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Autore: Feel Good Inc    07/05/2013    7 recensioni
[...] Wendy Darling parlava di sirene così come di pirati, raccontava di guerre agli indiani così come di fatine ammantate di polvere dorata. Forse Wendy Darling non era una ragazzina come tante, dopotutto.
{ hints Bae/Wendy; post-2x21: 'Second star to the right' }
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Wendy Darling
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Neverland { to Kensington Gardens }

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

«Perciò esistono tanti mondi diversi?»

«Certo che esistono! Io ci sono stata.»

 

 

 

Wendy Darling era una ragazzina come tante, con la dote tutta particolare di saper raccontare storie incredibili e farle suonare come se non potessero essere che vere.

Le altre bambine a scuola avevano scoperto da tempo che, quando si faceva il nome di Wendy Darling, molte mamme storcevano il naso e molti papà borbottavano parole pericolosamente simili a «nient’altro che sciocchezze»; pure, le altre bambine a scuola non smettevano di cercarla, di ascoltarla, di ridere con lei e strillare quando le storie si facevano scure come la notte – e qualche volta le raggiungevano persino i bambini, perché Wendy Darling parlava di sirene così come di pirati, raccontava di guerre agli indiani così come di fatine ammantate di polvere dorata. Forse Wendy Darling non era una ragazzina come tante, dopotutto.

 

 

 

«Come si chiama quel posto?»

«L’Isola Che Non C’è.»

 

 

 

Accadde però che un giorno Wendy Darling venne a scuola senza sorridere. La sua storia, quella volta, era buia, fredda, piena di ombre misteriose venute a spegnere tutte le luci del mondo. Le bambine storsero il naso come le loro mamme e i bambini borbottarono come i loro papà: era una storia che non piaceva a nessuno, questa, nient’altro che una sciocchezza.

 

 

 

La magia richiede sempre il suo prezzo.

 

 

 

Per molto tempo, dopo, non fu ben chiaro perché Wendy Darling avesse cominciato a tacere, a sedere da sola, a disegnare su pezzi di carta sgualciti sempre una stessa figura di ragazzo sospeso nel cielo, a piangere in silenzio; qualcuno – non si seppe mai chi per primo – pensò di trarre da quel suo inaspettato cambiamento la conclusione di un abbandono, dell’ombra venuta dal mondo felice in cui non si cresceva mai che d’improvviso non veniva più a trovarla, che l’aveva lasciata lì a crescere, da sola, come una ragazzina qualsiasi.

Wendy Darling lasciò che lo credessero. Non disse mai a nessuno che l’ombra era troppo nera – molto più nera delle guance sporche di fuliggine del ragazzo – e che il ragazzo non era affatto l’ombra. Adesso che aveva perso ogni voglia di raccontare storie incredibili e farle suonare come se non potessero essere che vere, adesso che era cresciuta, Wendy Darling era davvero soltanto una ragazzina come tante.

Il nome di Peter Pan, però, volle inventarlo lei.

 

 

 

«E non lo rivedrai più, mamma?»

«No, Jane. Mai più.»

 

 

 

«Vostra figlia non ha nulla, signori Darling. Non vedete? I sintomi parlano chiaro. Non è altro che la fine del primo amore...»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

Probabilmente vi starete chiedendo cosa diavolo mi passa per la testa. Ehm. Vediamo. Cercherò di trovare una logica.

Comincio col dire che il Bae/Wendy è praticamente il mio nuovo OTP e non rimpiango niente. Da tempo OUAT non mi emozionava così tanto come in questo episodio, nel quale s’instaura un dolcissimo, delicatissimo rapporto tra chi è già stato costretto a crescere suo malgrado e chi sta imparando a farlo, perché all magic comes with a price: non lo so, io li amo, un pensierino per loro era doveroso e – e niente, volevo arrivare anche alla concezione comune odierna della favola di Peter Pan, così ho immaginato che dopo il ‘sacrificio’ di Bae Wendy perdesse ogni volontà di raccontare storie, crescendo, appunto, e che solo le romanticherie delle sue ingenue compagne di scuola abbiano trasformato una sorta di racconto dell’orrore in una storia strappalacrime di presunto (ma anche no) amore finito. Come dire, il mondo ha pensato che Wendy fosse stata abbandonata dalla sua ‘Ombra’ (identificandola con l’immaginario Peter Pan), e lei gliel’ha lasciato pensare perché la verità era molto più difficile da accettare.

Certo, il mio headcanon è molto più complesso di così; mi piace pensare che nessuno sapesse che i Darling ospitassero un trovatello, perché da parte di una famiglia di classe medio-alta poteva sembrare una cosa disdicevole, e poi c’è anche il fatto che Wendy ha dovuto inventarsi chissà cosa per spiegare ai genitori la scomparsa di Bae – e tutto ciò non si evince dalla flash, lo so, ma volevo focalizzarmi solo sulla ‘crescita’ di Wendy: pietà di me e dei miei poveri logori feels.

Il titolo vuole essere un gioco di parole: va inteso nel suo significato letterale, e cioè mai atterrare a Kensington Gardens.

Povero Bae. Sul serio, povero, povero Bae.

Aya ~

   
 
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