La porta del loft si chiude con forza
alle spalle dello scrittore che attraversa a grandi passi il salotto diretto
nel proprio ufficio.
Qualche istante dopo, anche la detective
Kate Beckett entra nel loft ma a differenza dell’uomo accompagna la porta con
delicatezza, quasi con timore. Quando la serratura scatta, emette un sospiro
sapendo che quella giornata non sarebbe finita bene, almeno per lei.
Sentendo dei rumori provenire dallo
studio di Rick si sposta direttamente verso quella zona dell’appartamento.
-Castle,
dobbiamo parlare- dice infine quando arriva sulla soglia dello studio.
-Ah, ora vuoi parlare?- Rick con i capelli
sconvolti e con un mano un bicchiere di un qualsiasi alcoolico scuso non
sembrava avere intenzioni particolarmente amichevoli.
-Castle, per
favore!
-Per favore? Tu mi chiedi per favore? Forse
avresti dovuto parlare prima che la Gates mi informasse che tu ti stai per
trasferire all’FBI! O forse prima che Ryan si lasciasse sfuggire di quel bacio
con Mr. Fantastic! Allora dovevi parlare. Adesso è
tardi, Kate!
Castle non riesce a stare fermo un minuto e percorre avanti e
indietro lo studio come un animale in gabbia.
-Mi dispiace, Castle?
-Cosa? Cosa ti dispiace? Che io sia
venuto a sapere queste cose o il modo?
-Fa qualche differenza?
Rick guarda la donna con due occhi di
ghiaccio.
-No, Kate. Non provarci. Non sono io il
cattivo di questa storia. Non te lo permetto questa volta!
-Non intendevo dire questo! Voglio solo
dire che stai correndo troppo! Non ho ancora deciso nulla per quella storia
dell’FBI. È solo una proposta!
-Una proposta che hai discusso con tutti
tranne che con me! Noi due stiamo insieme, Kate, o forse questo dettaglio ti è
sfuggito? Credevo almeno di meritare un minimo di considerazione.
-D’accordo, avrei dovuto parlarne con
te! Hai ragione…
-E forse avresti dovuto anche dirmi del
bacio.
Beckett sbuffa sonoramente, quasi
scocciata da quella precisazione inutile.
-Cos’è, Kate? Se l’avessi fatto io ci
passeresti sopra? Per un non-bacio con quella reporter della tv mi hai tenuto a
distanza per giorni. E io non ci avevo fatto nulla.
-Perfetto, Castle.
Avrei dovuto parlarti anche del bacio. Contento?
-Molto, Kate! È sempre bello veder
tradita la propria fiducia.
-Non essere melodrammatico, adesso! Non ha
significato nulla per me!
-Come il bacio che hai dato a me quando
stavi con Josh, vero? Anche quello non significava
nulla, eppure non gliene hai parlato
Kate apre la bocca per replicare ma non
riesce a formulare un pensiero che non la faccia apparire leggermente ipocrita.
-Stai forse dicendo che io sono portata
al tradimento?
-No, non è questo, Kate- il tono di Rick
si fa improvvisamente più calmo ma la detective sa che questo non è un buon
segno.
-Allora cosa è che ti dà tanto fastidio?
-Penso che tu non sia stata sincera con
me perché quel bacio ha significato qualcosa.
Kate muove qualche passo in avanti con
calma e misurando attentamente le
parole.
-Castle, ho
sempre avuto un obiettivo nella vita. Ed era quello di trovare l’assassino di
mia madre. Ora che l’ho fatto, mi sento…vuota. Inutile. Il lavoro non ha più
senso. Ho bisogno di stimoli nuovi, di provare qualcosa di nuovo. Di svegliarmi
la mattina e capire che non butterò un’altra giornata al vento.
Quando la detective rialza lo sguardo
puntandolo dritto negli occhi di Rick si rende conto che le sue parole sono
state più dure del previsto.
-Io non ti basto, vero? Io non conto
abbastanza…la nostra vita insieme, il nostro possibile futuro insieme. Niente ha
importanza per te.
-Non è questo. Io tengo tantissimo a te.
È solo che…Castle, in tutta la mia vita io ho sempre
sentito di dover fare qualcosa. La poliziotta per vendicare mia madre. E ora…
-Ora ti senti costretta a stare con me
per non ferirmi.
-Castle…
-No, non devi dire altro. Ti sono
servito per il caso di tua madre, per abbattere quel muro, che però, credo,
fosse stato messo lì solo per tenere fuori me dalla tua vita. Non ha mai
impedito agli altri di entrare nella tua vita.
-Non è così, Castle!
-Riflettici, Kate! Sei stata tu a
raccontarmi dei tuoi problemi con Josh, del tuo
bisogno di avere accanto qualcuno con cui costruire un futuro. Mi hai detto che
lui non capiva questa tua necessità e andandosene in Africa non aveva fatto
altro che confermare i tuoi dubbi sulla vostra relazione. Io invece sono qui. Parlo
di futuro, voglio un futuro con te. E questa volta sei tu ad andartene, Kate, o
anche solo a pensare di farlo. Mi stai trattando come Josh
ha trattato te. E sinceramente non credo di meritarlo.
-Castle,
vorrei solo che quando deciderò di avere un futuro con te io lo senta davvero. Io
mi senta pronta davvero. So cosa vuoi tu: matrimonio, figli, invecchiare
insieme…io non mi sento pronta.
-Non ti senti libera. È così?
Kate esita per qualche istante, ma non
ha più senso mentire.
-Esatto, Castle.
L’uomo annuisce terminando in un solo
sorso il suo liquore.
-D’accordo, Kate. Io ti amo, questo lo
sai. E per questa ragione devo darti quello che vuoi più di ogni altra cosa. Ti
lascio la tua libertà.
-Che…che vuoi dire, Rick?
-Hai perso la tua giovinezza dietro ad
assassini e lasciando che il rancore e la rabbia divorassero i tuoi giorni
migliori. Ora vuoi riavere indietro quello che hai perso. Non lo capisco, ma,
come ho detto, ti amo…e se questo è quello che ti rende felice, è giusto così.
-Non credo di capire, Castle.
-E’ finita, Kate. Se vuoi andartene dal
distretto, va bene. Se vuoi avere storie con altri uomini senza legami per
sentirti libera, va bene. Ma io non posso stare qui a guardarti mentre lo fai. Forse
tu non lo capisci, ma anche io ho un minimo di dignità.
Kate non aveva previsto che quella
discussione potesse finire in quel modo. Si era aspettata un litigio, questo
sì, ma non che Rick la lasciasse libera di andarsene.
-Spero che tu possa trovare quello che
stai cercando, dovunque tu andrai. Te lo auguro dal profondo del cuore, Kate.
-Castle, io
non volevo questo. Io non voglio questo.
-E io non voglio dover aspettare ancora
all’infinito, o sentirmi messo da parte. O peggio sapere di essere un peso per
te. Tu sai cosa provo. Sai che ho atteso che tu fossi pronta per noi. Ma ora
non puoi chiedermi di aspettare ancora, mentre ti guardi in giro per vedere se
c’è qualcosa meglio di questo “noi”, mi dispiace. Ora, se non ti dispiace,
vorrei restare solo. Sai dove è la porta.
Castle le volta le spalle e a Kate non resta che assecondare le
sue richieste. Quando mette piede fuori dal loft e chiude la porta alle sue
spalle, la detective si sente svuotata. Ora è libera di poter prendere
qualsiasi decisione senza preoccuparsi delle conseguenze per gli altri. Per Rick.
Eppure ora sente di aver appena rovinato la sola cosa buona che era riuscita a
costruire dopo la morte di sua madre.
Già. Sua madre. Tutta la sua vita, tutte
le sue decisioni, erano state frutto di questo evento. E anche adesso, questa
esigenza di andarsene dal distretto era dettata ancora una volta da questo
maledetto omicidio. Pensava di averlo superato, di poter finalmente gestire la
sua vita, ed invece era ancora sua madre a dettare legge.
Senza accorgersene calde lacrime hanno
cominciato a scendere sul suo viso senza controllo. Voleva tornare indietro,
tornare da Rick e cancellare i suoi errori, ma era troppo tardi. Lui se n’era
andato e non poteva di certo biasimarlo. Che doveva fare ora?
Kate raccoglie la borsa e la giacca che
aveva lasciato cadere per terra e si muove verso l’ascensore. Aveva una
decisione da prendere, ma doveva farlo lontano da lì. Da New York e da Rick. Lontano
da tutto quello che per lei è importante.
Angolo mio:
Ragazze, non so come mi è venuta. È la
mia versione del finale di stagione, ma so (recte,
spero) che non sarà così. I nostri Caskett saranno
felici e contenti e noi smetteremo di avere crisi isteriche. =)
Per ora la storia è di un solo capitolo,
ma non escludo che possa provare a riprenderla e creare un possibile inizio
della sesta stagione ;)
Beh, buona notte a tutte, girls!
E buon Castle’s
Monday a tutte =)