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Autore: Strawbana    02/04/2013    2 recensioni
Una dopo l'altra, le squadre dell'Aliea Gakuen erano cadute, sconfitte dalla Raimon. Ma cosa hanno fatto i ragazzi del Sun Garden per mettere davvero la parola "Fine" a quel capitolo buio della loro vita? Una piccola one-shot ambientata fra la seconda e la terza serie di Inazuma Eleven in cui i ragazzi del Sun Garden al completo vanno a trovare una persona speciale.
Bana part~
Genere: Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Jordan/Ryuuji, Sorpresa, Xavier/Hiroto
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Flowers for you

 

-Dai Ryuuji, siamo in ritardo, datti una mossa!
Il pistacchietto corse più in fretta per non perdere di vista il suo amico Miura. Avevano entrambi il fiatone ma non avevano alcuna intenzione di rallentare: l’appuntamento a cui stavano andando era troppo importante e non potevano accumulare altri minuti di ritardo. “La colpa è solo tua, hai impiegato troppo tempo a scegliere il tuo fiore” il castano non aveva fatto altro che ripetere quella frase per tutto il tragitto e Midorikawa sapeva benissimo che aveva ragione, ma quella era una scelta importantissima e non voleva sbagliarsi, così aveva chiesto al fioraio il significato di ogni singola pianta presente nel negozio fino a quando non fu soddisfatto. Ryuuji sorrise, stringendo al petto il fiore di glicine appena comprato. Amicizia, era quello il significato di quella pianta. Avrebbe fatto volentieri amicizia con la persona a cui stava per donare quel fiore, se fosse stato possibile. Finalmente i due arrivarono a destinazione, dove il gruppo al completo dei ragazzi del Sun Garden li stava aspettando. Midorikawa e Miura poterono finalmente fermarsi e riprendere fiato.

-E-Eccoci…

-Siete in ritardo!

I due ragazzi rabbrividirono nel sentire la voce severa di Saginuma riprenderli, non tanto perché avessero davvero paura di lui, ma perché sapevano che ora li aspettava una ramanzina infinita. Infatti il moro iniziò il suo monologo in cui ripeteva ai ritardatari quanto fosse importante essere in orario, in che modo potevano evitare di ripetere ancora tale errore e in quanti modi potevano morire se correvano per strada senza guardare dove mettevano i piedi. Il pistacchietto si guardò intorno, supplicando con lo sguardo i suoi amici perché bloccassero quel fiume di parole in piena. E l’aiuto arrivò poco dopo proprio dal migliore amico di Ryuuji. Hiroto si fece avanti e posò una mano sulla spalla di Saginuma.

-Andiamo Osamu, ci sarà tutto il tempo per rimproverarli più tardi! Ora abbiamo qualcosa di più importante da fare.

-Tsk, hai ragione Hiroto

Il moro scoccò un’occhiataccia a Midorikawa e Miura.

-Più tardi finiremo il nostro discorsetto.

I due ragazzi annuirono e rimasero tesi fino a quando Saginuma non si fu girato di spalle, solo allora il castano ed il pistacchietto tirarono un sospiro di sollievo. Entrambi si avvicinarono a Kiyama, osservando estasiati il mazzo di fiori, tutti diversi tra loro, che il rosso teneva in mano.

-Sono i fiori di tutti?- chiese Miura, ed Hiroto annuì.

-Si, mancano solo i vostri.

Con delicatezza, i due ritardatari aggiunsero i loro fiori alla composizione e Kiyama sorrise, rivolgendosi a tutti i presenti.

-Bene, ora che ci siamo tutti andiamo a trovare nostro fratello!

Dopo aver assentito in coro, i ragazzi varcarono il cancello alle loro spalle, addentrandosi in un grande cimitero. Come sempre, i ragazzi si divisero in vari gruppetti: i più impazienti andavano più avanti, osservando velocemente tutte le lapidi, mentre i più attenti e pazienti rimanevano indietro, scrutando con più attenzione i nomi dei defunti.  Solo tre ragazzi erano rimasti più indietro degli altri: Midorikawa, Hiroto e Reina. I tre camminavano in silenzio, a testa bassa, persi nei loro pensieri. Alla fine fu l’unica ragazza del gruppetto a rompere il silenzio.

-Hiroto… Sei sicuro di volerlo fare tu? Se vuoi…

La blu lasciò la frase a metà vedendo che il suo amico faceva segno di no con la testa.

-Lo farò io, sono certo che anche nostro padre avrebbe voluto così.

Ryuuji osservò i suoi due compagni in silenzio: sapeva di cosa stavano parlando, ma non aveva niente da aggiungere, era d’accordo con quello che aveva detto il suo migliore amico, doveva essere lui a fare quella cosa. In quell’istante l’attenzione dei tre fu attirata da Maki che aveva trovato la tomba che cercavano. Il rosso, la blu ed il pistacchietto si unirono agli altri ragazzi che si erano radunati intorno alla lapide, osservando timorosi la foto di quel bambino tanto simile a Kiyama. Dopo qualche minuto, passato senza che nessuno si muovesse, Hiroto si fece avanti, posando il mazzo di fiori sulla tomba.

-Ciao Hiroto, finalmente ci incontriamo…

Il ragazzo osservò attentamente la foto che ritraeva il suo sosia, poi prese un gran respiro e ricominciò a parlare.

-So che sei preoccupato per ciò che è successo in questi mesi, per la storia degli alieni e per la follia di nostro padre, ma ora è tutto finito…

Kiyama si girò appena, osservando i suoi compagni di una vita che lo ascoltavano in religioso silenzio.

-Abbiamo commesso degli errori, tutti quanti, ma la nostra sorellona Hitomiko è riuscita a salvarci! Quindi stai tranquillo, insieme a lei ci prenderemo cura di lui come solo dei veri figli sanno fare.

Il giovane si inginocchiò per sfiorare il nome inciso sulla lapide.

-Tu riposa in pace, fratello mio.

Detto questo, Hiroto si alzò e si girò verso i suoi compagni: c’era chi piangeva apertamente, chi tratteneva le lacrime e chi aveva solo gli occhi lucidi, ma una cosa li accomunava : sorridevano tutti.

Nagumo si mise a guardare il cielo, con il suo solito ghigno beffardo, forse un po’ più dolce del solito, stampato sul volto, e parlò.

-E questo segna davvero la fine dell’Aliea Gakuen.

Come sollevati da quelle parole, tutti i ragazzi iniziarono a muoversi verso l’uscita del cimitero, ridendo e chiacchierando fra di loro come non facevano ormai da troppo tempo. Kiyama invece rimase ancora qualche minuto sulla tomba del suo sosia e Midorikawa lo aspettò. Quando il rosso si decise ad andare, Ryuuji decise di rivolgergli la parola, sorridendo.

-Finalmente questa storia è finita, eh?

-Già, ma per noi sta per iniziarne un’altra.

Hiroto prese un fiore dalla sua tasca e lo porse al pistacchietto, che guardò sorpreso la pianta: era un papavero bianco.

-Impegniamoci al massimo per arrivare in cima al mondo!

Midorikawa annuì felice, accettando il fiore. Hitomiko aveva detto loro la sera prima che erano stati scelti per partecipare alle selezioni per la nazionale giovanile giapponese. Ryuuji versò qualche lacrima: sapere di poter affrontare il mondo insieme al suo migliore amico non poteva renderlo più felice.

 

~~~~~~~~

Angolino rotondo

Ed eccomi di nuovo qui a scrivere roba triste! Questa volta i protagonisti sono tutti i ragazzi del Sun Garden perché… Perché si. Mi è venuta in mente quest’idea e mi andava di scriverla. Ho pensato che non fosse solo Hiroto a sentirsi un sostituto del piccolo Kira, l’idea di sostituire qualcuno che non c’è più dev’essere insopportabile per qualsiasi orfano, magari è per questo che tutti i ragazzi del Sun Garden si sono impegnati al massimo per esaudire il desiderio di vendetta del loro padre adottivo. Così ho pensato che portare dei fiori sulla tomba di Kira fosse il loro modo di lasciarsi completamente alle spalle la follia dell’Aliea Gakuen e di iniziare finalmente la loro nuova vita.  Ah, per chi se lo chiedesse il papavero bianco che Hiroto ha regalato a Midorikawa nel linguaggio dei fiori significa “sogno”, gliel’ha regalato perché loro stanno per coronare il sogno di qualsiasi ragazzo che gioca a calcio: entrare nella nazionale del proprio paese.

Beh, con questo concludo, ringrazio chi ha letto e chi recensirà, a presto!

-Lau ° 3 °

   
 
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