“Avviso:
si comunica che tutti i voli intercontinentali
sono cancellati causa maltempo. I voli non saranno ripristinati se non
nelle
prossime 24 ore. Ci scusiamo per il disagio; provvederemo a rimborsarvi
le
spese dei biglietti”.
Il ragazzo dai capelli rossi
tirò un calcio alla
propria valigia, mentre attorno a sé centinaia di altre
persone erano infervorate,
per la stessa ragione. All’ultimo minuto erano stati
cancellati tutti i voli
intercontinentali, ciò voleva dire che sarebbero stati
confinati tutti in
America. Non se lo aspettava proprio. Avrebbe dovuto trovare un posto
dove
stare per le prossime 24 ore e non aveva un soldo. Sconsolato prese di
malavoglia la sua valigia e si avviò verso
l’uscita dell’aeroporto. Dove sarebbe
potuto andare alle 3 e mezza del mattino? Mentre pensava ad una
soluzione, dopo
aver camminato per un paio di chilometri, trovò una stazione
di servizio,
aperta anche di notte. Affrettò il passo verso quel luogo di
rifugio, ma non si
accorse che qualcun altro aveva il suo stesso obbiettivo,
così in prossimità
dell’entrata si scontrò con una ragazza, che cadde
rovinosamente a terra. Il
giovane le porse una mano per aiutarla a rialzarsi, ma lei la
ignorò e si issò
in piedi da sola. –Scusami, non ti avevo vista…-
era sincero, era stato così
preso dall’aver trovato un luogo nel quale rifugiarsi, che
non si era proprio
accorto della ragazza. Lei lo guardò intensamente negli
occhi, e Ed non seppe
cosa lo colpì di più. Forse quegli occhi color
ghiaccio della ragazza, o quel
suo sguardo stanco. Forse le palesi occhiaie che le invecchiavano il
volto, o
magari il volto stesso, pallido come quello di un cadavere. Magari
ancora fu
colpito dalle sue labbra, quasi bianche. –Non fa niente,
neanche io ti avevo
visto.- fu riscosso dal suo stupore dalle parole della ragazza. Senza
neanche
pensarci, le fece una proposta: -Per scusarmi posso offrirti un
caffè?- la
ragazza fu un attimo interdetta da quell’offerta. Nella sua
vita non le era mai
stato offerto niente gratuitamente, tutti volevano in cambio qualcosa.
Ma era
talmente stanca, che decise di accettare, senza sapere se fidarsi o
meno. Il
rosso spese i pochi spiccioli che aveva per prendere due
caffè belli caldi.
Quando furono pronti, i due giovani si accomodarono l’uno di
fronte all’altra ad
un tavolo a caso, erano i soli all’interno della stazione di
servizio.
Inizialmente regnò tra di loro il silenzio, mentre
sorseggiavano la loro
bevanda calda. –Comunque piacere, sono Ed… posso
sapere il tuo nome?- era
attratto da quella ragazza –Il mio nome è Irina.-
solo in quel momento Ed notò
che la ragazza aveva l’accento tipico dell’Europa
Orientale. –Bene, Irina, cosa
ti porta ad una stazione di servizio in piena notte?- -Potrei farti la
stessa
domanda…- La ragazza non si faceva intimorire. Si vedeva che
era abituata a
confrontarsi con persone sconosciute. Non faceva trasparire alcuna
emozione.
–Giusto. Beh, sono qui semplicemente perché il mio
volo è stato cancellato e
non sarà ripristinato se non tra 24 ore e non ho
più soldi per permettermi un albergo..-
le sorrise. Era un modo per incoraggiarla a parlare. –Per
spiegarti il motivo
per il quale sono qui a quest’ora dovrei raccontarti la
storia della mia vita.
Peccato che non ne ho voglia, non ti conosco e in ogni caso ti
annoierebbe,
perché è troppo drammatica.- la sua risposta era
fredda. Ed capì subito che la
ragazza, pur essendo molto giovane, doveva averne passate di tutti i
colori.
–Come ti ho detto, non ho un posto dove andare, quindi ho
tutto il tempo che serve.
Poi, se non ne hai voglia, possiamo restare qui a fissarci tutto il
tempo che ti
pare.- Irina lo guardò sospirando. –Che vuoi che
ti dica? Sono nata vent’anni
fa in Slovenia, i miei genitori sono morti quando avevo quindici anni e
il mio
unico parente mi ha portata qui e mi ha costretto a prostituirmi. Ora
mi
prostituisco perché ne ho bisogno. Lui è morto e
io devo pagarmi l’affitto e
l’eroina. Ne ho bisogno, davvero tanto.- Ed
ascoltò con attenzione le parole
della ragazza. In quel momento pensò che le cose peggiori
nella vita arrivano
davvero gratuitamente. Provò pena per quella ragazza, che
aveva la sua stessa
età. Provava pena perché mentre lui suonava
allegramente o usciva con i suoi
amici, lei stava piangendo la morte dei suoi genitori. Provava pena
perché
mentre lui si esibiva in qualche locale, lei era costretta ad andare a
letto
con uomini mai visti prima, che la trattavano sicuramente come una
bambola di
pezza. Provava pena perché lui pensava di essere dipendente
dal caffè e lei era
dipendente dalla droga. Quella notte la passò a parlare con
Irina; lei gli
parlava della sua infanzia in Slovenia e lui le raccontava della sua
musica.
In
quella stazione di servizio sembravano conoscersi da secoli, quando in
realtà
erano più che sconosciuti. I due giovani si riscoprirono
molto simili, con il
loro amore per la musica e il loro passato difficile. Ambedue
però sapevano che
dopo quella notte di confessioni, sarebbero tornati sconosciuti. Lui
sarebbe
tornato ad essere il cantante da quattro soldi che scriveva poesie, lei
la
solita prostituta di prima classe. Perché le cose peggiori
nella vita arrivano gratuitamente.
*Trapezio dell'autrice*
Beh che dire? Era un
po' di tempo che l'avevo nel pc e non l'ho mai pubblicata (forse
è stato un bene) e ne ho approfittato in questo momento di
noia. Chiedo vania per tutti gli errori che troverete, non l'ho fatta
betare, però l'ho riletta ;) Anyway, non so, non mi convince
tantissimo, come del resto tutto ciò che scrivo, ma
dettagli... Spero di ricevere qualche dritta riguardo il mio stile per
migliormi :) Ora evaporo perché ho rotto i coglioni
abbastanza, Auf Wiedersehen.