Il settimo è quello giusto
Sakura ricontrollò per
la terza volta il risultato sulla bilancia.
“Dovrò decidermi a
comprare delle batterie nuove, prima o poi...O a recarmi da un buon
oculista.”concluse, staccando delicatamente i palmi dei piedi dalla piattaforma
argentata, nemica di tanti adolescenti.
Si strofinò gli
occhi...Era incominciato maggio, e nel migliore dei modi! Il compleanno della
sua unica ed adorata nipotina...Una bella giornata di sole,poi...!
“Magari farò un salto
in past...”
Non concluse la
frase...La voce le morì in gola, e il suo sorriso entusiasta divenne
improvvisamente consapevole. Non era la bilancia ad essersi sbagliata...Era lei
che da un paio di giorni non mangiava più tanto. E soprattutto non
Da lui.
E sembrava così
tanto...
Smettila di pensarci,
implorò a se stessa, ignorando le grida del cuore ed infilandosi la prima
maglietta che il guardaroba le offriva.
Tanto era inutile.
Tanto ci pensava lo stesso.
Eppure, una persona si
può zittire in tanti modi...Con le buone, con le cattive, con le minacce, con i
ricatti, con promesse e blandizie...Perché non vale lo stesso col cuore?
Sakura si fermò su una
panchina, ansante per la lunga pattinata che aveva deciso di fare. Tergendosi
il sudore, contemplò a lungo gli strani giochi di luce che il sole si divertiva
a creare...Stonava tutto così tremendamente.
Si sentiva come
un’estranea, lì nella sua città, tra persone che forse non avrebbe mai più
rivisto o che avrebbe amato un giorno...E si scoprì sola e vulnerabile come non
mai.
Sui ciliegi ormai i
fiori stavano lasciando posto a foglie e frutti...Segno di un cambiamento anche
interiore di Sakura stessa?
E poi, a rifletterci...Com’è che nei film quando sei triste cadono acquazzoni
immensi o grandini catastrofiche, e quando sei felice anche il sole sembra
sorridere?
“Si vede che la vita
non è un film...”sussurrò a se stessa, scatenando le occhiate incuriosite di un
passante.
I ciliegi.
I petali che le
sfioravano il viso arrossato.
Sakuramochi con il tè.
Un pomeriggio diverso.
Ed un unico grande
pensiero.
Lui.
Scosse la testa,
sentendo il sangue defluire. L’aveva fatto, l’aveva fatto di nuovo.
Aveva pensato a
Shaoran, maledizione, attraverso un semplice ciliegio! Non doveva, era...solo
una sevizia inutile.
“Ma non ti ha insegnato
niente la filosofia, Sakura?! Prendi la vita così come viene...Sh...Shaoran è
stata una stupenda parentesi, ma...niente di più.”
Un interessante
monologo molto convincente, non c’era che dire.
“Sì, una stupenda
parentesi...Mamma, ma non potevi decidere il sesto?” sussurrava quella stessa
vocina pedante che tanto l’aveva asfissiata.
Sakura levò gli occhi
al cielo, come un animale ferito, gli occhi che cominciavano a lacrimare.
No...Basta lacrime...
Ricordava quel 28
aprile, quando Touya l’aveva trovata a piangere sul letto, su quel cartoncino.
Su quel numero 6.
Per cosa, poi? Lei
nemmeno lo amava!...Vero?
“Vero che non ami
Shaoran, eh, Sakura?” si chiese con un fil di voce.
Ma non ebbe la forza di
rispondere, o la possibilità, perché una voce roca e gentile la distrasse dai
suoi contorti pensieri e ragionamenti.
“Sakura! Come mai da
queste parti?”
Il suo cuore prima o
poi sarebbe andato in sciopero.
“Yukito!”sussultò,
parzialmente dimenticando le sue pene.
Il medico aveva sempre
quell’espressione dolce e pensierosa che lo contraddistingueva, ma stavolta
accompagnata da una leggera curiosità. Sorrise, accomodandosi accanto a lei.
“Posso?”
“Certo!”si affrettò a rispondere lei, distanziandosi appena da lui.
Il suo cuore batteva
forte, ma non era quel che era successo con Shaoran. Forse era quello l’amore,
sì.
Silenzio.
Ancora una volta, in
quei giorni.
E in fondo, cos’era stata
la sua se non una vita di silenzi...?
“Allora, ci vedremo
stasera, no?” domandò lui, parzialmente a disagio.
Aveva sempre adorato
Sakura, quasi fosse la sua sorellina minore, ma quel giorno un velo di
tristezza le aveva offuscato gli occhi ed aveva eretto un muro insormontabile
di incomprensioni. Che lui non aveva i mezzi per scalare.
“Stasera?” fece lei,
presa alla sprovvista.
Avevano un
appuntamento? Qualcosa relativo all’ospedale?
“Sì, per Nadeshiko...”
No, Sakura non era lì,
non con la mente, concluse Yukito osservandola attentamente.
Era troppo triste per
essere lei. Era troppo grande per essere lei.
“Oh,che sbadata! Ma
certo!!”
La castana si batté una
mano sulla fronte, stupendosi per tanta stupidità. Anche Yukito era stato
invitato, ovvio!
“A questo proposito,
avrei un enorme favore da chiederti...Sempre se sei disposta a farmelo, è
chiaro.”
“Dimmi pure”sussurrò
lei, con la voce più dolce che le riuscì.
“Sai...Io non ho
figli...Non sono nemmeno fidanzato...Ma credo che tu possa essere la persona
giusta...”
Sakura sbarrò gli
occhi. Era una dichiarazione? Sarebbe stato il settimo?
Però, nei programmi
fatti da bambina pensava di meglio.
“Per...per cosa?”cercò
di guadagnar tempo.
“Mi sembra ovvio.”
Yukito si scompigliò i
capelli, arrossendo impercettibilmente.
La voce di Sakura
usciva inarticolata.
“Oh, mi vergogno anche
a chiedertelo...!”
Davvero l’amore è così
scontato?
Il medico le prese
delicatamente le mani, fissandola insicuro.
Allora forse la vita è
davvero un film.
Ma il viso deluso di
Shaoran compariva ancora nella sua mente confusa, mentre Yukito la implorava:
“Ti prego, non so proprio cosa regalare alla piccola Nadeshiko!Sicuramente tu
conosci i suoi gusti!”
Non sapeva se essere
delusa o rassicurata.
Yukito in fondo era
stato equivoco, ma non intendeva un fidanzamento...
“Conta pure su di me!”
La sua voce uscì
denaturata...La vita è un film, certo. Ma il bello è che gli attori recitano
senza copione.
Alla fine, avevano
comprato una bambola...un classico per le bambine.
“Grazie, davvero! Non
so cos’avrei fatto senza di te!”
Yukito le schioccò un
bacio sulla guancia, uscendo dallo stesso negozio dove Sakura aveva acquistato
l’orsacchiotto rosa per la nipote.
“Ma figurati, l’ho
fatto con piacere.”
Un sorriso flebile
smosse leggermente le labbra di Sakura.
“Ti accompagno a casa,
ti va?”
“Sicuro!”accettò lei.
Sebbene camminare con i
pattini in mano non fosse la cosa più agevole del mondo, Sakura si sentiva
felice. Era il primo passo per superare la tristezza.
“Sai, oggi avrei anche
una cena di lavoro...” interloquì Yukito, desideroso come non mai di capire
cosa stesse passando per la mente della ragazza.
“Uh, e a che ora?”
“Bè, ad ogni modo penso che per le 21 la festa sarà finita, no?”
“In effetti...compie
pur sempre 6 anni!”ridacchiò Sakura, sforzandosi di ridere e divertirsi.
“Già! Il problema è che
sarà una cosa noiosissima...”
“Ci saranno vecchi colleghi?”
“Temo di essere il più giovane...”sospirò Yukito, rassegnato.
La sua faccia era così
buffa che a Sakura non poté non scappare un sorriso di comprensione.
“Ehi, ho un’idea! E se
venissi con me?”
Il sorriso si trasformò
in un’espressione dubbiosa.
“Io?Con te?”
“Sei sempre una dottoressa, no? Sempre se non hai di meglio da fare.”aggiunse
cortese.
-A parte compiangermi
addosso, no...Farà male accettare?-ponderava internamente Sakura, quando un
petalo le sfiorò il viso.
Decisa, rispose di sì.
L’avrebbe accompagnato.
“Perfetto, allora...Ci
vediamo questo pomeriggio e poi ti porto al ristorante.”
Yukito la salutò con un
bacio sulla guancia ed un gesto affettuoso della mano, che Sakura ricambiò a
stento.
Quantomeno avrebbe
passato una serata diversa.
“Auguri, tesoro mio!!”
Casa di Touya e Kaho,
le sei e mezza di pomeriggio.
Sakura, vestita di una
semplice gonna e una camicia bianca, abbracciò stretta la bambina, che stava
avidamente scartando i pacchetti dorati di altre amiche.
“Zia Sakura!”rispose la
bambina soffocata dall’abbraccio.
“Lo sai che è venuta
anche quell’antipatica di Reika?”sussurrò piano. “Ma tu non le dire che è
antipatica, anche perché mi ha regalato uno zainetto bellissimo!”
“Non glielo dirò,
promesso.”rise rallegrata la zia, depositando il regalo su un mucchio di doni
ancora da scoprire.
Per il resto della
festa, Nadeshiko non la considerava più di tanto, impegnata com’era ad intrattenere
gli amichetti.
Ma era anche normale,
ricordava suo fratello che non la voleva assolutamente tra i piedi quando con
lui c’era Yukito.
A proposito, lui non
c’era ancora.
“Sakura!”
“Kaho!”
Le due cognate si
salutarono cordialmente. Erano entrambe molto dolci, molto simili di
carattere...Completamente contrapposte a Touya, il padre della festeggiata.
“Nadeshiko è
entusiasta, a quanto vedo...”incominciò Sakura.
“In realtà, lei è
sempre così. È il bello di essere bambini, no?”
“Già...”
Vero. Quanto invidiava i bambini. Così veri, senza problemi. Eppure così
facilmente influenzabili.
“Ciao sorellina.”
“Fratello...”
Touya le scombinò i
capelli, com’era solito fare quando vivevano ancora insieme.
“Dai, smettila!”si
lamentò lei.
“Cos’è, vuoi essere
perfetta per la cena di stasera?”la prese in giro lui, beffardo.
“Touya, finiscila”lo
rimproverò bonariamente la moglie “Pensa piuttosto a servire le vettovaglie.”
“Ma questi bambini
mangiano in continuazione!” accusò lui, obbedendo comunque.
“Fa sempre così...Un
po’ testardo, ma un cuore d’oro.”
“Sì, lo conosco
bene...Però è cambiato tanto.”rifletté Sakura, scrutando l’espressione
amorevole che Touya aveva assunto guardando sua figlia.
“Sakura, Kaho!”
“Yukito, finalmente sei
arrivato!”lo salutò la padrona di casa.
“Ciao...”mormorò
Sakura, presa in contropiede.
Era elegante, fin
troppo per una festa di bambini.
“Pronta per stasera?”
sorrise lui.
“S-sì.” Sorrise lei di
rimando.
Giusto, non era così
ricercato per dei mocciosi. Avevano una cena tra dottori, in seguito.
“Bene,perché io
no.”tentò di fare dell’ironia,lui.
Peccato che lei non
fosse dell’umore giusto per accogliere quel tentativo di farla sorridere.
Il tempo passò troppo
in fretta perché Sakura fosse psicologicamente pronta, e in men che non si dica
lei e Yukito si ritrovarono a dover salutare chi il fratello, chi il migliore
amico...E a salire in macchina, diretti per un’ignota prova.
“Tesa?”
“Ma...ma no, perché dovrei?”
“Eppure sembra il contrario.”fu la lapidaria risposta di Yukito.
Sakura lo osservava
curiosamente. Non aveva mai fatto caso a quanto apparisse stanco e non lo desse
a vedere, a quegli occhi velati di una strana malinconia...A quel nome, Yukito,
che si adattava così bene alla sua persona e non a lei.
Neve...Ma la neve
uccide i fiori di ciliegio.
Che strano
ragionamento, e poi, perché le veniva in mente adesso?
Quanti scheletri
nell’armadio avrebbe ancora ricacciato dentro fino a nuov’ordine?
“Siamo arrivati.”
Non era abituata a
frequentare quel quartiere di Tokyo, forse troppo chic.
E si sentì decisamente
un pesce fuor d’acqua, quando varcò la soglia dell’appartamento esclusivo di un
insigne dottore semisconosciuto al pubblico.
Troppo semplice,
sembravano accusare le occhiate delle mogli e fidanzate.
Troppo vera.
Sakura tentava di
sorridere.
Dopotutto, anche con la
madre di Shaoran aveva avuto questa brutta sensazione e poi tutte le sue
preoccupazioni erano svanite nel nulla.
Con la madre di
Shaoran.
Si diede una botta in
testa per autopunizione, e scelse decisamente il momento meno opportuno.
“Sakura, ti presento
il...Ma che fai?”
La voce di Yukito prese
una piega strana, inconsulta, che lei non gli aveva mai sentito prima.
“N-niente...Una
zanzara, sono così fastidiose!”
“Convengo”sorrise
educatamente il luminare “specialmente in estate, quando sono presenti.”
“Oh...certo.”
Prima figuraccia.
“Ad ogni modo, piacere,
sono Sakura Kinomoto!”
Protese goffamente una
mano, che lui accettò senza riserve.
“Il piacere è tutto
mio, io invece sono il dottor Kurosawa.”
Forse si aspettava che
Sakura gli chiedesse com’era arrivato all’apice della sua carriera, che cosa ne
pensasse della ricombinazione dei nucleotidi nel patrimonio genetico umano, a
giudicare dall’ espressione delusa che assunse presto.
“Scommetto che lei è la
sua fidanzata!”ipotizzò divertito, volendo un po’ rianimare la situazione,
prima di passare a tavola.
“Oh, no, io...”
“Ma certo! Io e Sakura stiamo insieme!”si affrettò a rispondere Yukito.
COSA?
“Formate proprio una
bella coppia...Ora scusatemi, ma ho altri invitati da accogliere!Con permesso...”
Lo scienziato si
dileguò, intuendo che qualcosa non andava per il verso giusto.
Chissà...Forse era il
viso attonito di Sakura?
Forse l’espressione nervosa di Yukito?
Una bugia pesante che aleggiava nell’aria.
“Tu...sei il
settimo.”riuscì solo a dire lei, prima che lui la trascinasse fuori, su un
piccolo terrazzo.
“Mi dispiace, non
volevo dirlo...Mi è uscito del tutto spontaneo.”
I due sul terrazzo
guardarono la luna diventare l’unica scintilla nella notte nera, accompagnata
pian piano dalle sue figlie stelle.
“Mi...mi hai colta un
po’ in contropiede.” ammise Sakura, nascondendosi una mano dietro la nuca.
“Era quello che volevo ottenere...credo.”
“Come, scusa?” fu la confusa risposta di Sakura.
“Sakura...Se ti ho portato qui, stasera...In realtà...é stato tutto un
pretesto.”
Lui la guardò
dolcemente negli occhi, avvicinandosi di poco.
“Non...non capisco, Yukito.”
“Tu non dovresti essere
qui.” decretò con calma lui.
Tutto questo sapeva di
ridicolo.
“Mi ci hai portato tu, ricordi?”
“Sì, lo so...La verità
è che devo parlarti, Sakura. Io...uh, è difficile dirlo, ma...Tu mi piaci, e
tanto, sai?”
Choc.
L'unica parola in grado
di descrivere lo stato di Sakura.
Come...come definire
quella sensazione?
La liberazione di una lunga pena durata anni?
La sensazione di
comprendere solo in quel momento il vecchio adagio "Stai attenta a quel
che desideri"?
Oppure...
Sakura era
tremendamente in forse. Quanto tempo il suo cuore aveva aspettato?
Ricordava con dolore e
sorrisi i pomeriggi che passava da bambina ad invidiare suo fratello che aveva
Yukito tutto per sè.
E gli sforzi fatti per
dimenticare il suo sorriso.
La volontà di farlo
diventare il settimo.
Perchè fosse quello
giusto.
Ed ora che ce l'aveva
fatta...
C'era come un vuoto.
Come se in tutti quegli anni quel desiderio fosse diventato talmente tanto
parte di lei, che ormai non sortiva nessun effetto.
Non era così che doveva
andare.
"Cosa?"
"Sì, mi
piaci." ripeté lui, con la solita calma che lo identificava, avvicinandosi
ancora.
"Tu...Io non ti
posso piacere!"esclamò Sakura, in preda al panico.
"Perché no? Sei
carina, un ottimo medico, dolce, simpatica, un po' tra le nuvole...Sei
perfetta, Sakura."
Lei arrossì di piacere per i complimenti. Yukito di solito non era così...così
esplicito!
"Io ti piaccio,
no?"
Quando era diminuita
così tanto la distanza tra di loro?
"T-tu...io..."
Il cuore di Sakura
batteva all'impazzata, furiosamente, nel tentativo di articolare qualche
parola. Certo che le piaceva.
E allora perchè il
palato era bloccato?
Senza aspettare una risposta, Yukito le appoggiò le mani sulle spalle,
fissandola con i suoi caldi occhi nocciola nei suoi occhi smeraldini.
"E poi sono il
settimo, no?Quello giusto..."
Come...Come faceva lui
a saperlo?
Sakura non ebbe il
tempo di pensare, dal momento che lui si stava paurosamente dirigendo verso le
sue labbra.
Un bacio da Yukito.
In quelle frazioni di
secondo che la dividevano dal fatidico momento, Sakura vide dentro di sè
sprazzi di ricordi lontani.
Lei con il cartoncino
che cerchiava il numero 7.
Lei al funerale di sua
madre.
Lei che veniva sgridata
da Touya per essere sempre tra i piedi.
Lei e le sue corse.
Lei e Tomoyo che
rimanevano sveglie alle tre del mattino per parlare di problemi di cuore.
Lei e il suo primo
amore.
Lei e la sua laurea in
medicina.
Lei e Shaoran.
Quell'ultimo ricordo la
fece allontanare da Yukito instintivamente, tanto che lui rimase quasi sospeso
a mezz'aria.
Con gli occhi chiusi
per la fatica, Sakura interruppe bruscamente il contatto, sia visivo che
fisico, sentendo confluire il sangue alle orecchie.
Yukito sorrideva,
impassibile.
"Cosa c'è, Sakura?
Io...Scusami, credevo di piacerti."sospirò lui, guardando in alto,
lontano.
Sperava che il suo
atteggiamento la inducesse a capire.
"Io...Non ti
riconosco più, Yukito! Tu... mi piaci tantissimo, ma...ma..."arrancò
faticosamente lei.
"Ma non nel senso
che credevi tu fino a poco tempo fa."puntualizzò lui, con quella smorfia
sempre dipinta sul viso.
Sakura era diventata di
un delizioso color scarlatto.
"Non ci capisco
più niente, Yukito...Tu davvero sei innamorato di me?"
Si era nascosta il viso
tra le mani, e i suoi occhi indagatori lo fissarono dall'intreccio, in cerca di
risposte.
"Sakura...
Rispondi sinceramente. Perché non ti sei lasciata baciare, se allora ti piaccio
tanto?"glissò il medico.
Domanda da milioni di
yen.
"Bè, perchè...Non
me l'aspettavo, insomma! Mi avevi semplicemente detto che saresti stato felice
se io ti avessi accompagnato, vista l'età media delle persone che si trovano in
questo luogo!Volevo un...Quantomeno un minimo di preavviso!"improvvisò.
"Gli innamorati
non chiedono il permesso...Sakura...Tu non mi hai baciato semplicemente perché
non mi ami."
Secco, preciso,
diretto.
Yukito si riassettò gli
occhiali, ma stavolta il suo sorriso era più addolorato.
"Io...Non è
vero!"
"Sakura, non mentire. Tu non mi ami. Ma io sono il settimo. Cosa ne
deduci?"
Domanda da miliardi di
yen.
"Yu-yukito,
io...Tu sei il settimo, lo so...Ma, maledizione, non lo so perchè non ho avuto
il coraggio di...! Io...Non so più che cosa pensare!"esplose, mentre le
lacrime incominciavano a far sentire la loro scomoda presenza.
Yukito le prese una
mano.
"Tu non dovresti
essere qui, a maggior ragione non dovresti essere qui con me."
"C-che?"
"Ho parlato con
Touya, qualche giorno fa. In realtà, è stato proprio lui a spiegarmi tutta la
vicenda. Del fatto del cartoncino, di come tu sia diventata una dottoressa per
una promessa fatta a tua madre...Di come ti ha vista piangere dopo che sei
tornata da Hong Kong, con quello Shaoran..."
L'aveva fatto decisamente apposta a guardarla negli occhi mentre pronunciava il
suo nome.
Shaoran.
Shaoran...
Le lacrime scesero
impietose.
"Sakura, non
metterò mai in dubbio quanto tu ami tua madre, e l'ultima cosa che vorrei
sarebbe di mancare di rispetto alla sua memoria...ma non ti è mai venuto il
dubbio che lei semplicemente non abbia potuto prevedere tutto questo?"
Yukito si strinse la
braccia al petto, incrociandole e appoggiandosi alla ringhiera della piccola
veranda.
Sorrise, pensando che
il suo migliore amico l'avrebbe dovuto ringraziare in eterno.
Sakura non rispondeva.
Erano troppe le domande che l'assillavano...
Ma una più di tutte.
Se Yukito avesse
veramente ragione.
"Mia madre mi
voleva solo bene." si giustificò.
"Ed allora ti
sposerai con me perché ritieni che abbia avuto ragione?" la provocò lui.
"Sakura..."continuò
"Sei ancora in tempo per cambiare tutto. Rassegna le dimissioni. Corri. E
abbandona questi vecchi sapienti che credono di avere la scienza infusa. Va da
chi ami veramente. Non perdere altro tempo, qui."
Perle di saggezza erano
appena uscite dalle sue labbra, quando Yukito si accorse che forse era lui il
primo a dover applicare certe norme.
"Tu credi
che...Sia la cosa giusta?" singhiozzò lei, in preda a dei convulsi
nervosi.
La sua mente si
rifiutava di razionalizzare la cosa.
"Sì. E sai che ti
dico? Ti accompagno io in macchina, alla faccia di questa cena di lavoro!"
Le afferrò una mano,
trascinandola dentro.
Come aveva potuto
essere così cieca?
Lei non amava Yukito.
Lei lo adorava... Ma come un fratello, non come un amante.
E l'ultimo pezzo di
quell'ingarbugliato codice che è l'amore finalmente trovava la sua pace.
Lei amava Shaoran.
Nulla di più semplice e
complesso.
Ormai non si sforzava
nemmeno più di tamponare le piccole stille salate che le correvano lungo la
guance, nonostante le occhiate stupefatte degli astanti.
"Yukito...Ti potrò
mai ringraziare abbastanza?"
"Già il vederti
sorridere è un ottimo inizio."
Il professor Kurosawa
non aveva capito il motivo di tanta sollecitudine nell' andar via, ma i due non
se ne curarono granchè.
"Ti accompagno a
casa di Shaoran?"domandò lui, mettendo un po' di musica dalla radio
dell'auto.
"Non so nemmeno
dove abiti!" ammise lei, ridendo per il sollievo.
Lo amava.
Lo amava! E dubitava
che quel sorriso ebete stampato sul suo viso se ne sarebbe andato in fretta.
"Fantastico."
fu il commento ironico. "Dobbiamo girare tutta Tokyo?"
"Dai, ci penserò
domattina..."
"Certe cose non
possono aspettare."
Cos'era, un paladino
degli innamorati, oramai?
"Yuki...hai già
fatto tanto per oggi. Non c'è bisogno che ti sforzi ancora...Portami a
casa."
"Ai suoi ordini,
madamigella."fece il galante.
E mentre l'auto sfrecciava a tutta velocità, Sakura realizzò che in fondo non
sapeva nemmeno dove abitava, che non aveva il suo numero di telefono, che non
sapeva quanto era alto, quali cibi adorava, neppure quando fosse nato!
'E credi che sia
importante?'sussurrò la solita vocina seccante.
'No.' fu il commento
tranquillo della sua mente e del suo cuore insieme.
Finalmente andavano di
pari passo. Senza nemmeno un'esitazione.
'...Era proprio questo
ciò che volevo sentirmi dire.'
La vocina
misteriosamente si dileguò, con un'ultima frase.
'Ora sì che tua madre
sarebbe fiera di te.'
'Lo so.'
Sakura guardò fuori dal
finestrino la città illuminata quasi a giorno, e la notte nera come la pece che
contrastava.
In cielo le stelle
brillavano intensamente.
E Sakura le ringraziò.
Perché aveva capito che sua madre le avrebbe voluto bene, sempre e comunque.
Che anzi l'avrebbe biasimata, lei che aveva sposato sua padre contro il volere
di tutti.
E comprese che la vita
di ognuno è unica ed irripetibile... perciò va vissuta fino in fondo, senza
costrizioni.
Yukito la osservava con
la coda dell'occhio. Sperava solo che Shaoran accettasse il suo amore...Che tutto
andasse per il meglio.
"Sai, non c'era
riuscito nessuno a farmi cambiare idea." esclamò Sakura sovrappensiero.
Yukito se ne sentì
lusingato.
"Credo di esserci
riuscito solamente perché ti ho quasi baciata!"ironizzò lui.
Sakura sorrise,
sentendosi leggera come un piuma.
L'indomani sarebbero
successe due cose importanti: suo padre finalmente sarebbe tornato a casa dopo
ulteriori controlli, e poi...E poi sarebbe tornata in pasticceria, l'avrebbe
rivisto dopo quei pochi giorni di tortura.
L'avrebbe rivisto per
riaverlo sempre con sè.
Aveva paura, certo, che
lui la respingesse...ma contava sull'amore che lui le aveva dimostrato tante
volte e che lei, sciocca, aveva rifiutato!
'Ti prego, non mi
ferire...'formulò tra sè e sè, rivolgendo una preghiera al suo cuore e
congiungendo le dita fredde e madide di sudore.
Yukito sorrise, nel
vederla così in pena e allo stesso tempo così speranzosa.
Entrambi sapevano di
aver fatto la cosa giusta.
Ragazzi...siamo
finalmente al penultimo capitolo! Non avete idea di come Word mi abbia fatto penare, maledetto...Questo
cap, infatti, era già pronto il 19, ma poi le ultime tre pagine me le aveva
cancellate(mi erano uscite perfette...ç_ç)...E quindi sotto di nuovo a
scrivere!!
Cavoli, sono contenta di aver scritto questo cap fondamentale! Grazie al cielo
Sakura si è resa conto di tutto!=) Ed ora...pronti per il prossimo, l'ultimo??
Spero di riuscire a pubblicarlo entro il 2 novembre, data in cui questa fic
festeggerà un anno!(allegria, visto il giorno!)
Ed ora
ringrazio tutti voi,piajoe22, DenaDena(tesoro mioooo!grazie veramente di tutto!),manu,memi(ormai mi segui anche qui!XD),sakurabethovina, fedina, topomouse...E Kari89 che oggi fa 18 anni!!Teso questo cap è per te!Ma non ti preoccupare, sto scrivendo una oneshot più o meno taiora per te!!Spero di riuscire a pubblicarla per stasera!Tvbenissimo!
Un ringraziamento doverosissimo anche a chi legge senza commentare e a chi ha messo questa storia tra i preferiti!
A prestissimo!
HikariKanna