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Autore: _Carol    12/05/2013    0 recensioni
È buio. Dove gli altri vedono gioia e serenità, io vedo distruzione e morte. Respiro. Ma non vivo. Non più. Sono morto. Io, sono la Morte.
Il mio nome è Gabriel.
Genere: Song-fic, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avrei voluto dimenticare gli avvenimenti di quell’anno.
Avrei voluto dimenticare quegli occhi che mi hanno portato a tanto.
Se solo avessi saputo prima che “amore” volesse dire sofferenza.
Se solo avessi saputo che solo per me era così.
Se solo potessi cancellare e riavvolgere il nastro.
 
Continuavo a fissare la mia immagine riflessa nello specchio, senza sapere nemmeno il perché.
Era l’ultimo giorno di vacanze prima che ricominciasse la scuola, non c’era granché da fare.
Ed era in quei momenti che imbracciavo la mia fedele chitarra e cominciavo a suonare tutto ciò che arrivava alle mie dita.
All’improvviso dal piano di sotto provenne un fracasso assurdo, erano diciassette anni che conoscevo quella donna, che continuavo a chiamare “madre”, e non una volta era riuscita ad armeggiare silenziosamente in cucina come una madre normale.
Poggiai la mia Les Paul nera sul letto e scesi tranquillamente le scale.
La trovai in cucina tutta concentrata a stirarsi per arrivare a prendere una teglia.
-Lascia Mà, faccio io.-
-Grazie tesoro! Da un momento all’altro arrivano i nuovi vicini, volevo accoglierli con una buona torta fatta in casa, magari li invitiamo a cena…che ne pensi?-
-Cena?...uhm…penso sia una buona idea.-
Ottimo…mia madre tentava di mandare a fuoco la casa e per di più voleva anche invitare gente, sconosciuta tra l’altro, a cena. Davvero ottimo!
E adesso che diavolo succede? Pensai. Mia sorella fuori urlava richiamando il cane. Sotto ordine categorico di mia madre mi fiondai in giardino e cominciai a correre cercando di acchiappare quel cavallo che i miei si ostinavano a chiamare cane.
-Ceasar! Vieni qua! Subito!-
Rallentai, una ragazza era riuscita a bloccarlo.
-Bel cane, si chiama Ceasar?-
Non aveva alzato lo sguardo, ancora intenta ad accarezzare il cavallo. Senza fiato provai a risponderle.
-S…si…cioè…si chiamerebbe Caio Giulio Cesare…sai come…-
-L’imperatore romano?-
-Si…qualcosa del genere…l’ha scelto mia sorella…-
Finalmente alzò lo sguardo, i suoi occhi azzurri, limpidi come il cielo, mi fissarono cercando di contrastare i raggi del sole…era bellissima.
-Ah…hai una sorella?-
-Si, più piccola…-
-E com’è? Intendo…avere una sorella…io sono figlia unica…non è tutto questo divertimento…-
-Beh, la maggior parte delle volte è…seccante!-
Senza accorgermene mi scappò una risata “non ridere, penserà che sei un idiota!” beh, magari lo pensava dal primo istante che mi aveva visto, stupida voce dentro la mia testa…
-Comunque, grazie per aver bloccato il cava…il cane…-
-Oh…di niente!- sorrise.
Aveva anche un sorriso stupendo, ma allora, dove stava la fregatura?
-Invece di rimanere qui in mezzo alla strada…che ne dici di…qualcosa da bere? Io abito lì.-
-Sul serio?-
-Si…-
-La casa gialla?-
-Si…perché?-
-Niente, io…wow…cioè, siete i “nuovi vicini”, non vi avevo visti, né sentiti arrivare…io abito nella casa accanto…-
-Siamo arrivati stamattina…comunque piacere, Lucy Le Feu.-
-Gabriel Verdammt, piacere mio.-
E a quel punto? Che cosa potevo dire d’intelligente prima di attraversare quella porta?...stava per terminare il tempo…5, 4, 3, 2…
-Allora ci vediamo stasera…-
-Stasera?-
-Si, mia madre vuole invitarvi a cena per darvi il benvenuto.-
-Ah, allora…a stasera.-
  
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