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Autore: Bethtina    16/04/2013    4 recensioni
Erano ore che Rose stava sdraiata a pensare e non era ancora riuscita a capire dove fosse il problema nella sua vita, che amava tanto.
Un piccolo bagliore illuminò la stanza, seguito dal rumore della vibrazione del telefono stretto nella sua mano. Portò il cellulare davanti alla sua visuale e trattenne il respiro nel leggere il suo nome sul piccolo schermo.
“Ehi! Ti va di fare un giro?H.”
Rilesse più volte il messaggio e poi sbuffando lanciò il telefono sul letto, senza preoccuparsi di raccoglierlo quando lo sentì rimbalzare più volte sul materasso per poi cadere rumorosamente a terra.
Harry era tornato e lei come sempre non sapeva cosa fare.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I’m waiting you in free fallin’

 

 

Ad un’amica speciale.

Spero che capirai.

Promettimi che farai sempre

quello che credi sia giusto fare,

promettimi che non ascolterai nemmeno

tutte le stupidate che ti dico

se le ritieni sbagliate..

Perché alla fine se qualcosa deve accadere,

accade e basta.

Ora prova solo a lasciarti andare,

buttati,

ormai sei in caduta libera.

 

 

Erano ore che Rose stava sdraiata sul grande letto, nascosta nel buio della sua stanza, immersa nei suoi pensieri.

Rose non era ancora in grado di comprendersi nonostante in diciassette anni di vita ne aveva imparate di cose sul suo carattere.

Era testarda e orgogliosa, pazza al punto giusto, sempre pronta a zittire le persone con battute taglienti.

Amava disegnare, le piaceva riempire il foglio di colori e liberare tutta la sua creatività. Le piaceva dormire fino a tardi e sperava sempre nella colazione portata a letto, quando invece si accontentava di andare in cucina e prepararsi una tazza di latte rigorosamente freddo accompagnato dai suoi cereali al cioccolato preferiti. Le piaceva riordinare la sua stanza con il volume dello stereo al massimo e fingersi una star internazionale muovendosi a ritmo di musica.

Le piaceva guardare i fiori e teneva nel cuore il desiderio di ricevere in regalo una rosa blu. Le piaceva cambiare il colore dei capelli e sembrare diversa ogni volta, convincendosi che così finalmente la sua vita sarebbe stata pronta per cambiare.

Adorava la pizza e mangiare qualsiasi piatto proveniente dalle tradizioni culinarie di famiglia. Andava pazza per la Nutella e il gelato alla nocciola, soprattutto quando si sentiva triste. Voleva visitare tutti i posti possibili al mondo, ma dentro teneva sempre la voglia di trovare semplicemente un posto a cui appartenere. Le piacevano i baci,quelli che ti lasciano senza respiro e ti fanno venire la voglia di riceverne ancora. Le piacevano ancor di più gli abbracci, gli abbracci sinceri di quelle persone che sono sempre pronte a stringerti e accoglierti tra le braccia ogni volta che ne senti il bisogno. Aveva il vizio di mordersi le labbra, lasciar seccare lo smalto sulle unghie, spruzzarsi quintali di deodorante e riempirsi del profumo alla vaniglia che tanto le piaceva. Adorava le sue amiche, la sua famiglia e il fatto che alla fine c’era sempre qualcuno pronto a tenderle una mano per aiutarla.

Odiava piangere e farsi vedere dagli altri mentre lo faceva. Odiava vedere la sofferenza nelle altre persone e voleva a tutti i costi fare qualcosa per migliorare lo stato d’animo degli altri. Era altruista e una bella persona, le dicevano tutti, ma Rose era anche troppo modesta per ammetterlo a se stessa.

Odiava i ragni, le tipe snob ed essere ripresa per il modo in cui teneva le gambe.

Odiava con tutto il cuore il leopardato, gli strass e il rosa. Anche se trovava che quest’ultimo colore fosse perfetto sul suo pigiamone. Odiava le bugie e ancora di più chi gliele raccontava. Odiava fare sport e odiava passare pomeriggi interi a studiare cose che lei riteneva assolutamente stupide. Odiava il suono del polistirolo quando veniva sfregato contro qualcosa e odiava chi ficcava il naso nella sua vita.

Odiava essere un peso per la gente e ancora di più odiava chi fingeva di essere qualcuno che non era. Odiava la gente che si credeva perfetta perché Rose lo sapeva, nessuno lo era, nemmeno lei lo era.

Rose odiava non avere le cose sotto controllo e odiava perdere tempo a scervellarsi su qualcosa che, ne era consapevole,non sarebbe mai accaduta.

 

Erano ore che Rose stava sdraiata a pensare a tutte queste cose e non era ancora riuscita a capire dove fosse il problema nella sua vita, che amava tanto.

Un piccolo bagliore illuminò la stanza, seguito dal rumore della vibrazione del telefono stretto nella sua mano. Portò il cellulare davanti alla sua visuale e trattenne il respiro nel leggere il suo nome sul piccolo schermo.

 

Ehi! Ti va di fare un giro?H.”

 

Rilesse più volte il messaggio e poi sbuffando lanciò il telefono sul letto, senza preoccuparsi di raccoglierlo quando lo sentì rimbalzare più volte sul materasso per poi cadere rumorosamente a terra.

Harry era tornato e lei come sempre non sapeva cosa fare. Si alzò, e si sistemò seduta con le gambe incrociate. Afferrò un elastico dal comodino e raccolse i corti capelli bruni, per quanto possibile, in una disordinata coda. Girò lo sguardo sulla loro foto, quella scattata due anni prima, la stessa che custodiva gelosamente nel suo cassetto. Tra di loro era sempre così. Parlavano e passavano il tempo insieme fino a che uno dei due non rovinava le cose.

Avevano provato anche a stare insieme un paio di volte, ma quando le cose iniziavano a peggiorare, entrambi preferivano lasciar perdere e allontanarsi l’uno dall’altra, per poi tornare dopo mesi a cercarsi stupidamente.

Rose nonostante avesse imparato a conoscersi, ancora non riusciva a capire come fosse possibile creare un qualcosa di così sbagliato e stupido. Stava quasi diventando un’ossessione per lei e tutte le volte che lui ritornava, si ripeteva che quella volta le cose sarebbero andate diversamente e che lei finalmente avrebbe messo la parola fine a quel malsano rapporto che avevano creato.

Ma quel giorno non arrivava mai e tutto continuava a ripetersi perfettamente con il seguire degli anni e ormai Rose pensava di essere diventata parte di un copione già scritto, che mai sarebbe stato modificato.

Lo amava ne era certa, ma era come se tra di loro si fosse creato un muro che nessuno dei due aveva mai la forza di distruggere. Rose preferiva rifugiarsi nei loro ricordi più felici anziché lasciarlo andare definitivamente.

Rose era masochista, lo sapeva. Ma ogni volta che vedeva i suoi lineamenti anche solo da lontano e il cuore iniziava a battere velocemente, lei si ritrovava a pensare che non ci fosse sofferenza più piacevole di quella.

Sorrise amaramente e si diede ancora una volta della stupida prima di alzarsi, afferrare il telefono e digitare velocemente una risposta. Sistemò il cellulare all’interno della borsa e corse velocemente in bagno a cambiarsi e a ricoprire il viso con un leggero strato di trucco. Infilò di fretta le sue scarpe preferite e si precipitò con un grande sorriso felice, giù dalle scale.

 

Ok .Ti aspetto.R..”

 

Perché era quello che faceva sempre.

Aspettava.

Aspettava che tornasse.

Aspettava nonostante tutto, nonostante sapesse quanto fosse sbagliato ritrovarsi ogni volta a correre felice con il sorriso stampato sulle labbra.

E allora solo vedendolo arrivare, con i soliti grandi occhi verdi, luminosi e vispi, con le piccole fossette che contornavano il solito sorriso strafottente, di chi già sapeva tutto, lei trovava la conferma di quello che, senza saperlo, dal loro primo incontro aveva capito. Perché era cos’, alla fine lei lo sapeva, lo aveva sempre saputo. Era quello che voleva. Era lui, sarebbe sempre stato lui.

   
 
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