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Autore: Hazza_Boo    08/05/2013    4 recensioni
Melody, una giovane ragazza inglese, si trasferisce da Londra a Sydney accompagnata da Harry Styles, il suo migliore amico, il quale abita lì già da un pò con il suo fidanzato Louis. Al suo arrivo, Melody, appena sta per entrare nel suo nuovo appartamento, si scontra con due ragazzi. Uno è biondo e le ispira simpatia, Ashton, l'altro lo descrive dai capelli neri e gli occhi folli. Tra gli scaffali di una biblioteca, tra il silenzio e la pace di un parco e tra le pagine di un libro Michael, il ragazzo dai capelli scuri e dallo sguardo che fa arrossire Melody, riesce ad ottenere un appuntamento.
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Attenzione: è una storia che contiene personaggi dei 5 Seconds of Summer e degli One Direction, dei quali due membri sono rappresentati come una coppia omosessuale. Io vi ho avvisati.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ashton, Irwin, Michael, Cliffors, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: la storia è incentrata sui fiori sulla terrazza, il rincorrersi, il cercarsi, i giochi di sguardi e le guance macchiate di rosso per l’emozione e l’imbarazzo. Attenzione: contiene Larry, ovvero Louis Tomlinson e Harry Styles, degli One Direction, visti come una coppia omosessuale. Per quanto riguarda i 5 seconds of Summer, non li conosco molto bene, so solo qualche loro canzone. Ciò che leggerete potrà sembrarvi un po’ strano o folle, ma viene tutto da un sogno quindi è lecito, no? Dunque chiedo scusa per errori di qualsiasi tipo. Siate clementi e ditemi cosa ne pensate, dato che è la mia prima e – molto probabile – ultima storia sui 5 seconds of summer.
Penso di non aver altro da aggiungere. Bye   
 
 

Flowers in window

 
Fiori sulla terrazza, uccelli che cinguettano sui rami spogli degli alberi del viale, l’arama di caffè che viene da un appartamento, la pace di quel posto, la brezza leggera che muove la gonnellina con tema floreale della ragazza, il cielo grigio, l’odore della pioggia, il suono lontano del traffico. Oh, ma questa non sembra nemmeno Sydney. O almeno, non è come la ragazza s’era immaginata.
«Melody, andiamo» la richiama il suo accompagnatore Harry. Lui è di origini inglesi, è un suo vecchio amico che si era trasferito a Sydney, dall’altro capo del mondo, solo per stare con il suo nuovo ragazzo.
Melody si guarda intorno per l’ultima volta, ammirando quel quartiere di casine graziose e apprezzare quella pace. Poi segue Harry all’interno del palazzo, entra nell’ingresso, si appoggia al portone e rimane ferma. A pochi passi si trovano due ragazzi, già pronti per uscire. Harry si ferma, appoggia la valigia per terra e fa un grande sorriso ai due, spalanca le braccia che si avvolgono intorno al corpo del tipo dai capelli biondi. Un bel ragazzo, con un sorriso smagliante e due fossette ai lati della bocca. «Ehi, Ashton»
«Ciao, Harry» lo saluta il biondo, Ashton, sciogliendo l’abbraccio.
Melody rimane sul portone, indecisa ed imbarazzata, lanciando occhiate veloci e curiose ai due ragazzi nell’ingresso.
«E chi è questa bella ragazza, eh?» chiede scherzoso Ashton.
Melody diventa rossa sulle guance, si sente avvampare e abbassa lo sguardo, giocherellando con il bordo del suo vestitino. Percepisce su di sé lo sguardo dei tre ragazzi, ma c’è qualcosa che sembra bruciare, uno strano calore sotto il petto ed i brividi sulla schiena.
«E’ una mia grande amica.» risponde tranquillamente Harry. «Viene da Londra. Ha appena finito l’Università e si è trasferita qua.»
«Abiterà con te e Louis?» domanda ancora Ashton, è pieno di curiosità ed ispira simpatia a Melody. Ma l’altro ragazzo, quello dai capelli scuri e scompigliati e gli occhi folli, rimane in silenzio ad osservarla. Il suo sguardo, ecco cos’è quella cosa che brucia tanto a Melody.
«Sì, certo…»
«Fino a quando non troverò un appartamento tutto mio» taglia corto Melody, sollevando lo sguardo, sentendo uno strano calore salirle sulla schiena e colorandole le guance. La sua voce pare troppo stridula alle sue orecchie. Sposta lo sguardo sul ragazzo dai capelli neri, imbarazzata lo riabbassa e si pente di aver aperto bocca. Harry, invece, sorride e la raggiunge. Le posa una mano sulla schiena e l’accompagna verso le scale.
Il ragazzo dai capelli neri fa una battuta, Ashton ridacchia, Harry si limita a sorridere e alza gli occhi al cielo.
«Inglese» sussurra divertito. Ciò vuole dire che il ragazzo dagli occhi folli ha fatto una battuta con umorismo inglese, eppure la ragazza non l’ha capita. In fondo lo sa perfettamente che non è il suo forte il sarcasmo. Il moro rimane immobile, guarda la ragazza e sorride. Harry saluta i due amici, poi insieme a lei salgono le scale del palazzo con la valigia in mano e lasciano gli altri due, forse nemmeno si sono salutati. Melody non lo sa, e non lo vuole nemmeno sapere, perché ora la sua mente è sommersa da mille pensieri. Aveva lasciato la sua amata Londra per seguire il migliore amico in Australia dal suo fidanzato Louis, certo era bellissimo. Aveva cambiato aria, poteva iniziare una nuova vita e i suoi genitori erano felici di avere una figlia in meno a cui pensare. Ma lei è così angosciata dal futuro.
Harry sale le scale con la valigia in mano, Melody rallenta, gli sta dietro. Si affaccia dalla ringhiera e guarda verso il basso: Ashton sta uscendo dal portone, il ragazzo dai capelli mori alza lo guardo ed incontra gli occhi chiari della ragazza. Subito lei scuote la testa, si allontana e si appresta a raggiungere Harry. Però sul suo volto c’è l’abbozzo di un tenero sorriso.
 
 
 Michael. Michael. Michael. Michael…
Melody continua a ripetersi quel nome nella testa, come se stesse cercando di imparare a memoria una poesia. Di solito più si ripete la stessa parola più questa perde significato e diventa fastidiosa, invece ripetersi quel nome la incuriosisce e le mette ansia. Michael. Ecco come si chiamava il ragazzo dai capelli neri e gli occhi folli. Gliel’aveva chiesto a Harry mentre a cena stavano aspettando che Louis cucinasse qualcosa di decente. E così, fingendo indifferenza, Melody si era avvicinata a Harry, vicino al telefono pronto per chiamare la pizzeria e farsi portare a casa tre pizze in caso che la cena di Louis fosse andata bruciata o rovinata in qualche modo.
«Chi erano quelli con cui stavi parlando prima?» aveva domandato timida.
Harry aveva alzato gli occhi verdi e aveva sorriso, scoprendo le fossette. «Ashton e Michael. Vivono nell’appartamento accanto al nostro.»
Melody aveva finto di non essere interessata, mentre dentro stava morendo dalla curiosità. E allora, sempre con indifferenza e distacco, aveva chiesto: «Ah, e anche loro stanno insieme…?»
«Nah!» disse Harry con un gesto teatrale. «Sono solo buoni amici. Cosa pensavi? Che tutti i nostri amici siano gay, Mel?»
Melody era diventata rossa, aveva scosso la testa e aveva mormorato un: «No, certo che no. Scusa, non volevo» per poi lasciare perdere il discorso e sedersi a tavola. La cena di Louis era stata un disastro, come si aspettavano tutti, dunque Harry era corso ad ordinare delle pizze.
Ora Melody se ne sta seduta su una panchina nel parco vicino a casa. Sono le otto di mattina, c’è nebbia, odore di pioggia e c’è desolazione, vuoto e silenzio. Nemmeno un cane con il padrone, nemmeno una nonna, nemmeno un uomo, nemmeno un bambino, nulla è passato per quel parco da quando vi era entrata Melody. Questa mattina Louis è al lavoro al suo pub, Harry alla sua panetteria, e lei non ha ancora trovato il suo dunque si passa il suo primo vero giorno a Sydney stando seduta su una panchina in un parco deserto alle otto di mattina. Di certo non è il massimo, ma d’altronde è quello che ha sempre fatto anche quando era a Londra.
Si ripete il nome di Michael e lo accosta a quei due occhi folli, che l’hanno colpita così tanto. Al solo pensiero si sente avvampare. Nel mentre osserva le foglie degli alberi mosse dal vento e si gode il silenzio e la pace. All’improvviso accanto a lei si siede uno sconosciuto. Sussulta impercettibilmente, ma non si allontana. Lo riconosce: è lo stesso ragazzo che il giorno prima ha incontrato all’ingresso del suo palazzo. Michael. Ora alla consapevolezza di averlo accanto sente sprigionarsi nello stomaco delle farfalle. Mantiene la calma e si ricorda che per sopravvivere deve riprendere a respirare.
Il ragazzo mette in mezzo a loro due, sul legno della panchina, un libro. E’ sottile, la copertina è marrone, ha una scritta in color oro, molto elegante. Non è un libro vecchio, sembra appena preso dallo scaffale di una libreria. A Melody ricorda quasi una barretta di cioccolata: marrone, sottile, interessante.
«Leggilo» dice il ragazzo.
Melody si sorprende a sentire la sua voce così calda e dolce. Però sospira e gira il libro dall’altra parte, per leggerne la recensione. E’ scritta in modo elegante e raffinato, utilizza un linguaggio pomposo e dice qualcosa come: «Da non perdere questo racconto grande e sensuale…». Da quello che si capisce, è un racconto erotico ma anche intrigante e pieno di misteri. Melody alza lo sguardo dal libro e si accorge che Michael è andato via. Non c’è più. Lei è di nuovo sola nel parco, avvolta dalla nebbia e dalla leggera pioggerella che sta scendendo.
 

Sta camminando tra gli scaffali di una biblioteca nella periferia della città. Ormai Melody sta imparando a conoscere Sydney, grazie anche all’aiuto dei due fidanzatini che la portano qua e la e le fanno fare il giro turistico. Harry e Louis sono la cosa che più si avvicina a dei genitori per Melody. Quel giorno, per esempio, dato che nessuno dei due aveva impegni di lavoro, l’hanno portata a fare un giro in centro, le hanno preso un gelato e hanno visitato alcuni monumenti importanti, poi lei ha chiesto di  andare a fare un giro anche in una biblioteca e loro l’hanno accontentata. Essendo la seconda figlia su tre, i suoi genitori non avevo mai avuto molto tempo per occuparsi di lei. Non era mai stata molto considerata né in famiglia, né a scuola, né nel gruppo di amicizia o in qualsiasi altra situazione sociale, forse perché non parlava molto, forse perché era una persona un po’ complicata. Ora si è fermata davanti ad un scaffale, si china un po’ e prende fuori un libro di William Blake. Dall’altra parte della biblioteca Harry e Louis si tengono per mano e si guardarono intorno, vicini parlano sottovoce e si guardarono negli occhi come due ragazzi innamorati quali sono. Melody sfoglia le prime pagine del libro che ha preso, si immerge nella lettura, nei caratteri stampati e nel linguaggio colto. Poco dopo qualcosa la distrae. Solleva le palpebre dalle frasi, si guarda intorno accigliandosi. Qualcosa di famigliare la attrae. Sistema il libro che ha in mano al proprio posto, poi spia tra gli scaffali e nota una chioma mora. Il cuore gli fa una capriola nel petto. Sembra quasi che quella persona, a pochi scaffali di distanza, l’abbia sentito, poiché si volta ed i suoi occhi si incatenano a quelli di Melody, la quale, non riuscendo a sostenere quello sguardo penetrante e al tempo stesso affascinante, li abbassa subito. Non ci pensa due volte, si gira, inizia a camminare veloce, raggiunge l’ingresso, dove l’attendono Harry e Louis mano nella mano, e dice loro che non ha trovato nulla di interessante. Si preoccupano, ovviamente, le fanno qualche domanda ma lei dice che è tutto apposto, è solo stanca e vuole andare a casa. Di nuovo, l’accontentano.
E mentre escono dalla biblioteca Melody sente sulla schiena lo sguardo di Michael bruciare attraverso gli scaffali.
 

Ora lo sa Melody. Sa il motivo per il quale Harry e Louis si comportano come dei genitori con lei. Perché è quello che vogliono: avere dei bambini, accudirli, giocare con loro, fare i genitori. Ma non possono. Ancora non è legale in questo paese.
Melody li ha sentiti litigare sottovoce una notte. Era nella sua camera, si è alzata dal letto, in punta di piedi si è diretta nel corridoio e nascosta nell’ombra li ha osservati. Harry era così triste che si era messo a piangere, Louis era arrabbiato però a vedere malinconico il ragazzo si era rattristato pure lui. Da quello che aveva potuto capire Melody, i due volevano sposarsi e avere figli, ma fino a quando le cose non si sarebbero sistemate “avevano le mani legate”. E quelle cose da sistemare non erano solo le faccende con i servizi sociali e la legge, bensì anche nella famiglia. I genitori di Louis non accettavano il fatto che stesse con un ragazzo e gli avrebbero impedito il matrimonio. Adesso Melody poteva capire perché Harry quella notte aveva pianto così tanto che nemmeno Louis, il suo amore, i suoi baci e le sue parole di conforto, tutti quei “ti amo. Andrà tutto bene, amore, vedrai” erano riusciti a calmarlo.
«Hai letto il libro?»
Melody non sussulta più questa volta. E’ seduta ad un tavolo della biblioteca, questa volta è da sola perché Harry e Louis lavorano. Lei ancora non ha trovato un impiego e quindi decide di passarsi il tempo o al parco o alla biblioteca.
La presenza dietro di sé si sposta accanto, prende una sedia e affianca la ragazza. E’ Michael. Melody riconoscerebbe la sua voce anche su centomila.
«Sì.» ammette con un sospiro, cercando di mantenere la calma. Poi torna a leggere il libro che ha scelto, finge di ignorare la presenza di Michael, ma lui non le toglie lo sguardo di dosso e tutto questo la infastidisce.
«Ti è piaciuto?»
«Cosa vuoi?» sbotta Melody, alzando d’improvviso la testa e battendo il pugno sul libro aperto. Michael non reagisce, anzi sorride allegro.
«Se l’avessi letto, l’avresti capito»
Melody fa per aprire bocca e ribattere, però lui non le lascia il tempo. Si alza e se ne va. Mel vorrebbe seguirlo e fargli delle domande, ma è troppo paralizzata dall’ansia e dall’emozione che rimane inchiodata alla sedia.
 

I passi sulle scale cessano all’improvviso. La porta si chiude con un tonfo alle sue spalle. Melody corre verso la sua camera. La casa è vuota. Harry è al lavoro e Louis fa spesa. La ragazza si butta a capofitto per cercare tra i cassetti, nell’armadio, sotto il letto, tra il cesto della roba sporca, tra le lenzuola e nel resto della sua stanza il libro che Michael le ha dato qualche giorno prima al parco. Lo trova dentro il cassetto dal comò. Lo prende in mano, sfoglia le prime pagine e cerca freneticamente qualcosa che possa interessarle.
Ad un certo punto gira una pagina e si accorge che nell’altra è attaccato un foglietto. Lo stacca con un colpo secco, riesce a non romperlo per fortuna. Lo avvicina al volto per leggere meglio, mentre il libro cade sul letto.
« ‘Lo so, potrebbe essere una cosa da pazzi. Ma se vuoi uscire con me domani mattina, al breakfast sotto casa, alle otto, è mio dovere informarti con chi hai a che fare. Sono Michael, abito nell’appartamento accanto al tuo, ti trovo molto carina e dolce. Mi fai arrossire quando abbassi lo sguardo arrossendo per me. Dio, non sono mai stato così sciocco come ora. Se vuoi uscire con me domani mattina informarmi’»
E chissà perché ma dopo aver letto il biglietto che Michael le ha scritto e le ha messo in mezzo quel libro, Melody si è accasciata sul letto ed è scoppiata a ridere a crepapelle.
 

Questa mattina Michael sta facendo bollire il caffè sul fornello della cucina, come ogni giorno. Dalla finestra aperta entra il profumo dei fiori in terrazza, l’odore della pioggia appena passata di quella notte, il profumo del pane appena sfornato dal panettiere in fondo alla strada. Si sente bene. Si è messo perfino a pizzicare le corde della sua chitarra, sperando che il suo migliore amico Ashton si svegli presto, è stanco di vederlo dormire fino a tarda mattina.
Qualcosa cambia. Lo sente nell’aria. Lo avverte sulla pelle. Rabbrividisce e smette all’improvviso di premere le dita sulle corde. Drizza la schiena, abbandona la chitarra al suo fianco, lasciandola sul divano. Scatta in piedi, si muove silenzioso e si guarda intorno. Nella casa regna il silenzio, non si sente nemmeno il russare pesante di Ashton nella camera da letto. Però qualcosa non va, qualcosa è diverso dal solito.
Allora Michael si affaccia alla finestra, si passa una mano tra i capelli scuri e guarda in giro. No, nulla di strano. Fa spallucce, inarcando le sopracciglia sorpreso. Rinuncia e pensa che magari si è solo sognato tutto. Prima di tornare in sala, sfiora i petali dei suoi fiori. Sono bellissimi, luminosi e vivi. Gli mettono sempre allegria. Si gode il loro profumo ed i loro colori, poi torna in casa. Sta passando per il corridoio, quando qualcosa lo blocca. Un rumore di carta. Sussulta. Si blocca e si mette in ascolto. Punta lo sguardo verso dove arriva quel rumore. E’ il buco da dove passa la posta nella porta. Di solito non arriva mai  nulla, se non le bollette. Allora perplesso si avvicina, si china e prende da per terra il foglietto piegato che è stato fatto passare dal buco della posta. Si alza, apre il foglio e legge: «‘Non sei l’unico ad essere pazzo. Piacere, sono Melody. Sei il mio vicino di casa che tiene fiori graziosi sulla finestra, la quale è sempre aperta e da cui arriva l’odore di caffè e una musica celestiale. Arrossisco sapendo che tu arrossisci quando io arrossisco. Otto in punto, mio caro.’»
Si sente le gambe tremare. Il cuore gli batte veloce in petto e gli sudano le mani. Punta lo sguardo all’orologio, deglutisce rumorosamente e fa qualche veloce calcolo. Se si sbriga, magari riesce ad arrivare puntale. Lascia a terra il foglietto e corre a prepararsi.
 

Otto in punto. Melody indossa il suo abitino migliore. Anche quello è a tema floreale, perché le piacciono molto i fiori. E sai cosa? Anche Michael profuma di fiori, di muschio, di pioggia. E quel giorno anche del thè che hanno bevuto insieme, e anche del bacio delicato a fior di labbra che Melody gli ha concesso quando, dopo essere usciti dal al bar in cui si sono incontrati, si sono salutati.
 
 
Michael non era mai stato così bene in vita sua, aveva trovato qualcuno che era capace di fargli battere il cuore anche più della musica e della sua chitarra. E Melody non aveva mai parlato così tanto, per la prima volta si era dimenticata di cos’è la timidezza.
I fiori alla finestra dell’appartamento di Michael hanno trovato qualcuno che li annaffia ogni mattina ora. Melody si alza, trova Michael ad aspettarla nella cucina del suo appartamento alle otto in punto, con delle tazze di thé e biscotti. Fanno colazione insieme, parlano, e prima di uscire Melody annaffia i fiori sul terrazzo. Da quando è passata la legge per le adozioni omosessuali nell’appartamento accanto al loro, scorrazza felice una bambina di nome Darcy. E’ bellissima, e assomiglia un po’ a Harry e un po’ a Louis. Ashton ha trovato un altro appartamento nel centro della città, che condivide con altri suoi amici.
Decisamente, quando Melody aveva attraversato il mondo per raggiungere l’Australia non se l’era aspettata così. Se mai dovesse tornare a Londra, non potrà mai dimenticare l’odore del thé alla mattina, il profumo di pioggia, quello dei suoi sulla finestra e lo schiocco dei baci di Michael, i suoi occhi dolci e folli che la guardano arrossire e subito dopo anche le sue guance si chiazzano di rosso.
 
 
 
 
 
 

  
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