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Autore: hanabi    13/11/2007    5 recensioni

Naruto e Sasuke stanno per colpirsi a vicenda. Sakura corre verso di loro. Kakashi arriva per fermarli, ma... un istante troppo tardi.
E l'incubo comincia per tutti... e specialmente per Iruka che ha il compito più difficile di tutti.
Credere nel futuro.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Iruka Umino, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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"Chi ti ha detto di alzarti?!"

Nonna Tsunade mi guarda con rimprovero, da sopra le sue tette. 

"Avevo sete..."

"Dovevi chiamare qualcuno!" sbraita lei. "Con tutto quel che ho da fare come Hokage, non ho tempo di accorrere al tuo capezzale! Non sei a casa tua..."

Questo l'avevo capito. 

Ho aperto gli occhi trovandomi in una bella stanzetta troppo ordinata per essere la mia. In un letto troppo pulito. Con una finestra troppo grande, socchiusa, con le tende leggere che danzavano alla brezza. 

Poi ho visto il tubo attaccato al mio braccio, le gocce che una alla volta cadevano dentro...

E ho ricordato.

Tante cose. Il perché ero finito lì. 

E i miei sogni. Una cantina mezzo allagata e piena di macerie dove mi ritrovavo a vagare, alla ricerca di un'uscita... per poi trovarmi davanti un cancello altissimo, sigillato, e dietro quel cancello... quella presenza senza forma.

Il tempo... ora abbiamo il tempo... e verrà il giorno...

Ho richiuso gli occhi.

Sì, Volpe a Nove Code, verrà il giorno. 

Ma non è oggi, e non sarà domani!

Mi sono riaddormentato sentendo l'eco di una risata ironica dentro di me.

Al risveglio ho scoperto che non avevo più il tubo al braccio. Chissà quanto tempo era passato. 

Avevo però la gola secca, e ho visto il lavandino... e ho deciso di andare a bere. Il pensiero di chiamare qualcuno non mi è nemmeno passato per il cervello, non ci sono abituato. Vivo da solo da quando sono al mondo o quasi e ho imparato ad arrangiarmi. Mi sono quindi tutto concentrato a cercare di alzarmi, e solo per mettere i piedi giù dal letto ci ho messo un'eternità... sono riuscito a reggermi diritto, e ho provato a fare un passo verso il lavandino, ma le gambe mi sono mancate di sotto e sono caduto. 

E in quel momento ho sentito la porta aprirsi, e un urlo.

"Naruto!!!"

Non ho fatto nemmeno in tempo a rialzare la testa per vedere chi era, che Sakura era già in ginocchio davanti a me, sorreggendomi per le spalle. Mi ha guardato con gli occhi sbarrati, tutta tremante.

"Sei... vivo..."

E lo diceva con una faccia...

"Mi... dispiace, Sakura-chan," ho mormorato, a denti stretti. 

Puoi sempre ammazzarmi tu, come dici sempre!

Di colpo lei si è messa a piangere. "Ho avuto tanta paura di non vederti più! Oh, Naruto, Naruto..."

Incredulo, ho sentito le sue braccia circondarmi e stringermi forte a lei. I suoi capelli profumati contro la guancia. Un calore dove il suo corpo toccava il mio. 

Mi sta... abbracciando! Sakura-chan mi sta abbracciando!

Sono rimasto così stupito da quel che provavo - la cosa più bella della mia vita - che mi sono dimenticato del dolore al fianco, mi sono dimenticato di tutto. Mi sono sentito felice... così incredibilmente felice... 

"Naruto?!...“

Troppo felice.

"Aaaah! Shizune-san! Aiuto, aiuto!"

Buio. 

E dopo mi sono ritrovato a letto, con la faccia infuriata di Nonna Tsunade davanti. 

"Uzumaki Naruto!" Mi pianta un dito minaccioso sul naso. "Il tuo Hokage ti ordina tassativamente il riposo assoluto. Se mi riferiranno che hai disobbedito, ti rimanderò in accademia assieme ai bambini!"

"Ma, Nonna Tsunade..."

"Niente ma, ragazzino. So che hai doti straordinarie di guarigione..." Lo dice quasi a disagio. "Ma la ferita che avevi era molto grave, e la tua energia interiore è ancora in ricostruzione. Se la usi per muoverti, la tua convalescenza durerà di più. E non hai tempo da perdere qui: ti voglio perfettamente in forma al più presto, ho una quantità di missioni da assegnare alla tua squadra!" Si gira verso la porta. "Shizune, Sakura, andiamo: lasciamolo riposare adesso..."

I miei occhi si spalancano. No, no! Non lasciatemi solo... 

Nonna Tsunade si ferma, come se avesse sentito il mio pensiero. 

Si volta, mi getta un'occhiatina strana... e un angolo della sua bocca si alza.

"Ripensandoci, Sakura... resta con lui, se vuoi. Ma non stancarlo."

"Sì, Hokage-sama."

Se ne vanno, lasciandoci soli. 




"Perché sorridete, Tsunade-sama?"

Come spiegare a Shizune che mi diverte sempre, scoprire che gli anni passano, le storie si accumulano, ma certe cose non cambiano mai? Non ci vogliono abilità mediche particolari a percepire l'accelerazione del battito cardiaco di un ragazzo innamorato, il flusso del sangue e degli ormoni, il profumo delle emozioni. 

Scuoto la testa, mentre mi incammino verso il lavoro che mi aspetta.

E quella ragazzina! Non avevo mai avuto occasione di focalizzare l'attenzione sulla piccola kunoichi di Kakashi. 

Sakura Haruno.

Quando siamo accorsi nella stanza di Naruto, e ho visto la situazione (mai visto prima qualcuno svenire con un sorriso così beato sulle labbra!) ho detto che il ragazzo era da rimettere a letto. Ma prima che Shizune o altri avessero il tempo di fare un passo avanti, la ragazzina aveva già sollevato tra le braccia il compagno che pesava come lei, e ha provveduto ad adagiarlo senza uno scossone. Osservavo che pur in quel momento di emozione, lei era in grado di controllare e focalizzare il chakra in alcuni muscoli e non altri per aumentare la propria forza fisica, e non c'era nulla di istintivo nel modo in cui lo faceva: era il frutto di un lavoro deliberato. La modesta quantità di energia interiore che aveva era così utilizzata al massimo dell'efficienza. 

Interessante!

Mi piace questo genere di talento. E' il tipo di controllo del chakra che avevo anch'io da giovane, più facile da trovare nelle femmine che nei maschi, e ideale per le arti mediche. Questa fanciulla senza ascendenze particolari, il cui linguaggio del corpo mi dice che non ha considerazione alcuna delle proprie abilità guerriere, potrebbe in futuro rivelarsi forte alla pari dei suoi compagni... 

Mi fermo davanti a una finestra. Guardo fuori, i volti dei precedenti Hokage incisi sulla montagna che protegge Konoha. 

I miei occhi si fermano sul profilo aquilino del Terzo, e gli chiedo, silenziosamente:

Sarutobi, coincidenza o opera tua, tutti questi giovani di talento nel tuo villaggio?

"Tsunade-sama?"

"Sì, Shizune?" Mi volto a guardarla. "Cosa vuoi?"

"Vi avevo chiesto perché sorridevate."

"Forse... perché vedevo il futuro." 

Gli occhi di Shizune si spalancano, senza capire.

Rido del suo stupore, e riprendo a camminare lungo il corridoio, i miei sandali che percuotono sonoramente il pavimento. 

"Non perdiamo più tempo, Shizune! Procurami il materiale per quella missione di classe A e manda a chiamare Asuma e Kurenai, voglio che partano stanotte stessa. Per quella ricerca dei gioielli rubati basteranno due genin... Hinata Hyuuga con il Byakugan sarebbe ideale, e Tenten come scorta. E poi dobbiamo discutere di quell'altra missione... quanti jounin ci sono rimasti su cui contare?"

Sì, Sarutobi: ho visto il futuro. 

Torneremo forti, più forti di prima.





Non mi piace quel silenzio nella stanza. Sakura è rimasta ma non si muove, non fa il minimo rumore: emana solo ondate di... presenza. 

Ed io mi sento imbarazzato. 

Imbarazzato che lei mi veda in pigiama, anche se questo che ho addosso è più bello del mio. Imbarazzato che mi veda senza i miei simboli ninja, soprattutto il coprifronte (addio effetto virile, se mai c'è stato: così sembro solo un ragazzetto un poco più grande di Konohamaru!) Imbarazzato che mi veda sdraiato a letto, dopo averle prese da Sasuke. 

Accidenti, so bene che lui da ammalato era più carino di me... 

Cerco di rimettermi seduto, com'era lui quel giorno. Punto le mani ingoiando la stilettata di dolore del fianco, lei accorre a sostenermi, mi stupisco della forza delle sue braccia. La sua vicinanza mi turba così tanto che neanche mi accorgo dell'efficienza con cui mi alza e sistema i cuscini dietro alle spalle... mi godo soltanto il fatto che mi tocchi, e una volta tanto non per picchiarmi.

Quanto è gentile, quando vuole...

Si siede su uno sgabello di fianco al letto, e finalmente mi guarda negli occhi. 

"Naruto..."

"Sì?" Perché mi guardi così, Sakura-chan? Ho la faccia sporca?

"Sono felice che tu sia salvo."

"Anch'io." Idiota!... "Cioè, volevo dire... sono felice che anche tu sia salva."

"Nel senso che non sono stata ferita?" China lo sguardo. "Solo di fuori. In realtà, dentro di me, credo di aver sofferto come... se mi voi due mi aveste colpito."

"Sakura-chan, io non volevo..."

"Ho provato una sensazione terribile," continua lei, quasi rabbiosamente. "Ho odiato la mia... impotenza, la mia incapacità a far qualsiasi cosa per far sì che non succedesse, per aiutare te mentre... credevo di vederti morire..." Una lacrima rotola sulla sua guancia, lei non la nasconde. 

La guardo, sentendomi un tuffo al cuore.

Sono così importante per lei?

"E quando credevo che non ti avrei mai più rivisto, ho scoperto che mi saresti mancato..." Le lacrime adesso le scendono senza posa. "Ti chiedo perdono, Naruto: ti ho sempre giudicato male! Al massimo come... un ragazzino scemo, e invece... sei uno shinobi migliore di me!" 

E la sua mano si posa sulla mia. 

Sakura-chan!

La sensazione mi toglie il fiato. Istintivamente prendo quella mano, lei non la ritrae. Il contatto delle nostre dita mi manda il cuore a mille, mi sento diventare tutto rosso...

Non è possibile! La ragazza dei miei sogni... mi sta facendo la dichiarazione?!

Lei si asciuga le lacrime quasi con un gesto furtivo.

"Per questo credo che... sia venuto il momento di parlarti con franchezza. Come farei con un..."

Dillo, ti prego, ti prego...

"...fratello."

Sento qualcosa che va in mille pezzi dentro di me.

Fratello.

Speravo in qualcos'altro. Era tutto così romantico! Ma era troppo bello per essere vero. 

Mi dico è già qualcosa, non devo dimenticarmi che cosa sono, nessuno mi aveva mai chiamato fratello prima di adesso... ma sento lo stesso un bruciore agli occhi che sale, sale, e alla fine devo chiuderli, mordermi le labbra per non fare la figura del ragazzino scemo che lei mi credeva.

La mano di Sakura-chan è ancora nella mia. 

"Ho paura per Sasuke..." 

Sorrido, con tristezza. Già, Sasuke. 

"Tu non sai perché ti ha sfidato così, ma io sì... ed è ora che tu lo sappia, anche se lui mi aveva ordinato di non dirtelo mai, di non dirlo a nessuno." Rialza gli occhi e mi guarda, angosciata. "E' colpa di Orochimaru... tutta colpa di Orochimaru!"

E mi racconta una cosa accaduta nella foresta della Morte, durante la seconda prova dell'esame di chuunin. Un malefico incantatore di serpenti giganti ci aveva attaccato (questo lo ricordo) e mi aveva messo fuori combattimento (il modo non lo ricordo affatto). A quel punto aveva attaccato anche Sasuke, ed era riuscito a morderlo alla spalla, inoculandogli una sorta di veleno che aveva il potere di aumentare mostruosamente il suo chakra; ma ad ogni uso copriva di strani segni una parte sempre maggiore del suo corpo, e si impadroniva della sua mente rendendolo aggressivo e crudele. 

Ricordo il volto di Sasuke durante il combattimento contro i ninja della Sabbia. 

Aveva delle chiazze nere sulla faccia, su un braccio e una gamba, ma non ci avevo fatto gran caso, pensavo che si fosse sporcato durante la lotta, o l'avessero sporcato, e in ogni caso avevo altro a cui pensare...

"Quindi Sasuke è stato avvelenato?" mormoro, concentrandomi su quel pensiero per sfuggire alla delusione che ho dentro.

"Sì, Naruto." Sakura mi guarda quasi implorante. "Non era lui il ragazzo che ti ha quasi ucciso, non l'avrebbe fatto mai! Quante volte ha cercato di salvarti, di tirarti fuori dai guai? Eravate rivali, lo so, ma lui si è sempre comportato onestamente con te... anche dopo il duello con Gaara, io l'ho ringraziato credendo che fosse stato lui a salvarmi, e lui mi ha corretta dandoti tutto il merito, dicendomi che mi avevi salvato tu!"

Alzo la testa, sorpreso.

Sasuke ha fatto questo per me?

"Ti ricordi quando il maestro Kakashi ti aveva legato al ceppo per non farti mangiare? Era stato Sasuke a darti per primo il suo bento... non io. Ti vuole bene, a modo suo..." La voce di Sakura trema. "Non ti odia, Naruto! Tutte quelle cose che ti ha detto quel giorno, il modo in cui ti ha trattato e la violenza con cui ti ha attaccato... erano perché quel veleno maledetto gli scorre ancora nel sangue."

Non posso dire di non essere rimasto colpito.

"Non si può far nulla? Non si può curare?"

"Quel che si poteva fare... l'ha già fatto Kakashi-sensei. Ha cercato di sigillare quel morso maledetto con un ninjutsu segreto."

La mia mano va automaticamente alla pancia. Un sigillo... come quello che rinchiude quel mostro dentro di me!

Io e Sasuke uniti anche in questa maledizione...

"Quindi Sasuke adesso dovrebbe star bene..."

"Invece no," dice lei scuotendo la testa. "Ha cercato di imparare ad usare quel veleno per diventare più forte. E' lui stesso che indebolisce il sigillo del maestro Kakashi! Vuole più potere per... compiere la sua vendetta. E Orochimaru lo sa... lo sta attirando a sé con questa promessa. Ha detto che... lo vuole!"

Quella specie di cadavere con le braccia a penzoloni... 

"Per farci cosa?"

Sakura ha un brivido. 

"Vuole lo Sharingan. Questo è tutto quel che so."

Emetto un sospiro. 

Lo Sharingan. La magica abilità oculare che sopravvive in soli tre individui al mondo: Kakashi-sensei, Itachi Uchiha... e Sasuke. 

E il più debole dei tre è ovviamente Sasuke. Per questo Orochimaru lo vuole.

Poi mi decido, e stringo la mano di Sakura. Lei alza la testa e mi guarda interrogativa.

Deve essere felice. Il mio compito è renderla felice, è l'unica cosa che conta...

Le sorrido, sperando di essere convincente.

"Non aver paura, Sakura-chan. Sasuke è troppo forte per cedere a un veleno qualsiasi."

Le sue labbra tremano. "Naruto..."

"Dài, non lo conosci anche tu? Sasuke è un tipo tosto, pieno di tecniche, il numero uno della scuola... praticamente imbattibile! Guarda qua come mi ha ridotto!... Ce lo vedi, uno orgoglioso come lui, a farsi incastrare da Orochimaru?... Beh, io non ci credo. Vuole uccidere Itachi e lo vuol fare tutto da solo, l'ho visto coi miei occhi, quando ha rifiutato di farsi aiutare da me e persino dall'Ero-sennin. Non vedo allora perché dovrebbe ricorrere all'aiuto di quello schifoso uomo-serpente che ha pure ammazzato il nostro Terzo Hokage!"

"... Ne sei convinto?"

"Ma vuoi scherzare! Sono pronto a scommetterci il..." Mi trattengo miracolosamente sull'ultima parola. "Beh, sì, certo, ne sono convinto. Non devi preoccuparti, Sakura-chan, davvero. Orochimaru non ti porterà via il tuo adorato Sasuke-kun!"

Lei arrossisce, nonostante tutto. 

"E poi l'hai visto, quel tipo? E' un cesso! Tutto bianco, con quei capelli come ramen stracotto, secco secco, senza tette..."

Un sorriso timido mi dimostra che la sua tensione si sta sciogliendo, forse la visione di Sasuke al braccio di Orochimaru vestito da donna è troppo divertente! 

"Se quello è il tuo concorrente, puoi stare tranquilla!" Le strizzo un occhio. "Quello scemo di Sasuke non sarà tanto sveglio con le ragazze, ma gli occhi ce li ha eccome, non può essere così cieco da non vedere che tu sei... così... così..."

Bella.

Perché non riesco a dirlo? Perché la voce mi muore dentro, e mi ritorna di colpo la voglia di piangere?

Non sei per me, Sakura, non sei per me...

"Naruto," mormora lei, vedendomi impallidire. Non posso nasconderglielo, il dolore che provo è così forte...

Chino la testa, non facendocela più a guardarla in faccia.

"Naruto!" esclama lei, angosciata. "Oh, che sciocca sono stata!... Ti ho stancato troppo e adesso stai male!"

"Non... è niente," riesco a dire, e cerco ancora di sorridere. Ma non so cosa ne viene fuori.

"No, non è vero che non è niente." Sakura si alza, mi viene vicino. "Chissà quanto stai soffrendo, e stai cercando di consolare me!" 

Mi sistema premurosamente i cuscini, la sua mano si posa appena sulla mia guancia, e chiudo gli occhi.

"Scusa... Sakura-chan." 

"No, sei tu che devi scusare me. Adesso ti lascio riposare. Ma... grazie per quel che mi hai detto a proposito di Sasuke." Le sue ultime parole sono un sussurro: "Grazie di cuore, Naruto."

La sento uscire silenziosamente. 

Solo quando la porta si chiude, riapro gli occhi.

Una volta, da bambino, ho tirato una sassata a un altro bambino che passeggiava tenendo per mano la sua mamma. Non mi sembrava giusto che lui fosse felice e io no. E cos'ho ottenuto?

Niente.

Sento una lacrima rotolarmi giù dalla tempia, sul cuscino. 

Non posso odiarti, Sakura-chan... e non posso odiare nemmeno Sasuke. Posso solo stare a guardarvi... e invidiarvi. 






Esco dalla stanza dell'Hokage con il mio ultimo incarico. 

Una missione in singolo, un viaggio veloce in un paese vicino.

Un uomo potente da uccidere silenziosamente e senza lasciar tracce. 

Non mi piacciono le missioni di assassinio, ma fanno parte della vita degli shinobi. Portano molto denaro alla comunità e sono affidate solo alle persone più competenti. Una notte un uomo si addormenta in mezzo alle sue guardie del corpo, e il mattino lo si trova cadavere. Nessuno a cui attribuire la colpa dell'omicidio, anche se l'uso dei sicari è cosa nota e frequente. 

Io non so chi sia chi devo uccidere, e perché. Non deve riguardarmi. Devo solo badare che non ci siano ninja incaricati di proteggerlo. Se ci sono, valutare villaggio di provenienza e rango. E poi decidere se batterli, eliminarli o ritirarmi. 

Spero comunque che non ce ne siano, e cavarmela così in un giorno, due al massimo.

E' notte, sento i grilli che friniscono fuori dalle finestre del palazzo del Fuoco. Le luci sono fioche, ma prendo automaticamente il mio libro e lo apro, camminando lungo i corridoi. Ho bisogno di distrarmi un po' prima di partire...

Un insieme di suoni: frusciare di seta, movimenti felpati. E un lievissimo odore di piante medicinali, sopra qualche nota dolciastra di sangue. Ferite recenti. 

Non rialzo la testa dal libro, ma il mio hara vede chi mi sta venendo incontro. 

Ci incrociamo nel corridoio.

"Kakashi-san..."

"Salve, Iruka."

"Vai in missione?"

"Sì. E tu cosa fai?"

"Vado anch'io, ho appena ricevuto l'incarico."

"La solita classe?"

L'ombra di un sorriso. "Devo rubare qualcosa."

"Auguri."

Faccio per andarmene, ma la sua mano si posa decisamente sulle pagine del mio libro.

"Un momento solo, Kakashi."

"Cosa devi dirmi?"

"Non hai neanche visto Naruto da quando è stato ferito."

"Non ho avuto tempo. Avevo Sasuke e Sakura..."

"Devi ricordarti che anche Naruto fa parte della tua squadra!"

Quel tono mi irrita. "E tu devi ricordarti che è la mia squadra, Iruka-kun."

"Stai partendo in missione lasciando troppe cose in sospeso tra i tuoi genin."

"Ho scelta?" Scosto la sua mano. "E comunque non sono cose che ti riguardano. Sei un istruttore di bambini, ma le tue competenze finiscono qui."

"Davvero?"

"E devo dirti anche un'altra cosa: sei troppo legato a Naruto, quando si tratta di lui perdi tutta la tua obiettività."

"A volte mi chiedo invece se sia io l'unico a Konoha che vede Naruto per quel che è!"

"Iruka..." Gli rivolgo un'occhiata gelida. "Ti do un consiglio. Vuoi un figlio? Vai con una donna... e fallo. Non è difficile." 

Stringe le mascelle ma non risponde.

"E adesso scusami, ma devo andare. Buona fortuna per la tua missione."

Lo supero, sapendo che è rimasto immobile lì dove l'ho lasciato. Il mio occhio normale scende di nuovo sulle pagine del libro, mentre cammino...

Il mio passo rallenta.

C'è una sola parola sul libro. Ripetuta regolamente fino a riempire le pagine.

Jounin, jounin, jounin...

Mi fermo. Mi volto lentamente verso Iruka. Poi, con la mano libera, alzo appena il coprifronte per usare lo sharingan...

"Kakashi."

Dietro di me. 

Non mi giro. Mi è bastata un'occhiata per capire che l'Iruka che credevo di aver davanti era un'illusione. E anche il libro che ho in mano è un'illusione...

"Bel lavoro," mormoro, impressionato mio malgrado da quel genjutsu magistrale. 

"Grazie," risponde lui, con modestia. E mi porge il mio libro, quello vero. "Non sono io a dovertelo dire, Kakashi, ma tutto cambia ed evolve in questo mondo."

Mi rilasso, accettando la mia sconfitta.

"Sì, Iruka. Tutto cambia."

"Anche i tuoi genin, non dimenticarlo."

Resto a guardarlo, mentre si allontana verso la sua missione. 

  
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