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Autore: Yuki Kiryukan    10/05/2013    8 recensioni
Terza e ultima serie. Seguito di Awakening e Rebirth.
Ora a capo dello Scudo Rosso, Rebecca non può più permettersi di sognare: deve condurre una guerra e i Chimeri non sono più i suoi soli nemici.
Infatti, la prima persona con la quale la nostra protagonista dovrà confrontarsi è sé stessa, e tutti i sentimenti che albergano nel suo cuore.
Zach è finalmente al suo fianco, proprio come aveva sempre desiderato, ma le cose non sono più come una volta. Troppi avvenimenti hanno scosso il suo cuore e sembra addirittura aver dimenticato come amare.
La sua mente è ormai occupata dal desiderio di vendetta; quel profondo rancore rivolto alla persona che dovrebbe essere la sua famiglia: Jean Stain.
Riuscirà a riscoprire la forza dei sentimenti che l'hanno sempre spinta a lottare?
Esiste davvero quel miracolo chiamato amore, per cui vale la pena tradire?
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cursed Blood - Sangue Maledetto'
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Carissimi!!!!! :D
Perdonate l'assurdo ritardo, il lupo perde il pelo ma non il vizio a quanto pare!! >______<  peccato che la scuola mi tenga in pugno; avvicinandosi la fine si sono tutti ricordati che hanno bisogno di voti e mi stanno uccidendo!!! :(
Pensavo di aggiornare prima ma non ce l'ho fatta, scusatemi tantissimo!!!! Spero davvero di riuscire ad essere più puntuale in futuro!
Passiamo al capitolo adesso.... intanto un ringraziamento grandissimo va a tutti voi che avete recensito il prologo e sopratutto che avete messo la storia tra le preferite già da adesso!! *_____________* Sono onorata di vedere che Eternity è già entrata nella classifica delle storie più popolari ed è solo grazie a voi!!!  ma dico, volete farmi morire di felicità?? XD

Vi ringrazio dal profondo del cuore per la vostra fiducia! Spero di riuscire sempre a ripagarla!!! <3 <3
Il questo primo capitolo assisteremo ad una Rebecca un po' cambiata.dopo tutto quello che le è successo in Rebirth... fatemi sapere che ne pensate! ;) Spero di non deludervi! >.<''
Un bacione a tutti, prometto che proverò ad essere più puntuale!!!
Yuki!

 
 
 
 
 
 
 
 

                                      Quel Ritorno Tanto Atteso 

 
 
 
 
 



Dallas non era cambiata per niente da come la ricordavo. 

Era talmente uguale che quando vi rientrammo non sembrava passato che un giorno. 

Eravamo ancora in macchina ed io abbassai il finestrino per respirare l'aria di casa. Una brezza leggera mi scompigliò i capelli e mi sentii un po' meglio.

Un po' meno pesante.

Il parco pubblico, i quartieri trafficati, la mia vecchia scuola... Passammo persino davanti quel cimitero dov'era avvenuto il mio primo incontro-sconto con Ryan.

Le persone passeggiavano frettolose, chi rideva, chi scherzava. In quel momento, mi fecero quasi pena: erano così ignare...

Ignare di tutto.

  << Come ti senti? Ti era mancata Dallas? >> chiese Kyle al mio fianco con un sorriso complice. 

Strinsi le labbra e spostai lo sguardo dalla città a lui. Lo trovai con un'espressione distesa e del tutto rilassata, reduce del sonno con cui aveva ingannato il tempo del viaggio.

  << Un po' >> ammisi, ma forse quella non era la completa verità.

Il fatto era che Dallas era il luogo in cui avevo conosciuto Zach. 

Per quanto mi ostinassi a non pensarci, a mostrarmi indifferente, ovunque voltassi lo sguardo venivo assalita dai ricordi. 

Il nostro primo incontro nel cortile scolastico, quello in città, la radura diventata la nostra complice più fidata...

Semplicemente... Dallas era Zach. 

Come potevo rimanere lì con tutto quello che era successo negli ultimi mesi? 

"Beh, Dallas è anche il luogo in cui hai conosciuto Kyle, se ci pensi"  mi fece notare la voce nella mia testa, e la odiai per quella puntualizzazione. 

"Rebecca... Hudson ha avuto la sua opportunità. Ne ha avute anche più di una! E le ha sprecate tutte. Adesso è il mio turno. Sono sicuro che finirai con l'amarmi ancor più quanto hai amato lui! Dammi solo... una possibilità! Me la merito..."

Non c'era bisogno che me lo ricordasse, dannazione! 

  << E' normale! Dopotutto a Dallas sono successe così tante cose! >> intervenne Amy, che viaggiava nella nostra stessa auto. 

La guardai riconoscente e sorrisi. Lei era davvero il mio salvagente nella tempesta. Se non ci fosse stata...

Ripensando che avevo creduto di perderla davvero mi sentivo ancora male.

I precedenti erano stati indubbiamente i mesi più brutti della mia vita. Per un'infinità di motivi sui quali non volevo soffermarmi a pensare. 

  << Ormai siamo arrivati, per fortuna che questo tentativo è andato bene >> scherzò Kyle, portandosi all'indietro i capelli. 

Quella battuta mi urtò. Era chiaro il riferimento alla nostra prima partenza per rientrare a Dallas... che era stata un completo fallimento per colpa sua. 

Di quell'uomo.

  << Non scherzare su queste cose! >> lo ripresi  << Molti dei nostri agenti sono morti in quell'esplosione, lo sai o no? >> 

Ripensai a George, in bilico tra la vita e la morte e rabbrividii. Aveva rischiato davvero tanto e mi tremavano le gambe solo al suo ricordo, inerme in quel letto bianco. 

Poi... ero ancora scioccata dal fatto che fosse rimasto sulla sedia a rotelle. Durante l'incidente, la sua spina dorsale era stata irrimediabilmente danneggiata e aveva finto col perdere l'uso delle gambe. 

Ero rimasta più traumatizzata io che lui, perché mi aveva abbracciata con un sorriso e sussurrato che andava tutto bene, poteva accettare tutto, purché fosse vivo e al mio fianco. 

  << Fallo almeno per rispetto nei confronti di Richard >> continuai, abbassando gli occhi  << ....E per il dolore di Kim >> 

Già. Tralasciando tutte le perdite che avevamo avuto, tutti gli altri feriti si erano ormai ripresi, seppur con diverse difficoltà. 

L'unico che ancora gravava in condizioni sulle quali nessuno, nemmeno l'equipe medica di Julia, poteva pronunciarsi, era Richard. 

Le sue condizioni erano le più gravi di tutti, ed era caduto in un coma dal quale non si era ancora risvegliato. 

Kim poi... non c'era giorno che non piangesse. Era una ragazza forte ed era attenta a non farsi mai cogliere in simili momenti di debolezza, ma io potevo percepire il suo dolore, e le lacrime del suo cuore.

Kyle abbassò la testa con l'aria di un ladro colto in fragrante  << Già... Scusa >> farfugliò. 

Sospirai, affossando nel sedile   << Non è certo con me che devi scusarti >>

  << Hanno detto che nella nostra sede a Dallas le attrezzature mediche erano più all'avanguardia... per questo lo stanno portando con noi >> intervenne Amy con aria pensierosa  << Anche perché, se fosse rimasto a Wisconsin, Kim non si sarebbe certamente allontanata da lui >>

Sorrisi lievemente  << Già >>

  << Voi dite? >> fece Kyle con una smorfia  << Kim sembra presa anche da quel Chimero >>

A quella parola il mio corpo di irrigidì e smisi di respirare. Merda... non potevo avere simili reazioni ogni volta che venivano nominati!

  << Rebecca,  hai davvero intenzione di trattarli come dei nostri? >> m'incalzò il moro  << Accetterai semplicemente quei Chimeri? >> 

Inizialmente non risposi. Senza che potessi evitarlo, voltai la testa e fissai il camion dietro la nostra auto sul quale viaggiavano, scortati da guardie, i cinque Chimeri nostri... alleati? 

Si potevano definire così? Su Misa non avevo perplessità, cominciavo a fidarmi anche di Eleanor... ma su Dean ero abbastanza incerta.

Zach e Ryan invece... 

Nemmeno su loro avevo dubbi. Mi era difficile però abituarmi alla loro presenza. Quando li guardavo negli occhi venivo assalita solo dai brutti ricordi. 

Ma ormai ero cambiata. Non ero più la vecchia Rebecca, debole ed insicura, che non sapeva prendere una decisione senza appoggiarsi necessariamente agli altri. Non ero più l'ultima ruota del carro, bisognosa del conforto altrui o di qualcuno che asciugasse le sue lacrime.

Io non avrei più pianto. Ero il capo dello Scudo Rosso e lo avrei dimostrato, a Dallas ancor più di quanto ero riuscita a fare a Wisconsin. 

Paradossalmente, se c'era qualcuno che dovevo ringraziare per quel mio cambiamento, era proprio Zach.

Era stato lui a far maturare quella nuova Rebecca. 

La stessa Rebecca che l'aveva respinto.

  << Sì >> dissi infine, decisa.

  << Ma perché? >> insistette Kyle  << E' forse perché ci sono utili? Sono le loro informazioni che ci servono? >>

Certo che no. Mi credeva una persona così stratega e calcolatrice?  << Non si tratta di quello >>

  << E di cosa allora? >>

Era una mossa saggia rivelare che c'era del valore affettivo che mi legava a loro?

Non solo Zach, ma Ryan, Misa... 

Forse era da pazzi, ma vedevo in quei cinque Chimeri, che tutti tranne alcuni eccezioni reputavano veri e propri "mostri", umanità.

A volte la vedevo più in loro che in altri. Avevo forse qualcosa che non andava? 

  << Oh insomma! Bechy è il capo e se ha deciso così, vuol dire che è giusto >> la fece breve Amy con un'alzata di spalle. Poi mi guardò e mi strizzò l'occhio  << No? >> 

Le rivolsi un sincero sorriso  << Grazie >> 

Le ruote dell'auto incontrarono dei dossi e tornai a guardare fuori dal finestrino con una certa ansia. 

Eravamo arrivati.

Riconobbi la sede nella quale avevo passato molto del mio tempo. La stessa sede in cui tempo prima lavorava David. 

La stessa che aveva accolto tutte le mie lacrime dopo aver appreso la verità sui Chimeri e sulla mia esistenza... sbagliata.

Parcheggiammo nei sotterranei della base, passando per un sottolivello, e Kyle fu il primo a scendere dall'auto. Amy lo seguì, ma non prima di avermi fatto una carezza sulla guancia, sussurrandomi:  << Avanti, fatti forza. Ricorda che non sei più da sola >> 

Le sue parole mi infusero coraggio e lasciai anch'io il mezzo, cercando di mostrarmi il più sicura possibile.

  << Hidd, brutto coglione, ricordarmi di non viaggiare più con te! Non ti sopporto >>

  << Sta' zitta Rossa! Te l'hanno mai detto che hai seri problemi? Portarti dietro quei mitra come fossero una specie di prolungamento del braccio. Mi fai impressione >>

  << Oh, mi servono per sparare a certe teste di cazzo come te! >> ribatté lei armeggiando con le sue "armi da compagnia".

Aaah... non eravamo finiti ad arrivare che Kim e Garreb stavano già litigando.

Kim stava per aggiungere un'altra valanga di insulti ma si accorse della mia presenza ed il suo volto prese rossore  << Ah, Rebeccuccia. Non farci caso, è tutto ok >>

Anche Garreb mi guardò ma fece finta di niente, senza accennare il minimo segno di saluto.

  << Vedo che voi due andate d'accordo come al solito >> intervenne Kyle con un sorriso.

  << Lascia perdere Cliff. La Rossa oggi ha il grilletto facile >> l'avvertì il torturatore.

  << Molto facile >> specificò lei con uno sbuffo.

Sebbene sprizzassero ostilità da tutti i pori, chissà perché io li vedevo molto affiatati tra loro. Come se la missione di salvataggio che avevano attuato per salvarmi dalle sue grinfie li avesse in qualche modo uniti.

  << Oh, tu guarda. Stanno arrivando le tue compagne di giochi Hidd >> fece poi Kyle, indicando il camion che stava appena parcheggiando.

Sapevo bene a chi si riferisse e ogni muscolo del mio corpo si irrigidì, facendomi diventare un fascio di nervi.
Dal mezzo scesero prima diversi uomini di sicurezza,  e poi proprio loro.

Dean fu il primo. Mani nelle tasche dei jeans, camicia al vento e l'aria di chi è completamente a suo agio.

Gli occhi grigi saettarono verso di noi, trovando l'oggetto del suo desiderio  << Bambolina! >> disse, strizzando l'occhio all'interessata.

Kim si irrigidì forse più di me e lo guardò in cagnesco  << Rimani al tuo posto Hippie >>

Dietro di lui, vidi scendere Eleanor. Aveva un'aria tremendamente seccata e ci salutò con uno sbadiglio. Fissò Hidd in modo truce:  << Ma proprio la tua faccia di merda dovevo ritrovarmi davanti? >>

Il torturatore digrignò i denti  << Lo stesso vale per me >>

La bionda si guardò intorno  << .... L'equipe medica? >>  chiese poi, con tono di voce più basso ed il suo volto si imporporò.

Kim ghignò  << Mi spiace deluderti, ma loro vengono in elicottero >> poi si fece seria all'improvviso  << Devono... trasportare i feriti... >>

La guardai e provai compassione, oltre che una forte empatia. Tra questi feriti c'era Richard e anche mio padre. 

Subito dietro di lei si presentò il secondo biondo del gruppo; Ryan. 

Accompagnato dalla sua solita espressione strafottente, cacciò una sigaretta dal pacchetto che teneva perennemente nelle tasche dei jeans e se l'accese. Non guardò in faccia nessuno se non me, ma solo per pochi secondi, e infine Amy. 

Vidi la mia amica illuminarsi all'istante, per poi correre verso di lui. Mi parve di aver visto lo sguardo del Chimero addolcirsi e le sue labbra piegarsi in un sorriso amorevole. 

Dopodiché fu il turno di Misa. Scese dal mezzo rischiando di inciampare almeno una decina di volte e di storcersi il piede ogni volta che faceva i gradini. 

  << Quella ha problemi, l'ho sempre detto... >> sentii bisbigliare Garreb, più rivolto a sé stesso che ad altri.

La Chimero riuscì miracolosamente a scendere indenne e, non appena mi vide, mi corse incontro, abbracciandomi forte.

  << Misa...! >> la salutai, colpita dalla sua euforia.

Lei mi sorrise con aria stanca  << Finalmente il viaggio è finito! Lì dentro hanno rischiato di uccidersi tutti fra loro, non ne potevo davvero più! >>

 << Succede perché sono circondata da teste di cazzo >> precisò Eleanor con uno sbuffo.

  << Parla per te, Eleanor >> intervenne improvvisamente la sua voce.

Alzai lo sguardo e vidi Zach scendere dal mezzo. I capelli castani al vento e i soliti occhi di tenebra che leggevano l'anima. 

Ogni volta che lo guardavo, mi sembrava che il tempo non fosse mai passato, che stessi ancora osservando per la prima volta quelle pozze scure.

Guardò verso di me e sobbalzai, preda dell'agitazione. Misa se ne accorse e, forse per infondermi coraggio, mi strinse la mano. 

Non dissi nulla e lui non accennò a volermi parlare. Ci limitammo a fissarci, intensamente. 

Fu Kyle a riportarmi alla realtà:  << Rebecca >> mi chiamò, con voce severa  << Non dimenticarti perché siamo qui >>

Sobbalzai. Certo che non me ne dimenticavo. 

Proprio in quel momento le porte scorrevoli del sotterraneo si aprirono e diversi uomini in uniforme marciarono verso di noi. 
Erano una dozzina, tutti con delle armi alla cintura. In pochi secondi si erano concentrati tutti attorno ai cinque Chimeri, costringendo Misa ad allontanarsi da me.

Non avevano un atteggiamento ostile, tanto meno sembravano propensi a prendere le armi, ma erano in guardia. Pronti a sedare qualsiasi passo falso.

  << E voi siete? >> chiesi, seccata da quella prepotente intrusione.

  << Il corpo di guardia, signorina Rebecca >> mi rispose una voce che non conoscevo. 

A chiudere la fila delle guardie c'era un uomo alto e di corporatura massiccia. Doveva avere sulla trentina, capelli e occhi neri, mascella quadrata e aria severa.

Per un attimo, la sua freddezza mi ricordò David. 

Camminò in mia direzione, fermandosi ad una debita distanza  << Sono Julian Roberts. Capo della sicurezza >> si presentò  << E' un piacere fare la sua conoscenza >>

Mi sforza di essere cordiale anch'io  << Il piacere è tutto mio. Sono Rebecca Jane... >> ebbi un'attimo di esitazione quando pronunciai il mio secondo nome, ora che sapevo a cosa fosse legato  << ... Callaway >> conclusi, con un sospiro  << Il nuovo...  >>

  << Capo >> mi anticipò lui  << A questo proposito, ci tengo a porgerle le mie condoglianze per la prematura scomparsa di David >>

Mi irrigidii al ricordo della sua morte, ma bastò una fugace occhiata al pendente che portavo al collo per ritrovare un minimo di sollievo. Così risposi:  << Grazie. Potete dirmi a cos'è dovuta tutta questa mobilitazione? >> chiesi infine, riferendomi alle guardie. 

Julian non si scompose  << Poiché ci avevano avvisati che con voi sarebbero arrivati anche cinque esemplari di Chimeri, mi sono premurato di predisporre la giusta quantità di uomini per evitare qualsiasi inconveniente >> spiegò.

Serrai le labbra  << Le sono grata per la premura, ma non c'era bisogno di una simile iniziativa >> 

  << Mi permetta di contraddirla >> si oppose l'uomo  << Nemmeno noi possiamo prevedere di cosa possano essere realmente capaci. Considerando che non sono nemmeno ammanettati... >>

Dal tono con cui pronunciò l'ultima parte della frase, mi sembrò quasi un'indiretta critica nei miei confronti. 

Probabilmente stava pensando, come tutti, che io non fossi affatto idonea nel ruolo di capo dello Scudo Rosso. Che fossi solo una ragazzina montata e sprovveduta che si atteggiava da gran donna, incurante dei pericoli. 

Ma poco mi importava del suo giudizio: avevo la piena sicurezza di quello che facevo.

Stavo per comandargli di ritirare la squadra ma Kyle intervenne dicendo:  << Avete fatto bene. La precauzione non è mai troppa >> 

Julian lo guardò e sorrise  << Lieto che sia d'accordo. Tu sei...? >> 

  << Kyle Cliff. Capo della squadra degli spadaccini >>

Julian annuì  << Capisco. Beh, farò la conoscenza di tutti voi in seguito. Se volete seguirmi, vi mostrerò le vostre sezioni. In questo tempo abbiamo apportato delle modifiche alla base, ma tutto seguendo le indicazioni precedentemente trascritte da David >> 

Fece cenno a tutti noi di seguirlo dentro, poi si rivolse ai soldati << Portate i Chimeri nel settore 3 >> 

Prima che quelli potesse obbedire, io feci cenno di fermarsi  << Un attimo. Cos'è il settore 3? >> 

  << Semplicemente un'area rinnovata della base, costruita con le più moderne strutture di sicurezza >> mi spiegò, probabilmente seccato dalla mia interruzione  << Sa, precau... >> 

  << Precauzione, si >> l'anticipai questa volta io, e non sembrò gradire nemmeno quello  << Tuttavia... >>

  << Va bene >> 

La voce improvvisa di Zach mi fece sobbalzare. Mi voltai a guardarlo e lo trovai a fissarmi con i suoi occhi color pece  << Va bene così >> ripeté con aria quasi... rassegnata.

  << Eeeh? Di nuovo rinchiusi? >> Misa gonfiò le guance  << Non mi va! >>

Ryan sospirò pesantemente, si tolse la sigaretta di bocca dopo un'ultima inspirata e la gettò a terra, calpestandola col piede  << Zach sei il solito bonario del cazzo >>  mi parve di udire. 

Dean non aveva perso l'aria tranquilla. Si portò le braccia dietro la testa ed emise un fischio di assenso.

Eleanor invece sbuffò  << Spero almeno che ci mettano in celle separate >>

Li guardai uno ad uno con aria sconvolta. Perché erano così accondiscendi e remissivi?  << Ma... >>

Zach mi si avvicinò, sotto lo sguardo attento delle guardie, che avevano portato una mano alle pistole e mi sussurrò  << Non vorrà passare dei guai appena arrivata vero, signorina Rebecca? >>

Il modo in cui mi chiamò mi fece rabbrividire. Era... era così strano. Provai quasi... fastidio.

Non risposi, limitandomi a guardarli allontanarsi, scortati dalle guardie, verso un porta scorrevole opposta alla nostra. 

I miei occhi si incontrarono un'ultima sfuggevole volta con i suoi, poi scomparvero nei corridoi. 

Avvertii la mano di Amy poggiarsi sulla mia spalla. Mi si avvicinò all'orecchio e disse:  << Capisci il loro comportamento? Nessuno vuole metterti nei guai. Se obbiettassero i sospetti su di loro si farebbero molto più intensi di come sono ora >>

  << Ma non sono io il capo? >> mi lagnai, col tono di voce più basso possibile  << Sembra che la mia autorità esista solo a parole >>

  << Sì, sei il capo >> convenne lei  << Ma un buon capo per prima cosa deve guadagnarsi il rispetto della sua squadra, altrimenti non sarà mai tale. E purtroppo non lo otterrai costringendoli ad accettarli. Sebbene anch'io come te sappia che possiamo fidarci di loro, dovrai convincere l'intero Scudo Rosso che quei Chimeri ormai sono nostri alleati. Ci vorrà del tempo e sarà dura, ma non puoi importi, altrimenti otterrai l'effetto opposto. E' questo che fa un Capo >> fece una pausa, poi:  << Capisci quello che voglio dire? >>  

Mi morsi un labbro, frustrata. 

A volte mi sentivo così inferiore rispetto ad Amy. Lei era così matura, così saggia...

Avevo davvero molto da imparare.

Alla fine, mi rassegnai e dissi:  << Sì... >> 

La mia amica sorrise e mi strinse calorosamente la mano  << Andrai benissimo vedrai >>

Julian mi stava fissando con aria impaziente  << Allora, vogliamo andare? >> m'incalzò. 

Presi un grande respiro.

Ero una nuova Rebecca. Una Rebecca che si sarebbe dimostrata in grado di compiere tutti i suoi doveri. 

Una Rebecca che non si sarebbe più lasciata piegare.

Un Rebecca che non avrebbe più pianto.

  << Andiamo >>  concordai infine, seguendolo all'interno della nuova base. 


 
 
 
 
 
 
 
 
  
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