Film > The Phantom of the Opera
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Autore: StarFighter    14/04/2013    0 recensioni
In un momento così solenne non riusciva a far altro se non pensare a quell’uomo,a lui, a colui che l’aveva scottata con la fiamma della sua violenta passione, l’ombra che l’aveva amata fino a morire: Erik.
Cosa è accaduto dopo che Christine è scappata dall'opera con Raoul? Che fine ha fatto Erik? E Christine sarà proprio convinta della scelta che ha fatto? -Ecco quello che ha partorito la mia mente in risposta a queste domande!- Buona lettura ;)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Christine Daaé, Erik/The Phantom, Madame Giry, Raoul De Chagny, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 5 : Here without you

-Pov  Erik-

Cinque mesi. Cinque mesi erano passati da quando l’aveva vista l’ultima volta. Beh, da quando l’aveva vista realmente, perché lui la vedeva ogni notte nei suoi sogni, o meglio incubi. Svegliarsi ogni giorno era come morire ripetutamente: sognava di stringerla tra le braccia, di baciare le sue labbra morbide,di averla al suo fianco, finalmente solo sua, di nessun altro… nessun damerino sbarbatello tra i piedi,nessuna madame Giry contrariata; solo lui e la sua musa. Ma al risveglio, lo scoprire che era tutto frutto, per l’ennesima volta, della sua immaginazione, lo uccideva. Era come ricevere infinite stilettate al suo già martoriato cuore. Lo starle vicino l’aveva reso debole, in tutti i sensi. Non aveva sue notizie da mesi:le ultime voci che erano giunte fin nel buio del suo nascondiglio, la volevano felicemente fidanzata con il rampollo De Chagny e prossima alle nozze. Tutto ciò voleva solo dire che lei l’aveva dimenticato, nonostante avesse promesso di non farlo. Le aveva offerto il suo cuore, diviso in quattro parti e lei l’aveva preso e l’aveva usato finché le era piaciuto, poi l’aveva buttato via. Ma nonostante tutto non serbava rancore nei suoi confronti , era solo seccato di quella situazione: prima dell’arrivo di Christine all’opera, la sua vita, seppur vissuta nei meandri della società parigina, era trascorsa al riparo dagli sguardi della gente , tra un’azione turpe ed un’altra … non s’era mai preoccupato delle sue azioni. Ma da quando la piccola Daee era entrata nella sua vita s’era sentito quasi in dovere di rendere conto della sua condotta a lei e ai suoi occhi limpidi come i cieli della Persia, che lo imploravano di non commettere più atrocità. Ricordava ancora come l’aveva guardato dopo la morte “accidentale” di Joseph Bouquet : il suo sguardo tradiva terrore nei suoi confronti, ma anche pena per la sua anima, che sicuramente, dopo essere uscita da quella orrenda prigione che continuava a chiamare corpo, avrebbe bruciato all’inferno per l’eternità.

Il pensiero costante di Christine lo aveva spinto ad allontanarsi dal suo regno,almeno finché non si fossero calmate le acque: sulla sua testa pendeva ancora una taglia di mille franchi. Poi però l’annuncio della sua morte era apparso sul giornale più letto di Parigi, e i suoi problemi erano finiti: nessuno lo aveva più cercato. Aveva però, deciso comunque di andarsene. Tutto all’operà le ricordava lei, la sua voce, i momenti passati insieme a deliziarsi con la dolce musica, che lui scriveva solo per lei. Ma tutti gli sforzi che aveva fatto per disintossicarsi da lei, dalla sua costante presenza,non erano serviti a nulla. L’aveva estirpata dal suo cuore, come si fa con un’erbaccia, ma quella aveva rimesso radici dopo poco tempo. Non avrebbe mai trovato un rimedio a quel male d’amore:purtroppo Christine era entrata nel suo cuore e non se ne sarebbe più andata.

Per distrarsi, aveva tentato di scrivere una nuova opera, ma ogni giorno ricominciava daccapo, poiché alla sera, prima di addormentarsi sfinito da qualche parte, distruggeva,in preda alla follia, ogni spartito.

Purtroppo, Orfeo aveva perso la sua amata Euridice. Lui, da sempre al servizio della musica,non riusciva più a comporre niente di decente, o che quantomeno si avvicinasse alle sue opere precedenti. L’ispirazione era andata via la notte dell’incendio,insieme a Christine.

Ora viveva nascosto dal resto dell’umanità a Villemomble, in una vecchia cascina abbandonata. Nessuno aveva notato il suo insediamento in quella casa, nessuno se n’era accorto: era arrivato lì di notte, con il favore delle tenebre. Viveva in quel buco già da diversi mesi, ma non si sarebbe mai abituato a tutto quello: l’agio e il comfort della casa sul lago gli mancavano. Ora che non c’era nemmeno più madame Giry a procurargli di che vivere, s’era dovuto ingegnare. Appena scendeva la sera, piazzava delle piccole trappole tutt’intorno  alla casa e al mattino recuperava quelle poche bestiole che, sfortunatamente per loro ,capitavano nei suoi tranelli. Infondo era sempre stato bravo con i nodi e i lacci.

Quello stesso giorno, andando alla sua solita visita alla tomba di Gustave Daee, l’aveva vista e il suo povero cuore aveva perso un battito: bellissima ed eterea come sempre, ma con un’infinita tristezza negli occhi. L’aveva osservata per diversi minuti, in cui lei aveva parlato con il padre, forse,ma la distanza che li separava non gli aveva permesso di ascoltare quello che diceva. Dalla sua faccia stravolta, però, aveva capito che doveva essere qualcosa di grave: sperò per quello sciocco damerino che non fosse colpa sua,altrimenti, l’avrebbe raggiunto ovunque e glie’avrebbe fatta pagare per ogni lacrima che la sua pupilla aveva versato. Quando Christine s’era alzata per avvicinarsi all’entrata del mausoleo, lui, fulmineo come un’ombra aveva depositato la rosa ,che aveva raccolto dal roseto vicino alla cascina, dove lei s’era inginocchiata. Poi,sempre silenzioso come un fantasma, aveva voltato le spalle al suo eterno amore  e con l’anima stretta in una morsa letale era tornato sui suoi passi.

Ma all’improvviso, un grido aveva squarciato il perenne velo di silenzio che aleggiava su quel luogo solenne. Il suo nome era risuonato  nella quiete eterna del cimitero, tra le lapidi grigie. S’era fermato, con il cuore che gli batteva nel petto come un forsennato, indeciso sul da farsi: tornare indietro o continuare per la sua strada?

Meglio per entrambi se non si fossero visti mai più, quindi aveva continuato a camminare verso l’uscita anteriore del cimitero. Se n’era pentito subito.

Ma ora era lì, fermo ad osservare la lettera che madame Giry gli aveva fatto recapitare. L’aveva letta e riletta, per farsi entrare nella mente quelle parole, che per lui in quel momento non avevano senso: “Christine sta tornando da te! Sa dove sei,verrà a cercarti. A te la scelta…”

Come? Christine, la sua adorata musa, il suo angelo, tornava da lui, dopo averlo abbandonato?!? Non poteva essere, e poi perché? Sicuramente voleva il suo perdono, voleva mettersi l’anima in pace prima di convolare a nozze con il visconte … forse voleva anche la sua benedizione! Poi se ne sarebbe andata di nuovo e l’avrebbe abbandonato come un tempo; ma non sapeva se quella volta sarebbe riuscito a sopportare tutto quello che aveva passato negli ultimi mesi. Questa volta sarebbe morto sicuramente … e poi lei lo cercava, ma lui non sapeva se voleva vederla. Forse questa volta sarebbe stato lui a ferirla, non si sarebbe fatto trovare!

Rimuginare sulle cose non era mai stato nel suo stile; forse a volte aveva meditato vendetta, ma soffermarsi troppo sul da farsi non era da lui … di solito agiva d’istinto! I suoi pensieri erano veloci e chiari, quanto il laccio del suo punjab era fulmineo e letale.

Così su due piedi decise di dover abbandonare la cascina di Villemomble, madame gli aveva detto che Christine sapeva, quindi sarebbe venuta a cercarlo proprio lì. Lui intanto sarebbe tornato nel suo regno a prova di intrusi. Forse lì non l’avrebbe cercato, ma anche se fosse tornata nel luogo dove tutto era cominciato, avrebbe trovato solo distruzione e ciò l’avrebbe dissuasa dall’avventurarsi nella dimora sul lago. Sperava che le cose andassero così …

Racimolò le poche cose che aveva portato con sé, indossò la mezza maschera, sua compagna di vita, e poi sedette allo scrittoi e intingendo la penna nel calamaio scrisse poche righe a madame: << Il fantasma dell’opéra è tornato…>> la Giry avrebbe capito.

Lasciò ,con il favore della notte,Villemomble per tornare nel cuore della civiltà, dopo mesi di isolamento. Parigi, crogiuolo di tutti i vizi e le perversioni, lo credeva morto, ma non sapeva che, infervorato da quella lettera, lo spietato figlio del diavolo stava tornando!

 

 

Angolino di Farah: allora che dire… nulla! Nonostante sia breve questo capitolo mi piace e spero piaccia anche a voi. Come vedete Erik, mon amour, sta tornando all’attacco, beh per la verità si sta andando a nascondere per l’ennesima volta, ma non conosce bene Christine, se crede che si farà fermare da qualche specchio rotto e vecchi mobili bruciati! Cmq siamo vicini all’epilogo che, ispirazione permettendo, arriverà entro settimana! Buona lettura e spero che tu, caro lettore, lasci una piccola recensione! ;)

   
 
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