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Il Dolore della Mancanza §
“Sono
passati quasi due anni da quel giorno. Il giorno in cui ti sei tuffato dentro
all’oscurità, lasciando dietro di te solo le foglie in movimento.
Il vento
di un mattino.
Alla fine
hai preso la tua decisione e l’hai seguita. Lei che ha pianto, urlato e corso
per te, lei che ti accettava per quello che eri, per quello che sei ancora, un
mezzo-demone.
Non ti
sei neppure voltato per guardare un’ultima volta il tuo mondo, il luogo in cui
sei nato e hai camminato tutti questi anni, dove hai sofferto e amato.
Non l’hai
fatto, sei scivolato via come la notte, non hai visto chi stava cercando il tuo
sguardo.
E così
alla fine ci hai lasciati con un palmo di naso e con tante domande.
Tu ci hai
salvato, hai salvato tutti noi.
La tua cocciutaggine
è servita per dare un futuro a molti.
Hai dato
un futuro a chi pensava di non averne.
Hai dato
un futuro a chi neppure sapeva cosa significasse la parola “futuro” e hai dato la
speranza a chi non si era mai preoccupato di averne bisogno.
Tu con la
tua semplicità.
I nostri
incontriscontri non sono serviti a fermarti e forse io lo sapevo fin
dall’inizio che saresti stato tu a vincere.
Del resto
io ero solo una delle tante pedine messe in gioco.
Però sai,
LUI ancora non ha accettato la tua decisione.
Non
riesce a darsi pace, si tormenta e i suoi occhi non sono più gli stessi;
sparisce nel cuore della notte, vaga come un’ombra nella foresta, la stessa
foresta che tu hai calpestato.
Ritorna
nei luoghi che gli ricordano la tua voce, dove sa di riuscire a trovare anche
il più piccolo ricordo di te.
L’ho
visto spiare spesso i tuoi vecchi compagni, il monaco e la sterminatrice,
Miroku e Sango.
Sono
andati a vivere nel vecchio villaggio degli sterminatori e LUI li osserva di nascosto.
Scruta
nei loro occhi con la speranza di poter rivedere anche solo per qualche secondo
il tuo viso, ma sa che è solo una flebile illusione.
Anche io
sento la tua mancanza, sento la mancanza di un eroe che si è comportato da
vigliacco ed è fuggito in un mondo che non è il suo, per seguire un amore.
Bravo,
hai fatto bene. Se tu ora sei felice, anche noi lo siamo per te.
Ricordati
però, che qui c’è qualcuno che continuerà ad aspettarti in eterno, che
continuerà a vegliare su questo pozzo sperando, prima o poi, di veder spuntare
le tue orecchie.
Qualcuno
che mai come adesso sta soffrendo.
È vero,
non l’ho mai visto piangere, ma le lacrime non sempre escono dagli occhi, anche
il cuore è in grado di piangere. Quel cuore che io pensavo di poter scaldare,
mentre solo ora mi accorgo che l’unico in grado di rasserenarlo sei solamente
tu, Inuyasha.”
Un
bambino le corse incontro, strattonandola per il vestito.
“Mammina…papà
dice che non devi più pensare allo Zio Inuyasha…”
Sorrise.
“Lo so
Haru, lo so…”
Prese in
braccio il piccolo e si voltò; nascosto dietro ad un albero lo vide, con lo
sguardo perso nel vuoto e l’espressione tipica di chi continua a sperare.
“Kagura,
Inuyasha ha preso la sua decisione, ha scelto dove vivere…noi non possiamo fare
niente…”
“Ma tu
stai soffrendo, stai male…”
Lui
sospirò ed abbracciò la donna.
“…Si, ma
questo lui non dovrà mai saperlo…” concluse il grande Demone.
spero sia riuscita bene!
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Baci, Kirara
Aly-