11/05/2013
1 recensioni
Se te ne vai, t'aspetto.
A Marcello, perché tanto io penso solo a lui.
ti sto scrivendo di nuovo dopo mesi, no il perché non lo so. Forse è perché ti odio proprio tanto. O forse perché, anche se non lo ammetterò mai, ti amo ancora.
Per cui sì, sto scrivendo una lettera che non leggerà mai nessuno, senza un perché. Molto probabilmente per rimanere fedele a quello che ho scritto prima, non ti dovrei dire che a volte piango. Non sempre, a volte, quando giro per Camden Town e ripenso a noi.
E credo che potresti anche farmi il favore di tornare e amarmi. Perché sì, perché io di favori te ne ho fatti tanti. Ti ho amato così com'eri, anche se a volte mi sembrava che tenessi più alla chitarra che a me, anche se avevi i capelli fin troppo arancioni. Ti ho amato con i chili di troppo e la tendenza ad ubriacarti.
Dovresti sbucarmi davanti mentre cammino per strada, con una faccia triste e magari anche piangendo. Mi farebbe stare meglio, è ora che soffra un po' anche tu. Perché tu non ti sei mai accorto di quando lo stessi facendo io, stando con te anche se le tue fan dicevano che avevo i polpacci grossi e mi vestivo come una barbona. E tu non mi hai mai difeso, niente. E allora sono sempre più convinta che dopo essermi sbucato davanti, dovresti notarmi e sorridermi. No, non ti salterei addosso e ti darei dello stronzo molto probabilmente, ma tu te lo faresti bastare. Perché sentiresti così solo da fregartene, perché mi ameresti ancora così tanto da passare sopra ai miei difetti.
Poi probabilmente mi inviteresti a prendere un caffè.
"Così, tranquillamente -specificheresti- da amici"
E a me verrebbe voglia di piangere, perché sono mesi che ti aspetto, perché sono mesi che mi aspetto di vederti entrare dalla porta di ogni bar, salire sulla mia stessa metro o di vedere che sei venuto a prendermi all'università. Per cui porto sempre la treccia, ora, e le ballerine color panna, perché a te piacevo così. E a me piaceva piacerti.
Magari dopo il caffè e la brioche con la crema, perché tu ami le brioche, mi sorrideresti e mi chiederesti come sto. E io cosa ti risponderei? Probabilmente che sto bene e che la mia vita va a meraviglia. Cazzate.
Mi sento male, e di solito ho voglia di piangere. E tanto anche. In quei momenti metto su i Coldplay, sperando che li stia ascoltando pure tu. E quando durante The Scientist le lacrime cominciano ad uscire, cerco di convincermi che tu ti stia sentendo una merda, che tu stia portando le scarpe che ti ho regalato l'anno scorso o che tu stia guardando il braccialetto che avevamo comprato tutti e due. O magari che tu sia in un locale a bere vodka o in camera tua a scrivermi una canzone.
Ma alla fine ti devo ringraziare. Perché è grazie a te che mi curo un po' di più, è grazie a te se studio per gli esami dell'università o se mi metto le ballerine color panna. Perché io valgo, anche se ti ho amato così tanto da sentirmi prosciugata, anche se a volte piango mentre giro per Camden Town. Per cui sì, per cui ti lascio andare, nella speranza di riuscire a rimettere insiemi i pezzi di quello che resta di me.
Muriel
"Mi piace la tua treccia."
"Grazie."
"Ti va un caffè?"
Ciao!
Ok, questa in teoria è la terza cosa che posto, ma considerando la bruttezza delle altre storie, facciamo finta che sia la prima. lol
In ogni caso, ci terrei davvero se mi faceste sapere cosa ne pensate. Per me significherebbe davvero molto.
Bianca
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