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Autore: TheRainbow    07/04/2013    2 recensioni
I nani avevano molti usi e costumi particolari, diversi da quelli degli umani, degli hobbit e sicuramente dagli elfi, una serie di tradizioni tramandate di generazione in generazione che si sarebbero probabilmente ripetute per sempre.
Una di queste tradizioni, una delle pių antiche in effetti, era quella di adornare il proprio corpo con anelli o barrette di metallo, quello che noi uomini oggi definiremmo "piercing"...
Genere: Comico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Fili, Kili, Thorin Scudodiquercia
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: Incest
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Note: La storia segue i parametri indicati da Ladynotorius affinchč non sia segnalabile per violazioni e rientri nel regolamento.


Questa non č la versione integrale della fic, che contenedo sesso esplicito incest non poteva essere pubblicata qui, in calce vi rimando alla versione integrale per chi fosse interessato.




I nani avevano molti usi e costumi particolari, diversi da quelli degli umani, degli hobbit e sicuramente dagli elfi, una serie di tradizioni tramandate di generazione in generazione che si sarebbero probabilmente ripetute per sempre.

Una di queste tradizioni, una delle pių antiche in effetti, era quella di adornare il proprio corpo con anelli o barrette di metallo, quello che noi uomini oggi definiremmo "piercing", ma che in realtā aveva in se un significato pių profondo, di forte resistenza al dolore e forza fisica. 

Va da se che un nano era considerato pių forte e valoroso via via che il piercing diventava pių doloroso da applicare, laddove la pelle era pių sensibile risiedeva la vera tempra di un guerriero che non si sarebbe mai tirato indietro davanti al dolore fisico.

 

Tutto iniziō quando Kėli, per puro caso, notō che qualcosa riluceva sulla lingua di Thorin; cogliendo lo zio in un raro momento in cui si concedeva una sonora risata notō un luccichio innaturale che catturō la sua attenzione. Dopo aver espresso le sue perplessitā al fratello maggiore si sentė pure dare dello stupido, perchč in tutti questi anni non si era mai accorto che Thorin portava un piercing sulla lingua.

La cosa per Kėli divenne quasi un'ossessione, giā nutrendo uno smisurato rispetto per lo zio, il fatto che portasse un piercing proprio li innalzava la stima del giovane nano nei confronti del futuro re di Erebor a livelli mai visti prima.

Inutile dire che la vittima di queste deliranti considerazioni era il povero Fėli.

Dopo quasi una settimana che il moro tediava il povero fratello con discorsi sulla resistenza al dolore, al coraggio di quell'atto e alla forza interiore che doveva possedere Thorin… successe che Kėli una sera tornō a casa un po' pių tardi del solito.

"Dove sei stato, si puō sapere?"

Lo rimbeccō Fėli quando finalmente mise piede in camera.

"Ohh da nessuna parte…"

Rispose l'altro con un sorriso beffardo sul volto.

"Kėli…"

E Fėli lo conosceva bene, molto, molto bene.

"Eheh vuoi proprio saperlo?"

Detto fatto, quella giā flebile aura di mistero cadde in pochi istanti mentre Kėli si sbottonava la camicia.

"Ta daaa!"

Disse teatralmente mostrando il petto.

"Ma ch…? E' un piercing quello?"

Constatō immediatamente il maggiore, una fine barretta di metallo riluceva conficcata nel capezzolo del pių giovane.

"Ti piace?"

Disse il moro carico di aspettativa.

"…"

Fėli si limitō a fissarlo con aria rassegnata, poi borbottando qualcosa fece per voltarsi e rimettersi a letto.

"Hey! Guarda che č stato un grande atto di forza!!! Dovresti come minimo rispettarmi per questo Fėli!"

Ribattč il fratello minore, stizzito dal fatto che Fėli non gli avesse fatto nemmeno un complimento, nemmeno una considerazione…

"Mi hai sentito?!"

Kėli si gettō sul letto dell'altro, ma fu bruscamente fermato da Fėli che gli bloccō un polso.

"Sei uno stupido Kėli."

Il moro a quelle parole si pietrificō… ma cos'aveva fatto di male?

"P… perchč Fėli…?"

Chiese smorzando il tono, piuttosto amareggiato dalla reazione del fratello, Durin solo sapeva quando fosse importante per lui l'approvazione di Fėli e in quel momento gliela stava negando per motivi a lui completamente incomprensibili.

"Perchč non č un atto di forza questo, č un voler imitare Thorin, ecco cos'č."

In quel rimprovero si poteva cogliere una punta di gelosia, come per voler ribadire che Kėli era suo, e solo suo.

"E oltretutto non mi piacciono i piercing."

Troncō poi, mollando la presa e rimettendosi a letto.

Kėli, stizzito, si diresse battendo i piedi verso il suo letto, voltandosi dalla parte opposta a quella del fratello.

"Tks."

Kėli ruppe il silenzio che era sceso tra loro da pochi minuti.

" 'Tks', cosa?"

Sibilō Fėli senza nemmeno voltarsi.

"E' che tu hai paura."

Sputō Kėli, quasi con tono di sfida.

"Io non ho paura di uno stupido piercing, figurarsi…"

Scrollō le spalle Fėli.

"Ah io non credo, non hai il coraggio."

Continuō Kėli sulla dura linea che aveva intrapreso.

"Non provocarmi Kėli."

Rispose il biondo a denti stretti.

"Mpf… tanto non avresti mai il coraggio."

Tagliō corto Kėli, tirando su la coperta.

"…"

Nessuna risposta arrivō dal letto del biondo e Kėli, abbozzando un sorrisetto soddisfatto, disse tra se e se di avergliene dette quattro questa volta e che, sicuramente, il vero motivo dello strano comportamento di Fėli era che lui non avrebbe mai avuto il coraggio di sottoporsi a un tale dolore fisico. 

Del resto -come aveva detto il proprietario del negozio- quel piercing era quasi uno dei pių dolorosi, quasi.

 

Passarono almeno ventiquattro ore filate senza che quei due nemmeno si rivolgessero la parola.

Thorin dal canto suo non capiva, ma non era tipo da immischiarsi negli affari altrui, nemmeno in quelli dei propri nipoti, pensō semplicemente che avessero litigato e che presto avrebbero rumorosamente fatto pace. Sė, perchč per quanto scaltri si credessero quei due a Thorin, per la veritā, non erano affatto sfuggiti dei compromettenti dettagli sul loro conto, un po' troppe moine, qualche bacio rubato e degli inconfutabili ansiti in camera da letto. 

Comunque a Thorin non importava molto, era convinto che uno dalla cintola in gių era libero di fare quello che pių gli aggradava ed anche che quei due avrebbero fatto pace molto presto.

 

Quella sera Fėli non rincasō, Thorin continuō a pensare che dovesse sbollire la litigata e andō tranquillamente a letto, mentre Kėli finse di dover fare chissā che cosa e stette ad aspettarlo alzato fino a tardi.

Era notte inoltrata e di Fėli nemmeno l'ombra, sul momento Kėli credette di cedere, era preoccupato in effetti e si sentiva in colpa, ma non voleva mostrarsi debole e forse farsi trovare sveglio quando (e se) Fėli fosse rincasato sapeva molto di scenata tra moglie e marito. Vittima dell'orgoglio e dicendosi tra se e se che Fėli comunque sarebbe tornato presto o tardi (forse cercando di convincersene), si diresse verso le scale, quando un 'clack' secco lo costrinse a voltarsi.

"Hm, ancora in piedi fratellino?"

Fėli era rincasato giusto in quel momento e giusto in tempo per beccarlo ancora sveglio.

"Sė io… stavo…. stavo affilando le spade, tutto qui."

Cercō una degna giustificazione il moro.

"…Alle tre del mattino?"

Sorride Fėli adocchiando l'orologio.

"Sė."

Fu la secca risposta di Kėli, che interpretō ovviamente quel sorrisetto come una presa in giro.

"Be' io me ne vado a dormire, buon lavoro con le tue lame."

Tagliō corto Fėli sorpassandolo e dirigendosi in camera con passo piuttosto veloce.

Ma che fretta c'era, a quel punto, si chiese Kėli, notando un passo un po' arrancante proprio sulla soglia della camera.

Sicuramente non era ubriaco, non era ferito… ma allora perchč quello strano comportamento? Dannandosi per la sua curiositā Kėli mise da parte l'orgoglio e gli corse dietro.

 

"Qualcosa non va, Fėli?"

Sussurrō il moro appoggiato allo stipite, osservando il fratello che sedendosi tirava un sospiro di sollievo.

"Assolutamente."

Rispose questi buttando fuori l'aria dai polmoni.

"Mh… ma qualcosa ci deve pur essere."

Kėli si avvicinō al letto del fratello.

"Qualcosa? Perchč mai? Sono solo stato fuori stanotte tutto qui…"

Rispose Fėli sdraiandosi sul materasso.

"Secondo me tu mi stai nascondendo qualc-!!!"

Kėli, deciso ad intraprendere una via pių "seduttiva" per far cantare il biondo fece per sedersi sul suo bacino, quando questi cacciō un mezzo urlo e lo spinse via bruscamente.

"Ma che diavolo...?"

Kėli si limitō a fissarlo interdetto, cosa diamine aveva fatto di sbagliato adesso? Davvero non comprendeva l'assurda reazione di Fėli.

"Mpf, se le cose stanno cosė: bene. Me ne vado a dormire."

Piuttosto arrabbiato Kėli si alzō dal letto e senza voler sentire scuse si mise a dormire.

Fėli dal canto suo cercō di trovare una maniera per spiegarsi… ma, data la tarda ora, le sinapsi non partorirono nessuna geniale idea se non dire la veritā, e la cosa per il momento era fuori discussione.

Entrambi quindi chiusero gli occhi, con un pessimo umore a fargli compagnia.

 

Un'altra giornata di mutismo, ora Thorin cominciava a seccarsi della situazione. Diede mentalmente ancora 24 ore, massimo, ai due per rappacificarsi, altrimenti li avrebbe chiusi lui stesso nella loro camera.

Fortunatamente dopo una estenuante giornata alla forgia (Thorin ci mise del suo, esasperandoli entrambi), i due decisero di dormire subito dopo cena, con grande gioia dello zio.

"Allora?"

Fu di nuovo Kėli a rompere il mutismo.

"Cosa?"

Fėli fece finta di niente.

"Non fare il finto tonto Fėli e dimmi il perchč della tua reazione di ieri sera."

Kėli lo fissō dritto negli occhi.

"Saranno anche fatti miei."

Fėli interruppe il contatto visivo, levandosi la maglia logora e gettandola in un angolo.

"…Devo… Devo pensare che c'č qualcun altro..?"

Mormorō Kėli, seriamente timoroso.

"Qualcun..? Oh Kėli non essere sciocco."

Rispose stizzito il biondo.

"Sciocco? Non sono io quello che solo ieri ha rifiutato qualsiasi contatto fisico, ti ricordo!"

Kėli alzō pericolosamente il tono.

"Shht, stupido di sotto c'č zio Thorin…"

Cercō di calmarlo il maggiore.

"Che senta! Sono stufo di litigare Fėli! O mi dici che diavolo hai combinato ieri sera o giuro che con me hai chiuso!!!"

Al moro vennero quasi le lacrime agli occhi nel dire quelle parole, ma del resto il suo Fėli si stava comportando in maniera troppo strana.

"Hmmmm…"

Il biondo sbuffō, slacciandosi i pantaloni.

"Allora!?"

Gli urlō conto Kėli.

"Ecco!"

Fėli calō pantaloni e intimo.

"…ma quello č..?"

Kėli non poteva credere ai suoi occhi.

"Si, č proprio quello che sembra, un fottutissimo piercing."

Fėli quasi sputō l'ultima parola, calcando sul fastidio che quel piccolo  oggetto gli dava, a questo punto anche fisicamente oltre che mentalmente.

"Io…"

Kėli non riusciva a staccare gli occhi da quel mezzo cerchio metallico che riluceva proprio lė. E dire che lui non aveva avuto il coraggio di sottoporsi ad un dolore simile… e invece Fėli che diceva di detestare i piercing lo aveva fatto a mente fredda in meno di una giornata.

A questo punto il moro avvampō, per tutta una serie di motivi… 

Lo aveva fatto per lui, per dimostrargli che non era un codardo, e anche che alla fine era una cosa stupida. 

Lo aveva fatto sicuramente contro voglia, ma lo aveva fatto ugualmente, e a questo punto fu proprio Kėli stesso a sentirsi infinitamente stupido.

Aggiungiamo poi il fatto che a Kėli i piercing piacevano, e molto, e che quello se ne stava proprio lė...

 

"Kėli dė qualcosa… mi sento giā abbastanza stupido…"

Il biondo con voce roca distolse Kėli dalla sue elucubrazioni, riportandolo alla realtā.

"Ah… hem…"

In realtā Kėli non sapeva da dove cominciare. Oltre a sentirsi un totale idiota, alla luce dei fatti, la cosa lo attizzava terribilmente…

"Lo hai fatto per… hehm…"

Iniziō incerto il moro, dardeggiando con lo sguardo tentando di non fissare il piccolo oggetto metallico.

"Per te, idiota. Certo e perchč sennō? Almeno l'avresti fatta finita con certe idiozie…"

Lo riprese Fėli, quasi come se lo stesse sgridando.

"S-scusa…"

Kėli non sapeva seriamente che altro dire.

"Sė, continua."

Lo spronō Fėli, e a dirla tutta ne aveva tutto il diritto.

"Sono… stato uno stupido e…"

Kėli incespicō con lo sguardo un paio di volte tentando di non guardare il piercing, fallendo miseramente.

"E avevi ragione… volevo emulare Thorin… credo…"

Borbottō poi.

"Mh, poi..?"

Fėli sentiva che c'era dell'altro, una frase in sospeso.

"Be' se… se devo dirla tutta…"

Kėli puntō lo sguardo verso il basso, a risalire dove risiedeva il "punto di interesse".

"Dė, prego."

Lo assecondō il biondo, cogliendo dove voleva andare a parare.

"E'… maledettamente eccitante."

Concluse, umettandosi distrattamente le labbra.

"…Sei senza alcuna speranza Kėli, lo sai vero?"

Rise il maggiore, a metā tra l'intrigato e lo sconsolato.

"Ohh Fėli! Posso… farmi perdonare?"

Il moro si avvicinō con sguardo famelico al fratello.

"Ah e co-Ohooo! P-per Mahal…!"

Senza che lo potesse in alcun modo contrastare, Kėli si era inginocchiato davanti a lui e stava "facendosi perdonare" come meglio poteva… Nemmeno a dirlo il piercing era il reale destinatario delle sue attenzioni.

"Ahhn…Kėli…"

Gemette il suo nome, non voleva, ma non poteva farci niente. Non voleva dargliela vinta cosė facilmente, ma Durin solo sapeva quanto fosse bravo quel maledetto con la lingua.

Il moro sorrise sottecchi, continuando l'esasperante gioco, tornō poi a riversare la sua attenzione sul piercing, lo sfiorō appena e lo fece muovere scatenando degli ansiti nel proprietario dell'oggetto. Dolore o piacere, forse entrambi, ma a Fėli sembrava non dispiacere affatto.

"Devo pensare che ti piace?"

Soffiō caldo il moro, puntando ovviamente verso il piercing.

"Mi… mi piace qualsiasi maledetta cosa tu faccia con quella lingua… quindi vedi di muoverti."

Rispose Fėli sorridendo e trattenendo a stento i gemiti mentre questi riprendeva il suo meticoloso lavoro la sotto.

 

Adocchiando il muro a meno di un passo di distanza dalla schiena di Fėli, il moro ce lo spinse contro con una certa decisione, aumentando se possibile l'aspettativa del biondo che vide il gesto come l'ennesima intrigante provocazione.

Subito dopo riprese il suo gioco…

Il biondo dovette coprisi la bocca con il dorso della mano per stroncare quegli alti gemiti che rischiavano ovviamente di giungere sino al piano di sotto (dove, per la cronaca, Thorin tirava un sospiro di sollievo dopo averli ovviamente sentiti).

Kėli stava proprio dando del suo meglio, per trattenersi si intende e per portare vicino al limite il fratello giocando solo ed esclusivamente con la lingua, fino a che un basso e frustrato gemito del biondo, quasi un'implorazione a dirla tutta, lo convinse a smettere con i "convenevoli".

La veritā, di nuovo, era che quel piercing aveva catturato il 99% della sua attenzione.

Sorrise incollando uno sguardo a dir poco famelico dritto negli occhi di Fėli, il quale deglutendo non aveva altra scelta che lasciarlo fare...

Il moro come tutta risposta tirō nuovamente l'anellino metallico, con non poco disappunto nel proprietario.

"Ahhh! Kėli s-smettila!"

Sibilō il biondo scosso da un fremito.

"E' dolore o piacere?"

Disse pacato l'altro, da sotto.

"N-non lo so… entrambi c-credo…"

Ansimō l'altro sincero.

Non ci volle altro per mandare una scarica di eccitazione dritta al cervello di Kėli, che finalmente si decise ad accontentare il fratello.

 

A Fėli rimanevano pochissime carte da giocare ormai, cercō di trattenersi il pių a lungo possibile, ma quando Kėli si concesse un lungo e lascivo "Mmmh~", ovviamente cedette.

"Sono perdonato?"

Esordė in fine il moro, asciugandosi la bocca col dorso della mano, giusto per non smentirsi mai.

"Ma certo idiota…"

Sorrise Fėli abbassandosi per rubargli un bacio a fior di labbra.

"Quindi… non ti dispiace se per il secondo round ci spostiamo sul letto?"

Ricambiō il sorriso furbetto l'altro.

"Oh no no, certo… ma prima voglio liberarmi di questa tortura."

Chiarė Fėli decido a levarsi quel fastidioso oggettino metallico.

"Ma…!"

Kėli tirō fuori la sua faccia da cucciolo.

"Ma un corno, se ci tieni prendilo tu."

Tagliō corto il biondo, afferrando il fratello e buttandolo sul letto.

 

Non l'avesse mai detto.

 

L'indomani le acque in casa Durin si erano decisamente calmate, con grandissima gioia di Thorin soprattutto. 

Ovviamente quella calma era destinata a frantumarsi quando Kėli rincasō con un sonoro "Buongioooorno~" che non prevedeva nulla di buono.

Infatti il moro afferrō svelto il biondo e se lo tirō dietro in camera da letto, calō le braghe e urlō un "ta-daaaa!".

 

"…Per Durin, cosa ho fatto di male?"




Link a AO3 qui:  http://archiveofourown.org/works/748690
Per recensire la storia integrale vi rimando al mio profilo EFP, li č linkato l'altro sito dove pubblico a rating Rosso.
Aly <3

  
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