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Autore: Solosis    22/04/2013    0 recensioni
Le storie che pubblico sotto il titolo "The Other Faces" sono dedicate ai membri fondatori dell'Organizzazione XIII, quando ancora erano somebodies.
Ovviamente ciò che scrivo non è reale, anche se ho cercato di farlo combaciare il più possibile con le poche e quasi insignificanti scene a loro dedicate nel BBS.
Spero che siano di vostro gradimento!
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Organizzazione XIII
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: KH Birth by Sleep
Capitoli:
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She Wolf

(Dilan)

Dilan sorvegliava come ogni giorno l’entrata del castello.
Aeleus non si era ancora visto quella mattina; probabilmente non si era ancora ripreso dopo l’attacco degli unversed del giorno prima. 
Se ci fosse stato quel ragazzo coi capelli biondi, non avrebbero avuto tutte quelle rogne; solo grazie al pronto intervento di Even erano riusciti a sgominarli.
 
Non era ancora l’alba, Braig aveva appena staccato e ora andava a fare colazione, mentre il lungo giorno di lavoro di Dilan non era che alle porte … come l’inverno del resto.
A Radiant Garden non aveva mai fatto così freddo negli ultimi anni e, per ripararsi, i tre guardiani ora indossavano dei lunghi cappotti neri, con un cappuccio per proteggersi dalle piogge.
 
In lontananza si vedeva arrivare Even da casa sua, era sempre il primo ad arrivare sul posto di lavoro e non aveva mai perso un giorno; Ansem non poteva che sentirsi onorato ad avere un collaboratore abile e acuto come lui.
 
E- Buongiorno.
D- Buongiorno.
E- Vedo che il tuo compagno manca. Portagli i miei auguri per una veloce guarigione quando puoi.
D- Sarà fatto.
 
Even era un uomo rispettoso, ma esigeva altrettanto rispetto da tutti gli altri e questo lo faceva risultare antipatico a molti.
 
Le ore passavano in silenzio, una noia terribile faceva venir voglia a Dilan di andare a giocare al chimico con Ansem e i suoi.
Loro di certo non si annoiavano con tutti quegli esperimenti, misteri, problemi da risolvere, conti che non tornano, indagini e altro.
Ma Dilan, nonostante tutto, fin da piccolo aveva sempre avuto un gran senso del dovere, qualsiasi compito gli affidassero, lo portava a termine senza indugi.
Si potrebbe dire lo stesso di Aeleus, ma di certo non di Braig.
Lui si faceva continuamente scappatine lasciando l’entrata incustodita per poi incolpare puntualmente i suoi compagni.
 
Era ormai mezzogiorno, il sole era completamente coperto da nuvoloni grigi e minacciava di piovere da un momento all’altro.
La porta si aprì cigolando e ne uscì il piccolo Ienzo con una lettera per Dilan.
Era un invito ad una festa molto galante, peccato che lui dovesse andare come guardia e non come convitato, ce n’era una uguale anche per Aeleus, ma non per Braig.
 
D- Hei piccoletto, di’ ad Ansem che ne manca una per Braig
I- Ma Ansem ha detto che lui viene alla festa
 
Che rabbia. Quel dannato Braig si era rimediato di nuovo un posto comodo al caldo, piantando in asso i suoi compagni.
Come sempre.
 
Finalmente il tramonto; Dilan poteva tornare a casa, da un momento all’altro sarebbe arrivato Braig a dargli il cambio.
Puntualmente in ritardo, arrivò un’ora dopo.
 
Giunto a casa, Dilan si lanciò dentro la vasca: un bagno bollente ci voleva dopo una giornata glaciale.
Più tardi passò da Aeleus per portagli la lettera e gli auguri di Even.
Lui se ne stava a letto, con una gamba rotta e qualche taglio profondo qua e là.
 
A- Mi dispiace di non essere venuto oggi
D- Già, c’era un certo silenzio.
A- Credo che non riuscirò a venire nemmeno domani e per la festa passo.
D- D’accordo. Rimettiti presto bestione.
 
Appena fuori scoppiò a ridere e pensò tra sé e sé: “C’era un certo silenzio … come ho fatto a dire un’assurdità del genere? Come se di solito si sentisse la sua voce!”
 
Il mattino seguente le vie erano ricoperte da un soffice strato di neve.
Dilan non aveva difficoltà a camminare sulle strade asfaltate di Radiant Garden, ma salendo la scalinata di marmo che porta al castello, scivolò a terra spaccandosi il naso.
 
B- Ahahah! Oddio questa era la scena più esilarante della mia vita!
D- Vai a quel paese! Piuttosto portami un po’ di ghiaccio
B- E non ce n’è abbastanza per terra?! No sul serio, avresti dovuto vedere la tua faccia mentre volavi a terra!
D- Sarà sicuramente stata migliore della tua.
B- Pff, non si può mai scherzare con te! Beh ci si vede stasera alla festa!
 
E così dicendo se ne andò verso il piccolo locale di zio Paperone.
 
E- Caduto dal letto?
D- Non proprio …
E- Vieni dentro, vedo cosa posso fare per il tuo povero naso.
 
Uscito dallo studio di Ansem, la situazione di Dilan era addirittura peggiorata, il setto nasale si era spezzato e per sistemarlo Even gli aveva messo un sostegno di legno, fissato con una  pinza di ferro, senza contare i punti sul taglio e le bende per fermare il sangue.
 
D- Non oso pensare alla reazione di Braig quando mi vedrà.
E- Non pensare a quell’inetto, pensa piuttosto a guarire.
D- A proposito, Aeleus ti ringrazia per gli auguri.
E- Come sta ora?
D- Non alla grande ma si rimetterà in qualche giorno.
E- Quindi stasera sarai l’unico a fare da guardia al castello?
D- Sì
E- Bene, sono lieto di sapere che ci sono uomini che compiono ancora il loro dovere.
D- Ti riferisci a Braig?
E- Ogni riferimento a persone o fatti reali è puramente intenzionale mio caro.
 
Mentre diceva queste parole fece un sorriso che lasciava intendere tutto.
Nemmeno a lui, a quanto pare, andava a genio il comportamento lascivo di Braig, ma per qualche ragione, Ansem se lo teneva stretto; chissà cosa vedeva in lui.
 
Per non far vedere la sua orribile faccia, Dilan si alzò il cappuccio, rendendosi così invisibile a chiunque.
 
Nevicò per tutta la mattinata, durante il pomeriggio le temperature scesero sotto lo zero e la neve caduta si ghiacciò.
 
D- Fantastico, ora come mi muovo da qui?
 
Usando la sua lancia cercò di aprirsi un varco tra la neve, ma non era certo lo strumento ideale per questo lavoro.
Così cominciò a scalciare come un cavallo imbizzarrito, ottenendo risultati migliori.
 
E- Sei raccapricciante
D- Oh, come mai qui?
E- Sono le sei, vado a casa a cambiarmi per stasera
D- Ah già
E- Bene, ti saluto
D- Sicuro di riuscire a tornare a casa? Non vorrei che facessi il mio stesso volo di stamattina.
E- Io? Il ghiaccio non è che un prolungamento naturale del mio corpo. Non avrò nessun problema a camminare.
D- Buon per te
 
Effettivamente Even si muoveva agilmente in mezzo alla neve, come se questa si spostasse al suo passaggio.
Non sapendo che fare, andò da Ansem per vedere se avesse qualcosa da dirgli per la sera.
 
A- Beh no, non ho niente da dirti
D- Capisco
 
Dopo quest’entusiasmante conversazione tornò all’entrata.
Alcuni invitati cominciavano già ad arrivare, oltre ad Ansem, Braig, Ienzo ed Even, sarebbero venuti anche altre persone importanti da altri mondi.
Per consolarsi del fatto di non essere nella lista degli invitati, Dilan si diceva che tanto non avrebbero fatto altro che trattare argomenti difficili, di certo non alla sua altezza, né tantomeno a quella di Braig, che di certo so sarebbe annoiato.
 
Anche Even era arrivato, non l’aveva mai visto senza il camice bianco; ora portava un frac blu acceso, un bastone da passeggio argentato, dei guanti bianchi e si era pure legato i capelli con un nastro.
Passando in fianco a Dilan gli diede una pacca sulla spalla dicendo “Buon lavoro”.
Finora, di tutti era l’unico che gli avesse rivolto la parola, persino Braig aveva fatto finta di non vederlo.
 
In tutto gli invitati erano circa duecento. Doveva essere proprio una bella festa.
Per tutta la sera si sentirono musica, canti, risate e il rumore dei passi di gente che ballava.
Improvvisamente, sbucò davanti agli occhi di Dilan un cestino di vimini legato a una cordicella, sopra di lui c’era Ienzo che teneva l’altra estremità.
Al suo interno c’erano dei panini e un biglietto:
 
Questi vecchietti sono dei ritardati, mi trattano come un bambino qualsiasi quando non capiscono la metà delle mie invenzioni; non vedo l’ora di tornare a casa. I.
 
D- Pff, che piccoletto simpatico. Sono certo che avrà un gran futuro.
 
Finalmente il cielo cominciava a diventare più limpido e facevano capolino le stelle.
 
D- Se non altro è una bella serata.
 
Finiti i panini posò il cestino a terra e riprese la lancia.
In quell’istante uscì una ragazza, avrà avuto sì e no vent’anni, o forse meno.
 
D- Posso aiutarti?
   - Voglio solo prendere una boccata d’aria
D- Capisco
   - …
D- Bella serata eh?
   - Sì
D- E’ divertente la festa?
   - Molto
D- … Beh se ti serve qualcosa chiedi pure.
 
Ma rientrò senza aggiungere altro.
Le avanzate tecniche di seduzione di Dilan avevano fatto cilecca un’altra volta.
Dopo le stelle, ora era comparsa pure la luna, portando un po’ di luce in quella triste serata.
 
Pochi minuti dopo la stessa ragazza corse fuori sbattendo il portone
 
D- Aspetta! Potresti scivolare!
 
Ma non scivolò. Si aprì un varco e scomparve.
 
B- Le donne reagiscono sempre così quando rivolgi loro la parola?
D- Non sono in vena di parlarti
B- Invidioso
D- Venduto
B- Questa era cattiva! Io vado allora
D- Grazie per avermi chiesto se volevo il cambio
B- So benissimo che resterai qua a vedere se la ragazza tornerà
D- Andrei più volentieri a letto
B- Chiama Aeleus allora
D- Ha una gamba rotta
B- Che si porti una sedia allora!
D- Simpatico
B- Ciccione
D- Che centra?
B- Niente, ma avevo voglia di fartelo notare
D- Grazie, così si che aumenti la mia autostima
B- Figurati
D- Com’è andata?
B- Ah io non ero alla festa, avevo da discutere col vecchio
D- Di cosa?
B- Affari miei
D- Che palle
B- Hai voglia di venire a farti una bevuta allora?
D- Non posso lasciare il mio posto
B- Io lo faccio sempre
D- Lo so e poi a pagarne le conseguenze sono sempre io.
B- Che colpa ne ho io se sono così scaltro!?
D- Avrei in mente un’altra parola per definirti
B- E’ volgare?
D- Abbastanza
B- Pff, tanto lo so che in realtà mi vuoi bene
D- Certo come no
B- Hei anche io te ne voglio! Ahahah
D- Si vede!
B- Innanzitutto sono qua fuori al freddo per farti ridere quando potrei stare a casa mia
D- Caspita! Ti sono profondamente debitore!
B- Naaa mi hai rotto, vado a bere qualcosa allora
D- Sei matto? Non posso farmi ventiquattrore, già non mi reggo più in piedi!
B- Sedia!
D- Ah ho capito, da te non mi posso certo aspettare comprensione!
B- Ma io ti capisco, ed è proprio perché capisco come ti senti che non vorrei mai essere nella tua situazione!
 
Ormai era lontano; ripensandoci però Braig aveva ragione: Dilan gli voleva bene, non poteva certo dimenticare una vita di amicizia per qualche lite.
Non poteva nemmeno negare però che fosse diverso ultimamente, da quando quel pelato era venuto a Radiant Garden, Braig non era più lo stesso.
Chissà chi era e cosa voleva.
 
Una palla neve in faccia lo riportò alla realtà.
 
B- Ok ora me ne vado per davvero.
D- Sarà meglio per te
 
Era dall’alba che se ne stava immobile davanti a quel portone e appena si appoggiò al muro si addormentò; scivolava lentamente verso il pavimento, finché non piombò a terra schiacciando il cestino di Ienzo
 
D- Merda!
   - Ahahah!
D- Giuro che ti spacco la faccia!
 
Ma girandosi vide che non era Braig a ridere, ma la ragazza che poco prima era fuggita.
 
D- Ah scusa, credevo che fosse qualcun altro
   - Figurati
D- Stai meglio adesso?
   - Sì, grazie.
D- Bella serata eh?
   - L’hai già detto prima
D- Ah già …
   - Perché non entri?
D- Non vedi che sono una guardia?
   - E che c’è da guardare?
D- Beh effettivamente non credo che qualcuno possa fare irruzione ad una festa di secchioni, ma poi potrei perdere il lavoro
   - Capisco
D- Ti andrebbe di uscire uno di questi giorni?
 
Un attimo dopo averlo detto Dilan si sentì un perfetto imbecille.
 
   - Perché no.
D- Ah fantastico … beh io non posso andarmene da qui quindi faresti meglio a venire tu, quando puoi …
   - Ok, ci si vede allora.
 
E rientrò. Lui non poteva credere che avesse accettato, forse le sue tecniche di seduzione stavano migliorando.
Circa un paio d’ore dopo la festa era finita e pian piano uno sciame di persone usciva dal castello ridendo e chiacchierando.
Even invece se ne stava per i fatti suoi.
Nonostante l’aria indifferente, c’era un non so che nel suo sguardo che faceva capire che soffriva: tutti avevano passato un’allegra serata, mentre lui era evitato da tutti; il freddo accademico che non faceva che criticare non era certo la migliore compagnia per una festa.
 
I giorni passavano, ma la ragazza non si era più vista.
Nel frattempo a Radiant Garden ne erano successe di cose: Dilan e Aeleus lavoravano sempre di più, mentre Braig non si vedeva quasi mai, per di più un giorno era tornato imprecando come un turco, senza un occhio e con un’enorme cicatrice; Aeleus e Even stavano diventando buoni amici, quando prima non si erano quasi mai rivolti la parola; un ragazzo di nome Xehanort è sbucato dal nulla ed è diventato un nuovo allievo di Ansem, dal suo arrivo nessuno era più lo stesso e tutto questo in una sola settimana.
 
B- Non ti aspetterai davvero che torni, vero?
 
Tra i vari cambiamenti, Aeleus si era preso il turno di notte, così ora Dilan si trovava costretto a passare le giornate con Braig
 
D- Beh diciamo che mi farebbe piacere
B- Pff, sei anche sentimentale ora?
D- Che male c’è?
B- Dico solo che ci sono cosa più importanti nella vita
D- Tipo?
B- Il potere.
 
Dicendo questo aveva sfoggiato uno strano sorriso sinistro.
 
D- Non me lo sarei mai aspettato da parte tua
B- Già, ma ho imparato che è l’unica cosa che valga davvero nella vita
D- Forse per te, ma non per me. A proposito, che ti sei fatto all’occhio?
B- Ti ho già detto che non ti riguarda il modo in cui ho perso l’occhio
D- Intendevo l’altro occhio, com’è che è diventato giallo? Credevo avessi gli occhi marroni.
B- Boh … sarà un effetto collaterale dovuto alla perdita dell’occhio sinistro …
D- …
B- Hei scusa se non sono un genio della scienza!
D- Taci! Arriva qualcuno!
B- Sarà il nuovo arrivato, purtroppo la puntualità non è il suo forte
 
Infatti era proprio Xehanort
 
X- Salve
B- Ciao
D- Buongiorno
 
B- Ok ora che siamo di nuovo soli, ho bisogno di chiederti una cosa
D- Se è di nuovo sulla ragazza, risparmiatela
B- No, adesso sono serio. Cosa pensi di Ansem?
D- Beh non saprei, lo vedo una volta al mese quando è ora dello stipendio, perché?
B- Non fare il finto buono, con me puoi essere sincero a riguardo
D- Beh da quello che ho sentito da Even, è un vigliacco
B- ?
D- Ha sempre paura di spingersi troppo oltre con le ricerche e così ogni volta il lavoro di mesi e mesi va buttato perché non arrivano a nessuna conclusione
B- Non mi importa dell’opinione di Even, è la tua che voglio!
D- Beh io mi fido ciecamente di lui, per cui se dice che è un vigliacco e perditempo, non posso che pensarla allo stesso modo
B- …
D- Posso sapere perché me lo chiedi?
B- No.
D- Ottimo
B- Ma tu guarda!
D- Cosa?
B- Mi sembra di intravedere la tua amichetta
D- Io non vedo niente
B- Ma sì, è la nel viale!
D- Dove?
B- Sta salendo le scale vicino al muro adesso!
D- Non vedo nessuno là
B- Cazzo la vedo io che ho un occhio!
D- Adesso mi sembra di vedere qualcosa
B- Va’allora, resto io qui
D- Grazie
 
Con una camminata spavalda si dirigeva verso di lei.
Finalmente la vedeva con un po’ di luce, era decisamente più bassa di lui, aveva i capelli bianchi e gli occhi celesti; le folte sopracciglia donavano profondità al suo sguardo, che ricordava quello di un lupo.
A Dilan sembrava bella, ma lui d’altro canto era un bestione alto più di due metri, con i capelli lunghi e spettinati, le basette da rasare, un faccione quadrato, per non parlare del medicamento di Even.
 
D- Finalmente!
   - Ho avuto dei problemi
D- A proposito, io mi chiamo Dilan
   - Sì, lo so. Ansem mi ha parlato di te.
D- Oh davvero? E che ti ha detto?
   - …
D- Hei mica mi offendo!
   - Ha detto che sei un bravo guardiano, ma come persona sei insignificante
 
E invece si era offeso.
 
D- Che gentile
   - Perché non andiamo a farci un giro?
D- Si beh, c’è una bella piazza con delle fontane qui vicino
 
Camminavano in silenzio. La neve si era sciolta e le strade erano di nuovo praticabili, ma faceva ancora freddo.
 
D- Beh, com’è che eri alla festa? Fai parte anche tu del circolo scienziati pazzi?
   - Non proprio. Io sono più l’esperimento
D- Che intendi?
   - Niente, diciamo solo che non sono una genialoide come loro.
D- Beh mi fa piacere, ammetto che cominciavo a sentirmi in imbarazzo
   - Essere intelligenti, non rende superiori
D- E allora cosa?
   - La forza.
D- Ma che avete tutti!? Perché parlate sempre di potere e forza? Che fine hanno fatto i sentimenti, i valori morali e l’intelligenza?
   - Può forse competere uno schiavo intelligente e virtuoso, con un potente re?
D- Beh no ma …
   - Ecco.
D- Chissà forse avete ragione voi.
   - Già, ma se non ci fossero persone come te che credono ancora nel potere del cuore più che in quello della spada, dove finiremmo?
 
Si scambiarono un sorriso e poi piombò di nuovo il silenzio.
 
   - Come ti sei ferito al viso?
D- Ah beh … combattendo per difendere il castello!
   - Caspita!
D- Si ma, poteva andarmi peggio visti i terribili nemici
   - Immagino, visto il tuo amico senza un occhio e l’altro zoppicante.
D- Si, è stata proprio una dura battaglia
 
Con questa bugia erano riusciti ad avviare una conversazione simpatica e intanto erano giunti davanti alle fontane.
 
   - …
D- Non avevo pensato che col freddo l’acqua si è ghiacciata …
   - Beh non importa, immagino che siano molto belle di solito
D- Già, specialmente al tramonto
   - Vorrei proprio vederle un giorno
D- Quindi tornerai ancora?
   - Sì
 
Quell’affermazione lo aveva reso più felice che mai.
Purtroppo non si era potuta fermare a lungo, doveva discutere con Ansem e poi è tornata nel suo mondo.
 
B- Non ti illudere, torna per le fontane non per te!
D- Sempre meglio di niente
 
Era tornata diverse volte, circa un paio alla settimana, e con le scuse che le fontane erano ancora ghiacciate, si davano sempre un altro appuntamento.
Era arrivato marzo e Dilan ancora non sapeva il suo nome.
 
B- Voi sì che siete profondi allora!
D- Che diamine non gliel’ho mai chiesto!
B- E come la chiami allora?
D- Beh non ho mai avuto bisogno di chiamarla per nome
B- Chiedilo al vecchio, forse lui lo sa
D- Oh ma certo, mi presento da lui dicendo che esco con una ragazza da tre mesi e però non so il suo nome, cosa penserà secondo te?
B- Beh tanto pensa già che sei insignificante, peggio di così! Ahahah!
D- Ti odio!
B- Insensibile! Perché ti accanisci sempre contro di me!?
D- Perché non vai tu a chiederglielo?
B- No. Non faccio certe figure per pararti le chiappe!
D- Grazie
B- Prego
D- …
B- Comunque si chiama Eva
D- Eh? E come lo sai?
B- Ero curioso e l’ho chiesto ad Ansem qualche settimana fa
D- Non mi prendi in giro?
B- No, almeno, non in questo preciso momento
 
Al loro successivo appuntamento, Dilan trovò conferma di quello che Braig gli aveva riferito, sentendosi più sollevato per la questione del nome.
 
E- E lui come sapeva il mio nome?
D- Dice che gliel’ha detto Ansem
E- Oh!
D- Qualcosa non va?
E- Guarda! Il ghiaccio si è sciolto!
D- Oh …
E- Avevi ragione, le fontane sono proprio belle! Perché non aspettiamo qui il tramonto?
 
Si sedettero per terra, erano solo le tre del pomeriggio, era ancora lunga prima del crepuscolo.
 
E- Sbaglio o una volta avevi detto che saltando in cima al getto d’acqua si viene scaraventati in aria?
D- Sì, ma non vorrei che ti facessi ma-
E- Voglio provare!
 
Il getto d’acqua non era abbastanza forte per Dilan quindi lui aspettava giù, mentre Eva se la spassava saltando da un piano all’altro di quella complessa struttura.
Peccato però che ad un certo punto scivolò dalla piattaforma più alta; fortuna che c’era Dilan sotto di lei pronto a prenderla.
 
D- Presa!
E- Ouff!
D- Ti ho fatto male?
E- Un po’, ma grazie per avermi salvata
D- Figurati
E- Beh, ora puoi mettermi giù
 
Non sapeva perché, ma Dilan era rimasto a fissarla per qualche istante prima di rimetterla a terra.
 
E- Tutto ok?
D- Mai stato meglio
 
D- Perché non ti fermi anche stasera? Ci sarà la luna piena, sarà bello guardarla … insieme …
E- No meglio di no, preferirei non fare tardi
D- Credevo vivessi da sola
E- Si ma, non è questo il punto. Non voglio rientrare col buio e basta.
D- Come vuoi …
 
Il tramonto finalmente era arrivato e i suoi raggi donavano dei riflessi dorati agli spruzzi delle fontane, che si stagliavano contro il cielo purpureo.
Ma poco prima che cominciassero a spuntare le prime stelle, i due si erano già avviati verso il grande cancello.
 
D- Grazie per avermi accompagnato
E- Grazie a te per la bella giornata
D- Già, peccato che ora tu debba andare
E- Vorrei restare, ma … davvero non posso
D- Sì capisco
 
Erano rimasti immobili a fissarsi in silenzio e dalla cima delle scale si sentì Braig urlare: “Shalalala baciala!”
 
D- Non farci caso … lui non è … normale …
E- Eheh
D- Beh, va’ ora, il sole ormai è sceso del tutto e credo che tu debba fare un lungo viaggio per torn-
E- Si ora devo proprio scappare!
 
E così si erano lasciati un’altra volta senza concludere niente
 
B- Non te la dà
D- Taci!
B- Potevi fare il romantico e correrle dietro, alle ragazze piace questo genere di cose!
D- Rispetto i suoi spazi
B- Che gentleman!
D- Va’ a quel paese.
 
Chissà, forse avrebbe dovuto fare come suggeriva Braig, correrle dietro, prenderla e baciarla, come nei film.
Ma la vita non è un film, e lei avrebbe potuto arrabbiarsi molto per questo.
Meglio non rischiare.
 
Quella sera però Dilan era in preda ai rimorsi e a strani pensieri.
Ora che aveva finalmente visto le fontane sarebbe più tornata?
Effettivamente non aveva pensato a questo e non si erano nemmeno dati un altro appuntamento.
 
Prese l’iniziativa e si recò nello studio di Ansem per avere più informazioni su di lei, così sarebbe potuto andare a trovarla lui stesso.
Stranamente lui non c’era, così cominciò a rovistare a caso nei cassetti sperando che prima o poi saltasse fuori qualcosa.
 
E- Cerchi qualcosa?
D- Si mi daresti una mano?
E- Vedo cosa posso fare
D- Cerco informazioni su Eva
E- Cerchi una Bibbia?
D- No, non esattamente, non quella Eva
E- Ah capisco. L’esperimento di Ansem.
D- Non parlare così di lei! Non è un misero esperimento!
E- Non la conosco, ma Ansem la vede così. D’altronde, non è che una cavia per lui
D- Cavia? E per cosa?
E- Questo non lo so, ma se troviamo le informazioni che cerchi, forse ne sapremo di più
 
Finalmente saltò fuori un fascicoletto intitolato proprio “Eva”, all’interno c’era un suo piccolo ritratto, e poche informazioni, da dove veniva, la sua età e la sua “malattia”.
 
E- Di cosa è malata?
D- Non sapevo fosse malata
E- Qui non dice niente a riguardo, accenna solo a studi in corso … Ienzo!!
I- Mi hai chiamato?
E- Raggiungi Xehanort in laboratorio e vedi cosa riuscite a trovare su una certa Eva
I- Sì
D- Grazie per l’aiuto.
E- Sono certo che saprai ricambiare
D- Come?
E- Beh credo che tu abbia notato qualcosa no? Si sta creando un’alleanza e tu sei l’unico a non farne ancora parte.
D- Un’alleanza? Per cosa?
E- Io, Xehanort, Braig, Ienzo e Aeleus, ci siamo uniti contro un uomo inutile e sfaticato: Ansem
D- Ora capisco cosa stesse succedendo per tutto questo tempo.
E- Vorrei farti notare che se non accetterai la proposta, di contro dovremo ritenere che sei dalla sua parte.
D- Sì, certo.
E- Dunque?
I- Even, abbiamo trovato solo boccette contenti capelli bianchi e una con del sangue infetto, ma non sappiamo cosa sia a renderlo così, vieni a vedere!
 
Even e Dilan si scambiarono un’occhiata e di passo spedito andarono in laboratorio. Xehanort esaminava con cura quel sangue al microscopio, ma non riusciva a interpretare che genere di batterio lo rendesse così scuro.
 
E- Siamo sicuri che sia umano?
X- E’ classificato come suo
E- Questo è un mistero anche per me
D- Ma tanto per sapere, dov’è Ansem?
X- Aveva una faccenda importante da svolgere, è passato di qui, ha preso delle siringhe e se n’è andato.
E- Cos’ha preso?
I- Tre di queste … ehi c’è scritto Eva anche qui!
E- Andiamo!
X- Dove?
E- A vedere che combina quel pazzo. Dilan, chiama Braig e Aeleus. Stasera ci sarà bisogno di tutti
D- Per cosa?
X- Vedrai.
 
Secondo il fascicolo, Eva era una terrestre.
In particolare abitava in una zona remota della Scozia
 
B- Non sarà uno scherzo trovarla
D- Non m’importa, dovessi cercarla anche per giorni
I- Poveri zucconi, non sanno che possiamo seguire le tracce del varco di Ansem
E- Suvvia Ienzo, non prendere in giro i “meno abili”
 
In quasi un’ora erano davanti alla sua casa.
Era piccola, buia, non lontano da una foresta
 
E- Qui ci sono delle impronte fresche
I- Vanno verso gli alberi
D- Seguiamole!
E- Non così in fretta ragazzo, dobbiamo prima esaminare il territorio
D- Beh fate in fretta
E- Il villaggio vicino è tranquillo. A giudicare dalle rudimentali costruzioni, la loro tecnologia è meno avanzata della nostra
I- Già, non c’è nemmeno un sistema di protezione da attacchi esterni
E- A giudicare da queste insegne direi che parlano una lingua simile alla nostra
I- E si muovono lungo strade non asfaltate, probabilmente con dei cavalli o carrozze visti i segni a terra
E- La comunità è organizzata attorno alla chiesa e questo fa capire che è un popolo religioso, inoltre quel campanile scandisce le ore: deduco che siano persone povere che non hanno denaro sufficiente per comprare un orologio
I- Può bastare così?
E- E’ sufficiente sì, ma potremmo fare di più. Sappi che coloro che si impegnano al massimo saranno sempre premiati
D- Ora possiamo ritornare alla nostra missione?
X- Seguitemi, vi faccio strada nella foschia
 
Nemmeno Xehanort sapeva con certezza dove stessero andando, ma gli piaceva stare in testa e avere gli altri che lo seguivano come dei cagnolini.
Le impronte sembravano infinite, continuavano a camminare, ma non giungevano da nessuna parte.
 
B- Avete sentito?
D- No cosa?
E- Ululati, ci devono essere dei lupi nei paraggi. State attenti!
 
Gli ululati sembravano sempre più vicini
 
A- Non è che stiamo andando verso una tana di lupi?
X- Che genere di pazzo si sarebbe diretto dritto in bocca ai predatori? No, credo che queste impronte ci portino da qualche altra parte.
E- Sinceramente comincio ad avere paura anche io, se fosse un branco numeroso, non avremmo scampo
D- Guardate là, c’è un’altra fila di impronte!
B- Arriva dalla direzione opposta alla nostra, forse c’è un altro villaggio per di là
E- Oh no miei cari, queste impronte non sono di scarpe
I- Sono zampe! Ed enormi direi!
D- Merda, vuol dire che i lupi sono qui!
A- Che facciamo?
X- Non perdete la calma, uniti possiamo farcela!
B- E’ facile dirlo stando dietro ad Aeleus!
I- Ma dove finiscono queste impronte?
 
La scena era strana a vedersi: avevano seguito finora le impronte di un uomo, che adesso si congiungevano con quelle di un lupo che veniva dalla direzione opposta. Però finivano lì e non c’era nessuno oltre a loro.
 
E- Ci dev’essere un passaggio da qualche parte, aiutatemi a cercare!
 
C’era un albero proprio a fianco a loro, sembrava il nascondiglio perfetto, ma non trovarono nessun accesso segreto.
 
I- Sarebbe stato fin troppo facile …
E- Shh sento dei passi!
 
Si nascosero dietro il grande tronco e rimasero ad osservare.
Sopraggiungeva Ansem, camminando in punta di piedi: pigiando fortemente nel fango, le sue impronte sembravano quelle di grosse zampe, arrivato al punto d’incrocio, si voltò e cominciò a camminare al contrario
 
E- Bastardo, aveva pensato a depistarci nel caso in cui l’avessimo seguito!
D- Che facciamo?
X- Lasciamolo andare, tanto sappiamo dove trovarlo. Ora vediamo dove finiscono le tracce.
 
Cominciarono a muoversi a gattoni dietro una fila di cespugli, per non farsi notare da Ansem, quando furono abbastanza lontani si rialzarono.
 
X- Capolinea. C’è un viale di sassi, non sappiamo che strada abbia preso esattamente.
E- Andiamo sempre dritti
 
E così fecero, ci volle quasi un’ora di camminata in mezzo alla nebbia e al buio più totale prima di intravedere qualcosa.
 
I- Sembra una caverna
D- Andiamo a vedere?
B- Sei matto? Se non ci son lupi, ci son orsi. In ogni caso siamo fritti.
E- Se hai paura resta pure qui, noi andiamo.
B- No beh, da solo non resto di certo.
 
La grotta era vuota, fatta eccezione per dei vestiti lacerati qua e là e tracce di sangue.
 
B- Che diavolo è successo qui?
E- Ienzo!!
 
E’ stata questione di un attimo: la grotta non era vuota.
C’era un enorme lupo, in piedi su due zampe, una creatura mostruosa con due occhi rossi come il sangue e le fauci più grandi di quelle di un orso.
Si era avventato senza alcuna pietà contro il piccolo Ienzo, lanciandolo a terra e ora stava per consumare il suo pasto.
 
E- Via mostro! Vattene!
A- Even, allontanati, ci pensiamo noi!
 
Aeleus e Dilan erano pronti a farsi avanti, e la bestia non era certo da meno.
Unendo le loro forze, riuscivano a farla indietreggiare ma non ottenevano ottimi risultati.
Finché Aeleus di sua iniziativa non si lanciò contro il lupo mannaro per distrarlo.
Era l’occasione ottima per Dilan, prese bene la mira e tirò la sua lancia con tutta la forza che aveva in corpo.
Prese l’animale in pieno petto e questo lanciò un terribile ululato per il dolore e si accasciò a terra.
 
E- Oh no …
X- Qualcosa non va?
E- Fai finta di niente. Nascondi queste, forse Dilan non se n’è ancora accorto.
 
Pose a Xehanort le siringhe con scritto “Eva” che aveva trovato a terra, cercando di non farsi notare.
Solo ora Even aveva capito, i germi nel suo sangue erano derivati dal morso di un lupo mannaro che le ha irrimediabilmente trasmesso la medesima maledizione; Ansem la stava studiando e per questo si era recato da lei: per avere altri dati sulla trasformazione da uomo a lupo.
 
X- Come la mettiamo con Dilan?
E- Improvviseremo qualcosa.
X- Va bene. Ho un’idea.
 
Dilan intanto aveva sfilato la lancia dal corpo inerme del lupo.
 
D- Che facciamo ora?
X- Sarà meglio rientrare e interrogare Ansem. Qui non ne caviamo fuori niente
D- Ma Eva? Potrebbe essere in pericolo! Dobbiamo trovarla!
X- Se vive qui credo proprio che sappia badare a se stessa.
D- I conti non tornano, preferirei restare ancora un po’. Voi rientrate pure se volet-
X- Non disobbedirmi Dilan.
 
Quel “non disobbedirmi” gli aveva fatto venire il voltastomaco, ma d’altro canto non aveva intenzione di restare da solo in un simile posto.
 
Una volta a Radiant Garden si recarono immediatamente da Ansem
 
An- Che avete combinato nel mio studio? Chi si è intromesso nelle mie ricerche?
E- Io.
An- Even! Proprio tu! Come hai osato!?
E- In una comunità di scienziati le ricerche sono di tutti e così le tue sono anche mie.
An- Stavo facendo degli studi per i fatti miei.
D- Ad esempio?
An- Non rivolgerti a me con quel tono guardia!
X- Ne ha tutto il diritto, vecchio stolto.
An- Voi, voi non capite!
E- Allora illuminaci
An- Quella ragazza, era la chiave per capire la deformazione di un cuore se viene maledetto!
D- Maledetto?
E- Dilan, per favore …
D- Qualcuno mi spiega che diavolo sta succedendo!?
An- Era stata morsa da un lupo mannaro e io la studiavo.
 
A Dilan bastarono queste parole per capire tutto. Silenziosamente uscì dalla stanza, aprì un varco e corse dov’erano stati fino a poco prima.
 
Ae- Fantastico, invece di aiutarla te ne servivi per i tuoi scopi!
X- …
An- Ma io stavo cercando la cura! Per aiutare tutti coloro che come lei soffrono!
X- E allora se il tuo scopo è così nobile, perché ce l’hai tenuto nascosto?
An- Perché voi siete i veri mostri! Se l’aveste scoperto l’avreste usata per i vostri terribili esperimenti su cavie umane!
E- Si sono immolati per la scienza
An- Scienza? E’ pazzia questa!
X- L’unico pazzo qui sei tu.
 
Con queste parole aprì un varco … oscuro.
 
An- Xehanort! Come hai potuto cedere all’oscurità?
X- Cedere? Io direi abbracciare!!
 
E lo spinse con un urlo dentro quel canale verso il mondo dell’Oscurità.
 
X- Addio vecchio stolto. Qui non c’era più bisogno di te.
E- Dov’è Dilan?
A- Credo che sia tornato alla grotta.
I- Andiamo da lui?
E- No. E’ una cosa che deve sbrigare da solo. Noi lo aspetteremo qui.
 
E Dilan correva. Correva a perdifiato.
L’aveva uccisa, ma ancora sperava per qualche arcana ragione di poter rimediare.
Arrivato, trovò il corpo dove l’avevano lasciato; gli orribili arti e i peli irti si erano ritirati e Eva aveva riassunto le sue sembianza umane.
 
L’urlo di Dilan riecheggiò per tutta la foresta.
L’aveva uccisa credendo che fosse un mostro, ma l’unico vero mostro qui era lui.
Venne travolto dall’ira e dalla disperazione, maledicendo Ansem per quello che aveva fatto; a causa sua e dei suoi studi l’aveva condannata a una vita da cavia quando avrebbe potuto aiutarla.
Dilan aveva giurato vendetta, e aveva giurato che Ansem avrebbe ripagato la vita di Eva con la sua, prima o poi.
 
Infine scoppiò a piangere, tenendo Eva tra le braccia.
 
B- Peccato, sareste stati una bella coppia voi due.
D- Che ci fai qui?
B- Manchi da ore, temevamo il peggio. Qui non c’è più niente da fare Dilan, torniamo a casa.
X- Il mio nome è … Xaldin.
   
 
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