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Autore: Aout    07/04/2013    2 recensioni
Daniel è un ragazzo come tanti.
Ha diciannove anni e frequenta il secondo anno di college, lavora per mantenersi e ama lamentarsi di qualunque cosa gli capiti sotto tiro. Vive una vita normale, anonima e noiosa e, anche se a tratti la trova seccante, diciamo che l’accetta così com’è.
Ecco… peccato che il mondo così tanto "normale" proprio non sia, peccato che di mostri inquietanti ce ne siano a bizzeffe, peccato che perfino lo stesso Daniel nasconda qualche piccolo e trascurabile segretuccio...
Ci siete?
Prendete tutti i personaggi che conoscete, tutte quelle creature soprannaturali che di vivere in pace proprio non ne vogliono sapere, prendete la sete di vendetta e pure una buona dose di calcolo strategico ed ecco che avrete la storia.
Che altro dire?
Vi aspetto ;)
(STORIA SOSPESA almeno fino a quest'estate, quando avrò il tempo di rivedere la trama, la piega che sta prendendo mi piace poco. Chiedo venia a chi mi stava seguendo, ma ritengo di non poter fare altrimenti)
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti, Volturi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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Capitolo 14
Sì certo, come no? Io sono Frankenstein e lui è il mostro di Lockness!

 



 - Non li sto difendendo, Kate, ma sarebbe un suicidio!
Ero seduto ai piedi di una statua raffigurante un’opera d’arte moderna, che fosse un leone con un grosso cappello a cilindro o un albero senza foglie, dipendeva tutto dalla prospettiva. Accanto a me stavano la donna riccia, Tanya, e quella con i capelli scuri, Carmen.
Davanti a me, invece, erano appostati in assetto di guerra gli altri due, Eleazar, e via nuovamente ai nomi impossibili, e Kate.
- Credi davvero potremmo semplicemente rimanere indifferenti?
Continuavano così da… da un po’, in effetti, ed io ero ancora troppo sconvolto per poter intervenire, anche se quello di cui si stava discutendo era il mio destino. Non che tra le possibilità che mi venivano offerte, o “imposte”, visto che non riuscivo ad avere voce in capitolo, ce ne fosse anche solo una buona, eh.
Troppo sconvolto.
 
- Cazzo, questo non va affatto bene.
Intuitiva la bionda liscia, ero davvero colpito.
- No, non è possibile…
- Calmati, noi… troveremo un modo per risolvere la situazione solo… solo non ho idea di come… - Tanya aveva alzato lo sguardo e mi fissava, come a soppesarmi.
Una braciola, io l’avevo detto.
- Ragioniamo. – disse, con una voce ancora più bassa e roca il tipo con i capelli scuri.
- Ragionare? E di cosa vorresti ragionare, esattamente, uh? I Volturi staranno per arrivare qui, ormai! Per Odino!-
- Beh, Kate, sai, non è detto…
Piantatela di fissarmi così, seriamente.
- Hai idea di quando sarebbero venuti a prenderti?
Cosa? Chi? Quando? Dove? Ok, ufficialmente non ci capivo niente. E io odiavo non capirci niente.
La mia espressione dovette farglielo capire.
- Non avrai un potere particolarmente sviluppato, immagino, ma qualcosa avrai visto, no? Sentito, al massimo, qualcosa che ti ha condotto qui, mi sbaglio?
Potere? Ah, fantastico, si cominciavano ad usare termini fumettistici, a posto.
No, non sono sarcastico, sempre meglio una tutina aderente degli Occhi Rossi.
- No. – mi alzai dalla panchina su cui ero ancora seduto, quel discorso andava chiarito. Io dovevo sapere – No, io… io non ho la benché minima idea di cosa stiate parlando. – il che, ormai, avrebbe dovuto essergli chiaro - Perciò, prima mi dite quello che, porca vacca, dovrei sapere e poi vi dico quello che so io. Mi sembra uno scambio equo, no?– non so se fossero più sorpresi loro della mia presa di posizione oppure io. Ma, insomma, avevo appena scoperto l’unico loro punto debole, la paura per gli Occhi Rossi, e come potevo non approfittarne? – Immagino non vogliate avere i Vol… qualcosa tra i piedi, giusto?
Mi risposero quattro sguardi freddi.
Mmh, ottima idea, Daniel, pare tu sia riuscito a renderti nemici gli unici che, in linea di massima, non volevano ucciderti. Sinceri complimenti.
Deglutii e mi imposi di non mettermi a frignare. Insomma, ne sarebbe andato della mia nuova immagine da… da cretino-che-crede-di-poter-prendere-in-mano-la-situazione-e-combina-un-casino, come intuivo da quelle espressione terrificanti.
- Non sei il ragazzo ingenuo e spaventato che sembri.
Frase un po’ troppo stereotipata, ma no, non sono ingenuo, mai detto. Malinformato, al massimo.
 
Ecco, diciamo che poi, quando era iniziato il film dell’orrore vero e proprio, le cose erano andate peggio.
Svenire due volte di seguito era stato un mio record personale, sicuramente.
 
- Siamo vampiri.
Dopo interi eoni, anche se in realtà tutto quel casino non era successo più di una settimana prima, finalmente sorridevo. Dovevo proprio darne atto a Tanya, un’ottima battuta.
Poi… beh, poi mi accorsi che nessuno di loro condivideva la mia ilarità. Carmen sembrava dispiaciuta, quasi.
- No, non è vero. – come mi fosse uscito quel tono allegro, non lo sapevo.
- Daniel…
- Ma questo non è possibile! – e ora arrabbiato. Sempre detto che questa storia mi faceva diventare isterico.
- Voi, insomma non… - no, mentono, stanno mentendo– Insomma è giorno! Volete dirmi che i vampiri possono uscire di giorno? – ottimo, constatazione brillante.
Kate, per tutta risposta, alzò un dito verso l’altro, ad indicare in cielo.
- Nuvole. – disse, con quella tenera ed ingenua semplicità che mi chiarì che no, non aveva ancora capito che non ero un troglodita.
- Ascoltami. Il fatto che sia giorno non ci tocca, la nostra pelle ha una leggera reazione al sole, tutto qui. Possiamo comodamente uscire fuori a tutte le ore.
- Niente bare? – chiesi e lo chiesi perché avevo terribilmente bisogno di chiederlo.
- No.
- Ma voi… voi vi… insomma cosa… - diciamo che questa parte mi spaventava troppo. Non riuscivo a formulare come si doveva quella frase.
- Come ci nutriamo, vuoi sapere questo? – Tanya, sempre più brillante. Ad un mio stentato assenso, continuò: - Di sangue. – e lì cominciai a impallidire. E indietreggiare. – No, aspetta. Noi abbiamo gli occhi dorati perché ci nutriamo solo di sangue animale.
La fissavo a bocca aperta come fosse un alieno.
No, mi spiace, niente alieni in questa storia.
Giuro che tentai di prendere la situazione con razionalità, ma crollai sulla panchina dietro di me.
Qual era la naturale conclusione di quel discorso? La mia mente matematica lo sapeva eccome.
Occhi gialli sta a sangue animale, come occhi rossi sta a … oh, cavoli!
 
Ci vollero due minuti interi perché riprendessi lucidità. Dopodiché, ce ne vollero altri due perché mi convincessi che sì, tutto quello stava succedendo veramente e no, non c’erano possibilità di dimenticare tutto e tornare al mio dolce, dolce college.
Poi era arrivata la batosta. Un’altra.
 
- Hai un potere e i Volturi, Aro, lo vogliono.
 
E li ero svenuto la seconda, memorabile volta.
Adesso, seduto alla base di quella statua, neanche troppo lontana dalla panchina su cui mi trovavo prima, i vampiri “vegetariani”, così si erano ridicolmente definiti, un po’ confusi sul significato ultimo della parola, stavano discutendo il da farsi.
- Ascolta, Kate, non possiamo batterli, non noi cinque e basta, non possiamo. Non possiamo nemmeno chiedere aiuto ai Cullen, non sono certo costretti a darcelo!
- È solo un ragazzo. – mi aveva difeso Carmen. Se non avesse avuto un marito così stronzo, intuivo fossero sposati, mi sarebbe stata anche simpatica. Ma, appunto, pareva che Eleazar volesse darmi in pasto agli squali. Letteralmente.
- No, non è questo il punto. – era intervenuta Tanya – Non possiamo permettere che Aro ottenga ciò che vuole, un veggente. Dobbiamo parlarne con i Cullen e vedere che fare, dopo quello che è successo con Benjamin…
- Sì, ma…
- Driin!
Rimasero tutti fermi un secondo. Solo un secondo.
- Pronto. – poi, Tanya prese il telefono e rispose – Alice… - disse, con l’aria preoccupata. Quella Alice? Quella che Eleazar aveva detto avere il mio stesso potere? Vuol dire che… - Oh. – disse semplicemente Tanya, fissandomi intensamente.
Beh, alla luce delle nuove informazioni, probabilmente assomiglio più a un succulento ortaggio, che a una braciola di maiale.
 

***


Kyle aveva sete. Molta, molta sete. Dove diamine era finito il Bruno?
- Kyle, dobbiamo muoverci. – disse Trey, con la stessa espressione impaziente sul volto che probabilmente aveva anche lui.
- No, è presto, dobbiamo aspettare il segnale.
- Ho sete, Kyle. Abbiamo sete, il Bruno non può pretendere che resisteremo ancora per molto, assiepati qui. – quegli occhi, scarlatti, lo fissavano irati e folli.
Folli sì, la sete li stava facendo impazzire.
Kyle fece spaziare lo sguardo sugli altri, in piedi sulla neve fresca al loro fianco. Tutti pallidi, tutti immobili, tutti assetati. Alcuni guardavano davanti a loro, pregustando già il futuro pasto, gli altri invece fissavano lui, per niente amichevoli.
No, non avrebbe potuto frenarli ancora per molto.
Il Bruno non può pretendere tanto da me, sono troppi. E troppo giovani soprattutto.
- Ancora qualche minuto, poi andiamo. – quella frase sembrò rincuorare Trey, che tornò di fianco ad Abegail, la sua compagna.
Kyle tornò a fissare il proprio sguardo sul cielo di fronte a loro, in attesa.
Il sole, che fino a poco tempo prima era stato coperto da una fitta coltre di nubi, stava lentamente facendosi spazio. Kyle sentì improvvisamente che i suoi raggi caldi gli sfioravano le membra.
Con interesse, osservò la sua mano destra, sollevata davanti a lui. Tanti piccoli cristalli luminosi ne ricoprivano la superficie liscia, parevano diamanti. Kyle si trovò a pensare, come tutte le volte, che quella era una cosa straordinaria, che mai avrebbe smesso di meravigliarsene.
Poi, un suono gli fece alzare la testa di scatto.
Erano passi, veloci. Qualcuno stava correndo nella loro direzione.
Pochi secondi e apparvero i capelli biondi di Alan all’orizzonte.
Il segnale.

 
 


 
Note:ù.ù finalmente si entra nel vivo dell’azione! (+o-)
Beh, non ho molto da dire su questo capitolo… ah, spero che sia risultato sufficientemente chiaro che i pezzi tutti in corsivo sono piccoli flashback…
Ok, adesso vado.
Alla prossima,
Aout ;)
PS Perdonate il capitolo, un pochino più corto degli standard :)
  
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