BlueMoon
Rein
x Eclipse
Waltz
n.5
Alzò
lo sguardo e incontrò il suo, distante solo pochi passi da
lei.
La
sala illuminata a giorno contrastava con il cielo notturno che si
intravedeva
dalle ampie vetrate.
Di
colpo il vento gelido dell’inverno spalancò le
finestre, lasciando entrare i
fiocchi di neve immacolati che investirono gli invitati. La corrente
portò
tutti a chiudere gli occhi e a proteggersi il viso o impedire alle
vesti di
alzarsi. Le raffiche avevano strappato alle rose rosso sangue che
ornavano la
festa milioni di petali, che insieme alla neve cadevano ora
ininterrottamente
sugli ospiti.
Ma
Rein non smise un attimo di guardare quegli occhi. Nulla poteva
distrarla né
allontanarla.
Si
avvicinò di più a lui, inchinandosi brevemente.
Eclipse
le porse elegantemente la mano, mentre i primi bisbigli cominciavano a
rompere
il silenzio. Rein fece scivolare la sua piccola e nivea nella presa
grande e
calda di lui avvicinandosi al suo cuore.
Si
sentiva
in pace.
Non
le importava affatto se le dame la ritenevano un’ ipocrita.
Non le interessava
che i gentiluomini la considerassero volubile.
Non
aveva giurato amore eterno al principe Bright, non gli doveva niente.
Aveva
finto abbastanza, si era sottomessa abbastanza.
Ora
voleva solo essere se stessa, mostrare a tutti la vera Rein, repressa
fino a
quel momento per una apparenza che odiava.
Amava
Eclipse. Lo amava. E lui le sorrideva malizioso mentre le pareti
giravano
ininterrottamente e il suo viso restava l’unico punto
veramente fermo.
I
loro passi in sincrono, la melodia malinconica e struggente, la luna
alta e
piena le suggerivano il silenzio.
Aveva
tanto da dire, ma i loro occhi si parlavano senza emettere alcun suono.
Non
temeva il freddo, non era per il gelo che tremava quando si ritrovarono
a
ballare quel valzer nel buio del giardino completamente ricoperto di
soffice
biancore.
Sapeva
che non le sarebbe stato permesso di essere sua, di vivere per quegli
occhi.
Lui
che non era altro che un figlio illegittimo, per di più
rifiutato da suo padre
e accusato di congiura contro il sovrano.
Ma
entrambi sapevano di appartenersi.
Una
lacrima le attraversò il viso prima che potesse fermarla.
Ma
Eclipse la asciugò, continuando a farla volteggiare.
Non
temeva le guardie, non lo terrorizzava la prigione. Gli importava solo
di lei.
Si
muoveva nel buio per comodità, ma per Rein avrebbe
affrontato qualsiasi
pericolo.
Amava
la sua principessa. La amava. E lei gli sorrideva mentre lui la guidava
in un
incrocio di battiti, in un circolo di sentimenti che portava quiete.
Non
erano mai stati entrambi più veri di così.
Si
sarebbero rivisti, prima o poi, nel mondo.
Ma
mai così da vicino.
Le
loro ombre si allungarono, ma non erano stanchi di ballare.
La
malinconia si impossessava pian piano di loro, ma la notte non era mai
sembrata
loro così breve.
Tutti
li guardavano dalle finestre ora richiuse. Bright non aveva parole con
cui
commentare. Tutti si aspettavano che Rein fosse sua, ma sapeva che non
lo
sarebbe mai stata davvero.
Chiuse
gli occhi.
-Buona
notte, allora.-
-Buona
notte a te, principessa.-
“Ci rincontreremo, prima o poi, nel mondo”