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Autore: plsdavid    05/05/2013    10 recensioni
"Da piccola le mie storie avevano sempre il lieto fine, qualsiasi cosa capitasse. Sai il perché? Perché sono una sognatrice e spererò fino all'ultimo di poter essere felice con voi."
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4
*tre anni prima*

Il profumo di pizza si sparse per tutta la casa.
- Mamma, abbiamo fame!- Gridò Lily verso la cucina.
- Lily, muovetevi e venite ad apparecchiare.- Le rispose la madre.
Mi fece cenno di seguirla.
Non me lo feci ripetere due volte, il mio stomaco stava implorando pietà.
Mi legai i capelli.
- Te li taglierai mai?- Sogghignò Lily, mentre superava l'anticamera per andare in salotto.
- Forse un giorno, magari se non sarò più io.- Ridacchiai.
Adoravo la lunga cascata dorata che ricadeva sulla mia schiena.
Stendemmo la tovaglia arancione sul grande tavolo di vetro e poi iniziammo ad apparecchiare velocemente.
Ci sedemmo al tavolo e Thor, il grande cane della ragazza, appoggiò il muso bavoso sulla gamba di Lily, pronto a raccogliere i pezzi di cibo che sarebbero caduti.
- Vai via, Thor.- Gridò Anna, entrando nel salotto con le pizze.
Il profumo della mozzarella fusa sulla salsa di pomodoro mi riempì i polmoni e mi svuotò ancora di più la pancia.
Osservai gli occhi tristi di Thor, aveva capito che le crocchette sarebbero state la sua unica fonte di nutrimento per quella sera, ma non si arrese, anzi, mise il suo grande zampone nero vicino al muso.
Lily ridacchiò.
- Dai, mangiate. Io sono giù al bar, ci vediamo... Beh, lo sapete quando.-
Mi si gelò il sangue nelle vene.
- Umm, ti viene a prendere tuo fratello?- I suoi occhi marroni erano fissi nel piatto.
Quando veniva a prendermi Tom, potevamo stare in piedi fino alle due o le tre di notte, dato che lui tornava tardi da chi sa dove.
- Sì, viene Tom.- Le sorrisi.
- Te l'ho mai detto che siete due gocce d'acqua?- Mi chiese con la bocca piena.
- Ogni santo giorno.- Scossi la testa, mentre assaporavo la mia cena.
Beh, di sicuro aveva ragione.
Tom ed io avevamo gli stessi occhi verdastri, misti a un azzurro sporco, il viso squadrato e i capelli dorati, erano un segno inconfondibile di famiglia.
- Su, mangia!- Mi disse, indicando la mia pizza.
Come potevo farlo, sapendo cosa mi aspetta più tardi?
Alle parole di Anna il mio stomaco si era chiuso automaticamente, ricordandomi quella brutta sensazione che avevo provato qualche sera prima.
Un dolore lancinante mi affliggeva il cuore, come tanti piccoli e appuntiti aghi conficcati nella carne.
- Con calma!- Mentii.
Il silenzio cadde intorno a noi, il respiro di Thor spezzava i minuti.
- Dai, dai, che tra poco inizia!-
Solo allora ricordai.
Dio, come avevo fatto a dimenticarlo?
Mi alzai dalla sedia e mi lanciai sul divano, che si trovava poco più avanti, davanti alla piccola e vecchia televisione.
- Lo avevi dimenticato?- Si buttò sul divano anche lei e sentivo il suo sguardo sulla mia pelle.
- No, certo che no.-
- Hai dimenticato il tuo Sheeran?- Mi chiese con un tono di scherno.
- Zitta.- Ridacchiai per coprire la mia leggera vergogna.
- Ti rendi conto che un nostro amico sarà in televisione e chiunque lo potrà vedere? E per di più la sua fidanzata è la mia migliore amica?- Tamburellò le mani sulle sue gambe incrociate sul divano.
- Oh, lo sai benissimo che non sono la sua ragazza.-
- Sì, come no.- Sogghignò.
La zittii, il programma stava per iniziare.
Era uno spettacolo, che andava su un piccolo canale di poco rilievo, ma non importava.
Lui era l'orgoglio di quel piccolo paese, dove vivevamo, lui in qualche modo ci rappresentava.
Il presentatore, un uomo dalla pelle un po' troppo abbronzata, parlò e quasi m’irritò i nervi, fino a che non annunciò il nome di Ed.
- Oh mio dio, non mi dire che è... - Guardai il volto stupefatto di Lily.
- Si.- La zittii ancora. - Chiudi la bocca o entreranno le mosche.- Ridacchiai.
Sì, Ed era un po' ubriaco, meglio così. Diventava più aperto e spontaneo con l'aiuto della birra.
Fecero un primo piano sul volto di Ed, rosso dall'ansia e dalla vergogna.
Farfugliò qualcosa e riuscimmo solamente a capire il titolo della canzone, 'You need me, I don't need you'.
Iniziò a suonare la sua chitarra con gli occhi chiusi.
Non osammo parlare mentre muoveva le dita sulle corde, nemmeno le persone nello studio tentarono.
C'era solo lui e la sua voce.
Quando Ed si alzò dallo sgabello e posò Nigel, la sua chitarra, un boato d'applausi si levò dal silenzio.
- Oh.- Sussurrò Lily, il suo volto era pietrificato. Le sue guance erano colorite da un rosa acceso, simile a quello delle sue labbra.
L'odioso presentatore gli tirò una leggera pacca sulla spalla, per poi chiedergli se volesse dire qualcosa o salutare qualcuno.
- Forse.- Biascicò ancora il rosso. - Volevo salutare beh, no. Perché li devo salutare qui se li vedrò tra poco di persona?- Il presentatore dai capelli unti di gel mostrò un sorriso per coprire la sua vergogna.
Ed non era sbronzo, era ubriaco fradicio.
- Ah, no, ora mi ricordo cosa devo dire.- Strappò il microfono dalle mani dell'imbarazzato. - Scheggia, ricordati che questa canzone parla di te.- Sorrise alla telecamera, ridiede il microfono all'uomo e se ne andò via, come se nulla fosse.
- Sei tu Scheggia!- Urlò Lily, saltando per il piccolo salotto, ormai illuminato solamente dalla luce del lampadario.
- A quando le nozze?- Si mise le mani nei capelli scuri.
- Smettila.- Ridacchiai un po' imbarazzata.
Non dovevo andarne fiera, solamente io e Ed sapevamo che quella canzone non era per niente felice, neanche un po'.
- Okay.- Disse stanca, ributtandosi sul divano.
- Una partita a carte?- Le proposi.
Annuì.
 

****

 

 
 
Qualcuno mi svegliò lentamente.
- Ehi.- Riconobbi il piccolo viso di Anna.
Non prometteva nulla di buono.
- È arrivato tuo fratello.- Mi alzai di scattò dal divano e trovai Lily in piedi, che mi fissava con le lacrime che le rigavano il viso.
Guardai l'ora, era a malapena l'una di notte.
- È giù che ti aspetta.-
Mi limitai ad annuire e scappai a radunare le mie cose nella borsa.
Allacciai le scarpe e quando mi accorsi, di essere pronta per uscire, un'altra ferita si aprì dentro di me.
Dovevo scegliere, anche se sarebbe stato un dolore infernale sia per me sia per Lily.
- Sono pronta.- Sussurrai in salotto.
- Ti accompagniamo giù.- Disse Lily asciugandosi le lacrime.
- Non posso mica farmi vedere da quel figo di tuo fratello in queste condizioni.- Rise sempre Lily, cercando di alleggerire la situazione.
Si pulì il viso nella maglia grigia e si legò i capelli scuri in una coda bassa.
Mi precedette a scendere le scale, giusto per aprire la porta d'ingresso.
Quando spalancò la spessa porta di legno scuro, trovai Tom, con un'espressione impassibile.
- Salve a tutte.- Si limitò a sorridere.
Sapeva benissimo che oggi era il giorno, infatti, non si azzardò a dire nulla.
- Beh, allora ci salutiamo.- Disse Anna, abbracciandomi in maniera materna.
- È stato bello conoscervi.- Ricambiai passivamente l'abbraccio.
Il gelo si sparse nel mio corpo, non riuscivo a mostrare le mie emozioni, come se fossi morta dentro.
- Ci sentiremo per messaggi, ci chiameremo ogni giorno.- Disse Lily in lacrime, mentre mi stringeva forte fra
le sue braccia.
Il suo corpo era bollente, ma le sue lacrime salate le raffreddavano il viso.
- No.- Dissi freddamente.
- Su, non è il momento di scherzare.- Rispose, allentando un po' la stretta.
- No, non sto scherzando. Io voglio tagliare i contatti.- Delle piccole gocce ci colpirono, ma non erano lacrime.
- Perché?- I suoi occhi marroni erano fissi nei miei.
Non volevo più sentirla, non perché non le volessi bene, anzi. Non volevo soffrire più di quanto già non stessi facendo.
- You need me, but I don't need you... Ecco perché era per te la canzone.- Nessuno osò parlare, mi limitai solamente ad annuire.
- Beh, io non rinuncerò a te, sappilo. Io sarò pronta ad aspettarti, non m’interessa cosa pensi adesso. Ti conosco troppo bene per lasciarti fare questa cavolata, stupida testarda.- Indietreggiai e la pioggia mi
bagnò.
- Addio.- Dissi senza espressione.
Vidi Lily cadere a terra in lacrime, mentre mi dirigevo verso l'auto di Tom.
Un dolore lancinante mi colpì.
Era stata l'unica persona che mi aveva aiutata e supportata nei momenti difficili, era l'unica che aveva riso con me in quelli più belli e io l'avevo abbandonata prima che lei potesse abbandonare me.
- Ehi.- Tom mi prese la mano.
- Lo so che adesso fa male, ma passerà.- La sua voce profonda mi rimbombò nella testa.
Entrammo in macchina e partì velocemente.
Almeno mi rimaneva lui.





"Siete arrivati fino a qua? Ottimo!"

Ecco il quarto capitolo e ultimo flashback della mia ff *yeeee*
Emm, che dire, non so.
Va beh, come al solito vi ringrazio per aver letto/ recensito i capitoli precedenti.
Poi, la fine di questo capitolo mi è uscita male lo ammetto, ma è stata difficile scriverla per cacchiate varie lol
Vi lascio un'immagine di Tom, si, perché Tom in realtà è Tom Hiddleston *trollol*
Ecco a voi la ff di oggi, di domani, della settimana, del mese e dell'anno *rullo di tamburi* http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1812735&i=1 Amatela e basta.
Lasciate pure una recensione, non mi schiferò mai per questo lol
Hasta luego!
@plsdavid
 

  
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