Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |      
Autore: LadyMaria    25/04/2013    0 recensioni
Aurora viene fatta prigioniera dalla perfida Cora. Riusciranno lei ed Uncino a far leva sui nobili e puri sentimenti della ragazza al fine di ottenere informazioni in merito a Snow ed Emma?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aurora, Cora, Filippo, Mulan
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Si trovava in compagnia di Mulan, Snow ed Emma. Procedevano a passo tranquillo in mezzo al bosco e tutto sembrava tranquillo, forse c’era perfino troppa quiete.
Un repentino attacco fece trasalire tutte loro. Mulan aveva cercato di proteggere Aurora, ma i  nemici erano troppi e la povera Snow non era riuscita a tenerli a bada tutti per quanto la figlia l’avesse aiutata a (s)calciarne qualcuno.
Fu così che Aurora perse di vista Mulan. 
Correva spedita in mezzo alla fitta boscaglia e, a causa di un sasso che ostacolava il sentiero, si ritrovò a terra con gli occhi socchiusi e un pezzetto di terriccio che le era finito in bocca.
Tentò di rialzarsi e ripulire la lingua dal pessimo sapore che la terra aveva assunto all’interno del palato finché non si sentì sollevare in aria. Due potenti braccia che la tenevano ben stretta, l’ultimo ricordo delle proprie gambe che tentavano di divincolarsi. Infine un dolore lancinante all’altezza della colonna vertebrale e poi.. più niente.
 
Si risvegliò solo diverse ore dopo, o forse le parvero ore e invece si trattarono solo di minuti. Beh, non sapeva dirlo con certezza. Le sembrò di aver dormito profondamente ed eternamente come quando si trovò in balìa della maledizione.
Aprì debolmente gli occhi mentre le braccia venivano percosse da lunghi ed intensi brividi di freddo. Abbassando appena il capo notò due grandi catene che le bloccavano i polsi. Era stata fatta prigioniera.
Si guardò attorno e impallidì quando vide entrare all’interno della piccola alcova nella quale era stata rinchiusa niente poco di meno che.. Cora.
La donna avanzò sinistramente davanti a lei e adagiò per terra un vassoio con sopra dei pezzi di pane, una fitta brodaglia di solo Dio poteva solo sapere che cosa, e un bicchiere d’acqua.
“Mangia Principessa. Non voglio mica che tu muoia” sogghignò divertita mentre pensava – Non ancora almeno- e fissava il volto della giovane con un sorrisetto alquanto diabolico, ma al contempo rassicurante.
Aurora, dapprima sollevò leggermente il sopracciglio sinistro e poi puntando i grandi occhioni celesti in direzione di Cora disse:
“Non mangio niente che possa contenere del veleno” e tentò di ricambiare il sorriso che lei le stava lanciando, ma Aurora non era mai stata cattiva e di conseguenza nemmeno la propria mimica facciale poteva esserlo.
 
“Ragazzina intelligente…” borbottò Cora cominciando a passeggiare avanti e indietro nella piccola ed angusta “cella naturale” mentre portava le mani dietro la schiena
“Eppure così ostinata e sciocca!” concluse voltandosi di scatto verso di lei rimanendo in attesa di una sua qualsivoglia reazione.
Ma Aurora non reagì. Non mosse nemmeno un muscolo né osò dire qualcosa. Se lo sguardo di Cora era duro ed irremovibile quello di Aurora era altrettanto deciso.
Non avrebbe mai tradito la fiducia di Snow, mai. Per niente al mondo. Nemmeno per salvarsi la “pelle”.
“E cosa ti porta a parteggiare per loro?” chiese Cora avanzando di un passo per poi fermarsi all’improvviso. Spalancò impercettibilmente la bocca e cominciò a sorridere ancora di più:
“Oh, capisco. Speravi che una volta finita questa guerra loro ti avrebbero accolto a braccia aperte nel loro nuovo mondo. Certo… perché no?” i suoi passi riecheggiavano all’interno della grotta sebbene in parte il rumore venisse sedato dalla presenza di paglia sparsa un po’ ovunque per terra. 
“E magari laggiù avresti potuto trovare un altro principe e avere il tuo lieto fine. Che cosa c’è, Principessa? Ti sei già dimenticata di Filippo?”
Di fronte a tanta arroganza e presunzione, e nell’udire il nome di Filippo, Aurora avvertì un battito farle difetto. Drizzò lentamente il capo, serrò mascolinamente la mascella mentre le iridi si fecero stranamente dure e contratte.
“Filippo vive nel mio cuore ogni singolo giorno” borbottò a denti stretti mentre, con l’ausilio dei piedi, riuscì a ribaltare il vassoio e tutto quello che vi era adagiato sopra sotto lo sguardo indignato di Cora.
La donna, ben comprendendo che se avesse proseguito su tale linea d’azione poco avrebbe ottenuto, afferrò il lungo mantello scuro col palmo della mano destra e lo fece svolazzare a mezz’aria.
“Sei proprio una ragazzina molto sciocca, Principessa. Nessuno verrà a cercarti. Nessuno dei tuoi amici verrà a salvarti. Non hai più nemmeno il tuo Principe. Sei mia, adesso.” Seguì una piccola pausa:
“E sola….” Poi  scoppiò, ovviamente, in una grande e grossa risata la quale si fece ancora più terrificante per il semplice motivo che cominciò a rimbombare su ogni parete della grotta facendo estendere di molto la durata del relativo e cupo timbro.
Aurora si limitò ad abbassare lo sguardo mentre udiva distintamente i passi di Cora farsi sempre più lontani. La grotta venne sigillata di nuovo e l’oscurità riprese il sopravvento.
Solo su una cosa Cora aveva ragione: Aurora era ufficialmente sola.
All’improvviso un rumore non ben identificato cominciò ad estendersi all’interno della piccola grotta. La povera Aurora, talmente era immersa nei propri pensieri, sobbalzò all’istante e si sarebbe volentieri portata una mano sul cuore se i propri polsi non fossero stati serrati dalle lunghe e pesanti catene di ferro.
“Clap, clap”  esclamò una voce battendo una mano sulla coscia destra
Lo riconobbe all’istante. Il tono della voce era inconfondibile e quell’uncino poi.
“Tu?” mormorò Aurora corrugando vistosamente la fronte mentre la figura di lui abbandonava totalmente l’oscurità per mostrarsi sotto il debole raggio di luce che filtrava dall’angolo più nascosto della grotta.
“Discorso commuovente, devo ammetterlo. Nonostante il tuo principe sia morto continui ad essergli devota” disse inginocchiandosi di fronte a lei intrufolando l’indice al di sotto delle catene per carezzare il dorso della sua mano
“Peccato che tutta questa devozione non ti renderà la tua libertà” concluse sorridendo mentre gli occhi di lei sembravano gettare fiamme di stizza ovunque.
“Come osi?” chiese digrignando i denti mentre, con un rapido scatto, allontanava le mani soggiogate completamente dalle catene per sfuggire a quel tocco fastidioso.
“Oso. Come vedi. E oserò di nuovo. Finché non cambierai idea e mi aiuterai a recuperare ciò che mi appartiene” cioè ciò che Emma gli aveva sottratto durante la loro visita nel mondo dei “giganti”, anzi del “gigante”.
Parlando da uomo era ancora ferito ed umiliato. Per una piccola frazione di secondo aveva creduto che Emma lo avrebbe liberato, ma si era fatta pochi scrupoli a lasciarlo da solo e per di più incatenato in quel mondo sperduto.
Guardando la principessa nella medesima situazione non poté fare a meno di pensare che – Giustizia- anche se tecnicamente la poveretta non aveva di certo colpe se Emma lo aveva “tradito”.
Tornando vicino a lei riprese a dire “Allora, Principessa, che ne dici se io ti libero e tu mi dai diciamo qualche informazione che potrebbe tornarmi utile?” chiese gesticolando mettendo ben in mostra il lungo ed affilato uncino.
“Perché non dici “tornarci utile”? Sarebbe più corretto” bofonchiò Aurora riferendosi palesemente al rapporto che vi era tra lui e Cora.
“Oh, beh. Non credo che abbia molta importanza. Perché comunque sia tu sei in catene” le puntò la mano e l’uncino contro per poi auto indicarsi “ e io come vedi no. Quindi faremo comunque del male alle tue amiche. Con o senza il tuo aiuto.
Se collabori verrai rilasciata e ti concederò la grazia di andare a soffrire con loro. Mi sembra uno scambio molto generoso”.
“Mai” scandì Aurora cercando di strisciare per terra e dargli le spalle.
La ragazza era ostinata, ma lui lo era molto di più. Avrebbe ritentato più volte con approcci sempre differenti. Però, al momento, decise, stranamente, di “assecondarla”.
“D’accordo…. Vedo che hai bisogno di una notte per dormici sopra.” E avvicinandosi all’uscita si portò l’uncino all’altezza della tempia quasi volesse prodigarsi in un inchino degno di un “re”.
“Goodnight, Princess. Che ti porti del giudizio” fu l’ultima cosa che le disse prima di scomparire all’esterno e dirigersi prontamente alla ricerca di Cora per apprendere novità sui metodi che avrebbe dovuto adottare con la ragazza.
Cora, Aurora… poco gli importava di loro. Dopo aver aiutato Cora gli sarebbe stata concessa la cosa che più bramava al mondo: la vendetta contro Rumplestiltskin. Il corpo dell’infimo Crocodile solamente per sé. Lo avrebbe fatto soffrire così come aveva sofferto lui stesso moltissimi anni prima.
Mentre si ritrovò a camminare per l’ampio bosco non riuscì a fare a meno di ripensare alla vivacità con cui le iridi della Principessa, all’improvviso, avevano preso forma e colore differenti.
Nell’ostinazione di difendere quell’amore perduto, eppure a lei tanto caro, gli aveva fatto ricordare qualcosa, o meglio qualcuno…
Sì, in lei aveva rivisto in parte se stesso. Si ritrovò a scuotere la testa quasi volesse scacciare quel fugace pensiero per proseguire spedito nella sua “passeggiata”.
“Cora…” chiamò a voce alta fermandosi nel bel mezzo della boscaglia.
Tuttavia nessuno rispose, non si sentì rumore alcuno in mezzo alle fitte frasche.
“CORA” ripeté, allora, più forte.
Una densa nube grigiastra si formò a pochi metri di distanza da lui.
Ed ecco che, dopo qualche istante, Cora comparve in tutta la sua interezza e bellezza.
“Cosa hai da urlare tanto?” domandò seccata, in parte per non essere riuscita ad accattivarsi la principessa con le maniere “buone” e in parte per la pesante ed opprimente stanchezza di quei giorni appena passati.
“Non riuscivo a trovarti..” disse Hook avvicinandosi a lei mentre evitava di pestare le sterpaglie che si trovavano per terra.
“Cosa devo fare con la ragazza?”
Cora arricciò per qualche secondo le labbra assumendo un’aria alquanto seria e meditativa. Dopo qualche minuto di silenzio si voltò per scambiare con l’uomo un’occhiata alquanto profonda e malefica
“So esattamente cosa fare con lei” e, sollevando la mano verso l’alto, attese che le si affiancasse per farlo sparire all’interno della nube grigia insieme a lei.
Nella foresta tutto tacque. La pace sembrava essere tornata a riempire quel luogo incontaminato e puro.
Ma una tempesta stava per stagliarsi all’orizzonte. Tremendamente implacabile e terribilmente colma di magia nera.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: LadyMaria