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Autore: LaylaEvercrest    31/03/2013    1 recensioni
Così tante prove e così tante fatiche hanno portato a questo preciso momento. E ora stanno sulla spiaggia, e sperano soltanto di sopravvivere a quest'ultimo viaggio senza che nessuno si faccia male.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Final Fantasy VIII e i suoi personaggi sono proprietà Square-Enix, e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro: nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

IN YOUR ARMS I BELONG
scritta da LaylaEvercrest, tradotta da Alessia Heartilly
I

"Hai solo vent'anni! Hai ancora tutta la vita davanti. Sto solo cercando di assicurarmi che tu ci abbia pensato bene. Ci sono così tanti uomini là fuori... Come dice il proverbio? Ci sono altri pesci nel mare?" discusse il reinserito Colonnello Caraway, mentre camminava avanti e indietro sul pavimento in pietra della casa, passandosi una mano tra i capelli del tutto grigi. Se questo non fosse bastato a far ingrigire i capelli a un uomo troppo presto, nient'altro l'avrebbe fatto.

La testa di Rinoa comparve per un attimo da dietro un vecchio schermo di legno. "Davvero? Non ne avevo idea! Allora dimmi, quanti di quei pesci di cui parli uscirebbero con la più forte strega della storia?"

Lui spalancò gli occhi, improvvisamente allarmato. "Non dirmi che questo è l'unico motivo per cui lo fai? Rinoa, tesoro-"

Rinoa alzò gli occhi al cielo prima di scomparire ancora una volta dietro quel vecchio schermo. "No! Certo che no!"

Il Colonnello si guardò le scarpe di pelle nera. Erano state pulite alla perfezione quella mattina come parte del suo rituale quotidiano per prepararsi al lavoro, e invece stava in un vecchio orfanotrofio in rovina ai confini di Centra per un altro scopo. A cui, tra l'altro, non era particolarmente eccitato all'idea di partecipare. Aveva saputo che un giorno sarebbe arrivato quel momento, ma nessun padre può mai dire con sincerità di essere del tutto pronto. Sapeva fin da quando aveva visto quell'inadatto SeeD seguire sua figlia in casa sua, tre anni prima, che si sarebbe pentito di non essersi opposto con più veemenza al suo coinvolgimento con lei.

"Sei la mia unica figlia, Rinoa," iniziò a dire Caraway prima che Rinoa lo interrompesse.

"Oh no... non dire qualcosa tipo che 'nessuno sarà mai all'altezza della tua bambina'. Perché davvero... potrei vomitare."

Nonostante fosse vero, il Colonnello tacque, dato che sapeva riconoscere una battaglia persa in partenza quando ne vedeva una. Un giorno - e di certo era meglio che non succedesse presto - lei avrebbe avuto un figlio. Solo allora avrebbe potuto capire quanto era difficile fare il genitore quando non si faceva nulla di giusto e ogni preoccupazione veniva minimizzata e spazzata via.

"Che cosa pensi?" La domanda di sua figlia fece voltare il Colonnello; una delle sue amiche stava aiutando la ragazza dall'area che avevano destinato al cambio abiti.

I capelli neri erano sciolti in riccioli attentamente fermati su un lato, e quasi sfioravano la scollatura a cuore del suo abito da sposa bianco. L'abito stesso si adattava al luogo. Aveva un corpetto in seta con un punto vita che all'improvviso spariva in quella che sembrava una gonna piena di migliaia e migliaia di petali di seta. Lei lisciò il vestito prima di muovere ansiosamente le mani ad armeggiare con la forcina tra i suoi capelli, da cui cadevano piccole perle. Era meravigliosa. Era perfetto per un matrimonio vicino al mare, ma invece di essere felice nel vedere la sua bellissima figlia, sentiva il suo mondo crollare lentamente.

Guardò la sua bambina, che ricambiava con occhi impazienti, in attesa che lui dicesse qualcosa. Ricordò quando quegli occhi lo guardavano così per un dolcetto, o persino per un chocobo. Ora tutto quello che quegli occhi volevano da lui era la sua approvazione, e che la portasse all'altare felice.

Nessun genitore poteva mai essere felice di fare una cosa del genere.

Un altro pensiero triste trapassò i vecchi ricordi che cercava disperatamente di allontanare in un giorno come quello, ma era come una tempesta travolgente che lo costrinse a stringere le labbra abbassando gli occhi per mantenere un contegno. "Somigli a tua madre."

Gli occhi di Rinoa si illuminarono a quel complimento inaspettato. "Davvero?"

Era troppo giovane per avere ricordi chiari di sua madre, ma vedendo quello spirito libero di sua figlia vestita così meravigliosamente con un abito da sposa bianco era difficile non ripensare a momenti più felici, quando aveva visto Julia in un abito simile.

Annuì velocemente e fece qualche respiro veloce, e alzò lo sguardo per osservare sua figlia, tutta cresciuta e pronta per una vita sua. Ovviamente lo era da parecchio tempo, ma ora, con un altro uomo nella sua vita, anche nei momenti più disperati non si sarebbe rivolta a lui.

Le si avvicinò e le prese la mano sinistra per ammirare la complessa fede di platino, con un diamante a goccia rosa chiaro e piccole pietre gialle che adornavano i lati.

Sospirò guardando quell'anello così spaventosamente costoso. "Se è quello che vuoi..."

"Lo è," rispose Rinoa senza esitare.

Lui tenne sugli occhi sull'anello, annuendo, e un paio di braccia gli strinse bruscamente il collo.

Lei lo strinse più forte mentre lui ricambiava imbarazzato l'abbraccio. "So che non lo dico spesso, ma sono felice che tu sia qui per questo."

Le posò un bacio sulla tempia mentre guardava l'amica di sua figlia - quella bionda con un nome sciocco che non riusciva mai a ricordare - che gli offrì un dolce sorriso di approvazione. Sapeva già che non poteva fare nulla per evitare che sua figlia sbattesse di testa contro la tempesta. Non era la prima volta, e avrebbe scommesso che non sarebbe nemmeno stata l'ultima. Sperava solo che non fosse questo Squall a ferire sua figlia.

"Sì, tesoro," rispose, chiudendo gli occhi e accarezzandole delicatamente la schiena. "Anche io."

*~*~*~*~*

"Devi essere nervoso! Un attimo - certo che sei nervoso. Io sono nervoso solo a star qui con te, quindi tu starai morendo."

Squall aspettava sulla piccola spiaggia mentre il sole tramontava irradiando brillanti sfumature di rossi, arancio e rosa-azzurro. Si appoggiò a uno dei massi che costeggiava la piccola spiaggia interna, aspettando che si alzasse la marea per poter cominciare a prepararsi.

Sollevò un sopracciglio, guardando attraverso i suoi capelli il presidente, loquace in maniera irritante, che sembrava perso nel suo mondo. "Perché dovrei essere nervoso? Non cambierà nulla solo perché abbiamo firmato un foglio."

Laguna si voltò a guardare suo figlio con espressione divertita. Indossava già il suo abito bianco e nero per la cerimonia, ma invece di indossare le scarpe si era arrotolato i pantaloni per affondare i piedi nella sabbia.

Suo padre osservò ancora il tramonto prima di rispondere, con una voce dolce che venne quasi soffocata dal rumore del mare. "Non hai idea di cosa ti aspetta."

Squall si accigliò, senza sapere cosa pensare di quel commento.

Loire scosse la testa, e i capelli gli si liberarono in parte della coda morbida in cui li aveva raccolti. "Pensi davvero che questa serata non ti cambierà?"

Perplesso, Squall guardò ad occhi socchiusi l'uomo che rideva contro il mare.

"Oh cavolo, dovrai proprio scoprirlo nel modo più brutto." Sorrise al giorno che moriva.

Squall abbassò gli occhi, corrugando la fronte. "Semplicemente non capisco perché si dovrebbe essere nervosi, ecco tutto."

Il mare sempre più grosso che portava loro fresca aria salata sembrò insinuarsi tra i due uomini, che aspettavano che scendesse la notte.

"Forse sei solo più coraggioso di quanto lo ero io," ribatté Laguna, continuando a guardare in basso. "Ero più nervoso a sposare tua madre di quanto lo fossi a saltare da quel crepaccio."

"Il solo parlare a una donna ti innervosisce..." borbottò sottovoce Squall, mentre suo padre si voltava.

"Che c'è?" chiese Laguna, lasciando che Squall scrollasse le spalle e si mettesse le mani in tasca.

"Quando le ho messo quell'anello al dito, mi sono reso conto che ero l'unico al mondo che si sarebbe preso cura di lei." Gli occhi del presidente si fecero tristi. "Avrei fatto qualsiasi cosa per renderla felice. Vedrai da solo cosa intendo, presto. Stai dando una parte di te stesso che non riavrai mai indietro. Nemmeno nella morte."

Laguna guardò la sabbia ai suoi piedi. "Non mi aspettavo che avessimo così poco tempo insieme. Se avessi saputo quanta parte di me se ne sarebbe andata con la morte di Raine, non sarei mai rimasto così tanto lontano da casa. Si può sempre ricostruire una città, ma non si può ricostruire una famiglia quando è perduta."

Squall guardò suo padre, che era perso nel mare dei suoi pensieri. Passò qualche minuto prima che questo si voltasse, con gli occhi tristi. "So che tu e io abbiamo ancora molta strada da fare. Non sono abbastanza sciocco da pensare che ci sia un modo per recuperare il tempo che abbiamo perso, ma grazie per avermi dato la possibilità di essere una piccola parte della tua vita. È più di quanto meriti."

Quando il famoso SeeD alzò gli occhi, il presidente sorrise immediatamente. Era gli occhi di sua moglie che lo guardavano, perplessi. Aveva ricevuto quello sguardo da lei molte volte, e pensava che non l'avrebbe mai più rivisto quando lei se n'era andata. Come aveva fatto a essere così fortunato da avere ancora una parte di lei?

"Il destino aveva un progetto più grande per tutti noi." Una nuova voce si unì a loro dal sentiero, facendoli voltare entrambi.

Cid scese lungo il sentiero aggrappandosi al muro naturale creato dalle rocce, mentre si avvicinava ai due. "Nessuno di noi voleva questo progetto, eppure è ciò che ci ha portati tutti qui oggi."

"Non avrei mai pensato di vedere questo giorno," scherzò Cid avvicinandosi di più. "Mi ha mandato qui Selphie. La marea è già al massimo su questa spiaggia. Possiamo iniziare a preparare adesso."

Squall annuì esitante mentre guardava entrambi per un attimo prima di saltare giù dalla sua roccia e andare a cercare i suoi compagni.

Cid guardò il ragazzo che spariva oltre il sentiero, prima di voltarsi verso Laguna. "Non preoccuparti per lui, è sempre stato un tipo difficile. Impara in fretta però, con prove ed errori. Sono sicuro che troverà un modo di sopravvivere anche a questo." Cid guardò Laguna con occhi che dicevano che il SeeD c'era dentro fino al collo stavolta.

Passandosi una mano tra i capelli mentre buttava fuori l'aria, Laguna si voltò verso il Preside e gli porse la mano libera. "Grazie per tutto quello che ha fatto per mio figlio in mia assenza."

Con un sorriso piacevole, Cid prese la mano del presidente tra le sue prima di scuoterle con fermezza. "Si fidi, il piacere è stato tutto mio."

Si separarono e rimasero entrambi in silenzio per un attimo, a testa bassa. Laguna fu naturalmente il primo a parlare, chiedendo, "non si può mai avere abbastanza famiglia, giusto?"

Il sorriso di Cid si allargò. "È stupefacente come un orfano possa passare dal non avere nulla all'avere più famiglia di quanta sappia gestire."

*~*~*~*~*

"Oh Hyne, non lo so più! Penso che siamo stati troppo frettolosi! Che ne pensate voi? Hyne, a che stavo pensando? Forse dovremmo mandare a monte tutto! È stato un totale errore fin dall'inizio..."

Rinoa guardò Quistis, che era preoccupata quanto lei. Quistis si avvicinò alla ragazza che stava iperventilando e camminando avanti e indietro, con il suo abito da damigella azzurro.

"Selphie, cara." Quistis cercò di parlarle come si fa a un chocobo spaventato. "Andrà tutto bene, davvero!"

Selphie le guardò con occhi pieni di lacrime e labbra tremanti mentre piangeva. "Non va tutto bene! È passata un'ora! E non è successo niente!"

"Ho sentito che tutti i matrimoni tardano," cercò invano Rinoa di consolare l'amica, sull'orlo di una crisi di nervi. "Penso che sia persino considerata una moda."

Il viso di Selphie si ruppe sotto lo stress mentre si appoggiava al vecchio letto in legno della camera padronale dell'orfanotrofio. "Pianifico questa giornata da anni, ormai. Ho pianificato tutto, minuto per minuto. Come può essere che non va bene niente?! Non posso chiedere solo un giorno?! Solo uno?!"

Rinoa sollevò un sopracciglio. "Selphie, sono fidanzata solo da due mesi."

"Lo pianifico da quando è saltato nello spazio per te!" ribatté Selphie con voce stridula, prima di scoppiare nuovamente a piangere. Si mise la testa tra le mani, e Quistis e Rinoa ebbero un momento libero per scambiarsi uno sguardo perplesso, senza sapere come procedere in quella situazione delicata.

"Selphie, ti ho sistemato il trucco già due volte," si lamentò Quistis, quando qualcuno bussò piano alla porta.

Ellione infilò dentro la testa. "I ragazzi sono sulle spine là sotto. Penso che faremmo meglio a cominciare e basta."

Singhiozzi più pesanti di Selphie attirarono Ellione nella stanza.

"Cos'è successo?" Ellione si voltò verso di loro, indicando l'insolito stato in cui si trovava Selphie.

"Non sembra che avvenga il grosso spettacolo," spiegò Rinoa, giocando con i petali del suo vestito.

"Si sbagliavano! Non succederà nulla stasera! Era tutto programmato intorno a questo gran momento e adesso è troppo tardi!" singhiozzò Selphie.

"E io che pensavo che questa giornata fosse tutta tua," sussurrò Quistis, ottenendo un mezzo sorriso e una dolce gomitata di Rinoa.

Ellione si chinò davanti a Selphie, costringendola a guardarla. "Dicono sempre che qualcosa deve andar storto a un matrimonio, perché tutto il resto vada bene."

Selphie tirò su con il naso. "Davvero?"

Ellione annuì mentre si sporgeva per sussurrarle, "penso che a Rinoa stia venendo un po' di paura. Forse dovremmo portarla all'altare, prima di avere un sposa in fuga."

"Sul serio, Rinoa? ADESSO?" strillò allarmata Selphie, mentre si raddrizzava con gli occhi sporchi di mascara che colava. "Questo è l'uomo che è saltato nello spazio per te! Devo farti lo spelling? Lui è quello giusto. Ora porta giù il culo prima che ti ci mandi a calci."

Sia Quistis che Rinoa abbassarono la testa, cercando di reprimere un sorriso.

"Ricevuto, capo! Basta ritardi," riuscì a dire Rinoa, senza perdere il controllo della risata che minacciava di sfuggirle. Quistis l'aiutò a mettersi le scarpe bianche di seta, mentre Selphie si girò, tirando su un po' con il naso mentre si avviava alla porta, ignara delle righe di mascara sul suo viso.

"Vado a dire ai ragazzi che siamo pronte," disse Selphie andando alla porta.

"Uh... Selphie-?" iniziò a dire Ellione.

"No!" gridarono insieme Rinoa e Quistis.

Confusa, Selphie si voltò. "Che c'è?"

"Volevamo solo dirti che sei fantastica," disse Quistis con un sorriso teso.

"Già. Radiosa," aggiunse in fretta Rinoa.

Selphie guardò di traverso le sue amiche, prima di andare via.

Quistis si voltò verso la sposa con occhi esausti. "Ricordarmi di non sposarmi mai."

Ellione sorrise dello scherzo, mentre Rinoa seguiva la sua zelante amica.

"Spero davvero che non vada storto nient'altro, stanotte. Non voglio un'altra visita di Selphzilla," disse Rinoa, sapendo che la probabilità che accadesse era praticamente pari a zero.

*****

Nota dell'autrice: eccovi! Questa è la prima parte della mia storia per la challenge Where I Belong. È una storia romantica, ma è molto è bello anche questo, no? Non è stata riletta, e probabilmente si vede. Quindi, scusate! Spero solo di farcela entro la scadenza, e poi più avanti tornerò a sistemarla. Beh, come sempre, divertitevi a leggerla e non dimenticate di recensire!

Nota della traduttrice: Come al solito, ringraziamenti alla mia beta Little_Rinoa e ogni commento verrà tradotto e inoltrato all'autrice originale, e ogni eventuale risposta sarà ritradotta e inserita come risposta alla recensione nei siti che lo permettono. Alla prossima! Alessia Heartilly

   
 
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