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Autore: Vedrina    17/04/2013    1 recensioni
"La strada che divideva il sexy shop da casa sua sembrava ora interminabile, in realtà doveva solo attraversare il vicoletto.
Ma quei pochi metri che la distanziavano dal suo rifugio sicuro dagli occhi inquisitori dei barboni sembravano un'eternità.
Giurò di aver visto una zingara sdentata sbeffeggiarla. Così chiuse gli occhi e corse, corse, corse verso il portone di casa sua, andandoci però a sbattere visto che era chiuso e lei in questa scena madre si era dimenticata di aprire gli occhi."
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: Incompiuta
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una strada poco illuminata, il silenzio glaciale squarciato di tanto in tanto da qualche macchina errante.
Il rumore dei suoi tacchi rimbombava quel tanto che lei si sentisse sporca.
Ogni passo accelerava il battito del suo cuore.
Si era decisa, finalmente lo avrebbe comprato.
E ora si trovava a suonare il citofono e a scendere quelle scale malmesse.
"stai calma" si ripeteva "alla fine sei una cliente come le altre".
Finì la rampa e si trovò davanti alla cassa con un commesso gentile che le sorrideva per darle il benvenuto, come aveva fatto ai clienti prima di lei e probabilmente avrebbe fatto a quelli dopo... invece lei ci colse subito della malizia. Ricambiò con un cenno del capo furtivo per dirigersi più in avanti, verso il negozio vero e proprio, cercando di nascondere l'imbarazzo.
"crederà che sono una stupida" si sorprese a pensare.
Si fermò e alzò lo sguardo: fu come travolta da quegli scaffali.
scaffali pieni di ogni genere erotico: riviste, vhs e dvd, bambole di gomma, ma lei si diresse con passo deciso verso la vetrina a destra.
Una bella vetrina dal vetro pulito tranne qualche ditata quà e là, probabilmente di un cliente maleducato che aveva troppa foga di indicare il prodotto.
nel lato alto della vetrina troneggiavano fiche di gomma per tutti i gusti: nere, bianche, gialle, con vibrazione, tascabili, gel.
Abbassò lo sguardo con i battiti del cuore che acceleravano.
E poi vide quello per cui era andata li: peni di gomma, o meglio conosciuti come dildo.
Erano tantissimi e tutti diversi: piccoli grandi e medi, neri bianchi e rosa, realistici e glitterati, con peli e senza.
Un velo di lacrime ora le appannava la vista e un groppo in gola  la fece sussultare di gioia.
La testa le girava, non sapeva quale scegliere...
"vi prenderei tutti piccolini miei!" si ripeteva a bassa voce "vi prenderei tutti!"
un commesso le si avvicinò.
"Posso esserle utile, signorina?" chiese cortesemente, senza scomporsi.
"ecco io" rispose deglutendo a fatica, "sono ancora indecisa..."
"è il suo primo dildo, signorina?" continuò il commesso, senza malizia, proprio come se le stesse consigliando un qualsiasi articolo per la casa.
"effettivamente si..." rispose arrossendo lievemente.
"ne abbiamo per tutte le esigenze signorina... con cappella rotante e palle vibranti" disse il commesso introducendo le varie funzioni dei vari dildo.
Le informazioni erano troppe tutte insieme. Stimolatori di clitoride, dildo con funzione eiacula, a batterie e a trasformatore, quello con la cappella borchiata, quello con l'asta roteante...a solo sentire tutto quello la bella Ginetta si stava già eccitando, ma il commesso parve non farci caso, forse scambiando quel rigagnolo che si spandeva come piscio.
Si perchè il bel commesso Giosualdo, non era la prima volta che assisteva a scene del genere, qualche settimana fa un vecchietto era venuto in cerca della vagin-o-matic 3000 G, e nel sentir decantare le sue funzionalità se l'era fatta sotto. Certo, per un piccolo istante, ma piccolo piccolo, Giosualdo si era chiesto se non fosse troppo presto per un'aitante giovincella nel fiore degli anni, con seno florido e sodo, soffrire di incontinenza, ma non gli era dato saperlo, lui era solo un semplice commesso, e doveva cercare di vendere i prodotti con maggior enfasi possibile.
"e poi...hnm...si immagini questi 59 cm di diametro sparati in figa..." diceva cercando di crederci lui per primo.
In realtà a lui dava molto fastidio la parola figa, però erano termini insieme a cazzo, troia, pompini, xxx etc che doveva dire perchè era nel target del cliente.
"Insomma, d'altronde nei film porno non dicono lo stesso? beh noi qui li vendiamo!" gli aveva detto il datore di lavoro. A lui i film porno non piacevano, in realtà sognava un'amore romantico e platonico, anche se spesso la figura della dolce mogliettina in grembiule era lui.
Ma basta con le digressioni, torniamo al punto.
Giosualdo era li a decantare i vari dildo, dal più economico al più caro, e Ginetta stava li imbambolata a mangiarli con gli occhi quando la sua attenzione venne catturata da una scatola un po' malconcia.
"e quello li?" si sorprese a chiedere azzardata.
"ah quello... quello è un vecchio modello... una rimanenza di magazzino. Non ricordo esattamente le funzioni però dato che è un articolo vecchio, possiamo farle un bello sconto."
"allora lo prendo!" concluse Ginetta soddisfatta. In realtà avrebbe voluto uno di quei monoliti neri che splendevano sotto il neon della vetrinetta, ma facendosi due conti non ci sarebbe mai riuscita a comprarli, nemmeno aprendo un mutuo. quindi si accontentava di quella scatola un po' logora ma comunque voluminosa.
Si diresse trionfante alla cassa, con il suo bel trofeo. Non vedeva l'ora di toccarlo.
Sulla scatola c'erano riportate alcune qualità in varie lingue. lei riuscì a tradurre "simil pelle, godrai davvero!" e tutto quello per lei suonava come rassicurante.
"tutto qui signorina?" chiese il cassiere Motumbo, che di motumbo non aveva veramente niente , ma così lui si sentiva importante.
"si si... prendo solo questo!" disse entusiasta.
Motumbo mise la scatola in una vistosa busta di carta glitterata dal manico argento, su cui troneggiava una scritta rossa "SEXY SHOP - HMM I LIKE IT!" con sotto un disegno di un pene e una vagina ammiccanti.
Come potevano essere ammiccanti? Ginetta non lo sapeva, ma più guardava quella busta più sentiva gridare il peccato. Una busta così vistosa non l'aveva vista nemmeno sotto natale dai regali di zia Matilda. Alzò momentaneamente lo sguardo e notò con stupore il cartello che troneggiava sopra Motumbo, tra lozioni per tenere l'erezione per mesi e i ganci per fare sesso anche in free climb: "MASSIMA DISCREZIONE", poi con la coda dell'occhio notò il commesso Giosualdo farle una foto e correre nella zona del personale.
"Signorina...è un regalo?"
"Veramente... beh è il mio primo dildo." rispose imbarazzata.
"Abbeh, allora non può fare a meno di questi...glieli offre la casa!"
e mise una scatola di preservativi di dubbio gusto nella busta.
Ginetta si sentì presa in giro: a cosa le servivano i preservativi se aveva comprato un dildo? Per un momento si chiese se anche così poteva rimanere incinta. Poi si rispose che era un eccessivo gesto di prevenzione da parte del cassiere.
Pagò da brava cittadina e cortesemente si avviò per le scale.
Le pareva di udire dei lamenti di dubbia natura e ora,a pensarci bene, le scale erano stranamente appiccicose.
 
La strada che divideva il sexy shop da casa sua sembrava ora interminabile, in realtà doveva solo attraversare il vicoletto.
Ma quei pochi metri che la distanziavano dal suo rifugio sicuro dagli occhi inquisitori dei barboni sembravano un'eternità.
Giurò di aver visto una zingara sdentata sbeffeggiarla. Così chiuse gli occhi e corse, corse, corse verso il portone di casa sua, andandoci però a sbattere visto che era chiuso e lei in questa scena madre si era dimenticata di aprire gli occhi.
Rinsavita dalla botta che aveva fatto scoppiare risate ilari dei barboni e dei passanti (che in realtà erano altri barboni vista l'ora), aprì alacremente il portone e vi sparì dentro.
L'androne le sembrava più grande e accusatorio e sentiva ovunque odore del peccato, in realtà era il solito odore di piscio di gatti randagi.
Fece per prendere l'ascensore, ma non poteva attendere: e se la signora Pina la stesse vedendo dallo spioncino? No doveva agire, doveva fare le scale. Se ne pentì dopo 3 piani ricordandosi che viveva in un'attico di un palazzo moderno.
Stremata finalmente entrò in casa.
Si sentiva al sicuro, nessuno poteva giudicarla e infatti ricordava tremante le grandi masturbazioni sul terrazzo condominiale, e l'ancor più strano traffico di elicotteri che c'era in quei momenti.
Ma ora non le importava! Ora aveva lui! Addio cetrioli, addio banane!
Finalmente c'era chi la poteva soddisfare sempre, senza andare a male sfaldandosi dentro di lei.
  
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