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Autore: eithne    25/04/2013    4 recensioni
«Come pensi che dovrei sentirmi io, Merlin?»
[Arthur/Merlin, magic reveal]
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Things we lost in the fire (we started).

Do you understand that we will never be the same again?


La giornata iniziava a sembrarti un complotto per spingerti a dimenticare i tuoi doveri.
Il piccolo lago del bosco di Camelot non ti è mai sembrato più invitante di adesso. L’erba su cui ti distendi sembra accoglierti come aspettasse il tuo arrivo. Solo un minuto, ti dici. In fondo, non sei mica qui per oziare. Il cerusico ti ha spedito nei boschi per l’ennesima volta a raccogliere erbe tanto essenziali per i suoi intrugli quanto dannatamente introvabili. In fondo, ti dici, un minuto di riposo può farmi solo bene. Sei rimasto a sfacchinare tutta la mattinata tra acquitrini e cespugli di porcospino, le tue mani sanguinolente ne sono testimonianza. Una piacevole frescura accarezza l’acqua del lago e ti solletica il viso.
In quel momento, con l’azzurro del cielo a riempire tutto ciò che puoi vedere, ti senti bene. Ti senti incredibilmente libero, nonostante la gabbia di reticenza che ti soffoca fin da quando sei arrivato a Camelot è sempre lì. Per un momento, puoi smettere di preoccuparti di nasconderti dal mondo intero, per un momento ci sei solo tu.
Senti la mente svuotarsi da ogni pensiero coerente, non rifletti quando decidi di coronare quel momento con un tocco magico. Ti tiri su a sedere e sollevi pigramente la mano, tendendo le dita affusolate. Senti la magia scorrerti in ogni fibra del tuo corpo, oh, come ti piace quella sensazione. E’così inebriante, ti fa sentire a posto, ti fa sentire completo.
Sussurri poche parole che hai stampate nel tuo animo dalla nascita, e il lago davanti a te prende vita.
Lo specchio d’acqua inizia a incresparsi sempre più evidentemente, finché le onde non convergono insieme al centro del lago, intrecciandosi tra di loro. Lentamente si sollevano in una spirale d’acqua luccicante, e l’attimo dopo assume la forma di un unicorno impennato che scalpiccia con gli zoccoli anteriori. Continui a muovere impercettibilmente la mano di fronte ai tuoi occhi, come se volessi mantenere tutta l’acqua nelle tue mani.
Non è prudente, per niente, e lo sai. Qualcuno potrebbe piombarti alle spalle all’improvviso, rischieresti la forca per qualcosa di così stupido? Ma usare la magia, anche quando è totalmente superfluo, ti fa sentire completo. Per una manciata di interminabili secondi, non ti senti soppresso.
Accade in un battito di ciglia. Senti un fruscio di foglie alle tue spalle, lo scricchiolio di un ramoscello che si spezza. Ritiri repentinamente la mano e la figura d’acqua si disfa, ricadendo nel lago con un’ondata anomala che ne increspa la superficie.
Ti giri di scatto ed Arthur e lì. Fissa il lago oltre le tue spalle come ipnotizzato. In un secondo, la gola ti si secca, e il cuore sembra arrestarsi nel suo petto, anche se i suoi battiti non sono mai stati più vivi nelle tue orecchie. Dio, non riesci nemmeno a pensare. Ne hai passate così tante, troppe volte in cui hai veramente rischiato di lasciarci la pelle, eppure non hai mai avuto tanta paura come in questo momento. Puoi sentire il gelo sulla tua pelle, sei ridotto a un inerme corpo unmano a cui hanno sradicato temporaneamente l’anima.
Lo vedi spostare il tuo sguardo su di te, la bocca ancora semiaperta per la sorpresa. Non sai come decifrare la sua espressione, puoi solo sentire i suoi occhi vuoti su di te, ti scrutano con la stessa indifferenza con cui guarderebbero uno sconosciuto. Quel cuore che non credevi di avere più si spacca a metà quando realizzi che l’ha capito. Non c’è bisogno di parole; in un attimo si volta e inizia a correre via dall’altra parte, come se fosse inseguito. Senti i tuoi occhi riempirsi di lacrime prima di poter urlare “Arthur”, ma non ci riesci. Non un suono esce fuori dalla tua bocca. Non provi nemmeno a inseguirlo. L’apatia avvolge come un mantello e riesci solo a rimanere lì inerme, per un tempo indefinito, con le lacrime che ti lavano il viso di vergogna e rimorso.
Non era così che doveva andare.
 
Ammetti che avevi fantasticato tante volte il momento in cui Arthur ti avrebbe scoperto, per davvero.
Troppe volte avresti voluto dirglielo, più per egoismo che per altro. Avevi resistito a lungo, ma quel segreto che portavi dentro stringeva il cuore in una morsa soffocante, pensa che soddisfazione liberarsene. Altre volte che avevi usato la magia per salvare il tuo principe, e avresti voluto ammetterlo a lui solo per fargli capire che la magia non era strumento di male, dipendeva solo dalle persone che l’adoperavano. Altre volte ancora in cui avresti voluto dirglielo solo per aprirti completamente a lui, solo perché non volevi che nessuna barriera vi dividesse: gli avresti donato un pezzetto della tua anima, dicendoglielo, ti saresti sentito legato a lui per sempre. E non ci sono catene più dolorosamente piacevoli di quelle dell’amore.
Avresti preferito rivelarglielo tu stesso ed essere messo alla forca all’istante, piuttosto che lo venisse a scoprire così.
 
«Come pensi che dovrei sentirmi, Merlin?»
E’ arrabbiato, lo capisci. Non puoi fare niente per impedirglielo, diavolo, non puoi nemmeno biasimarlo. Lo capisci.
Senti una fitta nell’animo quando il suo sguardo si aggancia al tuo. Quegli occhi prima pieni di apatia ora testimoniano rabbia, incomprensione, e la sfumatura di delusione che riesci a cogliervi è peggio di una mazza chiodata nello stomaco. Gli stessi occhi che avevi adorato come il cielo sereno dopo la stagione delle piogge, ora sono due pugnali. Li senti attraversarti la carne, quasi è dolore fisico. Te lo meriti, pensi. Oh, se te lo meriti.
E lui, allora, come dovrebbe sentirsi? Il tuo rimorso non è nemmeno paragonabile alla tempesta che gli attraversa la mente in questo moment o. Puoi sentire l’odio nelle parole che ti sputa fuori con tutta la rabbia che ha in corpo. Puoi quasi sentire al posto suo una fitta di tradimento saettarti tra le membra. Lo capisci che maschera il dolore con quelle parole cariche di veleno. Oh, Merlin, cosa hai fatto?
«Arthur…»
Non volevi fargli del male, non avresti proprio voluto. E ora ti senti l’animo marcio nel sapere che la causa di tutto quel dolore sei tu. Ti odi, ti odi più di quanto non stia già facendo Arthur
La magia non è l’unica cosa che gli hai nascosto per tutto questo tempo, e vorresti dirglielo. Vorresti dirgli che lo ami, che lo avevi sempre amato. Vorresti vendicarti,, digli che anche tu hai sofferto. Tutte quelle volte che l’hai visto con Gwen, tutte quelle volte che vedevi i suoi occhi pieni di ammirazione per lei. Nel cuore ti si apriva una crepa come una voragine, ogni volta che si baciavano di fronte ai tuoi occhi. Quante volte ti sei costretto a trattenere le lacrime? Vorresti dirglielo.
E lo fai. Dici ‘vi amo, Arthur Pendragon’ come se fosse la cosa più naturale del mondo. Lo dici con la stessa spensieratezza con cui quel pomeriggio avevi usato imprudentemente la magia. E ti senti un po’ più leggero. Gli hai detto tutto quello che avevi da dire, non hai più niente da nascondere. Niente più da perdere.  Andresti al patibolo con l’animo contrito ma consapevole che lui finalmente sa.
Non ti aspetti che risponda. E infatti non lo fa. Si limita a guardarti con un’espressione indecifrabile, la sorpresa unica emozione traditrice che leggi nella sua bocca aperta a O.
Rimanete in silenzio per quelli che vi sembrano decenni, e finalmente parla.
«Una persona che ama un'altra non potrebbe mai farle del male.»
Freddezza nelle sue parole, e ora davvero vorresti abbracciarlo, dirgli che non era stata tua intenzione, mai.
«Non potevo dirvelo, Arthur… Io−»
«Credi davvero che tenga così poco a te? Che da amico mi sarei trasformato nel tuo carnefice?».
Non senti nemmeno la lacrima solitaria che percorre veloce la tua guancia. Non devi piangere Merlin, non devi.
Lo senti avvicinarsi. Ti poggia delicatamente la mano sulla guancia, lavando via la lacrima con il pollice. Ti bei del suo contatto per un secondo, incredulo della dolcezza che scopri in quelle mani che avevano già ucciso troppe persone.
«Sei la cosa più importante per me, Merlin. Non avrei mai potuto ferirti.»
Le sue parole sono come un balsamo dolce, le senti infilarsi nelle cicatrici fresche del tuo cuore, risanandole. Lo ami, Dio quanto lo ami. Si allontana e ti guarda, di nuovo, con tutta la dolcezza che avresti mai creduto possibile nei suoi occhi.
«Capisci però che non può tornare come prima. Niente può cambiare questo.»
Scorgi rassegnazione nelle sue parole, e capisci che non portano niente di buono. Capisci tutto prima che te lo dica, e il tuo cuore si ferma per un secondo. E’ come se il mondo scompaia, la terra ti viene a mancare sotto i piedi. Le parole che Arthur ha mormorato prima di allontanarsi da te risuonano come un pallido eco tra i tuoi pensieri. ‘Lascerai Camelot domani mattina’.
Arthur, non puoi farmi questo. Non dopo tutto quello che abbiamo passato.
Una parte di te sa che è la cosa migliore. L’altra parte ti dice che non c’è niente di più ingiusto al mondo.
Avresti fatto di tutto per provargli la tua cieca fedeltà. Vorresti stillargli un elenco di tutte le dannate volte in cui hai salvato il suo nobile didietro. Quelle volte in cui ti hanno offerto di schierarti dalla parte degli stregoni assetati di sangue, ‘Emrys, tu potresti avere Camelot ai tuoi piedi, se solo volessi’.  Tutte quelle volte che saresti morto, per lui.
Ma infondo che ti aspettavi, Merlin? Che capisse, che dicesse che niente è cambiato? Non puoi chiedergli così tanto, e lo sai.
E così decidi di non controbattere. 



Note: Si, lo so, è incompitua, un grazie per la mia fantasia che non riesce a elaborare pensieri originali. Odiatemi pure. 
Questa fèfè l'ho scirtta in momenti di deliri alterni tra scuola e nottate insonni mentre ascoltavo Things We Lost In The Fire dei Bastielle (da cui prende il titolo). Poi non c'è da soprendersi delle schifezze che mi escono. 
Che altro dire; peace, love e cuoricini a tutti quanti, ciauz. 
  
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