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Autore: thatsmylastsong    23/04/2013    1 recensioni
[Altri attori/telefilm]
Evan Peters\Taissa Farmiga.
A Taissa non importava.
Le condizioni meteorologiche non le avrebbero mai impedito di stringerlo forte tra le proprie braccia. Di essere stretta tra le sue di braccia.
Ma per Evan non era così e si chiedeva quanto ancora, avrebbe aspettato.
In eterno, forse.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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A story about Evan Peters and Taissa Farmiga.
Enjoy!



Una temperaura così elevata non si registrava da tempo nella Citta degli Angeli.
Chiunque, per le strade, si faceva vento con le mani e si lamentava di qualsivoglia questione, perché tutti sono più irascibili, quando c'è caldo.
Persino le star Hollywoodiane.
Una giovane promessa dello show-biz, anch'essa accaldata, si trovava in un locale alle cinque del pomeriggio, in attesa di qualcosa.
"Ciao, splendore! No. Oggi offro io la canzone al Jukebox" esordì la barista.
La ragazza dall'altro lato del locale sorrise, prese lo sgabello più vicino, e si sedetta davanti a lei.
"Scusalo, sai che è un po' lento" riprese la barista, offrendo alla ragazza davanti a sè, un analcolico.
"Non ti preoccupare, Betty. Amo stare in questo locale ad aspettare la mia canzone, specialmente in momenti come questi" rispose la ragazza, sospirando alla fine della frase.
"Tai, che succede? Ora che ti guardo bene... hai una faccia che mi detesta non pochi sospetti. Raccontami".
"Mi ha chiamato Ryan, oggi".
D'improvviso, Betty emise un urletto stridulo.
"Muprhy? DIO, quanto amo il tuo lavoro. Coraggio, prosegui".
Taissa fece un lungo e profondo respiro, poi proseguì.
"Mi ha detto che le riprese inizieranno tra un paio di settimane e che non vede l'ora di vedermi" rispose la ragazza, con la stessa aria affranta.
"Scusami, non capisco quale sia il punto, tesoro. Non sei felice di tornare sul set?".
A quella domanda, Taissa non seppe che rispondere.
Era felice di tornare? Forse.
Una parte di lei lo era sicuramente.
L'attrice che è in lei scalpitava all'idea di tornare ad interpretare un nuovo personaggio.
Era estasiata.
Ma la giovane donna che era in lei, era ferita.
Ferita perché non avrebbe mai più voluto avere lui come partner lavorativo.
Non era giusto e stava male.
Male perché quando ami qualcuno che non puoi avere, tutto il mondo ti sembra una prigione dalla quale non uscirai più, perché ti senti troppo fragile e instabile.
Taissa stava per darle una risposta, ma la giovane barista si allontanò, come se stesse diventando di troppo.
La giovane attrice si guardò intornto, cercando di capire che diavolo fosse preso a Betty e... capì.
Non ci volle molto perché Taissa prese a guardarsi i lacci delle scarpe.
Un'altra ragazza si stava sedendo... proprio accanto a lei.
"Tu... sì, io ti ho già vista".
Taissa era così a disagio, che togliersi la vita a 18 anni non le parve una idea così malsana.
Prese coraggio, e guardò la ragazza accanto a lei.
"Sì, beh...".
Ma la ragazza la interruppe.
"Tu mi segui su Twitter! Mi parevi un viso conosciuto. Il tuo nome è... oddio, ora mi sfugge...".
"... Taissa".
Una voce profonda attirò l'attenzione delle due ragazze.
"Amore!" squittì Emma.
Sì, quella Emma.
Emma Roberts.
La Emma che Taissa non era.
La Emma che avrebbe voluto essere, così avrebbe anche lei potuto chiamarlo in quel modo.
Amore.
Infondo, lui era il suo amore.
Solo che... lei era non il suo.
Li aveva visti spesso sui giornali, mentre si abbracciavano e si baciavano, ma assistere di persona la faceva sentire così... debole ed indifesa.
"Evan, ciao" rispose.
Ci fu un momento di silenzio, che Emma spezzò.
"Bene, è stato bello conoscerti ma ora io e il mio amore dobbiamo andare".
La ragazza mosse freneticamente la mano per salutare Taissa.
I due uscirono dal locale, e la giovane 18enne rimase ancora lì, in attesa della canzone.



Erano le sette passate e la ragazza era ancora lì.
La canzone l'aveva ascoltata, ma non riusciva a muovere un muscolo.
Se avesse 21 anni, probabilmente, si starebbe già ubriacando, così da dimenticare che Evan, non solo non la considerava un surrogato di amica... ma non la considerava proprio.
'Taissa', aveva detto.
Pronunciò il suo nome con una tale... no, lo pronunciò benissimo, ma lo odiava, perché lo amava.
"Vigliacca" disse seccamente la 18enne.
"Oh, scusami, Tai! Non sapevo che fare, insomma, avevo visto che la Roberts stava entrando mi è preso il panico".
"A TE?" Taissa alzò la voce e tutti nel locale la fissarono.
"Ehm, sì, concordo in pieno" iniziò a dire Betty, senza nessun nesso logico.
La ragazza la guardò confusa. 
Magari il caldo le aveva fuso i neuroni.
"Sei d'accordo... con cosa?".
Betty non rispose, perché era troppo intenta a sorriderle.
"Taissa".
Oh.
Santo.
Cielo.
La stessa voce profonda e penetrante fu udita dalle orecchie della 18enne, che sobbalzò, senza più, inspiegabilmente, aria nei polmoni.
Ella si girò.
"Ciao, Taissa" sorrise Evan.
Questa volta era da solo.
"Ciao. Come... come mai sei qui?".
"Per te. Sono qui per te".
Alla ragazza salì l'adrenalina alle stelle.
"Per... me?" si sforzò di mostrare indifferenza ma il suo cuore stava per esplodere.
"Sì, certo. Mi dispiace se prima me ne sono andato senza quasi salutarti, solo che Emma diventa gelosa quando mi vede parlare, anche se noi due...".
"Non siamo niente" concluse lei.
"Anche se noi siamo solo colleghi, in realtà".
Il ragazzo continuò a guardarla, come se volesse stregarla.
Accennò un sorriso che fece intravedere una delle sue fossette.
"Tranquillo, capisco. Comunque, ora vado" disse lei, che non vedeva l'ora di andare a casa a piangere.
"Aspetta... non siamo estranei e credimi, ti abbraccerei se non ci fosse così tanto caldo" disse, sorridendo davvero, mostrando entrambe le fossette.
A Taissa non importava.
Le condizioni meteorologiche non le avrebbero mai impedito di stringerlo forte tra le proprie braccia. Di essere stretta tra le sue di braccia.
Ma per Evan non era così e si chiedeva quanto ancora, avrebbe aspettato.
In eterno, forse.
Ella sorrise.
"Secondo te" riprese lui "cosa si inventerà Ryan per i  nostri personaggi?".
"Non lo so... magari potrei interpretare una delle tue mogli. Sì insomma, può farti interpretare un mormone".
Egli rise di gusto.
"Sei divertente, Taissa. Non conoscevo questo lato di te".
Sì, perché lei era solo questo per i ragazzi.
Una ragazza divertente.
"Ora devo andare, Evan. Ci vediamo sul set".
"Certo".
Misteriosamente, uscì prima lui dal locale, anche se fu lei a dire che doveva andare.
Eppure, lei doveva veramente andare.
Andare a casa a darsi della stupida, per essersi innamorata dell'unico ragazzo, che ha la certezza di non poter avere.

 


  
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