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Autore: Aniel_    31/03/2013    1 recensioni
La storia di un cacciatore, di un ex angelo e di un coniglio di cioccolato.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Fandom: Supernatural
Pairing/Personaggi: Dean, Castiel, Sam
Rating: SAFE
Beta: nope
Genere: comico, commedia, fluff 
Warning: what if, OOC, angeli perversi
Words: 678
Note: storia scritta per la notte bianca di maridichallenge sul prompt "coniglietto Lindt decapitato" di morshire. La vicenda si svolge in un futuro non troppo lontano in cui Castiel è diventato umano. L'anno scorso vi avevo fatto gli auguri di Pasqua con una pesantissima one shot angstosa di Cas rinchiuso in manicomio, quest'anno vi offro qualcosa di demenziale. *risata malefica*
Disclaimer: i personaggi non mi appartengono. Mi apparteneva un coniglietto Lindt, ma è morto, purtroppo.


Chocolate Bunny

Sam posò la bottiglia di birra ormai vuota sul ripiano della cucina quando Dean lo raggiunse con due borse della spesa tra le mani.
Il minore ghignò, vagamente divertito. «Hai svaligiato il supermarket?» domandò, frugando tra le borse piene e tirando fuori salsette e dolciumi di dubbia provenienza.
«Ho dovuto fisicamente lottare contro due casalinghe disperate ma alla fine ho vinto io.» rispose tronfio, afferrando una birra dal frigorifero.
«Non hai comprato le uova.» osservò Sam.
Dean fece spallucce. «Vuoi davvero preparare le Deviled Eggs? Non lo trovi un po' di cattivo gusto nel nostro caso?»
«Molto divertente.»
«Rilassati Sammy. Ho mandato un messaggio a Cas, ci penserà lui. È arrivato il momento che impari a fare la spesa da solo, specialmente dopo l'ultima volta.»
Dean ci aveva provato, ci aveva provato davvero, ma alcune cose quell'impiastro di ex angelo sembrava proprio non capirle. Aveva passato venti minuti tentando di spiegargli che il ketchup non poteva essere accoppiato alla cioccolata, alla cassa del supermercato avevano bloccato la fila perché la cassiera aveva domandato a Castiel se avesse intenzione di usare buoni sconto - una delle domande più difficili mai postegli, a quanto sembrava- e all'uscita aveva perso cinque minuti buoni per salvare l'altro, intrappolato in una porta girevole.
Era stato divertente, ma l'idea di rivivere quel pomeriggio non lo entusiasmava più di tanto.
Castiel li raggiunse dopo qualche ora - Dean gli aveva insegnato a guidare e solo quando si era accertato che potesse scorrazzare prudentemente senza uccidere nessuno, gli aveva regalato un'auto tutta sua- con un ampio sorriso sul volto e qualche taglio sulle guance.
Non aveva ancora imparato bene a radersi, ma se non altro adesso sorrideva.
Per Dean quella era già una gran bella vittoria.
Castiel svuotò docilmente la piccola busta della spesa, tirando fuori piccole uova pallide per poi arrestarsi, indeciso, fissando con curiosità qualcosa che Dean non riuscì a vedere.
«Che c'è?» domandò, sporgendosi verso l'altro e Castiel, con un tintinnio sommesso, tirò fuori un coniglietto di cioccolato, avvolto da una luccicante carta dorata.
«Non l'ho comprato io, Dean. Te lo posso assicurare.» mormorò, quasi mortificato, giocherellando con il campanello legato attorno al collo della bestiolina.
«Sarà un omaggio!» azzardò Dean, tenendosi a debita distanza e guardando il coniglietto come se si trattasse di un'arma di distruzione di massa.
Castiel inclinò il capo, perplesso, per poi porgergli il coniglio. «Ti spaventa?»
«A te no?»
«È inanimato. Perché dovrebbe-»
«È un coniglio. Un fottuto coniglio di cioccolato. Li ho sempre odiati! Ti fissano mentre cerchi di mangiarli ed è... inquietante, va bene?» cercò di spiegare.
Le labbra di Cas si piegarono in un sorrisino appena accennato e altamente divertito e Dean sapeva di non potersi abituare a quello sguardo di scherno, non così in fretta almeno.
«Non fare quella faccia. Vorrei ricordarti che sei rimasto intrappolato in una porta girevole!» rispose, piccato da quell'atteggiamento.
«Almeno io non ho paura della cioccolata!»
«Cioccolata espressiva, Cas. Andiamo! L'unico modo per mangiare quella- quella cosa è farla a pezzi. Possiamo spezzargli prima le orecchie, e poi mangiargli la faccia e poi le zampettine e la coda a batuffolino. Mi sento un mostro solo a pensarle certe cose.» sbottò. «Noi non uccidiamo conigli, Cas. Siamo cacciatori ma i conigli dobbiamo lasciarli in pace, ok?»
Una strana luce malevola - e fottutamente divertita- illuminò gli occhi di Castiel, il quale stracciò senza troppi complimenti la carta dorata e afferrò un coltello da cucina per poi tranciare via di netto la testa del coniglietto.
Piccole scaglie di cioccolato si sparsero sul tavolo mentre Dean osservava quei poveri resti, scioccato. «Cristo Santo, sei un mostro!»
Castiel fece spallucce e soppesò le due parti del coniglio ancora integre: la testa nella mano destra e il corpo nella sinistra.
«Com'è che dicono gli umani? Via la testa, via il dolore?» chiese soddisfatto, porgendogli la testa.
Dean si schiaffò una mano sul viso. «Credo che tu debba ancora comprendere come si comporta un normale essere umano.» replicò, con la voce sottile e roca.
Castiel poggiò la cioccolata di fronte all'altro e lo superò.
«Così la prossima volta imparerai a non ridere di me intrappolato in una porta girevole.» gli sussurrò all'orecchio, dirigendosi verso Sam per aiutarlo con le uova.

FINE

   
 
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