Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: HikariKanna    21/10/2007    8 recensioni
“E così siamo a cinque,mamma…” Una giovane ragazza dai capelli castani e brillanti occhi verdi strappò un piccolo cuoricino di carta,che recava la scritta “Sakura ♥ Kaze”. Ripose i resti del cartoncino rosa in una scatoletta verde,dove si potevano notare alcune foto,un piccolo diario,e un cartoncino azzurro abbastanza voluminoso. Sakura,questo era il nome della ragazza,lo spiegò e scarabocchiò furiosamente il numero 5. Quel cartoncino la accompagnava oramai da ventidue lunghi anni…[...] Una promessa...un nuovo amore all'orizzonte...e la nostra Sakura si troverà a dover ribaltare completamente prospettiva di vita!
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Li Shaoran, Meiling, Sakura, Sakura Kinomoto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il settimo è quello giusto

Il settimo è quello giusto

 

Sakura ricontrollò per la terza volta il risultato sulla bilancia.  

“Dovrò decidermi a comprare delle batterie nuove, prima o poi...O a recarmi da un buon oculista.”concluse, staccando delicatamente i palmi dei piedi dalla piattaforma argentata, nemica di tanti adolescenti.

Si strofinò gli occhi...Era incominciato maggio, e nel migliore dei modi! Il compleanno della sua unica ed adorata nipotina...Una bella giornata di sole,poi...!

“Magari farò un salto in past...”

Non concluse la frase...La voce le morì in gola, e il suo sorriso entusiasta divenne improvvisamente consapevole. Non era la bilancia ad essersi sbagliata...Era lei che da un paio di giorni non mangiava più tanto. E soprattutto non iava più tanto. E sopratuttoandava più in...in pasticceria.

Da lui.

E sembrava così tanto...

Smettila di pensarci, implorò a se stessa, ignorando le grida del cuore ed infilandosi la prima maglietta che il guardaroba le offriva.

 

Tanto era inutile. Tanto ci pensava lo stesso.

Eppure, una persona si può zittire in tanti modi...Con le buone, con le cattive, con le minacce, con i ricatti, con promesse e blandizie...Perché non vale lo stesso col cuore?

Sakura si fermò su una panchina, ansante per la lunga pattinata che aveva deciso di fare. Tergendosi il sudore, contemplò a lungo gli strani giochi di luce che il sole si divertiva a creare...Stonava tutto così tremendamente.

Si sentiva come un’estranea, lì nella sua città, tra persone che forse non avrebbe mai più rivisto o che avrebbe amato un giorno...E si scoprì sola e vulnerabile come non mai.

Sui ciliegi ormai i fiori stavano lasciando posto a foglie e frutti...Segno di un cambiamento anche interiore di Sakura stessa?
E poi, a rifletterci...Com’è che nei film quando sei triste cadono acquazzoni immensi o grandini catastrofiche, e quando sei felice anche il sole sembra sorridere?

“Si vede che la vita non è un film...”sussurrò a se stessa, scatenando le occhiate incuriosite di un passante.

I ciliegi.

I petali che le sfioravano il viso arrossato.

Sakuramochi con il tè.

Un pomeriggio diverso.

Ed un unico grande pensiero.

Lui.

Scosse la testa, sentendo il sangue defluire. L’aveva fatto, l’aveva fatto di nuovo.

Aveva pensato a Shaoran, maledizione, attraverso un semplice ciliegio! Non doveva, era...solo una sevizia inutile.

“Ma non ti ha insegnato niente la filosofia, Sakura?! Prendi la vita così come viene...Sh...Shaoran è stata una stupenda parentesi, ma...niente di più.”

Un interessante monologo molto convincente, non c’era che dire.

“Sì, una stupenda parentesi...Mamma, ma non potevi decidere il sesto?” sussurrava quella stessa vocina pedante che tanto l’aveva asfissiata.

Sakura levò gli occhi al cielo, come un animale ferito, gli occhi che cominciavano a lacrimare.

No...Basta lacrime...

Ricordava quel 28 aprile, quando Touya l’aveva trovata a piangere sul letto, su quel cartoncino. Su quel numero 6.

Per cosa, poi? Lei nemmeno lo amava!...Vero?

“Vero che non ami Shaoran, eh, Sakura?” si chiese con un fil di voce.

Ma non ebbe la forza di rispondere, o la possibilità, perché una voce roca e gentile la distrasse dai suoi contorti pensieri e ragionamenti.

“Sakura! Come mai da queste parti?”

Il suo cuore prima o poi sarebbe andato in sciopero.

“Yukito!”sussultò, parzialmente dimenticando le sue pene.

Il medico aveva sempre quell’espressione dolce e pensierosa che lo contraddistingueva, ma stavolta accompagnata da una leggera curiosità. Sorrise, accomodandosi accanto a lei.

“Posso?”
“Certo!”si affrettò a rispondere lei, distanziandosi appena da lui.

Il suo cuore batteva forte, ma non era quel che era successo con Shaoran. Forse era quello l’amore, sì.

Silenzio.

Ancora una volta, in quei giorni.

E in fondo, cos’era stata la sua se non una vita di silenzi...?

“Allora, ci vedremo stasera, no?” domandò lui, parzialmente a disagio.

Aveva sempre adorato Sakura, quasi fosse la sua sorellina minore, ma quel giorno un velo di tristezza le aveva offuscato gli occhi ed aveva eretto un muro insormontabile di incomprensioni. Che lui non aveva i mezzi per scalare.

“Stasera?” fece lei, presa alla sprovvista.

Avevano un appuntamento? Qualcosa relativo all’ospedale?

“Sì, per Nadeshiko...”

No, Sakura non era lì, non con la mente, concluse Yukito osservandola attentamente.

Era troppo triste per essere lei. Era troppo grande per essere lei.

“Oh,che sbadata! Ma certo!!”

La castana si batté una mano sulla fronte, stupendosi per tanta stupidità. Anche Yukito era stato invitato, ovvio!

“A questo proposito, avrei un enorme favore da chiederti...Sempre se sei disposta a farmelo, è chiaro.”

“Dimmi pure”sussurrò lei, con la voce più dolce che le riuscì.

“Sai...Io non ho figli...Non sono nemmeno fidanzato...Ma credo che tu possa essere la persona giusta...”

Sakura sbarrò gli occhi. Era una dichiarazione? Sarebbe stato il settimo?

Però, nei programmi fatti da bambina pensava di meglio.

“Per...per cosa?”cercò di guadagnar tempo.

“Mi sembra ovvio.”

Yukito si scompigliò i capelli, arrossendo impercettibilmente.

La voce di Sakura usciva inarticolata.

“Oh, mi vergogno anche a chiedertelo...!”

Davvero l’amore è così scontato?

Il medico le prese delicatamente le mani, fissandola insicuro.

Allora forse la vita è davvero un film.

Ma il viso deluso di Shaoran compariva ancora nella sua mente confusa, mentre Yukito la implorava: “Ti prego, non so proprio cosa regalare alla piccola Nadeshiko!Sicuramente tu conosci i suoi gusti!”

Non sapeva se essere delusa o rassicurata.

Yukito in fondo era stato equivoco, ma non intendeva un fidanzamento...

“Conta pure su di me!”

La sua voce uscì denaturata...La vita è un film, certo. Ma il bello è che gli attori recitano senza copione.

 

Alla fine, avevano comprato una bambola...un classico per le bambine.

“Grazie, davvero! Non so cos’avrei fatto senza di te!”

Yukito le schioccò un bacio sulla guancia, uscendo dallo stesso negozio dove Sakura aveva acquistato l’orsacchiotto rosa per la nipote.

“Ma figurati, l’ho fatto con piacere.”

Un sorriso flebile smosse leggermente le labbra di Sakura.

“Ti accompagno a casa, ti va?”
“Sicuro!”accettò lei.

Sebbene camminare con i pattini in mano non fosse la cosa più agevole del mondo, Sakura si sentiva felice. Era il primo passo per superare la tristezza.

“Sai, oggi avrei anche una cena di lavoro...” interloquì Yukito, desideroso come non mai di capire cosa stesse passando per la mente della ragazza.

“Uh, e a che ora?”
“Bè, ad ogni modo penso che per le 21 la festa sarà finita, no?”

“In effetti...compie pur sempre 6 anni!”ridacchiò Sakura, sforzandosi di ridere e divertirsi.

“Già! Il problema è che sarà una cosa noiosissima...”
“Ci saranno vecchi colleghi?”
“Temo di essere il più giovane...”sospirò Yukito, rassegnato.

La sua faccia era così buffa che a Sakura non poté non scappare un sorriso di comprensione.

“Ehi, ho un’idea! E se venissi con me?”

Il sorriso si trasformò in un’espressione dubbiosa.

“Io?Con te?”
“Sei sempre una dottoressa, no? Sempre se non hai di meglio da fare.”aggiunse cortese.

-A parte compiangermi addosso, no...Farà male accettare?-ponderava internamente Sakura, quando un petalo le sfiorò il viso.

Decisa, rispose di sì.

L’avrebbe accompagnato.

“Perfetto, allora...Ci vediamo questo pomeriggio e poi ti porto al ristorante.”

Yukito la salutò con un bacio sulla guancia ed un gesto affettuoso della mano, che Sakura ricambiò a stento.

Quantomeno avrebbe passato una serata diversa.

 

“Auguri, tesoro mio!!”

Casa di Touya e Kaho, le sei e mezza di pomeriggio.

Sakura, vestita di una semplice gonna e una camicia bianca, abbracciò stretta la bambina, che stava avidamente scartando i pacchetti dorati di altre amiche.

“Zia Sakura!”rispose la bambina soffocata dall’abbraccio.

“Lo sai che è venuta anche quell’antipatica di Reika?”sussurrò piano. “Ma tu non le dire che è antipatica, anche perché mi ha regalato uno zainetto bellissimo!”

“Non glielo dirò, promesso.”rise rallegrata la zia, depositando il regalo su un mucchio di doni ancora da scoprire.

Per il resto della festa, Nadeshiko non la considerava più di tanto, impegnata com’era ad intrattenere gli amichetti.

Ma era anche normale, ricordava suo fratello che non la voleva assolutamente tra i piedi quando con lui c’era Yukito.

A proposito, lui non c’era ancora.

“Sakura!”
“Kaho!”

Le due cognate si salutarono cordialmente. Erano entrambe molto dolci, molto simili di carattere...Completamente contrapposte a Touya, il padre della festeggiata.

“Nadeshiko è entusiasta, a quanto vedo...”incominciò Sakura.

“In realtà, lei è sempre così. È il bello di essere bambini, no?”

“Già...”
Vero. Quanto invidiava i bambini. Così veri, senza problemi. Eppure così facilmente influenzabili.

“Ciao sorellina.”
“Fratello...”

Touya le scombinò i capelli, com’era solito fare quando vivevano ancora insieme.

“Dai, smettila!”si lamentò lei.

“Cos’è, vuoi essere perfetta per la cena di stasera?”la prese in giro lui, beffardo.

“Touya, finiscila”lo rimproverò bonariamente la moglie “Pensa piuttosto a servire le vettovaglie.”

“Ma questi bambini mangiano in continuazione!” accusò lui, obbedendo comunque.

“Fa sempre così...Un po’ testardo, ma un cuore d’oro.”

“Sì, lo conosco bene...Però è cambiato tanto.”rifletté Sakura, scrutando l’espressione amorevole che Touya aveva assunto guardando sua figlia.

“Sakura, Kaho!”

“Yukito, finalmente sei arrivato!”lo salutò la padrona di casa.

“Ciao...”mormorò Sakura, presa in contropiede.

Era elegante, fin troppo per una festa di bambini.

“Pronta per stasera?” sorrise lui.

“S-sì.” Sorrise lei di rimando.

Giusto, non era così ricercato per dei mocciosi. Avevano una cena tra dottori, in seguito.

“Bene,perché io no.”tentò di fare dell’ironia,lui.

Peccato che lei non fosse dell’umore giusto per accogliere quel tentativo di farla sorridere.

 

Il tempo passò troppo in fretta perché Sakura fosse psicologicamente pronta, e in men che non si dica lei e Yukito si ritrovarono a dover salutare chi il fratello, chi il migliore amico...E a salire in macchina, diretti per un’ignota prova.

“Tesa?”
“Ma...ma no, perché dovrei?”
“Eppure sembra il contrario.”fu la lapidaria risposta di Yukito.

Sakura lo osservava curiosamente. Non aveva mai fatto caso a quanto apparisse stanco e non lo desse a vedere, a quegli occhi velati di una strana malinconia...A quel nome, Yukito, che si adattava così bene alla sua persona e non a lei.

Neve...Ma la neve uccide i fiori di ciliegio.

Che strano ragionamento, e poi, perché le veniva in mente adesso?

Quanti scheletri nell’armadio avrebbe ancora ricacciato dentro fino a nuov’ordine?

“Siamo arrivati.”

Non era abituata a frequentare quel quartiere di Tokyo, forse troppo chic.

E si sentì decisamente un pesce fuor d’acqua, quando varcò la soglia dell’appartamento esclusivo di un insigne dottore semisconosciuto al pubblico.

Troppo semplice, sembravano accusare le occhiate delle mogli e fidanzate.

Troppo vera.

Sakura tentava di sorridere.

Dopotutto, anche con la madre di Shaoran aveva avuto questa brutta sensazione e poi tutte le sue preoccupazioni erano svanite nel nulla.

Con la madre di Shaoran.

Si diede una botta in testa per autopunizione, e scelse decisamente il momento meno opportuno.

“Sakura, ti presento il...Ma che fai?”

La voce di Yukito prese una piega strana, inconsulta, che lei non gli aveva mai sentito prima.

“N-niente...Una zanzara, sono così fastidiose!”

“Convengo”sorrise educatamente il luminare “specialmente in estate, quando sono presenti.”

“Oh...certo.”

Prima figuraccia.

“Ad ogni modo, piacere, sono Sakura Kinomoto!”

Protese goffamente una mano, che lui accettò senza riserve.

“Il piacere è tutto mio, io invece sono il dottor Kurosawa.”

Forse si aspettava che Sakura gli chiedesse com’era arrivato all’apice della sua carriera, che cosa ne pensasse della ricombinazione dei nucleotidi nel patrimonio genetico umano, a giudicare dall’ espressione delusa che assunse presto.

“Scommetto che lei è la sua fidanzata!”ipotizzò divertito, volendo un po’ rianimare la situazione, prima di passare a tavola.

“Oh, no, io...”
“Ma certo! Io e Sakura stiamo insieme!”si affrettò a rispondere Yukito.
COSA?

“Formate proprio una bella coppia...Ora scusatemi, ma ho altri invitati da accogliere!Con permesso...”

Lo scienziato si dileguò, intuendo che qualcosa non andava per il verso giusto.

Chissà...Forse era il viso attonito di Sakura?
Forse l’espressione nervosa di Yukito?
Una bugia pesante che aleggiava nell’aria.

“Tu...sei il settimo.”riuscì solo a dire lei, prima che lui la trascinasse fuori, su un piccolo terrazzo.

 

“Mi dispiace, non volevo dirlo...Mi è uscito del tutto spontaneo.”

I due sul terrazzo guardarono la luna diventare l’unica scintilla nella notte nera, accompagnata pian piano dalle sue figlie stelle.

“Mi...mi hai colta un po’ in contropiede.” ammise Sakura, nascondendosi una mano dietro la nuca.
“Era quello che volevo ottenere...credo.”
“Come, scusa?” fu la confusa risposta di Sakura.
“Sakura...Se ti ho portato qui, stasera...In realtà...é stato tutto un pretesto.”

Lui la guardò dolcemente negli occhi, avvicinandosi di poco.
“Non...non capisco, Yukito.”

“Tu non dovresti essere qui.” decretò con calma lui.

Tutto questo sapeva di ridicolo.
“Mi ci hai portato tu, ricordi?”

“Sì, lo so...La verità è che devo parlarti, Sakura. Io...uh, è difficile dirlo, ma...Tu mi piaci, e tanto, sai?”

Choc.

L'unica parola in grado di descrivere lo stato di Sakura.

Come...come definire quella sensazione?
La liberazione di una lunga pena durata anni?

La sensazione di comprendere solo in quel momento il vecchio adagio "Stai attenta a quel che desideri"?

Oppure...

Sakura era tremendamente in forse. Quanto tempo il suo cuore aveva aspettato?

Ricordava con dolore e sorrisi i pomeriggi che passava da bambina ad invidiare suo fratello che aveva Yukito tutto per sè.

E gli sforzi fatti per dimenticare il suo sorriso.

La volontà di farlo diventare il settimo.

Perchè fosse quello giusto.

Ed ora che ce l'aveva fatta...

C'era come un vuoto. Come se in tutti quegli anni quel desiderio fosse diventato talmente tanto parte di lei, che ormai non sortiva nessun effetto.

Non era così che doveva andare.

"Cosa?"

"Sì, mi piaci." ripeté lui, con la solita calma che lo identificava, avvicinandosi ancora.

"Tu...Io non ti posso piacere!"esclamò Sakura, in preda al panico.

"Perché no? Sei carina, un ottimo medico, dolce, simpatica, un po' tra le nuvole...Sei perfetta, Sakura."
Lei arrossì di piacere per i complimenti. Yukito di solito non era così...così esplicito!

"Io ti piaccio, no?"

Quando era diminuita così tanto la distanza tra di loro?

"T-tu...io..."

Il cuore di Sakura batteva all'impazzata, furiosamente, nel tentativo di articolare qualche parola. Certo che le piaceva.

E allora perchè il palato era bloccato?
Senza aspettare una risposta, Yukito le appoggiò le mani sulle spalle, fissandola con i suoi caldi occhi nocciola nei suoi occhi smeraldini.

"E poi sono il settimo, no?Quello giusto..."

Come...Come faceva lui a saperlo?

Sakura non ebbe il tempo di pensare, dal momento che lui si stava paurosamente dirigendo verso le sue labbra.

Un bacio da Yukito.

In quelle frazioni di secondo che la dividevano dal fatidico momento, Sakura vide dentro di sè sprazzi di ricordi lontani.

Lei con il cartoncino che cerchiava il numero 7.

Lei al funerale di sua madre.

Lei che veniva sgridata da Touya per essere sempre tra i piedi.

Lei e le sue corse.

Lei e Tomoyo che rimanevano sveglie alle tre del mattino per parlare di problemi di cuore.

Lei e il suo primo amore.

Lei e la sua laurea in medicina.

Lei e Shaoran.

 

Quell'ultimo ricordo la fece allontanare da Yukito instintivamente, tanto che lui rimase quasi sospeso a mezz'aria.

Con gli occhi chiusi per la fatica, Sakura interruppe bruscamente il contatto, sia visivo che fisico, sentendo confluire il sangue alle orecchie.

Yukito sorrideva, impassibile.

"Cosa c'è, Sakura? Io...Scusami, credevo di piacerti."sospirò lui, guardando in alto, lontano.

Sperava che il suo atteggiamento la inducesse a capire.

"Io...Non ti riconosco più, Yukito! Tu... mi piaci tantissimo, ma...ma..."arrancò faticosamente lei.

"Ma non nel senso che credevi tu fino a poco tempo fa."puntualizzò lui, con quella smorfia sempre dipinta sul viso.

Sakura era diventata di un delizioso color scarlatto.

"Non ci capisco più niente, Yukito...Tu davvero sei innamorato di me?"

Si era nascosta il viso tra le mani, e i suoi occhi indagatori lo fissarono dall'intreccio, in cerca di risposte.

"Sakura... Rispondi sinceramente. Perché non ti sei lasciata baciare, se allora ti piaccio tanto?"glissò il medico.

Domanda da milioni di yen.

"Bè, perchè...Non me l'aspettavo, insomma! Mi avevi semplicemente detto che saresti stato felice se io ti avessi accompagnato, vista l'età media delle persone che si trovano in questo luogo!Volevo un...Quantomeno un minimo di preavviso!"improvvisò.

"Gli innamorati non chiedono il permesso...Sakura...Tu non mi hai baciato semplicemente perché non mi ami."

Secco, preciso, diretto.

Yukito si riassettò gli occhiali, ma stavolta il suo sorriso era più addolorato.

"Io...Non è vero!"
"Sakura, non mentire. Tu non mi ami. Ma io sono il settimo. Cosa ne deduci?"

Domanda da miliardi di yen.

"Yu-yukito, io...Tu sei il settimo, lo so...Ma, maledizione, non lo so perchè non ho avuto il coraggio di...! Io...Non so più che cosa pensare!"esplose, mentre le lacrime incominciavano a far sentire la loro scomoda presenza.

Yukito le prese una mano.

"Tu non dovresti essere qui, a maggior ragione non dovresti essere qui con me."

"C-che?"

"Ho parlato con Touya, qualche giorno fa. In realtà, è stato proprio lui a spiegarmi tutta la vicenda. Del fatto del cartoncino, di come tu sia diventata una dottoressa per una promessa fatta a tua madre...Di come ti ha vista piangere dopo che sei tornata da Hong Kong, con quello Shaoran..."
L'aveva fatto decisamente apposta a guardarla negli occhi mentre pronunciava il suo nome.

Shaoran.

Shaoran...

Le lacrime scesero impietose.

"Sakura, non metterò mai in dubbio quanto tu ami tua madre, e l'ultima cosa che vorrei sarebbe di mancare di rispetto alla sua memoria...ma non ti è mai venuto il dubbio che lei semplicemente non abbia potuto prevedere tutto questo?"

Yukito si strinse la braccia al petto, incrociandole e appoggiandosi alla ringhiera della piccola veranda.

Sorrise, pensando che il suo migliore amico l'avrebbe dovuto ringraziare in eterno.

Sakura non rispondeva. Erano troppe le domande che l'assillavano...

Ma una più di tutte.

Se Yukito avesse veramente ragione.

"Mia madre mi voleva solo bene." si giustificò.

"Ed allora ti sposerai con me perché ritieni che abbia avuto ragione?" la provocò lui.

"Sakura..."continuò "Sei ancora in tempo per cambiare tutto. Rassegna le dimissioni. Corri. E abbandona questi vecchi sapienti che credono di avere la scienza infusa. Va da chi ami veramente. Non perdere altro tempo, qui."

Perle di saggezza erano appena uscite dalle sue labbra, quando Yukito si accorse che forse era lui il primo a dover applicare certe norme.

"Tu credi che...Sia la cosa giusta?" singhiozzò lei, in preda a dei convulsi nervosi.

La sua mente si rifiutava di razionalizzare la cosa.

"Sì. E sai che ti dico? Ti accompagno io in macchina, alla faccia di questa cena di lavoro!"

Le afferrò una mano, trascinandola dentro.

Come aveva potuto essere così cieca?

Lei non amava Yukito. Lei lo adorava... Ma come un fratello, non come un amante.

E l'ultimo pezzo di quell'ingarbugliato codice che è l'amore finalmente trovava la sua pace.

Lei amava Shaoran.

Nulla di più semplice e complesso.

Ormai non si sforzava nemmeno più di tamponare le piccole stille salate che le correvano lungo la guance, nonostante le occhiate stupefatte degli astanti.

"Yukito...Ti potrò mai ringraziare abbastanza?"

"Già il vederti sorridere è un ottimo inizio."

Il professor Kurosawa non aveva capito il motivo di tanta sollecitudine nell' andar via, ma i due non se ne curarono granchè.

"Ti accompagno a casa di Shaoran?"domandò lui, mettendo un po' di musica dalla radio dell'auto.

"Non so nemmeno dove abiti!" ammise lei, ridendo per il sollievo.

Lo amava.

Lo amava! E dubitava che quel sorriso ebete stampato sul suo viso se ne sarebbe andato in fretta.

"Fantastico." fu il commento ironico. "Dobbiamo girare tutta Tokyo?"

"Dai, ci penserò domattina..."

"Certe cose non possono aspettare."

Cos'era, un paladino degli innamorati, oramai?

"Yuki...hai già fatto tanto per oggi. Non c'è bisogno che ti sforzi ancora...Portami a casa."

"Ai suoi ordini, madamigella."fece il galante.
E mentre l'auto sfrecciava a tutta velocità, Sakura realizzò che in fondo non sapeva nemmeno dove abitava, che non aveva il suo numero di telefono, che non sapeva quanto era alto, quali cibi adorava, neppure quando fosse nato!

'E credi che sia importante?'sussurrò la solita vocina seccante.

'No.' fu il commento tranquillo della sua mente e del suo cuore insieme.

Finalmente andavano di pari passo. Senza nemmeno un'esitazione.

'...Era proprio questo ciò che volevo sentirmi dire.'

La vocina misteriosamente si dileguò, con un'ultima frase.

'Ora sì che tua madre sarebbe fiera di te.'
'Lo so.'

Sakura guardò fuori dal finestrino la città illuminata quasi a giorno, e la notte nera come la pece che contrastava.

In cielo le stelle brillavano intensamente.

E Sakura le ringraziò. Perché aveva capito che sua madre le avrebbe voluto bene, sempre e comunque. Che anzi l'avrebbe biasimata, lei che aveva sposato sua padre contro il volere di tutti.

E comprese che la vita di ognuno è unica ed irripetibile... perciò va vissuta fino in fondo, senza costrizioni.

Yukito la osservava con la coda dell'occhio. Sperava solo che Shaoran accettasse il suo amore...Che tutto andasse per il meglio.

"Sai, non c'era riuscito nessuno a farmi cambiare idea." esclamò Sakura sovrappensiero.

Yukito se ne sentì lusingato.

"Credo di esserci riuscito solamente perché ti ho quasi baciata!"ironizzò lui.

Sakura sorrise, sentendosi leggera come un piuma.

L'indomani sarebbero successe due cose importanti: suo padre finalmente sarebbe tornato a casa dopo ulteriori controlli, e poi...E poi sarebbe tornata in pasticceria, l'avrebbe rivisto dopo quei pochi giorni di tortura.

L'avrebbe rivisto per riaverlo sempre con sè.

Aveva paura, certo, che lui la respingesse...ma contava sull'amore che lui le aveva dimostrato tante volte e che lei, sciocca, aveva rifiutato!

'Ti prego, non mi ferire...'formulò tra sè e sè, rivolgendo una preghiera al suo cuore e congiungendo le dita fredde e madide di sudore.

Yukito sorrise, nel vederla così in pena e allo stesso tempo così speranzosa.

Entrambi sapevano di aver fatto la cosa giusta.

 

 

Ragazzi...siamo finalmente al penultimo capitolo! Non avete idea di come Word  mi abbia fatto penare, maledetto...Questo cap, infatti, era già pronto il 19, ma poi le ultime tre pagine me le aveva cancellate(mi erano uscite perfette...ç_ç)...E quindi sotto di nuovo a scrivere!!
Cavoli, sono contenta di aver scritto questo cap fondamentale! Grazie al cielo Sakura si è resa conto di tutto!=) Ed ora...pronti per il prossimo, l'ultimo??
Spero di riuscire a pubblicarlo entro il 2 novembre, data in cui questa fic festeggerà un anno!(allegria, visto il giorno!)

Ed ora ringrazio tutti voi,piajoe22, DenaDena(tesoro mioooo!grazie veramente di tutto!),manu,memi(ormai mi segui anche qui!XD),sakurabethovina, fedina, topomouse...E Kari89 che oggi fa 18 anni!!Teso questo cap è per te!Ma non ti preoccupare, sto scrivendo una oneshot più o meno taiora per te!!Spero di riuscire a pubblicarla per stasera!Tvbenissimo! Un ringraziamento doverosissimo anche a chi legge senza commentare e a chi ha messo questa storia tra i preferiti!

A prestissimo!
HikariKanna

 

 

 

   
 
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