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Autore: LizDream    27/11/2007    7 recensioni
Capitolo 9 dedicato a Titty90!!!!----Allora, ragazze questa è la mia prima long- fic, anche se in realtà non so quanto lunga sarà! Ditemi che ne pensate! “Bene, le lezioni per oggi sono finite. Posso andarla a trovare “– si disse sollevato un ragazzo sui 18 anni, uscendo da quel liceo che ormai odiava tanto. Lo odiava perché lo teneva lontano da lei. Percorse velocemente il giardinetto compreso dall’istituto, fino ad arrivare al cancello. Lo passò e prese il primo autobus che conduceva al centro della città. Scese alla fermata più vicina all’ospedale Albuquerque Medical Ospital e una volta arrivato vi entrò. Raggiunse con trepidante emozione la ormai nota stanza bianca, numero 202. Sorrise spontaneamente nel vederla addormentata lì, in quel letto privo dei colori genuini e vivaci che si addicevano alla vita.
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gabriella Montez, Troy Bolton
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Allora, prima di cominciare ringrazio le persone che hanno commentato, sono contenta che vi sia piaciuto il primo capitolo!!!

Grazie 1000 a :  Herm90, Vivy93, romanticgirl, valepigia, *AqUa PrInCeSs* e kikka93.

Spero continuerete a seguirmi!!!

CAPITOLO 2

 - Allora, com’è andata ieri in ospedale? – chiese il coach Bolton al figlio la mattina dopo.

- Come al solito. Gabriella ha tentato di lasciarmi per il mio bene, ma da adesso in poi non credo che lo farà più –

- E come mai ne sei tanto sicuro?-

- Le ho fatto capire che non la lascerò mai perché la amo –

- Sei davvero cotto di lei, vero?-

Il ragazzo prese una sedia e si sedette di fronte al padre. Era presto, stavano facendo colazione.

- Papà, quando hai incontrato la mamma, hai mai avuto la sensazione guardandola, che lei era quella giusta? Che non avresti mai trovato nessun’altra che ti facesse sentire così?-

- Certo, figliolo, certo. E ce l’ho ancora quella sensazione quando la guardo –

- Allora significa che capisci come mi sento, giusto? –

- Si, lo capisco. E per questo ti dico che devi essere forte, per lei e per te stesso –

- Lo so, grazie papà –

- E di cosa?Di aver dato un consiglio a mio figlio?Quando vuoi, Troy –

Il ragazzo sorrise e poi si andò a preparare per un’altro interminabile giorno di scuola.

Più tardi, davanti alla East High …

-  Ehi, Troy –

- Chad – salutò l’amico che gli correva incontro.

- Come stai? –

- Bene, ieri sono andato a trovarla –

- Come sempre –

- Già-

- E come si sente? Insomma, ci sono dei miglioramenti? –

- Non mi ha detto niente al riguardo, ma lei è convinta di non farcela. Io, al contrario, sono sicurissimo che riuscirà a camminare ancora. Ma se lei non se lo mette in testa … -

- Capisco. L’importante è che tu le stia vicino –

- Si, hai ragione –

- Chad!Troy! –

Una ragazza di colore non molto alta e con gli occhi color cioccolato li raggiunse, abbracciando Chad.

- Ehi, come siamo belle stamattina -  sorrise lui indicando il suo abbigliamento.

Portava una gonna bianca al ginocchio con risvolti rosa e una camicetta a mezze maniche dello stesso colore.

Ai piedi aveva delle ballerine bianche.

- Grazie – ringraziò lei baciandolo.

- Ciao Taylor –

- Troy, come va?-

- Potrebbe andare meglio, ma me la cavo –

- Sai, ieri verso sera sono andata a trovare Gabry –

- Davvero?Io sono andato dopo la scuola –

- Si, me l’ha detto. Sembrava più serena del solito, cosa hai fatto per farla sorridere? –

- Niente,  è riuscita finalmente a sfogarsi con me e credo le sia servito per liberarsi un po’ della sofferenza che portava dentro –

La ragazza annuì semplicemente prima di avviarsi all’ingresso. Gli altri due la seguirono.

 Intanto, all’ Alburquerque Medical Ospital, stanza n°202 …

 Gabriella si sentiva felice quella mattina, dopo essersi liberata di un po’ di quel dolore con troy, si sentiva meglio. Così cominciò a cantare, cosa che non faceva da tantissimo tempo …

- I never believed in
What I couldn't see
I never opened my heart
To all the possibilities  
I know that something has changed
Never felt this way
And right here tonight

This could be the start
Of something n … -

- Vedo che hai ancora voglia di cantare – la interruppe una voce.

Una voce che Gabriella riconobbe subito essere quella di …

- Samantha –

Quella ragazza era il suo peggiore incubo. Quando  la vide un sentimento di rabbia misto a paura si impossessò di lei.  Aveva i capelli biondi con dei ciuffi rosa davanti, gli occhi nocciola e  un fisico minuto. Quella mattina era vestita con dei jeans scuri e un top scollassimo bianco con su scritto davanti “ i'm a killer”in nero brillantinato. Era decisamente troppo truccata per la sua età e portava dei stivali bianchi con un tacco altissimo. Gabriella si chiese come facesse a camminare con quei trampoli, ma poi si rammentò che lei non riusciva nemmeno a stare in piedi e la tristezza l’avvolse di nuovo come prima era sparita.

- Eh già, in carne e ossa –

- Ma tu non dovresti essere in … -

- Prigione? No, sono ancora minorenne. Ma in punizione si, lo sono. Ho da scontare 500 ore di servizi sociali, tradotto in “ raccogliere tutte le cartacce per strada” e in più, sono  rinchiusa dalla mattina alla sera in casa dai miei genitori, se non per andare a scuola –

- Ma allora come …. sei …. –

- Scappata? Beh ecco, mia madre stamattina doveva andare a cercarsi un lavoro, visto che l’hanno appena licenziata. Mi ha lasciato un biglietto con scritto “ se vengo a casa a ora di pranzo e non ti trovo, saranno guai seri per te “. Di solito c’è sempre qualcuno che mi controlla, ma oggi ero libera e così ho deciso di venire a farti una visitina –

- Che cosa vuoi ancora da me? Non ti basta quello che mi hai già fatto?-

- Oh, no, cara mia. Vedi, tra le due, quella che sta peggio sono io -

- Ma che stai dicendo? Non sei tu quella costretta in un letto d’ospedale da un anno. Non mi hanno ancora dimesso, e sai perché?  Perché mia madre deve lavorare per mantenerci  entrambe e non può stare a casa ad occuparsi di me, così lo fanno le infermiere e i dottori . Non sai quanto darei per raccogliere cartacce e camminare su e giù per casa mia al posto di essere rinchiusa qui dentro –

- Certo,  certo, adesso fai pure la vittima. Ma lo sai che hai torto – Le disse avvicinandosi minacciosamente al letto e al suo viso.

- Tu hai tua madre che ti vuole bene, la tua amica che ci tiene a te e non solo, come se non bastasse, tu hai TROY che ti ama. Mentre io non ho nessuno …  mia madre … mio padre … mi odiano. Le mie amiche non mi guardano più in faccia e tutto per … per colpa tua –

- Mia? MIA? SEI TU QUELLA CHE MI HA INVESTITO! –

- IO TI AVEVO AVVERTITA –

-  Non avrei mai potuto fare una cosa del genere –

- ECCO, ECCO, LO VEDI? ANCHE ADESSO LO RIPETI. TI AVEVO DETTO DI LASCIARLO, MA TU NON L’HAI FATTO. E adesso devi subirne le conseguenze –

-Perché? Perché mi odi a tal punto? Che cosa ti ho fatto?-

- L’hai fatto innamorare di te. Invece lui doveva essere solo mio –

- Ma non capisci quanto questo sia infantile da parte tua? Investirmi solo perché ti piace il mio ragazzo!-

- IO LO AMO-

- SE LO AMASSI VERAMENTE VORRESTI CHE LUI FOSSE FELICE! Indipendentemente da chi gli è accanto, se vederlo sorridere ti scalda il cuore, allora non dovevi distruggere la sua vita, la MIA vita. E poi cosa ne hai ottenuto, eh? Il risultato è che io sono su una sedia a rotelle e tu hai 400 ore di servizi sociali da scontare.  Credi che ne sia valsa la pena?-

-  Certo, perché prima o poi lui ti lascerà, si renderà conto che non potrà occuparsi di te per tutta la vita, perché dovrà pensare al suo futuro e si cercherà un’altra donna. E sarà allora che rimarrai da sola –

- Sai una cosa? Ieri pomeriggio è venuto a trovarmi e gli ho ripetuto le tue stesse parole –

-  Cosa? –

- Si, gli ho detto che dovevamo lasciarci perché io avrei infranto tutti i suoi sogni se lo avessi legato a me per sempre e che questa era l’ultima cosa che volevo. Gli ho perfino detto che doveva trovarsi un’altra che lo meritava e che gli avrebbe dato tutto quello che io non sarei stata capace di offrirgli –

- Immagino che lui abbiamo accettato la proposta-

- No, è proprio qui che ti sbagli. Lui si è arrabbiato, mi ha detto che mi ama e che non gli interessa un tubo di quello che c’è là fuori, di quello che la vita gli può offrire se io non sono con lui. Mi ha detto che … non mi lascerà mai –

- Perché mi stai dicendo queste cose? Vuoi rendermi invidiosa di te? –

- No, affatto. Voglio solo farti capire che sarei anche disposta a lasciarlo pur di renderlo felice, se lui me lo permettesse.  Perché è questo che significa amare. Sacrificare tutto, anche la propria felicità per la persona a cui si tiene di più al mondo. E quando lo capirai anche tu, allora tornerai indietro sui tuoi passi, capirai di aver fatto un errore, cambierai mandando via il tuo egoismo e la tua prepotenza e troverai quel ragazzo che per te sarà disposto a tutto, che ti amerà per quello che sei e non per i tuoi sotterfugi e inganni. E allora conoscerai davvero, per la prima volta in vita tua, la felicità. Credimi,sarà così –

Con la rabbia che si impossessava di lei e uno strano ghigno a tenderle le labbra, Samantha le spostò le coperte da sopra il corpo, facendola rabbrividire dal freddo visto la leggera camicia da notte che indossava.

Si avvicinò ulteriormente fino a toccarle le gambe.

- Non senti niente, vero? Io posso fare così – e premette forte le dita – e premere ancora più forte ma tu non sentirai niente, perché non hai più sensibilità sulle gambe, ho ragione? Ma certo che ho ragione.  Tu non hai niente da offrirgli e lui se ne renderà conto prima o poi.

Sei tu quella che si sbaglia. Io non cambierò mai.

Ah, dimenticavo- aggiunse prima di andarsene - non parlarne con nessuno , sarà meglio per te. Adesso me ne vado ma non è finita qui, ricordalo. E comunque erano 500 ore di servizi sociali, non 400. A presto – E uscì dalla stanza.

Gabriella rimase di nuovo sola. Quella breve felicità era scomparsa del tutto con l’arrivo di Samantha. Perché si ostinava ancora a farle del male? Lei non aveva mai fatto nulla che potesse ferirla, forse la sua unica colpa era quella di amare Troy con tutta l’anima? Ma che doveva farci se senza di lui non riusciva a vivere?

Si toccò leggermente la gamba sinistra non sentendone il tocco e con un dolore ancora più forte del precedente, scoppiò in lacrime per la seconda volta.


***


Ecco finito anche il secondo capitolo, da questo avete capito che la colpa è di Samantha, ma nel prossimo probabilmente inserirò un flashback per spiegare meglio come sono andate le cose.
Beh che ne dite? Troppo noioso, deprimente?
Fate voi , accetto tutto ^^
kiss
by
LizDreamer

  
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