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Autore: xingchan    07/05/2013    2 recensioni
"Il team gli mancava oltre ogni ragionevole considerazione logica. Inizialmente ci era rimasto parecchio male, quando dovette lasciare la sua nuova ragazza per seguire il suo superiore, ma alla fine constatò che con molta probabilità lo avrebbe seguito lui stesso."
Flashfic incentrata su Jean Havoc e dedicata a Laylath, inconsapevole fonte di questa piccola ispirazione.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jean Havoc
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Useless

 

Dedicata a Laylath,

che mi ha dato senza volerlo

l'ispirazione necessaria estrapolata dalla sua ultima one-shot,

"Gocce nella Flebo".

So che non è granché,

venuta di getto e il titolo lascia a desiderare,

ma spero ti piaccia. XD

 

***

Aveva riposto tutta la sua vita nell'esercito.

Ed ora, ridotto su di una sedia a rotelle, non si capacitava della sua estrema superficialità.

Sì, Jean Havoc, il militare più scapestrato del paese dai capelli color del miele, si sentiva un idiota; incapace di distinguere il bene dal male e di rimetterci addirittura la pelle. Si era lasciato abbindolare da una donna come un ragazzino completamente privo di esperienza con l'altro sesso, fidandosi quel che bastava per intraprendere una relazione nella quale lui credeva davvero, soprattutto in quel momento difficile causato dall'improvviso trasferimento ordinato dal colonnello.

Uno che si fermava all'aspetto esteriore di una donna, specialmente quelle dalle rotondità molto accentuate, ignorandone completamente la bellezza interiore. Ma d'altra parte, come poteva guardare nel cuore di qualcun altro, una possibilità preclusa ad ogni essere umano? Nel tentativo di giustificarsi, maledettamente vano a suo dire, cercò un'ennesima volta in quella settimana di issarsi, con scarsissimo successo. Le sue gambe ormai inattive non diedero cenno di vita, anzi, lo tirarono quasi di peso verso il basso.

Avrebbe voluto tornare indietro nel tempo, e far sì che tutto quell'incubo sparisse all'istante. DI notte spesso sognava di ritornare fra le scrivanie stracolme di rapporti e perfettamente allineate dell'ufficio di Mustang, di scherzare con Breda, di portare Falman a bere con lui, di prendere Fury per i fondelli, di godere della gentilezza di Hawkeye e di pungolare sarcasticamente il colonnello.

Il team gli mancava oltre ogni ragionevole considerazione. Inizialmente ci era rimasto parecchio male, quando dovette lasciare la sua nuova ragazza per seguire il suo superiore, ma alla fine constatò che con molta probabilità lo avrebbe seguito lui stesso.

Con loro si sentiva straordinariamente all'altezza di qualsiasi situazione, e tutto ciò che lo circondava nel magazzino Havoc gli ricordava la sua infermità, la ragione per cui fu costretto a congedarsi da quel mondo nel quale più di ogni altro si sentiva a suo agio.

Aveva assunto una parvenza allegra soltanto perchè non voleva far impensierire sua madre e la sua sorellina Janet, e anche perchè aveva il dovere di rispondere alle ordinazioni telefoniche dell'attività di famiglia, siccome era necessaria una certa disinvoltura, la stessa che spontaneamente e del tutto priva di forzature lo aveva reso pressocchè famoso fra i cadetti.

Il suo stesso essere faceva parte dell'esercito di Amestris, il quale era un elemento fondamentale nella sua vita così come il colonnello lo riteneva un eccellente fuciliere nella sua squadra. Senza di essa, se n'era andata via una parte della sua anima, quella spigliata ed impavida, facendolo sprofondare in una tranquillità che non gli apparteneva.

Spesso riceveva delle chiamate di Heymans Breda, che lo aggiornava sulle condizioni degli altri commilitoni e gli faceva fare dei divertenti tuffi nel passato, quelli che più di tutti gli facevano male. Alcuni di essi se li era perfino dimenticati, forse per il tempo, o perchè il suo cuore preferiva cancellare quei ricordi che soffrirne.

Tranne che per quella telefonata.

Quel giorno in cui fu chiamato per volontà del colonnello affinchè fosse curato con la Pietra Filosofale...

Ecco, quello non lo dimenticherà mai.

 

 

 

  

Useless

 

Dedicata a Laylath,

che mi ha dato senza volerlo

l'ispirazione necessaria estrapolata dalla sua ultima one-shot,

"Gocce nella Flebo".

So che non è granché,

venuta di getto e il titolo lascia a desiderare,

ma spero ti piaccia. XD

 

***

Aveva riposto tutta la sua vita nell'esercito.

Ed ora, ridotto su di una sedia a rotelle, non si capacitava della sua estrema superficialità.

Sì, Jean Havoc, il militare più scapestrato del paese dai capelli color del miele, si sentiva un idiota; incapace di distinguere il bene dal male e di rimetterci addirittura la pelle. Si era lasciato abbindolare da una donna come un ragazzino completamente privo di esperienza con l'altro sesso, fidandosi quel che bastava per intraprendere una relazione nella quale lui credeva davvero, soprattutto in quel momento difficile causato dall'improvviso trasferimento ordinato dal colonnello.

Uno che si fermava all'aspetto esteriore di una donna, specialmente quelle dalle rotondità molto accentuate, ignorandone completamente la bellezza interiore. Ma d'altra parte, come poteva guardare nel cuore di qualcun altro, una possibilità preclusa ad ogni essere umano? Nel tentativo di giustificarsi, maledettamente vano a suo dire, cercò un'ennesima volta in quella settimana di issarsi, con scarsissimo successo. Le sue gambe ormai inattive non diedero cenno di vita, anzi, lo tirarono quasi di peso verso il basso.

Avrebbe voluto tornare indietro nel tempo, e far sì che tutto quell'incubo sparisse all'istante. DI notte spesso sognava di ritornare fra le scrivanie stracolme di rapporti e perfettamente allineate dell'ufficio di Mustang, di scherzare con Breda, di portare Falman a bere con lui, di prendere Fury per i fondelli, di godere della gentilezza di Hawkeye e di pungolare sarcasticamente il colonnello.

Il team gli mancava oltre ogni ragionevole considerazione. Inizialmente ci era rimasto parecchio male, quando dovette lasciare la sua nuova ragazza per seguire il suo superiore, ma alla fine constatò che con molta probabilità lo avrebbe seguito lui stesso.

Con loro si sentiva straordinariamente all'altezza di qualsiasi situazione, e tutto ciò che lo circondava nel magazzino Havoc gli ricordava la sua infermità, la ragione per cui fu costretto a congedarsi da quel mondo nel quale più di ogni altro si sentiva a suo agio.

Aveva assunto una parvenza allegra soltanto perchè non voleva far impensierire sua madre e la sua sorellina Janet, e anche perchè aveva il dovere di rispondere alle ordinazioni telefoniche dell'attività di famiglia, siccome era necessaria una certa disinvoltura, la stessa che spontaneamente e del tutto priva di forzature lo aveva reso pressocchè famoso fra i cadetti.

Il suo stesso essere faceva parte dell'esercito di Amestris, il quale era un elemento fondamentale nella sua vita così come il colonnello lo riteneva un eccellente fuciliere nella sua squadra. Senza di essa, se n'era andata via una parte della sua anima, quella spigliata ed impavida, facendolo sprofondare in una tranquillità che non gli apparteneva.

Spesso riceveva delle chiamate di Heymans Breda, che lo aggiornava sulle condizioni degli altri commilitoni e gli faceva fare dei divertenti tuffi nel passato, quelli che più di tutti gli facevano male. Alcuni di essi se li era perfino dimenticati, forse per il tempo, o perchè il suo cuore preferiva cancellare quei ricordi che soffrirne.

Tranne che per quella telefonata.

Quel giorno in cui fu chiamato per volontà del colonnello affinchè fosse curato con la Pietra Filosofale...

Ecco, quello non lo dimenticherà mai.

 

 

 

   
 
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