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Autore: AlexEinfall    14/04/2013    1 recensioni
La natura rifuge il vuoto. È una legge universale che vale ancora per un angelo che non esiste più. Castiel tenterà un'ultima, disperata azione, prima di arrendersi alla fine.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Settima stagione
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Titolo: Horror Vacui. Natura abhorret a vacuo
Introduzione: La natura rifuge il vuoto. È una legge universale che vale ancora per un angelo che non esiste più. Castiel tenterà un'ultima, disperata azione, prima di arrendersi alla fine.
Genere: Angst
Rating: Arancione
Avvertimenti: Nessuno
Fandom: Supernatural
Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Coppie: Slash (accennato)
Declaimer: I personaggi non mi appartengono e il loro uso non è a scopo di lucro.
I versi della canzone sono estratti da "Sogni Risplendono" (Linea 77 feat. Tiziano Ferro).
Grazie a Dominil B per questo contest.



HORROR VACUI
Natura abhorret a vacuo


E non ho più ombre da uccidere
E non ho più forza per restare qui
Sa di lucidità e di insana fobia,
come aria invisibile
confondo tutto




"Io sono un Dio giusto" dici al tuo riflesso, che sembra ghignare nel fluttuare limpido.
Senti la leggerenza del tuo corpo quasi sospeso sull'acqua e senti l'odore della vita sotto i tuoi piedi, che guizza e si dimena gonfiando i fondali a centinaia di metri di profondità.
Ora diresti che le tue vie sono infinite e misteriose, ma serri le labbra in un mutismo disperato. Un sorriso non tuo spunta aguzzo poco sopra il dorso di uno squaletto bianco.
I tuoi occhi si spalancano e quasi si confondono con l'acqua salata. Li senti bruciare.
La gola si serra e il vuoto irrompe in ogni tua cellula. Sei così amplificato in questo mondo che ti stai dissipando al vento.
Tremi e i pugni si serrano, stillando lampi bianchi come se trattenessi una tempesta per ogni mano.
La giustizia non c'entra nulla.
Ti porti le mani alle tempie nel tentativo di far tacere il mormorio, ma la fuga di idee sembra usare come autostrada la tua stessa Grazia. Sai che è lì raggomitolata in fondo a non sai dove, nel buio braccata dall'oscurità.
Ogni laccio si è spezzato e tu sbatti alla deriva dei flutti, nave senza ancoraggi e bandiere, scialuppa di salvataggio senza passeggeri.
Naufraghi tra le urla delle anime che hai assorbito.
Puoi fare solo una cosa, una lieve interruzione che hai imparato presto ad usare come scappatoia vigliacca. Apri la camicia strappando i bottoni e poggi un palmo sul petto.
L'esplosione ti apre un buco nel torace, stillando sangue e frammenti d'osso.
Mentre cadi nell'acqua e riemergi galleggiante, il viso rivolto al cielo e gli squali in circolo intorno alle tue membra, senti che ti stai ricomponendo.
Sei Dio e neanche tu stesso puoi porre fine alla tua presenza.
Eppure in quei pochi secondi di lucidio, assoluto, universale dolore riesci a percepire la tua Grazia baciarti le palpebre e il profumo dell'Impala annegarti nelle narici.
"Non sei tu, Cass."

Galleggi alla deriva, il moto marino che ti guida attraverso le terre. Nelle orecchie hai acqua e sale e le vibrazioni di una vita che non vuol fermarsi.
I pesci ti stanno lontani, poiché ogni creatura teme il tuo tocco e tu sei come un invisibile stop all'esistenza.
Senti questa nuova creazione nella tua essenza gonfiarsi, schiacciare la tua Grazia e afferrare ogni parte di te, agganciandoti con corde tese e strette. Senti tutta questa energia, fatta di anime urlanti e storie raccapriccianti, fondersi e collegarsi ad un mondo di vita che ti esclude.
Sei al largo dei poli. Piccoli frammenti di ghiaccio si sciogliono sulla pelle, sfrigolando nell'incandescenza che emani. Se solo volessi, potresti surriscaldare il globo, accellerando la decandenza umana. Ma non lo fai. Non riesci a distruggere tutto questo.
Forse ci sono ancora.
Mentre ti ripeti questo mantra incerto, chiudi gli occhi e ascolti la vita.
Una foca, a chilometri da te, sta morendo sul ghiaccio e il suo sangue sta macchiando le mani bianche di un bambino dagli occhi lucidi.
Lo senti.
Molto più lontano, un ragazzo si è perso nella giungla e stringe i denti contro la terra selvaggia, arrancando in cerca di casa. Profumo di pioggia.
Lo senti.
In un'auto ammaccata un'anima sta mordendo se stessa, divorandosi silenziosa la coda e sperando di trovare un modo per giungere alla testa. Dean.
"Ti sento."
Spalanchi gli occhi e ti sollevi sulla superficie di quest'oceano di vibrazioni.
Una lacrima sfrigola silenziosa e la raccogli con l'unghia lucida.
E' nera come il petrolio che qualcuno sta versando in un torrente.
E' nera come la patina che ti circonda la Grazia.
E' nera come le ombre delle tue ali vaporizzate.
Come gli incubi di Dean.

La natura ti respinge.
E' una sensazione che nessun essere può comprendere, ed è questo che più ti distrugge. Quando eri un angelo ogni cosa sembrava rispondere alla tua Grazia, come illuminata al tuo passaggio. I fiori avevano un lieve sussulto e il cielo vibrava di vita. Come energia collegata al cosmo, potevi trovare la pace anche nell'Inferno più oscuro.
Anche in Purgatorio.
Ma qui, ora, sei ciò che non dovrebbe essere, sei l'inesistenza che sfida le leggi naturali, sei il mostro alla fine di ogni libro.
Sei la fine.
Ti lasci sprofondare nell'oceano e ti rannicchi in un vulcano sottomarino, lasciando che la lava si condensi nelle tue membra e i gas tossici ti consumino la carne.
Neanche così riesci a svanire.
Circondato dalle bolle e dai ricordi, senti il caldo tocco dell'umanità che hai assaggiato, delle braccia di Dean che stringono il fratello, dei suoi morsi al labbro e dei rimorsi negli occhi.
Tutto questo ti manca.

Hai sensi che confondono
Solo rabbia da estinguere
Senti che rompi tutto ciò che hai intorno ma senza urto

Non sai come sia successo. Barcolli e poggi le spalle al muro. Non sai quando sei giunto qui, nel salotto di Bobby, né da quando Dean ti sta fissando.
Sai solo che i suoi occhi sono fessure pericolose, che il mare è un ricordo lontano, che devi aver fatto qualcosa di davvero sbagliato.
Ancora.
Cerchi di mettere assieme i pezzi, ma quel suo sguardo è capace di smontare ogni intenzione. Forse ricordare non è ciò che vuoi davvero, forse vorresti solo precipitare.
Non importa l'atterraggio.
"Dean..." sussurri sgomento.
Deve esserci qualcosa nella tua voce, qualcosa che tu non senti, ma che riesce a toccare un punto irraggiungibile nel suo cuore, perché i due cristalli verdi si aprono come se il buio li illuminasse.
"Io...Cosa...?" balbetti.
E lo vedi esitare, stringere i muscoli per impedirsi di fare qualunque movimento.
Sembra stremato.
"Hai appena cercato di farmi esplodere" ti dice e ti affonda, in un sol colpo.
"Mi dispiace."
Provi repulsione per le parole umane, capaci di emozionare e allo stesso tempo insufficienti a rendere degno riconoscimento al rimorso che provi.
"Sei tu, ora?" chiede con un filo di labile speranza.
"Sì" rispondi incerto.
Serra le mascelle in quell'istintivo tic che hai imparato a riconoscere bene.
"Ottimo" afferma gelido. "Allora sparisci."
Qualcosa nel volto lo tradisce e allo stesso tempo ti fa implodere. Vedi il tremolio delle labbra, la fuga lieve dello sguardo, le vene del collo ingrossate pericolosamente, le pupille troppo dilatate. Ma, soprattutto, lo senti: Dean ha paura.
Anzi, ha il terrore di ciò che sei, la minaccia della tua esistenza, più di quanto abbia mai temuto ogni altra cosa, più di Lucifer e Michael, più dei mostri che ha visto da piccolo.
Dean ha paura di te perché sei tu e sei l'emblema del disastro che porterà al nulla.
Sei il vuoto.
Alzi occhi feriti su di lui e una preghiera ti esce dalle labbra.
"Uccidimi."
Ingoia aria e indietreggia, involontariamente.
"Uccidimi, Dean."
E sai che lui non potrà mai.
"Uccidimi o distruggerò questo mondo" ringhi, mentre senti le anime che hai ingurgitato ribellarsi meschine.
Cerchi il controllo, ma devi poggiarti ad un mobile per non cadere. Il legno va in frantumi sotto la tua mano.
Tutto ciò che tocchi muore.
"Lo faresti? Se fosse possibile, mi finiresti?"
"Sì." Nessuna esitazione, denti stretti e occhi a spillo.
Il sorriso che gli rimandi è debole e bianco, sfinito.
"Se avessi saputo come fare, saresti già morto" ringhia. "Tu non esisti più."
La voragine nel tuo petto si spalanca e stai per precipitare. Ondeggi spasmodico e un tremito ti scuote la mente. Stai spofondando nel vuoto, ma prima di andare hai bisogno di una risposta.
Sudi freddo e avverti un'emozione quasi umana. Vorresti cancellare ogni cosa, ripulire le tue impurità, battezzarti alla luce di una nuova alba e sentire Dean ridere delle tue imperfezioni ingenue.
Vorresti aggrapparti alla sua forza vacillante, sentire la terra sotto i piedi e le mani sulle spalle. Ma il buio ti serra la gola.
"Dean" mormori trascinando le parole nella fatica di emettere un fiato. "Mi aspetta il nulla. L'unica speranza che mi resta...è il tuo perdono." Finalmente alzi gli occhi afflitti e incontri i suoi. "Almeno tu...ci sarai?"
Uno sguardo basta perché il suo cuore perda un battito e la tua Grazia un po' d'energia.
La sua esitazione è un proiettile che ti affonda, indebolendoti abbastanza da farti perdere il controllo.

Semplicemente, ti arrendi.

Non può muoversi, stretto in una morsa indistruttibile nell'anima e nel corpo, le spalle incassate nel muro. L'intonaco si è sgretolato quando lo hai sbattuto contro quella superficie che ti sembra di marzapane.
"Cass..."
Prova ancora a pregarti, a denti stretti e labbra infiammate, a cuore distrutto e mente annebbiata. Non ha più paura di quanto potresti fargli male, teme solo che tu possa svanire. Se potesse, ti ucciderebbe pur di non vederti morire così, in una resa che non rende alcun omaggio all'angelo che eri, al ribelle per l'umanità.

Io ti ho salvato, Dean.
Ora, tu lo distruggerai.

Le mani sulle spalle, lo tieni fermo, incatenato al tuo volere.
Avvicini le labbra alle sue e i vostri aliti creano una strana condensa. Forse la vedi solo tu.
Ma non importa.
Nulla importa.
Suda freddo e le ossa tremano contro il suo volere. Ma c'è qualcos'altro: il vuoto gli divora il petto.

Tu mi hai salvato, Dean. E io ti ho morso la mano.

"Sei solo un uomo ed io sono Dio" ringhi sulle sue labbra. "E quando avrò concluso la mia opera..."
Rincollerò i pezzi, Dean, te lo giuro.
"Ti prostrerai al mio volere, Dean, te lo ordino."
Il pomo di adamo ha un sussulto e gli occhi verdi si riempiono di liquido salato. Le iridi annegano in un oceano diverso, un oceano che ti manca.

Dean.

Urli attraverso le maglie della tua prigione, ti sgoli l'anima, ma nulla traspare dal volto di un corpo ormai in preda ai mostri.
Riesci a far trapelare solo un istinto aggressivo, un desiderio ostinato di ritrovarti. Così i tuoi demoni famelici usano la tua energia, e i tuoi denti affondano nel labbro di Dean, lo mordono e succhiano via il rosso che sgorga.

Sapore di umanità.

Lo lasci andare e lo vedi scivolare a terra, mentre ingoi sorridente saliva e sangue.
"Cass."
Alza gli occhi su di te e il labbro macchiato di rosso trema.
"Torna indietro, ti prego."
Ti guarda come se fossi un padre che sta per varcare la soglia e sa che non tornarai più.
La sua mano si muove, resta sospesa in aria, e sembra attenda la tua per non sentire che è la fine, per non credere che tu ti sia arreso.
E' l'ultima preghiera, allucinata e feroce, mentre il mondo comincia a frantumarsi in quel momento.
Il tuo, il suo, il vostro.

Dean, incollerò i pezzi.

Cerchi invano di aprirti una strada tra i demoni, le proiezioni e le anime che ti ribollono dentro, per ritrovare la tua Grazia e la tua umanità. Più ti sforzi e più senti il mondo cascare con un tonfo sordo.
Comprendi che, se resterai ancora qui, loro cercheranno in ogni modo di affondarti.
Hai poche debolezze ed una di queste ti sta guardando, pregandoti di restare.

"Mi dispiace, Dean. Devo proteggerti."

Non tornerai indietro ed è questa l'Apocalisse.
Mentre gli volti le spalle, prima di scomparire nelle sue preghiere, decidi di addormentarti.
Se non puoi combattere, aspetterai la fine lontano da questo mondo nel quale un posto per te non è previsto.
Un giorno Dean troverà il modo di porre fine a tutto questo. Un giorno farai la cosa giusta.
Vuoi solo trattenere i tuoi ricordi e lasciare che il mare faccia il resto.

Ti rifugi nel vuoto.
Lasci il tuo corpo in balia di questi esseri immondi.
Non hai più forza.
Nella gabbia della tua Grazia, ti rannicchi e aspetti la fine.
Inizi il tuo letargo e sogni Dean che ti sorride, luminoso di occhi e lentiggini. Ti guarda e ti dice che ogni cosa si aggiusta. Ogni pezzo si rincolla e ogni ferita si sana.
Non importa se questi sogni sono solo desideri infantili e illusi, non importa se Dean è distrutto per sempre e se da qui non tornerai indietro.
Per ora, non importa.

L'Inferno è fuori, mentre i tuoi sogni risplendono.


FINE









  
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