Disclaimer: I personaggi non
mi appartengono
Ma sono di proprietà della Marvel ©
L’Avversativa
Si poteva vivere con Tony Stark solo
se ci si era preventivamente dotati di una buona dose di pazienza o, in
alternativa, di un fucile ad aria compressa.
Quando aveva esposto tale teoria all’Agente
Leland, lei aveva riso: aveva portato una mano al volto, i polpastrelli a
sfiorare il profilo rettangolare delle lenti, le dita della sinistra strette al
blocchetto per gli appunti appoggiato sulle ginocchia.
Era stata la prima volta in cui aveva
pensato quanto fosse una donna davvero attraente, ma…Ma. Proprio come la cameriera del caffè, come Bernie ed il ruggito
castano dei riccioli che l’accompagnava ad ogni movimento della testa, la voce
una risata d’argento vivo.
La mano di Beth, la cameriera, era
calda contro il palmo, le labbra di Bernie sapevano di zucchero e tea alla vaniglia
contro la punta della lingua, gli occhi dell’Agente Leland erano vivaci, vivi e divoravano le vastità del mondo con
una curiosità insaziabile.
Ma c’era sempre un ma.
L’Avversativa, come la chiamava l’Agente
Barton, dando al tutto un che di tinte fosche e fataliste da sembrare una
citazione horror.
“Niente di peggio dell’Avversativa”
gli aveva confidato “Forse Nat quando fa quella
cosa col sopracciglio. Sai, no? Quella
cosa per cui capisci che lei ha già capito qualcosa che tu ancora non hai capito”
Steve aveva aggrottato la fronte.
Non perché quel discorso al limite
dell’incomprensibile avrebbe dovuto, in teoria, lasciarlo più perplesso della
volta in cui Tony aveva tenuto solo per lui una dissertazione riguardo l’anima
nera insita nel tapis roulant. Aveva
aggrottato la fronte perché quella cosa
col sopracciglio Natasha l’aveva fatta proprio
la volta in cui Tony aveva tenuto solo per lui una dissertazione riguardo l’anima
nera insita nel tapis roulant. E
quando Stark gli aveva spiegato che, no, il microonde non l’aveva preso in
antipatia, né aveva giurato vendetta sulla memoria di sua nonna “Cucina a gas”
e per l’amor del cielo, Rogers hai preso
a pugni Hitler e non riesci a scaldare del cibo precotto? Oh, e quando il
figlio di Howard lo aveva accompagnato personalmente a visitare la nuova
palestra che aveva installato nella Tower.
Ah, poi c’era stata quella volta in
cui Tony gli aveva fatto trovare un biglietto per la prima di Cats a Broadway accanto alla colazione, perché
almeno se sei a vedere dei felini che
saltellano e balzellano e canticchiano invece di affilarsi le unghie sulle
tende o sul divano come tutti i gatti del creato, non devo preoccuparmi di
venir trascinato a letto solo perché una qualche opinabile rivista di
divulgazione scientifica ha detto che sette ore di sonno sarebbero da
considerarsi necessarie e salutari.
In effetti, Natasha si aggirava per
la Tower ad esibire quella cosa col
sopracciglio un po’ troppo spesso. Erano i lati negativi della coabitazione,
però, quindi tanto valeva fare buon viso a cattivo gioco e fingere di non
essersi accorti di nulla –Anche se, con l’Agente Barton e l’Agente Romanoff
costantemente in missione, Thor ormai in pianta stabile ad Asgard ed il Dottor
Banner che si rinchiudeva nel laboratorio e ne usciva solo ad orari
improponibili e che per questo era stato ribattezzato da Stark L’Hulk che sussurra alle ampolle, sì, insomma,
alla fine la convivenza era solo fra se stesso e Tony.
Aveva accennato alla cosa col vecchio
Stan e questi aveva ridacchiato, i denti che mordicchiavano l’ulivo della pipa
con un cronk cronk mefistofelico.
Alle volte l’anziano lo inquietava
parecchio.
-Già di ritorno, Capsicle? E l’appuntamento galante con l’Agente Leland?
Steve sussultò e per la sorpresa
lasciò cadere il blocco degli schizzi che teneva tra le mani.
-Non era destino- ammise, scrollando
le spalle e tentando un sorriso.
-Ti ha dato buca? Rogers, hai di
nuovo messo la brillantina, vero? Quando imparerai che…
-Tu non avevi una cena con la
signorina Potts?- tagliò corto –E tanto per rimarcare il proprio fastidio, gli
lanciò pure un’occhiata fulminante.
Non aveva ancora abbandonato l’idea
del fucile ad aria compressa.
Stark non lo degnò di risposta:
sollevò la bocca in un ghigno storto, si versò del whiskey e alzò il
bicchierino come a proporre un brindisi; lo sguardo tradiva una malizia ed un
divertimento tali che Steve avvertì chiaramente
un crocchiolio di brividi guizzargli lungo la spina dorsale.
-Mai sentito parlare dell’Avversativa, Capitano?
Note
Finali
Avevo voglia di una Stony leggera,
senza troppe pretese. Anche perché causa quantità indegna di roba da studiare
in vista di…Cinque esami *Sbatte la testa contro il muro* non aveva la forza di
mettere per iscritto qualcosa di più “corposo”, né, soprattutto, di scrivere un
nuovo capitolo di Cor Mortem Ducens.
Vi giuro, spero di riuscire ad aggiornarla il più presto possibile, ma non vi
posso assicurare nulla…
Vediamo. Note sui personaggi, note
sui personaggi…L’Agente Leland è l’Agente
della sezione di Sostegno/Supporto dello S.H.I.E.L.D. che si occupa del
recupero psicologico di Steve. E’ un OC basato su quella grande che è Mattie Leland è viene citata per la
prima nel capitolo “Light” della mia raccolta Stony “Ten Minutes”
Bernie è stata una fiamma
di Capitan America nel Comicverse.
Stan, invece, compare
attivamente in For The World To See: è
un personaggio che richiama ovviamente Stan Lee, ma, prima di tutto è un
personaggio citato nelle role tra me (Steve Rogers) e Reiko (Tony Stark):
proprietario della palestra cui Steve era solito andare ad allenarsi i primi
tempi nel nuovo millennio, è un fanboy accanito della Stony. Amatelo tutti,
perché Siamo nel 2012, figliolo. L’idea di un personaggio di nome Stan
riferito al caro Lee è stata usata in prima battuta da Diane nella sua Fan
Fiction: Ritorno
al Passato.
Quindi..Leggetela ùù
Altro? Ah sì. E’ pre-slash. Strano,
vero? xD
Alla prossima!