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Autore: Bea_Horan    05/04/2013    0 recensioni
MOMENTANEAMENTE SOSPESA!!!!
La protagonista di questa storia è Alexandra Evans, per gli amici Alex. Ha 17 anni, fra un mese 18, e frequenta la 'London High School' di Londra. La sua storia non è una favola come tante altre: i suoi genitori sono morti, ha una sorella maggiore che vive in Italia e quindi non si vedono quasi mai e ha un fratello minore che la ignora completamente. Da tempo è distrutta per la perdita dei genitori, ma con l'aiuto della sua miglire amica riuscirà ad andare avanti. Ovviamente non può mancare l'aiuto da parte di un ragazzo importante, il quale diventerà la ragione del suo sorriso.
Se volete sapere altro, entrate e leggete!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Capitolo 1
In questo momento mi sto preparando per andare in discoteca con Sam. Ho indossato un vestito scelto da lei, anche se a parer mio, un po’ troppo corto. Ma se lei dice che sto bene, mi fido.
-zia io esco! Non aspettarmi!- salutai in fretta mia zia prima che Sam mi trascinasse nella sua auto. Ha già la patente perchè ha appena compiuto 18 anni.
Dopo un decina di minuti arrivammo, si sentiva la musica a palla da un chilometro di distanza.
Entrammo e io andai a sedermi su un divanetto, mentre lei andò subito a ballare con il ragazzo che l’aveva appena invitata.
La guardai mentre si divertiva e capii che forse dovrei farlo anche io, dovrei ‘andare avanti’!
Mentre ero immersa nei miei pensieri arrivò un cameriere.
-posso portarle qualcosa?- domandò gentilmente. Avevo veramente deciso di dare retta a Sam.
-ehm…si! Tre dei drink più forti che avete, grazie!-
Dopo neanche due minuti ritornò con la mia ordinazione. Lo ringraziai di nuovo e iniziai a bere. Forse anche un po’ troppo. Finito il secondo ero già andata, ma buttai giù anche il terzo.
In lontananza vidi un ragazzo riccio avvicinarsi.
-ehi bellezza, vuoi ballare?- mi chiese. Io accettai senza neanche pensare e insieme andammo a strusciarci l’uno contro l’altro in mezzo alla pista.
Verso le due Sam venne a chiamarmi e dopo aver salutato il riccio, non sapevo neanche il suo nome, andammo a casa.
Appena fui arrivata salutai anche Sam con un bacio sulla guancia e mi diressi in camera cercando di non far rumore, ma vidi subito quel rompipalle di mio fratello appoggiato allo stipite della porta.
_non è un po’ tardi per rientrare?- mi chiese con aria da superiore. Qualunque ragazza al mio posto avrebbe risposto con un ‘ma che cazzo te ne frega’ o ‘fatti i cazzi tuoi’, ma io non potei fare a meno di sorridere.
-lo sai che mi ricordi molto papà!_ a quelle parole mi cadde una lacrima sulla guancia e anche a lui.
Dopo averla ripulita venne verso di me e mi strinse in un affettuoso abbraccio.
-mi mancano Alex! Mi mancano un sacco!- disse ancora piangendo.
-anche a me, moltissimo! Ma ora non pensarci e vai a dormire che domani c’è la scuola!- gli dissi pulendomi il trucco, ormai colato, con un fazzoletto.
-invece tu sembri la mamma! Anche lei me lo ripeteva continuamente!- dopo questa frase il fazzoletto divenne inutile, perchè le lacrime continuavano a cadere.
Ad un tratto sentii una sensazione strana nello stomaco e un odore altrettanto strane in bocca, era acido…o merda! Vomito!!
Mi staccai subito dalla presa di Simon e corsi in bagno. Alzai la tavoletta e mi inginocchiai per poi vomitare tutto l’alcol ingerito. Io non sono una che beve tanto, ma che quando lo fa non lo regge.
Simon mi raggiunse subito tenendomi i lunghi capelli raccolti in una coda.
-ehi Alex, tutto bene?- mi chiese preoccupato. Tra un vomito e l’alto riuscii a far capire un leggero si.
-ho solo esagerato un po’! ora vado letto e mi rilasso.- dissi dopo essermi rialzata e aver ripulito il casino fatto.
Lui annuì e andò in camera sua e uguale feci io.
 
La mattina seguente mi svegliai a fatica alle 7, per poi essere a scuola alle 8 meno 10.
Mi sedetti nel mio solito banco in fondo e aspettai Sam. Presi il telefono e iniziai ad aggiornare fb, ma dopo un po’ notai che era arrivata e mi stava fissando. Misi via il telefono e la salutai nel preciso momento in cui entrò anche il prof. Iniziò a fare l’appello e quando arrivò al mio nome risposi prontamente ‘presente’.
-ah, signorina Evans, prima che mi dimentichi, la preside la vuole nel suo ufficio.- mi alzai sbuffando. Adesso cosa avevo combinato?
Mentre camminavo per i silenziosi corridoi ripresi l’Iphone per finire ciò che avevo iniziato prima su fb, ma mi scontrai con qualcuno e finii con il culo a terra.
-scusa io non l’ho fatto a posta…- disse un tipo porgendomi una mano. L’accettai e mi alzai, dopo di che alzai lo sguardo e incontrai due occhi color ghiaccio che brillavano sul volto di un ragazzo biondo.
-no, scusami tu! Ho la testa fra le nuvole.- mi giustificai. Lo guardai bene e notai che c’era qualcosa di familiare in lui; subito dopo mi accorsi che dietro al biondino c’erano altri quattro ragazzi che se la ridevano.
-aspetta, voi siete quella band famosa…gli one direction giusto?- chiesi indifferente.
Non è che sia una loro fan scatenata, però dovevo ammettere che cantavano davvero bene e che erano anche carini. Li conoscevo bene perchè Sam era pazza di loro, li adorava. Li squadrai bene da capo a piedi:
c’era Liam con il suo magnifico sorriso, Louis con le sue adorate bretelle, Zayn con il suo ciuffo biondo che avrei voluto toccare, anche se sapevo che si sarebbe incazzato, c’era Harry con i suoi riccioli, i suoi occhi smeraldo e le sue adorate fossette e poi c’era lui…Niall! Con il suo stile da ragazzo semplice, con i suoi magnifici occhi che da sempre mi sembravano magnetici, con i suoi capelli biondi che anche se erano tinti erano terribilmente sexy, con le sue labbra perfette, rosee e leggermente carnose che formavano uno dei sorrisi più belli di questo mondo.
So che stando a questa descrizione sembro pazza di loro, ma non è affatto così! Mi piace molto la loro musica e anche loro, però non sono una di quelle che impazzisce solo sentendo pronunciare il loro nome.
Comunque, dopo avergli chiesto se erano gli one direction Harry risponde:
-bingo!- non mi aspettavo una risposta del genere. Ma aspetta, quella voce…mi sembrava di averla già sentita.
-si, siamo noi!- disse poi Louis.
-waw, sei la prima ragazza oggi che non ci salta addosso chiedendoci una foto e un autografo!- scherzò Niall. Lo guardai divertita.
-non ci credi?- chiese ancora.
-no, no! Ti credo! Ora scusatemi, ma devo andare dalla preside, ci si vede, ciao!- li salutai prima di andarmene. Poi quando furono lontano mi girai.
-comunque io sono Alex!- e dopo aver detto ciò, sparii in uno dei tanti corridoi.
Bussai alla porta dell’ufficio della preside e sentii un leggiero avanti. Entrai e la vidi seduta alla scrivania che firmava una pila di fogli alta tre metri.
-signorina Evans, ci sono 5 nuovi alunni e spetterà a lei fargli da guida ok? Se vuole porti anche la sua amica, la signorina Carter! All’intervallo ve li presenterò. Fatevi trovare nella 4^D! Ora se ne può anche andare, via!_ gracchiò quella stron…ehm…quella tonta della Franck.
Uscì e tornai in classe, pensando di dover occupare le ore successive facendo da guida a 5 sfigati. Passarono due ore e poi suonò l’intervallo.
Durante storia avevo avuto l’occasione di raccontare a Sam dell’arrivo di 5 nuovi ragazzi, omettendo la parte sui one direction, e lei non ne sembrò molto entusiasta.
Tutti uscirono e noi due ci dirigemmo nella 4^D.
-bene ragazze, i nuovi compagni arriveranno a momenti!- disse tutta tranquilla la preside. 
-senta, io non ho proprio voglia di fare da guida a 5 sfiga…- Sam si interruppe subito quando entrarono nella stanza 5 ragazzi che sembravano Dei.
-loro so…sono gli one direction!- finì prendendomi il braccio un po’ troppo forte, perchè stavo diventando bianca.
-Sam…mi stai fermando la circ…circolazione!- dissi con voce strozzata.
-si, è vero! Stai diventando pallida.- scherzò Zayn.
-scusami Alex, ma è che io…loro…qui!-disse convinta di aver parlato normalmente.
-certo, ho capito tutto, ma ora mi puoi lasciare?- domandai ironica al limite del respiro.
Lei mi lasciò e poi la preside continuò.
-bene, le presentazioni dopo! Ragazze vedete di non farli impazzire! Buona fortuna.- disse prima di uscire sculettando.
-stonza!- aggiunsi quando se ne fu andata. Tutti risero.
-abbastanza!-aggiunse Liam ridendo.
-oh, non sai quanto!- concluse Sam.
Dopo una leggera risata mi posi un problema leggermente più grande.
-bene, da dove usciamo? Noto che la porta è bloccata.- dissi indicando la porta che era quasi abbattuta dalle fan.
-c’è la finastra!- specificò quel matto di Harry. Si, era veramente matto! Io non mi sarei mai calata dalla finestra.
-ma sei fuori? Neanche morta! Non mi calerò dalla finestra del secondo piano.- mi rifiutai. Subito dopo mi guardai intorno per ottenere il consenso degli altri, ma erano gia a mezz’aria sull’albero che penetrava all’interno dell’aula.
-ragazzi, vi prego! Ho le vertigini e non ci riesco!- li implorai, ma troppo tardi. Erano già giù.
-dai, provaci almeno!- mi incoraggiò Niall che era rimasto dietro di me. Che carino, mi ha aspettata!
Provai a dargli ascolto e misi un piede all’albero, ma la pancia iniziava a far male, le gambe tremavano e la testo girava solo a guardare di sotto.
Allora mi aggrappai subito al robusto tronco convinta a non mollarlo finché i miei piedi non toccheranno terra.
-no, no, no! Non ci riesco!- dissi cingendo saldamente quel pezzo di legno e chiudendo gli occhi.
Dopo circa due secondi sentii delle calde mani che cercavano di staccarmi dall’albero, aprii gli occhi e vidi Niall in bilico che mi aiutava a scendere.
-tranquilla, chiudi gli occhi.- mi disse prendendomi in braccio. A quelle parole mi lasciai trasportare da lui e richiusi gli occhi poggiando la testa nell’incavo del suo collo.
Quando tornammo a terra il mio cuore tornò a battere regolarmente al suo posto e non più in gola. Guardai subito il mio salvatore dritto in quei pozzi cristallini che lui chiama occhi annegando al loro interno.
-eh ehm… sappiamo che gli occhi del nostro Niall sono una cosa magnifica, ma non consumarlo!- scherzò Louis. A quelle parole le mie guance si tinsero di rosso e lui subito mi rimise a terra.
-grazie!- lo ringraziai sinceramente. Lui mi guardò per poi sfoggiare un sorriso capace di ucciderti.
-di niente! Io sono fatto apposta per salvare le belle ragazze come te che hanno paura di cadere.- rispose facendomi l’occhiolino. In quel momento giurai di essere diventata del colore dei pantaloni di Lou, rosso fuoco.
Subito dopo entrammo nella scuola e facemmo il giro mentre io gli mostravo le aule.
-prego signori. Se guardate alla vostra destra potrete ammirare l’aula dove una rana stava per saltare nella bocca della Clerck, ovvero l’aula di scienze.- tutti scoppiarono a ridere sonoramente .
-invece alla vostra sinistra si può notare l’aula della A, completamente piena di troie che te la danno se gli chiedi soltanto l’ora- altre risate.
-poi c’è la B, dove si può affittare un banco per una comoda dormita accompagnata dalle noiosissime spiegazioni della Higgins, una ultra 70enne. E infine la C, dove siamo noi, e… se hai capito il concetto, perchè sei intelligente, potrai navigare, messaggiare illimitatamente! No, veramente! Abbiamo fatto installare un collegamento internet proprio sotto alla cattedra e da 5 anni a questa parte non se ne è accorto nessuno.- conclusi.
Mi guardai intorno e vidi che erano tutti completamente occupati a contorcersi dalle risate e per poco non cadevano a terra tenendosi la pancia.
Dopo vari “tour scolatici”, suono la campanella. Tutti uscirono dalle aule dirigendosi frettolosamente verso la porta come bufali e noi non facemmo altro che seguirli a ruota.
-potremmo fare qualcosa uno di questi pomeriggi se ti va?-  mi chiese Niall appena fummo fuori. Io lo fissai mentre gli altri ricominciarono a contorcersi dalle risate di nuovo.
-non eri mai stato così diretto amico!- disse Liam tenendosi la pancia.
-ma non quel tipo di cose, idioti! Non dargli retta Alex, sono fatti apposta per rovinarmi la reputazione.- si giustificò. Si, in effetti le sue parole avevano un doppio senso, ecco chiamiamolo così.
-ho capito, tranquillo! E comunque va bene! Ti do il mio numero, così potremo sentirci, anche se ci vedremo tutti i giorni a scuola.- dissi prendendo una penna dalla mia borsa e scrivendo il mio numero sulla sua candida pelle del braccio.
-ok, grazie mille! Ci si vede, ciao!- continuò prima di allontanarsi con i ragazzi.
Lo salutai e poi mi diressi a casa, intenta a passare un pomeriggio a rompermi le palle dalla noia in camera.
 
ANGOLO SCRITTRICE
Salve a tutte ragazze! Come va?
Sono in un ritardo stramegagalattico, scusatemi!!!!!  
Spero vi piaccia il primo capitolo! :)
So benissimo che non è il top dei top, è solo un flop!! (ahaha ho fatto la rima).
Comunque vi prego, lasciatemi qualche piccola recensione se vi va; le accetto sia positive che negative!
Così almeno capisco se vale la pena continuarla o no! E se avete consigli non tiratevi indietro!
Ah, ringrazio molto le ragazze che me le hanno lasciate per il prologo, siete magnifiche!!
È ora che me ne vada fuori dalle palle, un bacio a tutte!!! :*
Bea  
  
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