Flowers for you
-Dai Ryuuji, siamo in ritardo, datti una mossa!
Il pistacchietto corse più in fretta per non perdere
di vista il suo amico Miura. Avevano entrambi il
fiatone ma non avevano alcuna intenzione di rallentare: l’appuntamento a cui
stavano andando era troppo importante e non potevano accumulare altri minuti di
ritardo. “La colpa è solo tua, hai
impiegato troppo tempo a scegliere il tuo fiore” il castano non aveva fatto
altro che ripetere quella frase per tutto il tragitto e Midorikawa sapeva
benissimo che aveva ragione, ma quella era una scelta importantissima e non
voleva sbagliarsi, così aveva chiesto al fioraio il significato di ogni singola
pianta presente nel negozio fino a quando non fu soddisfatto. Ryuuji sorrise, stringendo al petto il fiore di glicine
appena comprato. Amicizia, era quello il significato di quella pianta. Avrebbe
fatto volentieri amicizia con la persona a cui stava per donare quel fiore, se
fosse stato possibile. Finalmente i due arrivarono a destinazione, dove il
gruppo al completo dei ragazzi del Sun Garden li
stava aspettando. Midorikawa e Miura poterono
finalmente fermarsi e riprendere fiato.
-E-Eccoci…
-Siete in
ritardo!
I due ragazzi
rabbrividirono nel sentire la voce severa di Saginuma
riprenderli, non tanto perché avessero davvero paura di lui, ma perché sapevano
che ora li aspettava una ramanzina infinita. Infatti il moro iniziò il suo
monologo in cui ripeteva ai ritardatari quanto fosse importante essere in
orario, in che modo potevano evitare di ripetere ancora tale errore e in quanti
modi potevano morire se correvano per strada senza guardare dove mettevano i
piedi. Il pistacchietto si guardò intorno, supplicando
con lo sguardo i suoi amici perché bloccassero quel fiume di parole in piena. E
l’aiuto arrivò poco dopo proprio dal migliore amico di Ryuuji.
Hiroto si fece avanti e posò una mano sulla spalla di
Saginuma.
-Andiamo Osamu, ci sarà tutto il tempo per rimproverarli più tardi!
Ora abbiamo qualcosa di più importante da fare.
-Tsk, hai ragione Hiroto…
Il moro scoccò
un’occhiataccia a Midorikawa e Miura.
-Più tardi
finiremo il nostro discorsetto.
I due ragazzi
annuirono e rimasero tesi fino a quando Saginuma non
si fu girato di spalle, solo allora il castano ed il pistacchietto
tirarono un sospiro di sollievo. Entrambi si avvicinarono a Kiyama,
osservando estasiati il mazzo di fiori, tutti diversi tra loro, che il rosso
teneva in mano.
-Sono i fiori
di tutti?- chiese Miura, ed Hiroto
annuì.
-Si, mancano
solo i vostri.
Con
delicatezza, i due ritardatari aggiunsero i loro fiori alla composizione e Kiyama sorrise, rivolgendosi a tutti i presenti.
-Bene, ora che
ci siamo tutti andiamo a trovare nostro fratello!
Dopo aver
assentito in coro, i ragazzi varcarono il cancello alle loro spalle,
addentrandosi in un grande cimitero. Come sempre, i ragazzi si divisero in vari
gruppetti: i più impazienti andavano più avanti, osservando velocemente tutte
le lapidi, mentre i più attenti e pazienti rimanevano indietro, scrutando con
più attenzione i nomi dei defunti. Solo
tre ragazzi erano rimasti più indietro degli altri: Midorikawa, Hiroto e Reina. I tre camminavano
in silenzio, a testa bassa, persi nei loro pensieri. Alla fine fu l’unica
ragazza del gruppetto a rompere il silenzio.
-Hiroto… Sei sicuro di volerlo fare tu? Se vuoi…
La blu lasciò
la frase a metà vedendo che il suo amico faceva segno di no con la testa.
-Lo farò io,
sono certo che anche nostro padre avrebbe voluto così.
Ryuuji
osservò i suoi due compagni in silenzio: sapeva di cosa stavano parlando, ma
non aveva niente da aggiungere, era d’accordo con quello che aveva detto il suo
migliore amico, doveva essere lui a fare quella cosa. In quellistante
l’attenzione dei tre fu attirata da Maki che aveva trovato la tomba che
cercavano. Il rosso, la blu ed il pistacchietto si
unirono agli altri ragazzi che si erano radunati intorno alla lapide,
osservando timorosi la foto di quel bambino tanto simile a Kiyama.
Dopo qualche minuto, passato senza che nessuno si muovesse, Hiroto
si fece avanti, posando il mazzo di fiori sulla tomba.
-Ciao Hiroto, finalmente ci incontriamo…
Il ragazzo
osservò attentamente la foto che ritraeva il suo sosia, poi prese un gran
respiro e ricominciò a parlare.
-So che sei
preoccupato per ciò che è successo in questi mesi, per la storia degli alieni e
per la follia di nostro padre, ma ora è tutto finito…
Kiyama si
girò appena, osservando i suoi compagni di una vita che lo ascoltavano in
religioso silenzio.
-Abbiamo
commesso degli errori, tutti quanti, ma la nostra sorellona Hitomiko
è riuscita a salvarci! Quindi stai tranquillo, insieme a lei ci prenderemo cura
di lui come solo dei veri figli sanno fare.
Il giovane si
inginocchiò per sfiorare il nome inciso sulla lapide.
-Tu riposa in
pace, fratello mio.
Detto questo, Hiroto si alzò e si girò verso i suoi compagni: c’era chi
piangeva apertamente, chi tratteneva le lacrime e chi aveva solo gli occhi
lucidi, ma una cosa li accomunava : sorridevano
tutti.
Nagumo si mise
a guardare il cielo, con il suo solito ghigno beffardo, forse un po’ più dolce
del solito, stampato sul volto, e parlò.
-E questo
segna davvero la fine dell’Aliea Gakuen.
Come sollevati
da quelle parole, tutti i ragazzi iniziarono a muoversi verso l’uscita del
cimitero, ridendo e chiacchierando fra di loro come non facevano ormai da
troppo tempo. Kiyama invece rimase ancora qualche
minuto sulla tomba del suo sosia e Midorikawa lo aspettò. Quando il rosso si
decise ad andare, Ryuuji decise di rivolgergli la
parola, sorridendo.
-Finalmente
questa storia è finita, eh?
-Già, ma per
noi sta per iniziarne un’altra.
Hiroto
prese un fiore dalla sua tasca e lo porse al pistacchietto,
che guardò sorpreso la pianta: era un papavero bianco.
-Impegniamoci
al massimo per arrivare in cima al mondo!
Midorikawa
annuì felice, accettando il fiore. Hitomiko aveva
detto loro la sera prima che erano stati scelti per partecipare alle selezioni
per la nazionale giovanile giapponese. Ryuuji versò
qualche lacrima: sapere di poter affrontare il mondo insieme al suo migliore
amico non poteva renderlo più felice.
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Angolino rotondo
Ed
eccomi di nuovo qui a scrivere roba triste! Questa volta i protagonisti sono
tutti i ragazzi del Sun Garden perché… Perché si. Mi
è venuta in mente quest’idea e mi andava di scriverla. Ho pensato che non fosse
solo Hiroto a sentirsi un sostituto del piccolo Kira,
l’idea di sostituire qualcuno che non c’è più dev’essere insopportabile per
qualsiasi orfano, magari è per questo che tutti i ragazzi del Sun Garden si sono impegnati al massimo per esaudire il
desiderio di vendetta del loro padre adottivo. Così ho pensato che portare dei
fiori sulla tomba di Kira fosse il loro modo di lasciarsi completamente alle
spalle la follia dell’Aliea Gakuen
e di iniziare finalmente la loro nuova vita.
Ah, per chi se lo chiedesse il papavero bianco che Hiroto
ha regalato a Midorikawa nel linguaggio dei fiori significa “sogno”, gliel’ha
regalato perché loro stanno per coronare il sogno di qualsiasi ragazzo che
gioca a calcio: entrare nella nazionale del proprio paese.
Beh,
con questo concludo, ringrazio chi ha letto e chi recensirà, a presto!
-Lau ° 3 °