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Autore: Athwen    11/11/2007    3 recensioni
Questa è una raccolta di scritti brevi in onore della figura del Licantropo, che amo come fa la luna piena.
Ogni scritto cambierà tono ed ambientazioni, raccontando modi diversi di vedere questa creatura che in fondo è la più umana di tutti i mostri.
Genere: Dark, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Un attimo prima ero nel mio letto, grondante di sudore per la febbre, con un mal di testa titanico, una gamba che sembrava voler andare a fuoco ed a urlare maledizioni verso quel dannato licantropo, ed ora, tutto a un tratto, mi ritrovo qui.
Non saprei dire cos’è questo posto, non riesco neanche a descriverlo, ma mi sento bene, a casa. Probabilmente sono svenuta e questo è tutto un sogno, l’aldilà mi è apparsa come nei film e fra poco vedrò la mia nonna morta sorridermi da lontano. L’unica cosa che posso fare è guardarmi attorno spaesata ed incuriosita, ho una gran voglia di esplorare questo posto sconosciuto.
Faccio un passo zoppicando, la febbre sarà sparita ma il morso è ancora lì, meno doloroso ma visibile e infetto. Mi ha strappato molta carne quel maledetto, se riesco a sopravvivere mi faccio un tappeto con la sua pelle. E’ una promessa.
Cercando di non pensare al dolore accecante, comincio a rendermi conto di una cosa: qui non c’è nessuno, sono sola. Evidentemente la nonna Sara ha dimenticato di venire all’appuntamento, niente aldilà per me.
Mi giro, cercando di ampliare il mio campo visivo, ma anche alle mie spalle non c’è nessuno.
Confusa, ritorno alla posizione iniziale, ed il cuore mi sale su per l’esofago quando vedo un cane a pochi metri da me.
No, non è un cane, è un lupo. No, una lupa. Questo i film non l’hanno mai mostrato e capisco perché. Forse avrei preferito essere morta.
Stranamente non ho paura, e non faccio una piega quando comincia ad avvicinarsi, anzi, anch’io voglio sentirla più vicino.
Si ferma davanti a me ed io, senza dire una parola, affondo le dita nel suo pelo ruvido, consapevole che lei sarà la mia nuova compagna, la mia ombra, sempre con me ovunque vada. Una benedizione e una maledizione, così l’aveva chiamata quel dannato licantropo. Altro che paradiso, altro che l’aldilà. Tutte a me le sfighe.
Senza dire nulla la lupa comincia a leccare la mia ferita, ed ogni volta che la sua lingua ruvida tocca la mia pelle, il dolore si attenua. Dopo un po’ mi rendo conto che la ferita non c’è più.
Una benedizione e una maledizione…
Prendo il muso della lupa fra le mani e la guardo dritta negli occhi. Lei sostiene il mio sguardo, lotta per essere dominante, ma non ce la fa, e abbassa la testa. Sorrido, sarà anche una maledizione, ma non mi lascerò sovrastare da lei. Sarò io ad avere il controllo.
La lupa ulula al cielo e dopo un po’ mi accorgo che la sto imitando. Mi fermo irritata. Non è ancora il momento di diventare come lei. Godiamoci gli ultimi istanti da umana che mi restano.
Infine l’accetto. Le sorrido e apro le braccia in segno di approvazione. Va bene, ho capito, d’ora in poi noi due saremo sempre assieme. Litigheremo, una vorrà prevalere sull’altra, e ci odieremo a vicenda, ma saremo per il resto della nostra vita due metà dello stesso insieme.
Una benedizione e una maledizione.
Dannato licantropo.
 
NdA:
Ecco la seconda (per chi fosse entrato da ‘ultimo capitolo’ ne ho postate due). Questa è piuttosto semplice, ma mi piace molto. Il primo incontro.
Come sempre commentate e baci a tutti!
Arianrod
 

  
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