mentre canticchiava la canzone d'amore di sua madre, Rinoa era persa nei pensieri di Squall. Era davvero un ragazzo da sogno. Così intelligente, così muscoloso, così affascinante.

Così suo.

Era consapevole delle occhiate spesso invidiose che le lanciavano le altre SeeD, e quando voleva essere onesta con se stessa, ammetteva che le piacevano un bel po'.

Ma Rinoa era una ragazza abbastanza gentile, solo un po' possessiva nei confronti del suo ragazzo. E aveva tutto il diritto di esserlo. Non molte ragazze della sua età erano streghe, né possedevano un legame epico - o impegnativo - come il legame che lei aveva con il suo Cavaliere. Il loro amore andava oltre la normalità, era arrivato alle stelle, sarebbe diventata una leggenda, era...

Si fermò bruscamente, afferrando gli anelli che le tintinnavano al collo, e il metallo freddo raffreddò immediatamente il suo sogno ad occhi aperti. Sospirò. L'effetto ispirante del romanzo d'amore che aveva finito un'ora prima stava iniziando a svanire. I passi divennero pesanti quando ricominciò a camminare, riflettendo per la centesima volta che, nonostante gli aspetti più surreali di chi e cosa fossero, la loro relazione era giusto un filino... blah.

Era passati sei mesi dalla guerra contro Artemisia, e il bacio che aveva seguito la conclusione di quella faccenda. Il bacio... era stato straordinario, era stato di certo abbastanza romantico da accontentarla. E ricordarlo le dava molte notti pieni di sogni, a russare felice sul cuscino. Sfortunatamente, la perfezione di quella serata non si era mai ripetuta.

C'erano stati altri baci, certo... carini, piccoli e casti. Squall era il suo ragazzo dopo tutto, anche se non l'aveva mai davvero detto apertamente. Ma lei lo sapeva. Tutti lo sapevano. Spalancò un poco gli occhi.

Sperava che lui lo sapesse.

Era solo difficile, pensò, difficile aver avuto un assaggio di stelle e fuochi d'artificio e poi non averlo mai più. Squall era solo così dannatamente poco espansivo. Scoraggiava indegnamente qualsiasi tipo di dimostrazione pubblica d'affetto.

Conosceva le pieghe della sua personalità, ovviamente, quando aveva iniziato ad innamorarsi di lui. Ma mentre il pensiero di avere per sé il cupo e imperscrutabile mercenario era stato davvero interessante, adesso vedeva che la realtà dell'avere un fidanzato così aveva decisamente i suoi difetti.

Non che rimpiangesse la relazione! Solo che dopo sei mesi, quando lei desiderava portare le cose a un altro livello, lui insisteva che restassero alla prima base.

Tutti gli altri andavano avanti. Selphie e Irvine erano inseparabili e, stando a quanto diceva la sua amica, passavano notti di passione l'uno nelle braccia dell'altra. Anche Zell e la ragazza con la treccia erano una coppia ormai, e spesso li si poteva trovare allacciati in un piccolo abbraccio confortante, l'uno con la lingua in gola all'altra. Frotte di altri giovani SeeD si legavano in una tempesta frenetica.

Non che Squall fosse un fidanzato orribile. Era dolce in moltissimi modi. Ascoltava le sue chiacchiere infinite - rispondeva persino ai momenti giusti - e la portava a cena almeno una volta alla settimana. E la teneva per mano - anche se era tipo l'unica cosa che faceva in pubblico - e davvero, anche se una buona dose di realtà aveva efficientemente spento le aspettative epiche della loro relazione, le cose non erano del tutto insopportabili.

Ma comunque... Era una ragazza innamorata di un ragazzo, e beh, desiderava tipo che lui se la divorasse.

Fu prima che Rinoa svoltasse nel grande foyer d'ingresso posto davanti agli uffici che successe la prima cosa. Forse non era un grande evento, ma un'osservazione che presto le avrebbe dato da pensare.

Cid ed Edea si stavano abbracciando fuori dall'ufficio di Cid, e lui le stava sussurrando all'orecchio. E qualsiasi cosa stesse sussurrando causava una grande quantità di confusione femminile - e del buon rossore - sul bellissimo viso di Edea.

Rinoa si fermò a guardarli, incurante dell'intrusione nel loro momento intimo e privato. Le piaceva il romanticismo. La rendeva felice. E guardarli era davvero molto bello. Il viso da innamorato di Cid e la timidezza di Edea. Di nuovo, le sfuggì un sospiro.

Ma anche lei arrossì soffocando un risolino quando Cid si impadronì della bocca di Edea e spostò una mano a toccarle il seno. Gli occhi di Edea si chiusero mentre cedeva alla passione per un brevissimo momento, ma svariati secondi dopo li riaprì e scostò la mano, guardandosi furtivamente intorno per assicurarsi che fossero soli. Gli disse qualcosa - cosa fosse Rinoa non riuscì a sentirlo - e poi se ne andò, ancheggiando non poco mentre andava via.

Rinoa fece un veloce passo indietro nella hall per evitare imbarazzo alla Madre. Ed Edea, prima di superare Rinoa, si fermò a chiacchierare un poco, anche se inconsciamente continuava a toccarsi le labbra con le dita.

A Rinoa piaceva davvero Edea. Avevano già avuto svariate conversazioni sulle responsabilità che accompagnavano i suoi poteri magici. E per la prima volta da anni, il dolore della perdita di sua madre iniziava a diminuire, solo un poco. Edea somigliava in maniera soprannaturale a Julia Heartilly, e guardando il viso di Edea poteva quasi immaginare di parlare ancora con sua madre.

Ma quel giorno, mentre cercava la somiglianza, Rinoa capì improvvisamente che la pelle della donna era liscia e senza rughe come quella di una ventenne. Di certo, sua madre, fosse stata ancora viva, avrebbe iniziato a mostrare segni di invecchiamento. Lanciò un'occhiata a Cid, che stava spostando dei fogli vicino alla fotocopiatrice, e paragonò il suo aspetto a quello di sua moglie. Una volta Squall aveva detto che avevano la stessa età, eppure il viso di Cid era rugoso, e i pochi capelli che aveva erano abbastanza grigi. Spaventata, si accorse per la prima volta di quanto fossero peculiarmente mal assortiti.

Edea le sorrise e la salutò, e Rinoa, ancora considerando le implicazioni dell'eterna giovinezza della donna, si accigliò mentre la guardava andar via. Ah! Tutto andò al suo posto. Edea aveva usato i suoi poteri a livello molto personale. Non era una cattiva idea, davvero. Ed essendo una ragazza che, come la maggior parte, aveva una lunga lista di cose che non le piacevano del suo aspetto fisico, Rinoa decise che era davvero qualcosa da tenere in fondo alla mente. Ancora non sapeva che l'avrebbe ripreso abbastanza presto.

L'ufficio di Squall era sul fondo, avendo lui scelto quello più distante dalla zona in cui la gente tendeva a riunirsi. Sperava che la sua visita non gli desse fastidio, ma dopo il libro che aveva letto era impaziente di vederlo, di strappargli un sorriso e forse, solo forse, un bacio.

Anche se il bacio finiva per essere rigido e insoddisfacente come al solito. Non era davvero colpa di Squall. Era nato con una grande riservatezza, ma la cosa si era approfondita negli anni di solitudine e lontananza da qualsiasi forma di amicizia. Stava cambiando, ma era un processo molto lento. E anche se i baci - a parte il primo, praticamente perfetto - non bastavano ad infiammarle il cuore, almeno lui ci provava. Sperava che presto avrebbero iniziato ad essere molto più appassionati. Certo, poteva succedere prima se riusciva a trovarlo da solo.

Lei alzò gli occhi al cielo. Lui si rifiutava di entrare nella sua camera, a parte quando andava a prenderla. E anche allora, lasciava sempre la porta socchiusa.

E per quanto riguardava la stanza di lui... lei non era la benvenuta e basta. Cattivo.

Aveva protestato, ovviamente e non poche volte, ma lui sottolineava con precisione che ai membri di sesso opposto era severamente vietato stare nelle stanze gli uni delle altre. Lei sottolineava che quella regola veniva a malapena fatta rispettare. Ma come Comandante, insisteva lui, doveva dare l'esempio.

Chissenefrega. La faceva infuriare così tanto! E secondo i romanzi d'amore che aveva preso a leggere, la loro relazione non aveva il solito progresso normale. A parte la sua reticenza, che altro c'era che non andava? C'era qualcosa di sbagliato in lei?

Si chiese se i libri di storia menzionassero altre streghe guidate dagli ormoni, perché i suoi erano in fermento. Amore, romanticismo e sesso. La sua mente raramente si distaccava dai tre concetti.

Ma Squall era semplicemente così... così controllato.

Fu allora che ci fu il secondo avvenimento.

Sentì un certo rumore provenire dalla porta di Squall, e la guardò aprirsi lentamente mentre il suo ragazzo faceva uscire una donna, la Professoressa Frisk del Garden di Trabia.

Quella settimana, non pochi ragazzi di Balamb erano stati fortemente colpiti dalla visita di Hunter Frisk. Selphie era stata eccitatissima, dato che la Frisk era stata la sua insegnante preferita all'altro Garden. Ma persino Selphie faticava ad apprezzare quello che gli occhi dei maschi cercavano con impazienza.

Hunter era una donna di poco più di trent'anni, alta, muscolosa e magra, con la sensualità potente di una guerriera. Nonostante la sua figura snella, comunque, altre parti del suo corpo erano, beh, incredibilmente gonfie. E durante la lezione, quando si allacciava una cinghia portacartucce al petto, piena di proiettili tintinnanti e granate che scintillavano al minimo movimento, i ragazzi sembravano pronti ad esplodere.

Indossava in quel momento l'indumento di pelle più provocante che sottolineava la sua figura. E Squall lo stava proprio fissando.

Rinoa socchiuse gli occhi mentre lo guardava, guardava i suoi occhi spostarsi su un muro, e il suo aspetto un po' ansimante per quello che aveva appena guardato. La Professoressa Frisk sembrò divertita e basta.

Spinse indietro le spalle e fece le fusa, con una voce che dava l'impressione che quella visita fosse stata di natura piuttosto personale. "Grazie del tuo tempo, Comandante. Mi è piaciuto stare qui e spero di rivederti presto."

Lui annuì, un po' distrattamente. Rinoa si morse il labbro fino a quando il dolore trafisse la sua frustrazione mentre l'altra donna continuava a parlare. "Ovviamente, sarebbe bello se tu venissi a trovarci a Trabia..." Sorrise, facendogli correre la mano sul petto.

Gli occhi di Squall si scurirono, e Rinoa giurò di aver visto una scossa di risposta. Quel cretino! Di certo non era indifferente al fascino della donna. Il suo mondo si capovolse e iniziò ad avvolgersi incontrollabilmente come una spirale. Questo era Squall, non Irvine! E... e lui le stava guardando di nuovo le tette!

La sua vanità fu distrutta. Rinoa sapeva di essere una ragazza abbastanza carina. Era magra, aveva un viso piacevole e bei capelli, con la loro setosità color ebano. Ma il suo seno - o la sua mancanza - l'aveva addolorata per qualche anno. E anche se una volta si consolava dicendosi che erano le ragazze più robuste ad avere il seno più grande, l'incontrare il figurino di Selphie con un petto notevole, per non parlare di Quistis, le cui tette erano la perfezione stessa, aveva miserevolmente distrutto quella teoria. Se solo...

Marciò decisa nel foyer fino al fianco di Squall, prendendogli la mano e posandosela a forza sulla vita.

"Ho sentito che stai partendo, Professoressa Frisk," disse sorridendo freddamente. "Buon ritorno a casa."

"Grazie cara," rispose l'altra. Squall annuì, strinse velocemente e con fare assente Rinoa e tornò in ufficio. Rinoa, lasciata sola con l'ignobile donna con troppe tette, s'imbronciò per la disapprovazione.

Hunter era una maiala.

Ma persino Rinoa fece fatica a evitare di far scendere gli occhi.

Hunter si sporse in avanti e le sorrise la sua approvazione. "Mi piace una donna che tiene d'occhio il suo uomo." Poi, tra il tintinnare e il dondolare degli esplosivi, scomparve.

Chissenefrega.

Marciando nell'ufficio di Squall, Rinoa si lasciò cadere su una delle sedie davanti alla sua scrivania, persa in pensieri burrascosi.

"Hey," disse Squall, e le ci volle un momento per capire che l'aveva salutata. Alzò lo sguardo e lo vide sorridente - una vista ancora rara, ma sempre gradita - ma un po' confuso dal suo evidente cattivo umore.

"Ciao," sospirò lei infine. Era davvero ingiusto, pensò. Eccolo lì, seduta alla scrivania, quando un fidanzato perbene, nel trovarsi da solo con il suo vero amore, avrebbe almeno cercato di baciarla. Forse il problema era che semplicemente non gli scaldava il sangue. Lei gli piaceva, lo sapeva, ma forse vederla non gli riempiva il corpo di lussuria. Forse se lei avesse avuto un seno impressionante...

E fu allora che le venne l'idea, la cui forza quasi la fece cadere dalla sedia. Se Edea aveva usato i suoi poteri per rimanere giovane - perché ovviamente l'aveva fatto - allora perché lei non poteva usare i suoi in maniera più o meno simile? Si toccò distrattamente un seno, poi lo strinse, con la mente che correva per tutte le possibilità. Squall la guardò a bocca aperta dall'altra parte della scrivania, poi impallidì, ma lei non lo notò nemmeno.

"Rinoa?" la chiamò, e lei avesse alzato gli occhi avrebbe visto che quelli di Squall si scurivano per lei. Ma lei non lo fece. Si alzò invece dalla sedia e volò alla porta.

"Devo correre," disse. "Ci vediamo dopo." E detto questo era scomparsa, lasciando il suo ragazzo a passare il resto del pomeriggio a fissare stupidamente il suo lavoro, incapace di dare un senso a nulla di ciò che leggeva.

Il resto della giornata di Rinoa - e a dire il vero, della settimana - passò al chiuso della biblioteca, alla ricerca di qualsiasi libro il Garden avesse sulle streghe e il loro uso del potere. Rifletté brevemente di parlare con Edea, ma decise che l'altra donna avrebbe ipocritamente disapprovato. Sapeva di essere vanitosa, che l'idea di cambiare se stessa stava diventando un'ossessione, ma era così assorbita dal difetto fisico che percepiva che mise da parte quelle riflessioni.

Fu esattamente una settimana dopo che decise di avere abbastanza conoscenze per sperimentare un po' con i suoi poteri. Con tutta la calma che riuscì ad avere, rimise a posto ogni singolo volume che aveva letto sulla mensola giusta, e poi andò, sopprimendo l'istinto di fiondarcisi, alla sua stanza. Il calore iniziò ad alzarsi in lei, dalla punta dei piedi fino alla testa, mentre discuteva con se stessa se era davvero il modo migliore di usarli. Ma il buon senso era perso, e chiuse la porta della sua camera a chiave - insieme agli scrupoli e a occhi indiscreti - alle sue spalle.

Davanti al suo specchio a figura intera, che aveva messo proprio per esaminare tutte le decisioni relative all'abbigliamento, si guardò senza emozione, con la sua gonna di jeans e la maglietta. Non era così male, solo che non era... da sbavare.

Ma sarebbe cambiato presto.

Chiuse gli occhi, immaginando il risultato che desiderava, ricordando le parole dell'ultimo libro che aveva letto. Tutto quello che serviva era concentrare la volontà, raccogliere il potere e, per rilasciare entrambe le cose, un'unica parola.

All'improvviso aprì gli occhi e la voce le sorse dalla pancia. "Fiorisci," gridò, con una piccola smorfia per la parola che aveva scelto. Ma davvero, che altro poteva dire?

Non successe nulla, e batté i piedi, disgustata. Perché quei dannati poteri non funzionavano? Ma poi iniziò a formicolarle la pelle, e poi a inspessirsi. E dopo, iniziò a gonfiarsi.

"Ah!" gridò e rise per la meraviglia gioiosa per quello che i suoi poteri avevano formato.

Rinoa Heartilly ora era carica, e possedeva un seno impressionante. Il petto lottava contro la maglietta, il reggiseno non riusciva a contenere quello straripamento. In effetti, il reggiseno si era strappato e lei se lo tolse, insieme alla maglietta, fissandosi con meraviglia stupefatta.

La sua ricompensa era deliziosa da vedere.

*~*~*~*~*

C'era qualcosa che seriamente non andava in Squall Leonhart, perché di certo non c'era niente di sbagliato in lei.

Dopo aver ammirato il suo nuovo aspetto allo specchio per venti minuti buoni, Rinoa si era messa la maglietta, disdegnando il reggiseno - il suo seno non aveva bisogno di alcun supporto - ed era corsa fuori dalla stanza e di sopra, all'ufficio isolato del suo Cavaliere.

La sua mente era così concentrata sulla probabile reazione di Squall - e sul suo possibile risultato - che era del tutto ignara della folla di maschi che lasciò stupefatti, a respirare piuttosto pesantemente, dietro di sé. Persino svariate ragazze che ridevano e a cui era passata accanto erano rimaste senza parole.

Cid si stava vuotando una tazza di caffè, canticchiando serenamente una canzone d'amore sottovoce. Aveva passato una serata davvero deliziosa la notte prima, e in quel momento, o così pensava, nulla poteva innervosirlo.

"Buongiorno Preside," disse Rinoa e lui alzò gli occhi, con la piena intenzione di regalarle un sorriso beato. Era sempre stato piuttosto affezionato alla giovane strega, ed era contento che avesse scelto di restare a Balamb.

Ma quel sorriso non arrivò mai. Gli occhiali gli caddero dal naso non appena la guardò, e per nascondere la sua costernazione si lasciò cadere in fretta per riprenderli. Mentre lei accorreva ad aiutarlo, lui la allontanò debolmente con un gesto. "Li ho," borbottò, con poca grazia. Rimettendoli a posto, barcollò poi nel suo ufficio.

Rinoa lo guardò allontanarsi e scrollò le spalle, immaginando che qualche problema stressante lo innervosisse.

Quando arrivò alla porta di Squall, si fermò, chiedendosi se avesse dovuto bussare o solo spalancarla per sorprenderlo. La sua mente si riempì di visioni degli occhi di Squall che si facevano selvaggi, le sue mani che si allungavano per attirarla a lui. Poi le sue labbra si sarebbero impossessate delle sue, prima di farle scendere affamate sul suo collo e poi più giù fino... si morse il labbro. La sua fantasia stava già corredo troppo. Ora era tempo di renderla una realtà.

Quindi spalancò la porta - con un bel po' di forza - e si presentò tutta figa e amorosa al suo Cavaliere.

Lui alzò la testa, irritato dall'intrusione nel suo ufficio, ma quando vide che era lei il broncio scomparve. Sbatté le palpebre e poi la guardò per svariati, lenti secondi, poi spostò gli occhi sui documenti sulla sua scrivania.

"Rinoa," disse, "non ho tempo di parlare adesso. Questi rapporti sono già molto in ritardo."

All'inizio, lei lo ignorò e gli si avvicinò impettita. Ma quando lui rifiutò di alzare gli occhi, fissi sul suo lavoro, quasi batté il piede per la frustrazione. Cercò un'ultima volta di destare le sue attenzioni.

"A cosa stai lavorando?" chiese con voce roca, appoggiandosi a lui, lasciando che il seno gli sfiorasse leggermente la guancia. Lui si irrigidì, ma continuò a lavorare. Forse avrebbe dovuto muovere un po' il seno?

"Rapporti di missioni. Devono essere controllati e archiviati subito. Si sono ammassati sulla mia scrivania e Cid li vuole pronti." Si degnò di darle attenzione. "Senti, ci vediamo dopo. Stasera non posso, ma forse domani possiamo cenare a Balamb."

Sbuffando, lei annuì. Lui era passato al foglio successivo, ed era già assorto nel nuovo documento. Non la voleva comunque, formosa o no. Prima che le lacrime cadessero sui fogli di Squall - era sicura che si sarebbe scocciato se glieli avesse rovinati - fuggì dal suo ufficio, incapace di nascondere il suo disappunto. Non che lui l'avesse notato comunque, quel cretino.

Ma si sbagliava. Non appena uscì, Squall alzò la testa e fissò la porta che lei aveva appena superato. E non smise di fissarla per molto tempo.

All'inizio, Rinoa aveva deciso di scappare nella sua stanza e basta. I suoi esperimenti nella stregoneria erano un misero fallimento, e soffriva per l'evidente rifiuto di Squall. Il bisogno di un bel cuscino morbido su cui piangere era essenziale.

Ma mentre usciva dall'ascensore nella hall centrale del Garden, Selphie balzò ad attaccarla con uno dei suoi abbracci, ma si bloccò quando le abbracciò il seno con gli occhi.

"Rinoa, cosa-"

"Non chiederlo nemmeno, Selphie. Non chiederlo nemmeno."

Selphie scosse la testa. "Devo. Quelle sono, ehm, naturali?"

"Sì," rispose, poi distolse lo sguardo. "Beh, tipo."

"Rinoa, sputa il rospo! Devo sapere tutto."

Selphie la trascinò alla mensa e lungo il tragitto Rinoa confessò di aver pasticciato con i suoi poteri. Selphie ne rimase appropriatamente impressionata.

Appena prima che entrassero nella mensa, prese il braccio di Rinoa e la strattonò nei bagni delle donne. Dentro iniziò a toccarla.

"Rinoa, devi lasciarmele toccare. So che è strano, ma sono coooosì curiosa. Sono pesanti?"

"Sì, abbastanza," rispose Rinoa, trovando strano che un'altra donna le toccasse il seno. Ma Selphie era la sua migliore amica e difficilmente lo toccava come avrebbe fatto un ragazzo... non che lei potesse saperlo.

La fronte di Selphie era corrugata, mentre continuava a toccarlo, persa nei suoi pensieri.

"In sé e per sé, sono favolose, ma in qualche modo," e qui scosse la testa, con un po' di rimpianto, "non si adattano al resto del tuo corpo."

"Sembra che non piacciano nemmeno a Squall. Anche se gli piacevano abbastanza quelle di Hunter Frisk."

"Ugh! Non parlare nemmeno di quella donna... o delle sue tette. Ogni volta che vedo quei meloni ho solo voglia di bucarli con uno spillo. Come palloncini."

"Selphie!"

"Beh, lo voglio!"

"Hai beccato Irvine a guardarle?"

Selphie annuì. "Certo. Ma dato che guarda quelle di tutte, dovrei essere abituata alla sua incapacità di tenere gli occhi a posto. Ma Squall? Proprio non riesco a immaginare Squall che sbava sulle tette di una donna." Quando Rinoa iniziò a guardarla con occhi torvi, alzò una mano e continuò in fretta. "A parte le tue, ovviamente. Non intendevo che lui..." La sua voce si spense in una risatina nervosa.

Rinoa sospirò. "Penso che ci sia qualcosa che non va in me, Selphie. All'inizio pensavo che fosse il mio poco seno, ma non lo so. Sembra semplicemente che non mi voglia."

Selphie la strinse un po'. "Certo che sì. Probabilmente ha solo paura. O forse vuole solo fare con calma. Fidati di me, sei fortunata. Irvine era nelle mie mutandine al primo appuntamento ufficiale."

"Irvine ti ama," disse Rinoa con un sorriso. "Solo che è il tipico ragazzo guidato dagli ormoni. Ma penso che ti ami davvero, Seph."

"E Squall ama te. Vedo come ti guarda, come se tu fossi la cosa più preziosa al mondo. Credimi, è molto più importante che essere sempre spogliata con gli occhi. Rispetta te e la vostra relazione. Sei una ragazza molto fortunata."

"Ma-"

"Rinoa," la rimproverò con fermezza Selphie. "Sei bellissima. Squall non te l'ha mai detto?"

"Sì, ma-"

"Allora credigli."

All'improvviso Rinoa capì che la sua amica diceva la verità. Aveva permesso alla sua stupidità, e alla sua vanità, di sopraffare il buon senso. Si guardò il seno, iniziando a disprezzare quella carne volgare e sporgente. Intendeva tornare subito in camera per toglierla. E poi iniziava a farle male la schiena.

"Di' addio alla nuova me," disse a Selphie arricciando il naso.

Selphie non poté evitare di toccarla ancora. "Sarò contenta di riavere la vecchia te," rise. "Ma davvero, quei meloni sono fantastici!"

Uscirono dal bagno e Selphie entrò nella mensa, mentre Rinoa iniziò la lunga camminata verso camera sua. Stavolta, però, notò gli sguardi e sentì i fischi e gli schiamazzi che le passavano accanto in un torrente forte e regolare. Era stata davvero un'idea terribile.

Nida stava leggendo un libro su una delle panchine, e lei sperò che non la notasse. Per un attimo cercò di incrociare le bracci sul petto, ma per chissà che motivo quella posizione sembrava sottolineare in maniera impossibile quello che c'era nascosto sotto. Lasciò cadere le braccia, disgustata, e il seno ballonzolò una volta libero. Ovviamente fu allora che Nida alzò gli occhi.

Il libro gli cadde a terra. "Rinoa... io... Angelo è..." Lei ricordò all'improvviso che lui poco prima aveva portato il suo cane a fare un giro. "Angelo è..." Le orecchie gli divennero rosse e gli occhi si spostarono selvaggiamente per trovare un posto su cui posarsi, ovunque tranne che sull'enorme seno ansante. Nida dopo tutto era un ragazzo carino e rispettoso.

"Sì, Nida?" chiese lei, mortificata dalla sua espressione. Se il suo nuovo aspetto avesse ottenuto il risultato desiderato di Squall che ansimava per il desiderio di lei, tutta l'altra attenzione maschile non sarebbe valsa la pena. Grosse tette davano le reazioni più disturbanti...

"Angelo è con le matricole del secondo anno. Volevano giocare con lei un po', e ho pensato che tu, ehm, non avresti obiettato." Tenne gli occhi precisamente sul suo viso mentre parlava, ma poi li spostò sul libro caduto.

"Grazie, Nida," disse Rinoa, e scappò via di corsa, esitando a cambiare tragitto per prendere il suo cane. Ma non c'era modo di evitarlo, Angelo era via da troppo tempo. Almeno i bambini e le bambine non avrebbero notato nulla di strano. Fortunatamente erano troppo innocenti per questo.

Dopo aver promesso mille volte alle matricole che avrebbe portato ancora Angelo da loro, tentò ancora una volta di tornare nella sua stanza.

Mentre girava l'angolo per entrare nel suo corridoio, ringraziando gli dei di essere quasi arrivata, urlò quando si scontrò con un altro corpo che correva nella direzione opposta. Barcollando, cadde quasi all'indietro su Angelo, che stava annusando un punto del tappeto.

Forti braccia si allungarono ad aiutarla a stare in piedi, e alzò gli occhi per guardare il viso sorridente del Professor Figo... ehm, Professor McDaniels. "Rinoa, non ti avevo vista. Mi dispiace," disse disinvolto. Lui la strinse di più quando le gambe le tremarono di nuovo, stavolta per l'improvviso strattone del guinzaglio di Angelo. Poi, abbassando gli occhi su dove le aveva posato le mani sui gomiti, non poté evitare di vedere il suo seno.

Appena sotto la frangia dei suoi disordinati capelli biondi, capelli che davano l'impressione di essere appena stati attraversati dalle dita di una donna - e comunque perché veniva dalle stanze degli studenti? - lei vide che inarcava le sopracciglia, e poi le inarcava ancora di più. Lui alzò lo sguardo.

"Fermo qui," disse, e lei si chiese se stesse parlando con lei o avvertendo se stesso.

A disagio, fece un passo indietro e si strinse gli anelli. Mossa sbagliata. Gli occhi del ragazzo vennero immediatamente attratti di nuovo in quel punto. Sorridendo, lui si inginocchiò per accarezzare Angelo.

"Hey, bellissima," vezzeggiò il cane. "Sei una brava cagnetta, vero."

Rinoa guardò Angelo premersi contro il suo fianco, guaendo un po' quando lui le grattò le orecchie proprio come piaceva a lei. Il Professor Figo sorrise. "Ti piace, vero piccola?"

Il sedere di Angelo iniziò ad agitarsi e Rinoa grugnì, sapendo che avrebbe faticato ad allontanare il suo cane da quelle attenzioni. Il santuario della sua stanza sembrava un sogno irraggiungibile.

Il Professor Figo alzò lo sguardo. "Vuoi solo il seno per loro, vero?"

"Come scusi?"

Lui ridacchiò all'errore(1), senza nemmeno preoccuparsi di sembrare almeno imbarazzato. "Il meglio. Voglio dire che vuoi solo il meglio per loro. Sai, cuccioli adorabili come Angelo." Si alzò e raddrizzò. "Grazie per avermi lasciato accarezzare la tua cagnolina. Mi manca averne una. Ci vediamo, ok?"

No, non era ok. Non le interessava se era il professore più sexy di Balamb, voleva non rivederlo mai più. Borbottando un saluto poco sentito, strattonò il guinzaglio di Angelo e corse nel corridoio fino alla sua stanza. Di nuovo in piedi davanti allo specchio, corrugò la fronte.

"Sgonfiatevi!" sputò, non appena sentì la raccolta della sua volontà.

Per un breve, orrendo istante, Rinoa si strozzò, spaventata quando sembrò che non cambiasse nulla. Chiuse gli occhi per trattenere le lacrime e si afferrò i seni, stringendoli come se la semplice forza potesse farli rimpicciolire. "No!" gridò, quando non successe nulla, e poi scivolò sulle ginocchia tra singhiozzi incontrollabili.

Doveva essersi addormentata piangendo. Quando si svegliò, era nuda sul pavimento, rannicchiata in posizione fetale, e il ricordo di ciò che aveva fatto tornò di botto. Si alzò lentamente e, con gli occhi gonfi, si guardò allo specchio. Non c'era altra scelta che accettarle, dato che evidentemente non c'era modo di tornare indietro. Ma un singhiozzo strangolato le risucchiò il respiro quando si accorse che, mentre dormiva, il seno le era tornato alle sue dimensioni originarie.

"Non farò mai più una cretinata del genere," grugnì. Mai più avrebbe interferito con i doni della natura.

*~*~*~*~*

La sera seguente, aspettò che Squall bussasse per venirla a prendere per l'appuntamento che aveva promesso. Quando sentì il rumore sommesso, fece una smorfia e si allontanò dallo specchio dove, con mani tremanti, aveva messo un po' di lucida-labbra, e poi costrinse le membra pesanti a portarla alla porta.

Lui era lì, a labbra strette, ma il viso gli si rilassò poco dopo. Esalò lentamente e le rivolse un sorriso - il suo speciale sorriso lento riservato esclusivamente a lei - e si passò le dita tra i lunghi capelli castani.

"Rinoa," disse in un respiro, "sei davvero carina. Quel vestito è... sei davvero carina."

"Grazie Squall," rispose lei mentre lui la prendeva per mano.

L'appuntamento fu silenzioso e rilassato; cenarono sul balcone di un ristorante sul mare a Balamb. E anche se Squall di certo non era mai un chiacchierone nemmeno nei giorni migliori, sembrava che si sforzasse di mantenere accesa la conversazione, persino aprendosi un po' sui suoi pensieri. Ma gradualmente, mentre la serata avanzava, iniziò a farsi più silenzioso e a giocare con il cibo. Lei spostò il peso, nervosa, chiedendosi se lui volesse parlare del giorno prima, ma lui non toccò l'argomento. Era troppo sperare che non avesse notato niente?

Più tardi, quando furono davanti alla stanza di Rinoa, da soli nel corridoio buio e silenzioso, lei immaginò che le avrebbe almeno dato il bacio della buonanotte. E quando lo avrebbe fatto, lei l'avrebbe considerato per quanto era prezioso. Dopo aver parlato con Selphie, aveva deciso fermamente di essere paziente sui progressi della loro relazione. Avere una relazione era una cosa nuova per Squall e, beh, lei avrebbe accettato con gratitudine qualsiasi cosa.

Lui non la baciò, però, e lei dovette comunque reprimere la delusione. Senza una parola, lui prese la sua chiave magnetica e aprì la porta, e poi la spinse dentro in silenzio. Nella stanza, lei fece una smorfia, ricordandosi ancora di essere paziente. Ma quando sentì chiudersi la porta, si voltò, un po' offesa che lui se ne fosse andato senza darle la buonanotte.

Ma lui era ancora lì. Dopo sei lunghi mesi di resistenza, era finalmente entrato e aveva chiuso la porta. Il cuore iniziò a galopparle in petto quando vide lo sguardo che lui stava semi-cercando di nascondere. Desiderio.

"Rinoa, io-" Le mani iniziavano a tremargli. Lei fece lentamente un passo avanti, gli prese le mani tra le sue e se le posò sulla vita. Gli appoggiò la testa contro il battito del cuore, sorpresa da quanto stesse battendo veloce. "Rinoa," riprovò lui. "Voglio passare qui la notte."

"Cosa?" disse lei in un respiro, e poi lo guardò negli occhi. Non ci fu tempo di esaminarli perché lui iniziò a baciarla, e non fu nemmeno tanto casto. E lei fu presto persa nel bacio mentre lui le succhiava via la coscienza.

"Squall," gemette mentre l'eccitazione cresceva. Le mani di lui brancolarono fino ai suoi seni, e lo shock di essere toccata da lui la fece tremare dentro.

"Voglio-" gemette lui.

"Sì!"

"Sei sicura?"

"Sì!"

La notte passata tra le sue braccia fu inebriante al di là di qualsiasi cosa lei potesse mai aver immaginato... o persino letto in un romanzo d'amore. E la mattina successiva sembrava che tutto un nuovo mondo si fosse aperto agli occhi di Squall. Quella notte, fortunatamente, si rivelò un'esperienza da ripetere.

*~*~*~*~*

Anni dopo, quando erano entrambi vecchi e con i capelli grigi, lei osò infine chiedergli se aveva notato il suo improvviso cambio d'aspetto quello sfortunato, lontano giorno. Lui rabbrividì e lei gli colpì il braccio - piano, ovviamente - e poi gli chiese aspramente cos'avesse pensato.

"Terribili," rispose lui. "Erano incredibilmente terribili."

Poi rise. Ma quando la risata svanì, si allungò e rubò una palpatina.

*

Note al testo
(1) errore: in inglese c'è un gioco di parole tra "best" (il meglio) e "breast" (il seno), e la pronuncia è anche abbastanza simile da giustificare il lapsus. In italiano ho cercato una combinazione di parole che rendesse il gioco di parole, tentando anche con gli altri termini con cui indicare il seno... ma nulla mi è sembrato convincente, e alcuni termini erano troppo dialettali e temevo si capissero solo nella mia zona. Per cui ho scelto la traduzione "letterale". Come sempre in questi casi, se avete idee le ascolto volentieri^^

*****
Nota dell'autrice: ah, il desiderio di tette più grosse. O più piccole. O più sode. O che non cadano a terra dopo aver allattato un paio di neonati. Vivere a Scottsdale, AZ, un posto rinomato per le donne con seni perfetti - e perfettamente rifatti - mi rende caro questo problema. :) E un giorno... un giorno potrei semplicemente cedere e rifarmele anch'io. Ma per il momento, sarò semplicemente grata di quello che ho! Hehe.

Nota della traduttrice: Come al solito, ringraziamenti alla mia beta Little_Rinoa e ogni commento verrà tradotto e inoltrato all'autrice originale, e ogni eventuale risposta sarà ritradotta e inserita come risposta alla recensione nei siti che lo permettono. Alla prossima! Alessia Heartilly

   
 
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