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Autore: _firefly    26/04/2013    7 recensioni
And in a pipe she flies to the mother land
or sells love to another man
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Puttana, prostituta, troia.
Ormai mi avevano definito in ogni modo possibile. Ma nessuno di questi corrispondeva alla verità.
Perchè Niall James Horan non era una semplice puttanella che ogni notte donava il suo corpo a dozzine di sconosciuti per semplice piacere personale, o per fare soldi facili. Non lo facevo per pigrizia o perchè volevo, ma perchè ero obbligato.
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Ziall *w*
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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It's too cold outside, for angels to fly 

 

 

 

White lips, pale face,
breathing in snowflakes.
Burnt lungs, sour taste, 
light’s gone, day’s end,
struggling to pay rent,
long nights, strange men...

 

 

 

Puttana, prostituta, troia.

Ormai mi avevano definito in ogni modo possibile. Ma nessuno di questi corrispondeva alla verità.

Perchè Niall James Horan non era una semplice puttanella che ogni notte donava il suo corpo a dozzine di sconosciuti per semplice piacere personale, o per fare soldi facili. Non lo facevo per pigrizia o perchè volevo, ma perchè ero obbligato.

Ogni sera uscivo di casa di buon'ora, dicendo a mia mamma che andavo a fare il turno di notte ad un famosissimo Call Center inglese, e che erano i soldi che guadagnavo lì a farci andare avanti e a permetterci di pagare l'affitto ogni mese. Ma la verità era molto lontana da quello che mia mamma sapeva.

In realtà ogni notte andavo sotto il solito lampione, nella zona più ripugnante della città, e attendevo, con le cuffie nelle orecchie e la solita espressione rassegnata sul volto, che i primi clienti si facessero vivi. Di solito erano i soliti, quelli abituali, e la legge della strada per loro era semplice: chi arrivava per primo si prendeva 'il premio' e otteneva, per poche sterline, una notte di passione con 'la bella puttanella bionda', cioè io.

Erano Jason, quel cinquantenne sposato con due figli, ma che aveva sempre nascosto al mondo la sua vera natura. Poi c'era Spencer, il trentenne che si era accorto da poco di essere gay, ma che non voleva farlo sapere in giro. Poi Matt, Josh, Steve, Justin.. E la lista era ancora lunghissima. Ognuno aveva la propria storia, il proprio modo di fare, il proprio punto debole a letto. E io, beh, il 'Piccolo biondo' era il loro oggetto sessuale, su cui sfogavano ogni frustrazione in cambio di un niente. Mai nessuno mi aveva baciato sulle labbra, però. Io non l'avevo permesso, e loro non me l'avevano mai chiesto. Era un contatto troppo intimo, troppo speciale per condividerlo con chiunque.

Ma nonostante ciò, il vero problema rimaneva comunque che in quel frangente mi sentivo assurdamente amato. Era sbagliato, ma lo sentivo.

D'altronde, come avrei potuto conoscere il vero Amore io, che non l'avevo mai provato? Come avrei potuto capire che quegli uomini non erano i miei amanti, ma solamente i miei sfruttatori?

Semplicemente, non potevo.

 

 

Quella sera nevicava.

Ripensandoci successivamente, ricordai solo quello. Quello, e che era il turno di Brad.

"Ehi biondino!" avrei voluto rispondergli che il mio nome era Niall, e che magari era ora che lo imparasse, ma quello mi precedette prima che potessi aprire bocca. "Salta su, stasera avrai un piccolo extra!"

Ovviamente non se lo fece ripetere due volte, aprii la portiera della Audi nera del trentenne e mi sedetti sul sedile anteriore. "E perchè questa novità stasera?" chiesi con voce suadente e maliziosa, una voce che non mi apparteneva per niente ma che mi sentivo costretto ad utilizzare.

"Ooh, lo vedrai!" rispose Brad, girandosi e mettendomi una mano sulla gamba, in un punto abbastanza equivoco, cosa che mi fece percepire un brivido lungo la schiena. Poi si girò verso la strada ed accese la macchina. "E' una sorpresa, piccolo biondo. Fumi?"

No. "Sì!" la mia vita era tutto un bluff, questa convinzione mi portò ad afferrare la canna che quello aveva estratto dalla giacca e ad accenderla in un colpo solo. Feci un tiro poco profondo, tanto per abituarmi al sapore forte di quella roba, per poi prenderne uno un po' più energico. Subito mi colpì una sensazione di stordimento assurda, che mi portò ad accasciarmi a peso morto sul sedile.

"Ma che..?" chiesi fiacco, mentre la sensazione di vuoto alla testa e allo stomaco mi colpì ancora, più forte di prima.

"Dormi piccola principessa.."

Quella fu l'ultima cosa che udii, prima di cadere addormentato sul sedile di una macchina lussuosa, con due occhi scuri, cattivi ed inespressivi che mi fissavano, e con la consapevolezza che tutto ciò mi avrebbe portato a farmi male. Molto male.

 

 

"L'hanno picchiato e hanno abusato di lui più volte, saranno stati una decina. Grazie a Dio l'avete trovato, altrimenti non so se ora sarebbe qui."

Aprii gli occhi, e la prima cosa che sentii fu un dolore lancinate alla schiena. E al braccio.. E alla testa. Dappertutto.

Non mi trovavo a casa mia, no: attornò a me tutto era bianco e profumava di pulito e di candeggina, come se mi trovassi in un.. Ospedale?! Quello era un ospedale! Tentai disperatamente di protestare, di dire che non potevo stare lì, che dovevo tornare lavorare per portare a casa i soldi per far sopravvivere sia me che mia mamma, ma tutto quello che uscì dalla mia bocca furono dei mugugnii strani, come se mi fossi dimenticato come si faceva a parlare.

"Si è svegliato ragazzi!" una voce dolce, calda e calmante mi sopraggiunse alle orecchie, mentre aprivo completamente gli occhi, dapprima solo socchiusi. La voce tanto rassicurante apparteneva ad un bel ragazzo della mia età, che si era avvicinato al mio letto velocemente, quasi fosse preoccupato. Aveva degli occhi color caramello e dei capelli castani tirati su con poco gel, mentre una voglia scura e ben visibile gli sovrastava il collo. Sì, era decisamente bello.

"Come ti senti?" cazzo, si stava davvero preoccupando. Ma.. Per me?! Per una semplice prostituta?

Mi limitai ad annuire, cercando un po' di rassicurarlo: non riuscivo ancora a parlare e tutto il mio corpo sembrava un sacco da box, di quelli che dei bestioni prendono a pugni ripetutamente per fare sport. Ero un livido unico, dalla testa ai piedi.

"Bene?! Meglio? Ti fa male qualcosa? Se ti serve qualcosa di particolare, basta chiedere, per me non c'è nessun tipo di problema!"continuò quello, spalancando ancora di più gli occhi color miele ed avvicinandosi a me.

"Liam lo soffochi così, lascialo respirare un po'!" un'altra voce, quasi stridula, giunse alle mie orecchie. Solo allora mi accorsi che nella stanza non c'eravamo solo io e il castano: quando alzai lo sguardo trovai altre due figure a guardarmi e a sorridere. Anche loro erano bellissimi: uno aveva gli occhi verdi e dei meravigliosi capelli ricci. Il suo sorriso era stupendo, ogni volta che lo mostrava due bellissime fossette gli apparivano ai lati della bocca. L'altro, quello che aveva parlato, aveva gli occhi azzurri quasi quanto i miei, i capelli castani e un'espressione perennemente allegra sul viso. Già mi piacevano, quei tre.

"Ma Lou.." "Ma Lou niente, non vedi che l'hai sconvolto poverino?" sorrise ancora quello, alzandosi dalla poltrona dove era seduto. Si avvicinò a me e poi: "Ciao!" mi salutò sorridendo allegramente.

Lo fissai, poi.. "C..Ciao.." sussurrai, e anche la gola cominciò a farmi un male cane.

"Io sono Louis!" continuò. "Lui è Harry - disse indicandomi il riccio, che mi fece un mezzo sorriso - e quella mammina chiacchierona è Liam!" concluse accennando al castano che si stava tanto preoccupando per me.

"Tu sei..?" sopraggiunse il riccio, Harry, sempre rimandendo seduto sulla sedia dietro a Louis.

Mi schiarii la voce lentamente. "N.. Niall." risposi. "Ma che.. Che è successo? P.. Perchè..?"

"Beh.." il viso di Liam si incupì di colpo, mentre mi spiegava che mi era successo in realtà. Disse che probabilmente mi avevano picchiato. E stuprato. E si erano divertiti parecchio con me e con il mio corpo, per poi abbandonarmi ad un lato della strada, ancora drogato e sedato. "Ieri sera stavamo tornando dalla festa di una nostra amica, erano tipo le tre e fortunatamente Zayn ti ha visto in un vicolo e allora ti abbiamo portato qui.."

Il mal di testa si intensificò a dismisura: troppe informazioni contemporaneamente. "Zayn?" chiesi sussurrando e mettendomi una mano sulla tempia, cominciando a massaggiarla.

"Un nostro amico, è andato a prendere qualcosa da mangiare, dovrebbe tornare a momenti.." rispose Harry con la sua voce roca.

Chiusi gli occhi, cercando di cacciare quella nausea che stava prendendo il sopravvento. "Parli del diavolo.." disse Louis improvvisamente, mentre sentivo la porta aprirsi e qualcuno entrare nella stanza.

Alzai lo aguardo appena in tempo per vedere un ragazzo chiudere la porta, con un grande sacchetto in mano. "Ehi ragazzi, io.." si interruppe, girandosi verso di me e guardandomi negli occhi.. Con QUEGLI occhi. "Ciao, ti sei svegliato!" mi salutò sorridendo.

Credetti di morire.

Quel ragazzo era la perfezione. Aveva dei bellissimi occhi neri, di una forma armonica, i capelli altrettanto scuri erano tirati su da un po' di gel. Ma la cosa più bella era il suo sorriso, era il più bello che avessi mai visto, mi scaldò letteralmente in cuore. Il dolore fisico che avevo sentito fino a quel momento sembrò sparire quando i miei occhi si posarono sul suo viso.

Si avvicinò a me, poi mi tese la mano. "Sono Zayn!" cazzo.

Presi la sua mano e la strinsi molto debolmente. "N..Niall.." risposi.

"Come ti senti?"

Benissimo grazie a te. "B..Meglio, grazie.." risposi, tornando a fissarmi le mani, poggiate sulle gambe.

 

Passammo tutto il giorno insieme, in quella stanza d'ospedale. Nessuno aveva mai fatto niente di simile per me: quei quattro ragazzi mi avevano salvato la vita, mi avevano portato in ospedale ed ora, invece di andare in giro a divertirsi, erano rimasti chiusi in una stanza con me, una semplice puttana. Nessuno l'aveva mai fatto, nessuno era stato mai così..dolce con me.

Ma loro quattro sì.

Loro quattro erano diversi.

"Lou, Haz, ci venite con me a prendere qualcosa da mangiare?" chiese Liam ad un certo punto, era sera ormai. Ed io di lì a poco avrei dovuto essere di nuovo in strada, a fare quello che mi usciva meglio.

"Sì signor capitano!" rispose Louis, alzandosi e prendendo per mano Harry e Liam, per poi aprire la porta. "Torniamo tra poco!" urlò ancora, ricevendo una sonora strigliata dall'infermiera che era in servizio in quel momento. Louis chiese scusa, poi ridendo sparirono tutti e tre nel corridoio.

"Tommo, sei un pericolo pubblico!" sentii commentare Harry.

Risi anche io a quella scena, anche se farlo mi faceva sentire un dolore lancinante allo stomaco e ai polmoni. Chissà che cavolo avevo lì dentro.

"Quanto sono scemi." commentò Zayn, venendo a sedersi accanto a me, sulla sedia.

Gli sorrisi, sentendomi comunque in soggezione causata dai suoi occhi. Lui ricambiò, poi.. "Come stai ora?"

"Decisamente meglio grazie a voi." gli risposi sinceramente.

"E' il nostro lavoro." disse.

Già, il loro lavoro. E il mio di lavoro? Ero in ospedale da troppe ore, mia mamma non ne sapeva niente e io.. Ero terribilmente preoccupato. Non volevo che i quattro ragazzi sapessero cosa facevo, qual era la mia occupazione notturna e come era potuto accadere quello che era effettivamente accaduto. Per me quell'abuso era solo un incidente di percorso, una cosa facilemente perdonabile, un episodio che non mi avrebbe impedito di fare quello che era il mio lavoro. Lo dovevo fare. Per mia mamma, per la nostra casa. Per la nostra vita.

Dovevo andarmene di lì.

D'un tratto, però, qualcosa attirò la mia attenzione: Zayn mi aveva appena afferrato la mano dolcemente. "Tutto okay?" mi chiese con un'espressione preoccupata sul volto, probabilmente causata dalla mia pensierosità.

Immersi i miei occhi nei suoi, sentendomi.. Bene. Per la prima volta in vita mia, potei dire di stare BENE. Con quei quattro mi sentivo a casa, come mai mi ero sentito.

"S..Sì, è che.. Dovrei tornare a casa e a lavoro.." gli spiegai.

Lui sorrise debolmente. "Certo che sei proprio incredibile." disse poi, stringendomi ancora di più la mano.

Alzai le spalle e gli sorrisi, beandomi della sua stretta, che mi attanagliava la mano in una dolcissima morsa. Poi però si alzò improvvisamente, andando verso la borsa che aveva portato qualche ora prima, con il pranzo per gli altri. "Ora che quegli altri tre se ne sono andati posso tirarla fuori." disse rivolto a me, facendomi l'occhiolino. Avvampai di botto, restando fermo a guardarlo con gli occhi sgranati, quando improvvisamente un barattolo di Nutella fece capolino dalla borsa bianca, con tanto di cucchiai.

"L'avevo comprata perchè a Lou piace da morire, ma direi che possiamo sacrificarla no?" disse ridendo e suscitando la stessa reazione su di me.

"Perchè lo fai?" gli chiesi quando si avvicinò al mio letto. Mi rispose aggrottando le sopracciglia. "Insomma, non mi conosci, anzi, non mi conoscete e.. Mi avete portato qui e siete rimasti tutto il pomeriggio. Potrei benissimo essere un killer mafioso che appena girate le spalle vi ammazza tutti per quanto ne sapete voi." precisai. Beh, non ero proprio un assassino, ma non andavo comunque fiero di quello che facevo per vivere.

Lui mi porse il cucchiaio. "Naah, sei troppo carino per essere un killer." rispose sorridendo, facendomi arrossire di nuovo. "E poi, non lo so. Sarà che sei solo, Niall. E che hai bisogno di essere amato. E chiunque si merita un po' d'amore." mi rispose guardandomi negli occhi.

Non me la sentii di negare, non avrebbe avuto senso ormai. Aveva ragione e lo sapeva perfettamente. Era palese: mi avevano violentato e picchiato, e nessuno era venuto a farmi visita in ospedale, fatta eccezione per loro quattro. Non avevo nessuno, oltre che mia mamma e il mio corpo, il mio strumento di lavoro. "E.. E saresti tu quello che potrebbe darmi a.. Amore?" mi azzardai a domandargli, puntando lo sguardo sulle mie mani, che stringevano ancora il cucchiaio.

Sentii due dita sotto il mento premere, per farmi alzare lo sguardo ed incontrare di nuovo quegli occhi meravigliosi. "Perchè no?" e stavolta non c'era ironia nella sua voce, nè traccia di allegria. Diceva sul serio.

Si avvicinò a me lentamente, mentre lo guardavo con gli occhi ancora spalancati e le labbra socchiuse. Che volesse..? No, nulla di quello che stavo pensando. Infatti, Zayn si limitò a darmi un bacio sulla guancia, mentre ancora le sue dita erano poste sotto il mio mento. Era solo una cosa.. Dolce.In quasi due anni di 'lavoro' e di tanti uomini, NESSUNO lo era mai stato con me.

Forse fu quello ad indurmi a trattenerlo a me, e ad abbracciarlo forte. Sapevo che sarebbe stata l'ultima mia possibilità, e allora semplicemente lo feci. Lui rimase dapprima sorpreso, poi ricambiò l'abbraccio, mettendomi un braccio attorno alla vita e uno tra i capelli. Sentii il mio cuore cominciare a battere forte, la gola seccarsi e il mio stomaco contorcersi.

Che fosse quello, l'Amore? Che già stesse cominciando a donarmelo?

Due lacrime mi bagnarono gli occhi, ma subito le asciugai senza farmi vedere: non volevo che mi vedesse così. Sapevo che mancava poco tempo, e poi sarei dovuto tornare a casa, in quel luogo che mi procurava sofferenza, ma che era la mia unica fonte di sostentamento. Fosse stato per me, sarei rimasto chiuso in quell'abbraccio per sempre, assaggiando quello che non avrei mai potuto avere.

Semplicemente avrei voluto scomparire, in quell'abbraccio.

Fu Zayn che si staccò per primo. "Ci sto riuscendo, per caso?" mi sussurrò dolcemente, con l'ombra di un sorriso sul volto.

Mi ritrovai ad annuire, guardandolo dritto in volto. Lui sorrise, poi.. "Sono contento. E adesso sarà meglio mangiare la Nutella, prima che torni Lou!"

Risi piano, per poi immergere il cucchiaio nella Nutella. "Zayn?"

"Mmh mmh."

"Grazie." quella parola conteneva molto di più di quello che sembrava.

"Figurati piccolo biondo."

Per la prima volta in vita mia, quel soprannome sembrava la cosa più bella che mi avessero mai detto.

 

 

 

L'orologio segnava le due di notte. Era ora di andare.

Guardandomi in giro, vidi i quattro ragazzi addormentati in diversi punti della stanza. Harry e Louis erano uno sopra l'altro sulla poltrona vicino alla porta, Liam era seduto sulla sedia sulla sinistra, mentre Zayn aveva la testa appoggiata sul letto, di fianco a me, ed era seduto su una sedia.

Erano rimasti con me anche quella notte, dicendo di 'non volermi lasciare da solo in balia dei fantasmi', testuali parole di Harry. In realtà sapevo che semplicemente volevano provare a.. Volermi bene. Perchè quei quattro non erano delle persone, erano degli angeli. E un peccatore non può stare con gli angeli senza far loro del male. Dovevo andarmene e lasciarli vivere in pace.

Così mi alzai dal letto lentamente, tentando di non urtare Zayn che dormiva beatamente, ancora più bello di quando era sveglio. Mi vestii, lasciai un biglietto con qualche spiegazione e con un immenso grazie, poi presi delle coperte e li coprii tutti e quattro accuratamente. "Dai il tuo amore a chi se lo merita." sussurrai a Zayn, prima di lasciargli un ultimo bacio tra i capelli profumati. Si mosse e mugugnò qualcosa, ma fortunatamente non si svegliò.

Aprii la porta velocemente, lanciando un ultimo sguardo alle persone che erano stati la cosa più vicina a degli amici che avessi avuto, per poi inoltrarmi nel corridoio. Ignorai le lacrime che sopraggiungevano ai miei occhi e tutto il dolore fisico che ancora provavo e, zoppicando, cominciai a camminare verso il solito posto, che distava quasi dieci kilometri dall'ospedale. Cazzo.

Pensai di farmela tutta a piedi, ma d'un tratto, un clacson mi fece sobbalzare e girare in indietro. "Ciao biondo! Perchè da queste parti?" Jason, uno dei miei clienti più 'fedeli'.

"Ho fatto una gita in ospedale." decisi di non mentirgli, mentre lui apriva la portiera della sua vettura, inducendomi ad entrare.

Probabilmente non mi aveva nemmeno ascoltato, perchè si limitò a dire "Bene. Stavo giusto venendo da te.."

Ricacciai indietro le lacrime, mentre, ancora una volta, vendevo amore ad un altro uomo. Già, amore..

 

 

 

Passò un mese. Il più lungo della mia vita.

Impiegai non poco a guarire dalle ferite, sia quelle fisiche che quelle psicologiche. Per poco tempo avevo assaggiato la felicità, ma subito mi era stata portata via, strappata da sotto il naso come le caramelle che vengono fatte solo vedere ad un bambino, per poi nascondergliele. Mi ero accorto che quello che mancava nella mia vita era molto più grande di quello che pensassi.

Zayn era costantemente nei miei pensieri. Non facevo altro che tormentarmi su come avrebbe potuto essere il mio futuro se fossi rimasto in quella stanza, come sarebbe stato se la mattina dopo svegliandomi avrei trovato Zayn a sorridermi, Lou a mangiare Nutella con un Harry ancora addormentato sdraiato addosso e Liam a farmi domande su come stavo e a preoccuparsi inutilmente.

Ma niente facce sorridenti nella mia vita. Solo sesso senza amore, soldi sporchi e uomini che volevano solo il mio corpo, non la mia anima. E così, tutte le notti tornavo in quel posto orribile a farmi del male da solo e a guadagnare quel poco che ci faceva ancora andare avanti.

Ma le sfighe non arrivano mai da sole, giusto?

E quindi, una sera, mentre l'i pod stava passando una canzone che nemmeno sentivo, vidi una macchina fermarsi davanti a me. Era una Audi nera. Quando il finestrino calò e rividi ancora quel volto, il sangue mi si ghiacciò nelle vene. "Ciao biondino." Brad. E non era solo, nemmeno stavolta.

Mi voltai verso il marciapiede e mi misi a camminare, ignorandolo completamente ed alzando il volume della musica, mentre loro mi seguivano guidando piano accanto a me. Nonostante questo, però, sentivo le loro risa, cosa che mi fece aumentare il passo. Niente e nessuno mi avrebbe salvato, nemmeno questa volta. Solo un miracolo poteva fermare quegli uomini, che probabilmente la volta precedente si erano divertiti talmente tanto con me che volevano rifarlo e stavolta magari mi avrebbero conciato peggio della volta precedente.

Ma poco importava no? Io ero solo una puttana da usare e buttare via. Io servivo solo a quello, a divertirsi.

Questa consapevolezza però non mi fermò. Continuai a camminare, addentrandomi nel parco deserto e silenzioso. Capii che non avevano lasciato la preda quando una mano mi attanagliò una spalla, facendomi voltare e cadere le cuffie e l'i pod a terra. "Dove scappi biondino?"

L'odore di alcol si sentiva a distanza, quel tipo era ubriaco, e di sicuro anche gli altri cinque che gli stavano dietro e che ridacchiavano divertiti."Non ti sei divertito la scorsa volta? Eh? Non farti pregare, dai."

Ero spaventato, mentre quel tipo continuava ad avvicinarsi a me in modo minaccioso, stringendo ancora di più la presa al mio braccio. Solo un miracolo avrebbe potuto salvarmi, in quel momento. "L.. Lasciami."

"Andiamo, piccola puttanella, non dirmi che non ti piace."

"Non hai sentito il ragazzo? Ha detto di lasciarlo stare." Quella voce.. No, non era possibile. Non poteva essere lui, era sicuramente un sogno.

"Tu che vuoi eh? Fatti i cazzi tuoi!" le parole dell'uomo furono sottolineate dalle risate dei suoi soci dietro di lui.

Ancora il tizio cominciò ad avvicinarsi a me, bloccandomi con antrambe la mani. Chiusi gli occhi, aspettando un contatto che non arrivò mai. Sentii un colpo, poi due braccia forti che mi reggevano dal dietro. "Non toccarlo. MAI." ringhiò con cattiveria l'appartenente a quelle braccia.

Aprii gli occhi e.. "Zayn.."

Non ci potevo credere, lui.. lui era lì, ancora. Ma non mi sentì probabilmente, troppo preso a guardare Brad in cagnesco, il quale era caduto per terra. Due dei suoi amici scattarono in avanti barcollando, e piazzandosi di fianco a lui, come per dargli sostegno. Ma anche Zayn non fu da meno. Infatti tre figure si affiancarono a noi, forti del fatto che dovevano proteggermi. Proteggere ME.

"Tornatevene a casa vostra ragazzini. Con le troie non si scherza!" disse uno dei nostri 'avversari', ridendo.

Zayn si girò verso Liam, che gli stava alla sinistra, e lui annuì semplicemente. Zayn allora mi prese per mano, tirandomi dietro ai ragazzi. Lo seguii senza esitare: mi fidavo ciecamente di lui. Mi fece sedere su una panchina, per poi togliersi la giacca e mettermela sulle spalle con fare dolce.Quanto mi era mancato..

"Come stai Niall?" nessun accenno al fatto che fossi scappato dall'ospedale, che fossi una puttana, che non ci vedavamo da tempo. Solo.. Come stai.

"I.. Io bene, ma.. Ma loro..?" mi tremava la voce in una maniera allucinante, forse era per il freddo, forse solo perchè Zayn era lì, vicino a me.

"Shht, non preoccuparti per loro." disse, poi lo fece di nuovo: mi abbracciò dolcemente, facendomi appoggiare la testa sul suo petto caldo. Ancora quella sensazione. Ancora Amore..

"Quando.." si schiarì la voce. "..quando te ne sei andato, io.. Non capivo. Non capivo perchè come un angelo eri arrivato e subito eri andato via, senza dirci niente, ancora ferito dappertutto. Ma poi.." fece una pausa, stringendomi ancora per le spalle. "..Harry ti ha visto una sera, e allora abbiamo capito cosa era successo, perchè eri scappato. Da quella sera ti abbiamo tenuto d'occhio, ogni notte, per evitare che qualcuno ti facesse del male, ma senza avvicinarci troppo, finchè non avremmo trovato una soluzione. Niall.." mi fece staccare e mi guardò negli occhi, ormai pieni di lacrime quali erano i miei. "..tu non sei questo, tu non lo meriti."

Fu allora che scoppiai a piangere, senza più trattenermi. "Zayn, io.. Mi rimane solo questo, mi rimane.." "No.. Niall, tu non hai solo questo, tu hai noi, ora." mi prese il viso tra le mani, asciugandomi le lacrime con le dita, dolcemente.

"Ma Zayn, io.." fu solo allora che sentii le sue labbra che premevano dolcemente sulle mie. Fu solo allora che capii quanto in realtà avessi perso in quegli anni, quanto volevo quel bacio, quanto volevo tutto quello. Il mulatto chiese accesso alle mie labbra in maniera così naturale che quasi mi fece paura. Il bacio si approfondì, ma non era volgare, no.. Era un bacio pieno, pieno di tutto quello di cui avevo sempre avuto bisogno. Di Amore.

"Lasciati amare, Niall. Lasciati amare." mi sussurrò infatti sulle labbra quando si staccò da me, facendomi percorrere da un brivido lungo tutta la schiena.

"Ma come faccio, io.. Non posso vivere d'amore, non posso pagare le tasse con l'amore, non posso.."

"Lo zio di Harry ha un pub in centro, ci lavora anche lui, lì.. Cerca personale. Ti può andare bene?" per la prima volta, immaginai un lavoro diverso da quello che facevo, uno meno facile e che lasciasse spazio alla mia vita. Uno che mi avrebbe permesso di essere felice, senza intrappolarmi in una rete. Forse.. Forse avrei potuto essere come tutte le altre persone. E innamorarmi, come tutti.

Stavolta fui io a baciarlo, con sempre più trasporto, come se le nostre labbra fossero fatte apposta per incontrarsi.

Poi gli dissi solo una cosa, che abbattè tutti i miei muri.

"Amami, Zayn."

E nulla fu più come prima.

 

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