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Autore: ChaosReign_    25/04/2013    7 recensioni
"Quando mai un nome ha cambiato la vera natura di qualcuno?"
È questo quello che Zacky, Jimmy, Matt, Brian e Johnny dicono a Rebecca, un'ignara ragazza di New York, trasferita a casa degli zii per sbaglio, in cerca di lavoro.
E sono proprio questi cinque ragazzi che la assumono come ballerina in uno squallido locale. E sempre loro la mettono al corrente di un mondo senza limiti, di una realtà disumana dove lei è il tassello mancante del puzzle. Quello più importante.
Diventeranno un tutt'uno e quando sarà il momento e quando le forze del male si scateneranno sarà compito loro finire il lavoro che millenni prima avevano iniziato.
Genere: Dark, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I just want my phone call.”

 

 

 

Al mio risveglio non sono nella mia stanza, con mio zio e mia cugina chini su di me uno con uno straccio zuppo di acqua fredda in mano, l'altra con dei fogli di carta usati come ventaglio, credo.

-Che... Che cosa è successo?-

-Non lo sappiamo, siamo entrati e ti abbiamo trovata sul letto, svenuta.-

Io cerco di mettermi a sedere, ma un giramento di testa improvviso mi costringe a rimanere sdraiata.

-Ah... Credo sia stato un calo di zuccheri.-

Mio zio sospira e sorride. Mia cugina no, lei mi guarda con aria sospetta e quando vede che la sto fissando azzarda un mezzo sorriso, mal riuscito, e esce dalla stanza senza dire niente.

 

 

Appena mi sento un po' meglio annuncio di uscire per una boccata d'aria, il mio piano invece è quello di andare in spiaggia, o al locale, comunque a cercare i ragazzi.

Il che non mi fa gironzolare per molto perché li trovo subito in spiaggia, seduti vicino alla riva.

Appena mi vedono si girano tutti e, dopo aver detto qualcosa che io ovviamente non sento, mi raggiungono di corsa.

-Rebecca, come stai? Ti sei ripresa? Zacky mi ha raccontato tutto... ora suppongo vorrai delle spi-

-Jimmy! Con calma, lasciala respirare.-

Johnny fa tacere il più alto in un moto di stizza improvviso, Zacky invece giunge di fronte a me lentamente e mi bacia come solo lui sa fare, trasportandomi in mille posti differenti e lontanissimi.

-Allora, come va?-

Mi chiede sussurrando.

-Sto bene, mi sono ripresa.... Ma sono un po' preoccupata...-

Dico senza guardarlo negli occhi per paura che siano ancora neri.

-Lo capisco, ma questo non è il luogo opportuno.-

Il moro si guarda intorno con aria circospetta, tutti sono agitati. In tensione.

-Rebecca, se ti dicessi di tornare a casa, più in fretta che puoi, lo faresti?-

Jimmy mi fissa dritto negli occhi, azzurri.

Lo guardo negli occhi e sto per rispondere quando i suoi occhi, la sua figura intera, spariscono dalla mia visuale e con un tonfo li ritrovo a metri di distanza.

E in fine di nuovo davanti a noi.

-Oh, ma salve... Tu, tu devi essere la pollastra del nostro Cavaliere Nero, mhm? Allora è vero che l'Eletta è davvero una creatura celestiale. E tu sei davvero bellissima. Davvero.-

'Zacky, che sta succedendo??'

Lui passa in rassegna con lo sguardo il... Ragazzo che ha scaraventato Jimmy da una parte all'altra della spiaggia.

'Questo non doveva succedere. Tu non hai la minima idea di chi sono queste persone!'

'Queste?!?'

Come se l'uomo, ora fermo davanti a noi, avesse letto i nostri pensieri, chiama a raccolta la sua scorta, o credo sia una cosa simile: tre donne e un altro uomo.

-Ma Arseyaleyor, non mi vuoi presentare la tua amichetta?-

Il mio ragazzo spalanca gli occhi di scatto.

-Non. Chiamarmi. Così.-

-Perché? Ora ti vergogni delle tue origini?-

Zacky, con le braccia lungo i fianchi, stringe i pugni fino a far diventare le nocche bianche.

-Mah, che modi... Comunque, tornando a noi, bellissima, io sono Rubens e questi sono i miei amici: la rossa è Eva, loro due – indicando l'uomo e una delle due donne, questa con i capelli neri e gli occhi grigi, come anche l'uomo – sono Clarissa e Pedro, sono fratelli gemelli... E lei è Alyssa.-

Tutti sorridono e sono bellissimi. Belli come i miei amici, no, di più e in un modo tutto strano.

Quello che dovrebbe essere il capo della banda, Rubens, mi tende la mano che io esito a stringere.

-Io sono Rebecca, ma questo a quanto pare lo sai già... Cosa vuoi? Cosa volete da noi?-

'Reb, cosa stai facendo? Non li sfidare, non ora. Sono troppo potenti sia per te che per noi, non immagini quanto.'

Matt mi fa un cenno con il capo e questo basta a farmi tacere, se fanno paura anche a loro, anche a Matt che sembra indistruttibile, allora devono essere davvero pericolosi.

-Beh, se i tuoi amici ce lo permettessero, noi vorremmo unirci alla vostra armata.-

-Armata? Di quale armata stai parlando, non c'è nessuna armata!-

Cerco con gli occhi Zacky che però ha lo sguardo fisso su Rubens, tutti stanno fissando i nuovi arrivati con aria sbigottita.

-Quindi... Tregua?-

Brian tende una mano e la lascia tra noi e loro aspettando che il biondo la prenda.

-Certo, assolutamente. Tregua, anzi... Se avete bisogno per qualcosa chiamateci, noi saremo nei paraggi e appena avremo il segnale...-

L'angelo caduto stringe vigorosamente la mano di Brian e sorride per poi, senza accennare a me o a qualcun altro, fa retro front e se ne va, esattamente come era venuto, tirandosi dietro tutti i suoi scagnozzi.

Io rimango ferma, rigida davanti allo spettacolo appena finito, senza parole.

-Credo che sia venuta l'ora di spiegarti tutto meglio e di iniziare l'addestramento. Rebecca dovrai abbandonare i tuoi cari, abbandonare la tua vita e seguirci in Islanda. Là c'è un posto sicuro dove potremo insegnarti tutto quello che c'è da sapere sul tuo ruolo e le tecniche di combattimento più svariate, perché da quando tu sei qui, con noi, sai della tua natura, le sorti del mondo; e non solo del tuo, sono in bilico. Una grande, enorme guerra potrebbe scoppiare e questo, la venuta di Rubens, ci ha fatto capire che non c'è più tempo. Sei pronta ad affrontare tutto questo?-

A sentire queste parole quasi mi si ferma il cuore, quante altre cose mi staranno nascondendo questi esseri sovrannaturali?

-Si.-

La mia bocca si muove contro la mia volontà, io vorrei dire che no, non sono pronta e non lo sarò mai. Che non voglio lasciare la mia famiglia proprio ora, che vorrei avere una vita normale con uno Zackary normale, umano.

-Bene, ora andiamo nel locale, è sicuramente più sicuro della spiaggia.-

 

 

Una volta che la porta del piccolo ufficio, se così lo possiamo chiamare, subito Matt e Zacky spariscono dietro un'altra porta e Brian si siede accanto a me.

-Allora, non ti alletta l'idea di passare con me i prossimi mesi? Mhm?-

Il moro si sporge verso il mio volto e me lo ritrovo vicino, troppo vicino, tanto da sentire il suo respiro scaldarmi la faccia mentre pronuncia quelle parole.

-Brian, vaffanculo.-

Lo spingo via con una manata che lui sembra accogliere con piacere viste le sue risate.

Intanto gli altri due sono di ritorno con una grande cassa grigio-nera, di metallo.

La cassa cade sul tavolo con un grande tonfo e solleva nuvole di polvere, chissà da quanto tempo è lì?

Lo so. Dal 1348.

Solo al pensiero che dentro quel contenitore ci possa essere uno dei più grandi mali del mondo, mi viene un capogiro con conseguente nausea.

-Come ti ho già detto, qui c'è il baccello della peste. So che l'idea non ti piace, ma se questa guerra scoppierà ci servirà un vasto territorio dove scontrarci...-

Cosa?! Lui, lui vuole sterminare un intero popolo per... Per una guerra?

-No, non lo accetto. Non potete farlo.-

-Dovremo.-

Io scuoto la testa contrariata, meglio cambiare discorso.

Zacky guarda con ammirazione la sua scatola e si siede di fronte a me, accanto a lui Matt. Inizia così il discorso pratico, le informazioni base di questa presunta guerra.

-Te l'abbiamo già spiegato, a grandi linee, il tuo ruolo: devi guidare una vasta, vastissima armata e molti saranno dalla tua parte perché chi sarà con te sarà salvato, ma molti ti ostacoleranno, cercheranno di ucciderti o di metterti contro di noi. Ti dobbiamo allenare questa è l'unica soluzione perché non potremo stare con te ventiquattrore su ventiquattro, soprattutto dopo che è successo quel che è successo con tuo zio. Chiunque ci potrebbe vedere.-

Johnny, che è sempre l'oratore del gruppo, non fa in tempo a finire la frase che il cellulare di Brian squilla.

-Pronto?... Chi è? Oh... Tutto bene. Muoviti, dimmi quello che mi devi dire, sono impegnato.-

Silenzio, nella stanza si sente solo il ronzio della voce dall'altra parte del telefono. Tutti gli occhi sono fissati su Brian.

-Cosa?! Ma vaffanculo! Non puoi dirmelo ora... No, lo so... Okay, okay. Ho capito, non c'è più tempo. Okay. Ciao.-

Chiude bruscamente, quasi come se fosse irritato, la chiamata e ripone il cellulare in tasca.

-Chi era?-

Chiedo io con curiosità, non ho mai visto Brian irritato o davvero arrabbiato e questo mi da fastidio, io che lo tratto malissimo non ho nemmeno la soddisfazione di vederlo un po' rammaricato, invece uno sconosciuto, che potrebbe essere mio nonno, lo fa scaldare così. Non è giusto.

Lui nemmeno mi risponde e fa un cenno a Zacky che si alza di slancio.

-È tardi, Rebecca ti porto a casa a fare le valigie, dobbiamo partire al più presto.-

 

 

 

 

* * *

 

 

-Lasciatemi andare!-

-E tu chi sei per darci ordini?-

La ragazza dalla chioma bionda si dimena tra le corde che le stringono braccia e vita.

E il biondo le si avvicina sempre di più fino ad abbassarsi al suo livello e sfiorarle le labbra con le proprie.

-Hai ancora vinto tu.-

-Lo so. E ora voglio la mia ricompensa.-

Lo dice leccandosi le labbra e la bionda non tarda a baciarlo con trasporto.

Una volta interrotto il bacio, più per riprendere il respiro che per mettersi a parlare, il più alto estrae un coltello e libera la sua amata.

-Allora, hai novità... Rubens?-

Lui sorride a trentadue denti e si passa una mano tra i folti capelli biondi.

-Eccome. Oggi abbiamo stretto una tregua con i tuoi amici... Non è vero ragazzi? Rebecca, quella mocciosa, è davvero l'Eletta. Dai, come ha fatto a meritarsi quel posto, sarebbe dovuto spettare a te, sarebbe da sempre dovuto spettare a te.-

Un altro bacio, questa volta inaspettato dalla più piccola.

-Lo so, l'ho sempre saputo eppure... Non so come sia potuto accadere. Io mi preparo da secoli e poi... Poi arriva quella piccola e ignara umana che si ritrova a dover prendere le redini del mondo. E come se non bastasse la zia era anche quella sorta di cacciatrice anziane... Dai, si può?-

Una risata generale invade la stanza, questa volta sono loro, la ciurma di Rubens a sedersi tutti insieme nel centro di una suite d'albergo per parlare.

-E dai, amore, non essere offesa. Tu sei molto più importante di lei, perché lei morirà e tu sarai con me quando prenderò possesso dell'Inferno e del Paradiso. Regnerai con me, al mio fianco.-

E la abbraccia.

Gli altri membri cercano di non guardare la scena, ma Eva non resiste e tossisce apposta, sollevando l'ilarità degli altri.

-Okay, adesso possiamo fare i seri? Rubens, hai davvero reso reale il patto?-

Il capo mostra la mano destra al gruppo, liscia come la pelle di un bambino, invece, se il patto fosse stato rispettato, avrebbe dovuto avere una grande cicatrice dritta che passasse da una parte all'altra del palmo.

-Niente sangue, niente tregua... Ragazzi miei. Ma non possiamo attaccarli, non possiamo attaccare lei, anche se i suoi cinque angioletti sono sfiniti, senza anime, e lei non sa nemmeno distinguere la destra dalla sinistra.

-E perché?-

È la domanda di Pedro, che stringe la mano di Clarissa sua sorella.

I due si comportano come se fossero una coppia, sembrano in tutto e per tutto una coppia e chi li guarda da lontano, ovviamente vedrebbe una coppia di innamorati. Ma tutti sanno che sono gemelli, sono i più potenti del gruppo, a dir poco letali e con un legame che nessuno può capire.

-Perché siamo all'interno del loro territorio. Qui non possiamo fare nulla, dobbiamo farli uscire.-

La bionda, con la testa appoggiata sulla spalla di Rubens, si rizza a sedere.

-Devo fare una chiamata! Datemi un telefono, devo fare una chiamata!-

Tutti la guardano stupefatti, non si fidano ancora al cento per cento di lei e quindi esitano.

-Dai, datemi un fottuto cellulare se volete “regnare sull'Inferno e sul Paradiso”.-

Scimmiotta in modo dolce (e canzonatorio) la voce del suo amante, che scuote la testa sorridente e gli da una pacca sulla schiena.

-Perché, cosa vuoi fare, avvertirli?-

Alyssa, che è stata zitta fino adesso pronuncia queste parole con accidia mentre si guarda le unghie, disinteressata.

-Oh, ora capisco perché non hai più le tue care alucce, bianche e candide... Anche Dio ha capito quanto sei acida, non so se ne sei al corrente, ma è uno dei sette peccati capitali.-

La scura si alza e in un moto d'ira scatta, più veloce che può, prendendo la più minuta per il collo e appendendola alla parete con le mani.

-Ora, dammi un buon motivo per non ammazzarti. E sai che se non mi convinci lo faccio.-

-Ehi, ehi, ehi. Calma. Anche l'ira è tra i sette peccati capitali, attenta che non ci torni più Lassù se continui così. Comunque, il motivo è che senza di me siete spacciati. Lo sapete benissimo...-

La scura con i capelli biondi (tinti) stringe la presa sul collo.

-E dimmi, cosa vuoi, di grazia?-

-Voglio. Solo. La mia. Fottuta. Chiamata.-

Rubens, fortunatamente per la piccola, pallida, bionda, interviene e le da anche il cellulare, lei compone un numero e si porta all'orecchio l'apparecchio che inizia a suonare a vuoto.

Dopo tre squilli una voce calda, suadente, familiare risponde.

-Ciao Brian, non mi riconosci? Come stai?-

Prontamente dall'orecchia passa il cellulare davanti alla bocca e mette il vivavoce.

-Oh... Tutto bene.-

Ora tutti nella stanza sorridono.

-Che mi racconti, allora...-

-Muoviti, dimmi quello che mi devi dire, sono impegnato.-

Alla bionda questo da fastidio, molto fastidio. Non le piace essere trattata così e Brian è l'unico che lo fa, questo le fa perdere la testa.

-Non dirmi che stai ancora cercando di portarti a letto quella sciaquetta. Ha occhi solo per Zacky, non ti calcola minimamente... Comunque lo sai che non c'è più tempo? Io cerco di darvi una mano, ma non posso fare tutto, dovete andarvene. Subito, iniziate l'allenamento, fate quello che volete basta che ve la squagliate, qui la situazione diventa pesante.-

Si sente il cavaliere dei terremoti sbuffare, spazientito.

-Cosa?! Ma vaffanculo! Non puoi dirmelo ora... No, lo so... Okay, okay. Ho capito, non c'è più tempo.-

Nessuno, né Pedro, né Clarissa, nemmeno Rubens ha mai amato così tanto quella ragazza.

-Bene, ciao bocconcino. E fate presto!-

-Okay. Ciao.-

La chiamata termina così, con un irritato “Mr. Io-sono-il-più-figo-me-le-scopo-tutte” e gli urli di gioia e di ammirazione dei nuovi amici dell'interlocutrice.

-Sei stata grandiosa, davvero. GRANDIOSA! Sei un genio del male!-

-Oh, lo so, ma ora non perdiamo tempo. La nostra prossima destinazione? L'Islanda!- 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Angolino autrice.-
Bela genta!!
Zalve a tutti, ebbene sì, non mi sono ancora stancata di rompervi i cosiddetti.
Questo capitolo, oh, lo so... Non si capisce proprio niente di questo capitolo, o almeno dell'ultima parte. Ma tant'è... Deve essere così.
Tranquilli, non sono impazzita (non ancora) però questo capitolo è davvero stato un parto. Difficile scrivere in queste condizioni.
Comunque tengo a ringraziare tutte le persone che ogni volta leggono, recensiscono e inseriscono la storia nelle liste. Lo sapete quanto mi fa piacere questa cosa? Non poco, sicuramente.
Visto che io sono pigra non ho riletto, ma ditemi se ci sono errori, per favore io sono così rincretinita che non li vedo più.
Grazie mille a tutti ancora, fatemi sapere cosa ne pensate e boh, ci sentiamo al prossimo capitolo!
Bacioni.
Alis. <3

  
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