Avrebbe dato la vita per quegli occhi.

Richard tirò un calcio al bancone della cucina, poi un altro.
Dio, era così frustrante.
Lo strillo acuto di Sam gli perforava le orecchie, gli riempiva la testa.
Non riusciva a pensare lucidamente.
Tirò un ultimo calcio, strinse i denti, poi si lasciò scivolare per terra con la testa tra le mani.
Sentiva le lacrime pungergli gli occhi come spilli. Strinse le palpebre fino a sentire male alla testa, non voleva piangere.
Sam, invece, sembrava non voler smettere.
Piangeva e piangeva, ma l'uomo non aveva la forza di alzarsi da terra.

Finalmente, dopo qualche minuto, le urla del neonato smisero di trapanargli il cervello.
Qualcuno doveva essersi alzato per calmarlo.
Rimase lì, sentendo la rabbia scivolare via da lui lentamente, svuotandolo.
Erano passati due mesi, e per lui Kate era ancora una ferita aperta.

**

Non odiava Sam; odiava ciò che rappresentava.
Rappresentava le urla di lei, la puzza di disinfettante della sala parto, quella mano che scivolava fuori dalla sua, senza vita.
Il chirurgo che scuoteva la testa mestamente e l'infermiera che gli metteva tra le braccia suo figlio.
Una pacca sulla spalla.

Il modulo per l'adozione era ancora sul tavolino all'entrata, nessuno aveva avuto il coraggio di toccarlo. Rick riusciva solo a fissarlo e a sperare che Dio, o chi per lui, gli desse il coraggio di leggerlo e seguirlo. Quel bambino, che rappresentava solo un ricordo doloroso, sarebbe scomparso dalla sua vita.

**

Scosse la testa, completamente inebetito, e la vide; era incastrata sotto il bancone.
Una foto.
Gli si offuscò la vista solo a sfiorarla con lo sguardo. Si asciugò frettolosamente le lacrime e sorrise, mestamente.
Quella foto era un colpo al cuore.
Risaliva al Natale di quell'anno. Beckett era di circa sette mesi, e loro due stavano abbracciati sul divano.
Dio, quant'era bella.
Aveva passato intere, dolorose ore a ricordare qualsiasi particolare della sua donna; il suo profumo, la sua risata, la sua voce.
Non la ricordava così bella.
Forse era perché aveva fatto di tutto per ricordarla prima che rimanesse incinta?
Fissò la sua figura finché gli occhi non gli bruciarono, dopodiché sbatté le palpebre diverse volte. Sentiva un peso all'altezza dello stomaco, come una morsa.

Ma cosa stava facendo?
Lì per terra ignorando le urla di suo figlio, struggendosi per Kate, quando lei aveva dato la vita per mettere al mondo quel bambino.

Si alzò – aveva la sensazione di galleggiare.
Come un'automa camminò fino alla cameretta di Sam, entrò, si sporse sulla culla.
Il bambino era sveglio. Fissava la giostrina musicale sopra di lui, e in qualche modo gli ricordò Kate. Aveva la sua stessa determinazione nello sguardo nel fissare quel giochino.
Ignorò le lacrime che, copiose, gli rotolavano sulle guance, e con mani tremanti sollevò quello scricciolo dal lettino. Sembrava così leggero e fragile.
Lo tenne a distanza e si guardarono negli occhi a lungo. Sam gli rivolgeva uno sguardo così intenso e carico di significato...
E allora Rick scosse la testa, lo strinse a sé e pianse.
Pianse, quella notte; pianse come un bambino, senza freni né pudore; Sam lo fissava serio, quasi per una volta i ruoli si fossero scambiati e fosse il neonato a dover confortare l'adulto.
Quegli occhi... erano gli occhi di Kate.
Gli sembrava di essersene accorto solo in quel momento – o forse era proprio così.
Avrebbe dato la vita per quegli occhi.

{FloxWeasley's corner
Mah.
Questa storia risale a qualche mesetto fa, non è delle più originali, ma ci sono affezionata.
Non so nemmeno io da dove sia uscita una cosa tanto triste.
Anzi sì, certo che lo so!
Il meraviglioso, straziante video di Lullaby dei Nickelback.
Per chi conoscesse la canzone... beh, questa fic prende spunto proprio da lì.
Per chi non la conoscesse ecco il link, io la adoro:
http://www.youtube.com/watch?v=4OjiOn5s8s8