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Autore: Chirubi    10/05/2013    8 recensioni
{ CheckmateShipping - Cheren/Hilda }
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Cheren, due anni dopo gli avvenimenti di B/W, ormai Capopalestra di Alisopoli, pensa ancora a Hilda, la vecchia amica di infanzia che poi non ha più rivisto.
Quindi, troppo orgoglioso per chiamarla, attende il suo ritorno, speranzoso, in una notte temporalesca.
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"Ormai era d'habitué aspettare la Campionessa con rinnovata speranza, ripetendo ogni santa sera lo stesso rito come un bambino che aspetta il ritorno del palloncino volato via: con la sedia vicino alla finestra gelida dell'edificio, aspettando di intravedere la sagoma dell'amica che non sarebbe più tornata da lui."
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[ Seconda classificata per un solo punto al contest "When can you see again?" di darllenwr. ]
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Komor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Like Raindrops

 

 

 

Cheren se ne stava lì, immobile, a guardare fuori dalla finestra con aria assorta Alisopoli nella sua quiete notturna, con una guancia poggiata sul palmo della mano.

La Palestra ormai era vuota, almeno non avrebbe dovuto dare scomode spiegazioni sul perché si fosse trattenuto lì a qualche studente, anche perché se qualcuno glielo avesse chiesto avrebbe mentito spudoratamente pur di difendere con i denti il proprio orgoglio.

Non avrebbe mai detto che stava aspettando il ritorno di Hilda, ormai Campionessa della regione e idolo delle folle, non avrebbe mai rivelato che la suddetta avesse dimenticato di tornare da lui a salutarlo almeno, come invece si erano promessi un anno e mezzo prima, il suo orgoglio ne avrebbe gravemente risentito.

Ma col tempo era cambiato tutto; era cambiata Unima, con l'aggiunta di tre città prima sconosciute, così come era cambiata la castana stessa, sospettata di aver intrattenuto un rapporto molto “stretto” con il figlio ventenne adottivo di quel vecchio ringalluzzito di Ghetsis.

Una punta di gelosia, come se fosse stata veleno, andò spargendosi nelle vene del giovane, che diede il primo segno di vita dopo essere rimasto immobile nell'ammirare la città sprofondare in un temporale, preannunciato da consueti lampi e fulmini che fecero tremare il vetro della finestra e che ultimamente erano diventati di casa ad Alisopoli.

Aspettava, bramoso, di riavere tra le proprie braccia l'amore di una vita, di poterne assaggiare il sapore delle labbra per la prima volta, di essere la ragione del suo sorriso smagliante, nonostante per anni abbia indossato la maschera del tipico amico saccente.

Il tempo di un'occhiata fugace all'orologio appeso dall'altra parte della stanza, che Cheren emise un sospiro deluso mentre si passò una mano tra i capelli corvini.

Undici e mezzo, e Hilda non era ancora tornata.

Ormai era d'habitué aspettare la Campionessa con rinnovata speranza, ripetendo ogni santa sera lo stesso rito come un bambino che aspetta il ritorno del palloncino volato via: con la sedia vicino alla finestra gelida dell'edificio, aspettando di intravedere la sagoma dell'amica che non sarebbe più tornata da lui.

Eppure continuava a desiderare il suo ritorno ardentemente, senza però nemmeno degnarsi di cercarla a causa del suo orgoglio inibitore, senza contare il fatto che la castana non avesse mai dato segnali su un eventuale amore provato nei suoi confronti. E poi, lui non era tipo da mettere a nudo i suoi sentimenti, di qualsiasi cosa si trattasse. Era sempre stato neutro, proprio come il tipo Normale di cui era padrone nella sua regione.

Ma Hilda aveva fatto una promessa, e prima o poi ne avrebbe tenuto fede, o almeno era quello che sperava il Capopalestra.

Alla tempesta di fulmini si aggiunse la pioggia, come se il cielo fosse stato la rappresentazione meteorologica dei pensieri di Cheren.

Fulmini e tuoni come la rabbia, pioggia come mestizia.

E poi c'era la luna, quel satellite luminoso di cui si era quasi dimenticato e sul quale sfilavano più nuvole, come a volerne oscurare la bellezza.

Il ragazzo si accorse solo in quel momento di quanto anche la luna fosse simile a lui, misteriosa e di cui ad un certo punto ci si dimentica proprio come aveva fatto il moro, finché non arriva il ciel sereno a dare una ventata fresca alla memoria e a ricordare che nel cielo non ci sono solo nubi.

Ed era proprio quello che Cheren stava aspettando: il ciel sereno nella mente di Hilda, così che si potesse ricordare del ragazzo che attendeva il suo ritorno ogni notte, patendo in silenzio.

   
 
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