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Autore: Nori Namow    21/04/2013    12 recensioni
Prese con mani tremanti la fiala, versando le lacrime di sirena vicino al viso di quell’Harry. Aspettò per qualche secondo in trepidante attesa, mentre il cuore gli balzava fuori dal petto. Quando la statua di cera di Harry cominciò piano a muoversi, Louis cadde lentamente in ginocchio.
-Boo Bear?-

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Larry Stylinson - 1997 parole
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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vi consiglio di ascoltare  questa canzone in sottofondo, alcune frasi che dicono sono
parte del testo di questa bellissima canzone. Buona lettura.





It's not only wax.


 

 

Louis, con gli occhi stanchi e il cuore ancora a pezzi, entrò in un vicolo buio di Londra che mai nessuno avrebbe osato attraversare. Ma lui era lì per un motivo ben preciso, e non se ne sarebbe andato così facilmente. Glielo doveva, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di sentire ancora quel profumo, quella voce roca, quei baci scottanti. Cominciò a piangere mentre attraversava quella strada, consapevole che si stava solo facendo del male.
Cosa faceva, cosa gli saltava in mente? Eppure capiva quanto sbagliata fosse la sua scelta, ma non accennava a tornare indietro e dimenticare, come tutti avrebbero fatto.

Harry era morto due mesi prima a causa di una crisi respiratoria, e Louis non c’era. Non era stato lì a mantenergli la mano, a chiedergli di rimanere con lui, di rimanere sveglio.Avrebbe voluto stringergli la mano e piangere, mentre gli sussurrava parole dolci, o gli cantava una delle sue canzoni preferite. Magari gli avrebbe detto che era pronto a sposarlo, a sputare in faccia ad ogni singola persona che si era messa fra il loro amore che invece di distruggersi, si era fortificato.

Doveva uscire con Eleanor, quel giorno, perché ai paparazzi era stato chiesto di fare un servizio fotografico. E Louis aveva indossato il suo miglior sorriso per poi accompagnare lei in giro per tutta Londra, mentre parlavano del più e del meno. Ma Louis si sentiva strano, triste senza un apparente motivo. Ricordò quando Niall lo aveva chiamato in lacrime, mentre lui cadeva in ginocchio, sul marciapiede, circondato dalle fans.
-Harry…- era riuscito a sussurrare, prima di scoppiare in un pianto isterico.
 

Louis si asciugò una lacrima sfuggita al suo controllo, poi si fermò, riconoscendo quel posto della quale aveva sentito parlare. Era la sua unica speranza di riavere Harry con sé.
Trattenne il respiro e spinse la porta a vetri, mentre un campanello posto sopra la porta tintinnava ogni qualvolta questa venisse aperta. Dalla stanza poco illuminata, si mostrò un uomo anziano che poteva avere circa settant’anni. Aveva la schiena curva ed era alquanto basso, tanto che il capo arrivava a stento alla spalla di Louis. Senza rivolgergli la parola, l’uomo gli fece un cenno con il capo, invitandolo a sedersi ad un tavolino vecchio e prossimo alla demolizione.
-So perché sei qui, Louis Tomlinson. I tuoi occhi parlano chiaramente.- Louis sobbalzò, quando la voce dell’uomo gli giunse gracchiante alle orecchie. Cominciò a torturarsi le mani, in attesa di ulteriori dettagli e istruzioni su cosa fare.
-Io lo amavo, lo amo ancora. Darei qualunque cosa, pur di rivederlo.- sussurrò debolmente il ragazzo, mentre il vecchio sorrideva debolmente, un po’ intenerito da quel ragazzo che in fondo, desiderava solo l’ultima occasione per dire addio alla persona amata.
Gli porse una fiala con all’interno un liquido trasparente e luccicante, mentre Louis con mano tremate la prese come se fosse il più prezioso dei tesori.
-Quando sarai lì, metti queste lacrime di sirena accanto ai suoi occhi. Avrai a disposizione solo mezz’ora, non di più.-
In un altro momento, Louis avrebbe alzato le sopracciglia e sarebbe scoppiato a ridere, faticando a credere nell’esistenza delle sirene.   Però quella era una situazione diversa, perciò quando l’uomo se ne andò con passo lento, Louis non poté che ringraziarlo fra le lacrime.


 
Quando Louis arrivò vicino all’ingresso del Madame Tussauds, ebbe un sussulto. Immediatamente ricordò la prima volta in cui erano stati lì, le ragazze che prendevano le misure del loro corpo e del loro viso, e poi le statue di cera che, finite, erano state esposte.
“Wow Lou, guarda! La tua statua è perfetta!” aveva esclamato Harry con gli occhi colmi di felicità. Poi aveva inclinato la testa su un lato, osservando le statue sedute sulle panche.
“Peccato, non potrò toccarti il culo.” Harry aveva messo il broncio e Louis aveva riso, perché Harry era bellissimo persino in quei momenti. Louis pagò con una somma generosa il guardiano del museo, poi lo invitò a sparire per mezz’ora. Aveva bisogno di rimanere da solo con lui.
Vagò per i corridoi, fino ad arrivare davanti alle cinque state di cera. Aveva sempre pensato che la statua di Harry fosse la più bella, ma ciò era dovuto al fatto che lui preferiva Harry a qualunque cosa: alla pizza, all’alcol, al fumo e persino alle fan.
Harry era tutto, e tutto gli era stato strappato violentemente.
Prese con mani tremanti la fiala, versando le lacrime di sirena vicino al viso di quell’Harry. Aspettò per qualche secondo in trepidante attesa, mentre il cuore gli balzava fuori dal petto. Quando la statua di cera di Harry cominciò piano a muoversi, Louis cadde lentamente in ginocchio.


 
-Boo Bear?- lo chiamò Harry, sbattendo confusamente le palpebre, per poi guardarsi intorno spaesato.
Louis mise le mani fra i capelli, capendo che si stava solo torturando ulteriormente. Avrebbe dovuto fare come tutti gli altri, piangere, distruggere gli oggetti nella sua visuale, e poi andare avanti. E invece lui no, lui chiedeva l’aiuto di un fottuto mago per far rivivere la statua di cera del suo ragazzo morto.
-Mi dispiace così tanto, Harry.- pianse Louis, pianse così tanto da credere che le riserve d’acqua del suo corpo si stessero completamente prosciugando.
Harry, nonostante fosse di cera, sembrò capire a cosa si riferisse il ragazzo amato, perciò si inginocchiò anche lui e prese ad accarezzare la schiena di Louis.
-Oh Boo, ma non è stata colpa tua. Tu non avresti potuto cambiare le cose.-
Senza osare guardare il viso del riccio, Louis si aggrappò ai vestiti di Harry, quelli che lui in passato aveva davvero indossato. Portavano ancora il suo profumo, e ciò non fece altro che causare un’altra crisi di pianto. Aveva solo mezz’ora e la stava sprecando in quel modo.
-Avrei dovuto essere con te, dirti quanto ti amavo, che non ero disposto a lasciarti. E invece no, ero con lei perché quei cazzo di paparazzi dovevano fotografarci.- ringhiò infuriato, mentre Harry lo stringeva forte a sé. Louis chiuse gli occhi, accarezzando piano il viso di Harry che, nonostante fosse una statua di cera, non lo sembrava più.
Louis aprì allarmato gli occhi, costatando quanto reale sembrassero la pelle, gli occhi, i capelli. Proprio come se fosse un vero essere umano.
-Voglio morire Haz, voglio dirti che ti amo e che morirò. Non mi lascerai solo in questo mondo orrendo, non te lo permetterò mai. Ti ricordi quando ti dissi che la canzone dei Sum 41, With me, te la dedicavo tutta? Beh, te la dedico ancora adesso Haz, io non sono niente senza te.-
Louis accarezzò il viso di Harry, mentre le lacrime offuscavano la vista ad entrambi. Il riccio gli lasciò un delicato bacio sulle labbra, e mai come in quel momento Louis aveva sentito la mancanza del suo piccolo Harry.
-Voglio che tu viva, Boo Bear. Voglio che ti innamori, ti sposi, voglio che tu abbia dei figli. E se avrai un maschietto, chiamalo Harry così sarà il bambino più figo di tutti.- Harry sorrise debolmente, adorava vedere un sorriso spuntare sulle labbra del suo amato, specialmente nei momenti tristi.
-Chi lo sa, magari poi con tua moglie, o tuo marito, una sera comincerai a parlare di me, di tutte le cretinate che combinavo, della mia passione per i tatuaggi che poi ho trasmesso anche a te, di quanto mi sia divertito a farti ingelosire, arrabbiare. Di quanto mi sia piaciuto amarti e quanto avrei desiderato condividere la mia vita con te. Dì a questa persona che Harry Styles avrebbe desiderato vederti invecchiare, prenderti per il culo ogni qualvolta ti fosse uscito un capello bianco.-
Louis scosse la testa, rifiutandosi di ascoltare quelle parole che suonavano troppo come un addio. Era convinto che quella sera fosse lì per dire addio ad Harry, ma la verità era che lui aveva bisogno di sentire ancora la voce del riccio, perché la sua anima fioriva, splendeva, esplodeva di felicità.
-E a tuo figlio racconterai di me come un padre, o uno zio. Gli mostrerai le mie foto e i miei video, per poi scoppiare a piangere sulla sua spalla perché lui è tuo figlio, è adulto, e ha tutta una vita davanti, quella che io non ho avuto. Sarò il suo angelo custode, sarò il tuo angelo custode, perché tu hai bisogno di essere protetto, amato, accettato. Credi che non ti abbia mai visto, mentre osservavi allo specchio la tua pancetta, invidiando quella degli altri? Tu sei sempre stato un cumulo di insicurezze, Louis, e io ti ho amato anche per questo. “Mi fermo in questo momento, lo sai. Queste parole sono il mio cuore e l’anima”-
-Basta, stai zitto, ti prego.- Louis si coprì le orecchie, le lacrime che gli arrivavano a bagnare le labbra e a scorrere come un rubinetto guasto. Harry non lo stava abbandonando, non poteva farlo. Harry era giovane, doveva rimanere con lui e amarlo, sposarlo, fottere il mondo perché il loro amore era forte.
-Baciami, Lou.- fu come una supplica che il moro non esitò ad accontentare. Spinse Harry sul pavimento, baciandolo con forza. Rimaneva poco tempo, e lui non lo avrebbe sprecato a piangere ulteriormente. Baciò Harry dopo due mesi, e sentì il vuoto nel petto scomparire temporaneamente, lasciando il posto a lingue che si cercavano disperate, a respiri mozzati. Non l’avrebbe mai lasciato andare, se Harry fosse andato via, lui l’avrebbe seguito a ruota.
-Ti amo, Harry. “Cause I’d bleed my heart out to show, that I won’t let go.”-
Harry lo spinse lontano da lui, invertendo le posizioni. Gli mancava da morire avere il corpo di Harry sul suo, i ricci che gli solleticavano il sollo, i denti che gli mordevano ogni parte del corpo lasciando dei segni violacei al loro passaggio.
Louis gemette di piacere quando il riccio fece scontrare i loro bacini.
-Me lo prometti, Boo Bear?-
-Prometterti cosa?-
-Che quando uscirai da qui, vivrai? Per me?-
Louis non gli rispose, si limitò a baciarlo nuovamente e con più disperazione, mordendo ferocemente il labbro di Harry, che non era più di cera ma era carne umana.
-Voglio che questo momento non finisca mai. Dove tutto è niente, senza di te.-

Harry e Louis fecero l’amore per l’ultima volta, quella notte.
Quando Harry cominciò a sentir mancare le forze, si affrettò a rivestirsi e a sedersi nuovamente sulla panca, nella stessa posizione della figura di cera.
Guardò Louis negli occhi e gli sorrise dolcemente. –Ti amo, Louis.-
E Louis l’aveva guardato, baciato l’ultima volta, e detto: -Ti avrei sposato, Harry. Avremmo avuto dei bambini e saremmo stati felici.-
Poi gli occhi lucenti di Haz tornarono spenti, finti. E Louis seppe che Hazza se ne era definitivamente andato, e che stava accarezzando la guancia di una figura di cera.
Fu allora che cominciò a scrivere una lettera, per poi sedersi accanto ad Harry. Prese del liquido da una bottiglietta portata con sé in precedenza, e bevve, poggiando la testa sulla spalla di Harry.
-E pezzi di ricordi cadono a terra.- sussurrò.
 


Liam camminò frettolosamente verso il poliziotto, mentre altri circondavano le loro statue di cera. Un nastro giallo contornava quella piccola zona, e le lacrime di Liam cominciarono a scendere. Il poliziotto gli si avvicinò tristemente, poggiandogli una mano sulla spalla.
-È morto da circa cinque o sei ore, il guardiano ha detto di non averlo sentito entrare. Abbiamo trovato questa lettera, accanto al suo corpo.- disse, per poi porgere al ragazzo la lettera, che conteneva solo poche frasi.
 
Voglio che tu sappia, non lascerò mai andare tutto ciò
Mi fermo in questo momento, lo sai
Queste parole sono il mio cuore e l’anima,
Perché farei sanguinare il mio cuore per mostrarti che non lascerò mai andare tutto ciò

                                  Per essere felice, avevo solo bisogno di stare con Harry, fino alla fine.
 
 

Liam corse verso la panca, oltrepassando le strisce gialle. Quando vide il corpo di Louis che sorridente, aveva il capo poggiato sulla statua di Harry, si bloccò.
E infine cadde in ginocchio, proprio nel punto in cui Harry e Louis si erano amati per l’ultima volta.







Bene, non ho molto da dire, solo che mancava  poco
che  scoppiassi  a  piangere,  il che la dice lunga  su
quanto   questa   OS   sia  importante  per  me  e   mi
colpisca.   Avevo   in   mente   di  scrivere  questa   os
da un bel po', e finalmente questa sera sono riuscita
a   tirar   fuori   qualcosa.  Spero  vi  piaccia,  fatemelo
sapere con un  parere.  with love, @harryspatronus ♥

   
 
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