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Autore: AntonellaMars    15/05/2013    8 recensioni
"Ma voglio che tu,
tu piano piano scivoli dentro me,
ma voglio che poi,
nell'insinuarti sia incantevole.
Ma voglio che tu,
tu piano piano faccia strage di me,
in un incerto compromesso,
tra la mia anima e il suo riflesso".
Titolo della storia e dei capitoli ispirate ad alcune canzoni dei Subsonica
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sei stata l'ondata perfetta per infrangerti contro di me
Capitolo 7

 


Ad occhi socchiusi
Preda di un sogno che profuma di realtà.
In mezzo a pensieri che ancora non comprendo
Tra forti braccia
E il tuo dolce profumo
Tra respiri che si intrecciano
Respiri sconosciuti.
Il calore del tuo petto sotto la mia testa
La tua mano che stringe il mio viso.
Ascolto il tuo battito
Martella il mio orecchio
Ma è una dolce sinfonia per la mia mente.
Le prime luci rendono meno buia la stanza
Tra poco sarà giorno
E non voglio
Voglio rimanere qui
Ancora un po’
Così
Avvolta nel tuo abbraccio.
Apro di poco gli occhi
E alzo lo sguardo
Scorgo il tuo viso
Visibilmente rilassato
Occhi chiusi
Ma il mio sesto senso mi dice che sei sveglio.
Vorrei parlarti
Dirti qualcosa
Capire cosa succede
Ma non è tempo di domande
Rovinerei il momento.
Non ci siamo detti una parola neanche quando è finito tutto
Il tuo sguardo era ancora affamato di me
Ed io senza forze
Abbandonata sul tuo corpo
Ancora tremante
Con le unghie conficcate nella tua pelle
Persa nella beatitudine di quel momento.
Sospiro.
E’ successo
Davvero
Non era un sogno
Sei ancora qui
Adesso posso concedermi una pausa.
E le forze mi abbandonano
Le palpebre si appesantiscono
Sempre di più
E’ di nuovo buio.


Cos’è questa sensazione?
Cosa mi fai, Felicity?
Ti stai prendendo la parte più nascosta di me
E neanche te ne rendi conto.
Sei come quelle cose che assaggi e di cui non puoi fare a meno
La droga più prelibata che conosco.
La mia Vertigo
E di te mi voglio assuefare
Consumarti ancora
E ancora.
Dormi
Ma sento i tuoi pensieri
Fanno rumore
Si aggrovigliano
Fanno domande.
Accarezzo il tuo viso
Rilassati.
Inspiri profondamente sentendo il mio tocco
Godendomi ancora quell’attimo di te
Piccola e fragile fra le mie braccia.
Socchiudo gli occhi e faccio un respiro
Purtroppo devo andare
Lo sai anche tu che non posso fermarmi
Che ho la mia doppia vita da portare avanti.
E tu in quale delle due ti sei insinuata?
Che ruolo hai in tutto ciò?
Osservo le tue dita
Sporche ancora del verde dei miei occhi
Perché tu mi vedi
Non devo nascondermi.
Tu mi guardi attraverso  i meandri dei miei turbamenti
Delle mie ossessioni
Delle mie paure.
Hai scelto la parte di me più nascosta
Tirandola fuori prepotentemente.
Mi scosto
Faccio piano
La tentazione di sfiorarti ancora
Di baciarti
È quasi controllabile
Ma desisto.
Ti lascio dormire
Respirando del tuo respiro
Facendomi bastare quel poco per il resto della giornata
Vivendo in apnea per tutto il tempo che ci terrà separati.
 
 
Lo sapevo.
Non ci sei
Sei già andato via
Non dandomi la possibilità di parlarti.
Forse non vuoi affrontarmi
Ne me
Ne i miei discorsi
O forse non c’è proprio nulla di cui discutere.
E’ stata una notte dopotutto…
Cosa ti aspettavi, la colazione a letto?
Sveglia bimba, stai parlando di Oliver Queen.
E quando meno te l’aspetti torna.
Jessica
Puntuale come sempre
Pungente e schietta
Facendomi tornare alla realtà.
Mi sollevo e mi metto seduta
Porto le mani sulle mie cosce
Le sfrego violentemente presa da nervosismo
Credo che potrei scoppiare in una crisi di pianto
Mi trattengo
Inspiro e respiro
Inspiro e respiro
Chiudo gli occhi.
Devo calmarmi
Butto fuori l’aria ancora
E riapro gli occhi
Non è passato del tutto
Ma almeno ho smesso di torturare la mia pelle.
Sollevo lo sguardo
E noto qualcosa fuori posto
Una maniaca dell’ordine come me non si lascia sfuggire nulla.
Un biglietto
Sul mio comodino
Mi alzo in fretta e lo prendo
Poche righe
Semplici
E capisco.
“Devo andare, mi conosci.
Ma mi rivedrai ancor prima di poter sentire la mia mancanza”.
Sorrido
Stringo i pugni a mo’ di esultanza
La mia vittoria contro Jessica
Faccio una smorfia.
Sono più tranquilla ora.
 
 
Ripongo i vestiti del vigilante
Profumano ancora di te
E’ un peccato dovermi togliere il tuo sapore da dosso
Schiudo le labbra.
Rimango fermo
Ad osservare la tua postazione vuota
Assorto in pensieri e ricordi
Di te e di me
Di noi
Si, noi.
“Oliver”
Diggle mi riporta con i piedi per terra
Ricordandomi il mio dovere.
Ci mettiamo a lavoro
Rimanere lucido è difficile
Lui se ne accorge
Sa che penso ad altro
Lui sa.
Non avrei mai pensato che avrei affrontare il discorso
Non con Diggle.
So come la pensa
Non approva
Probabilmente ha anche ragione
Abbasso lo sguardo colpevole
Ammettendo così  le mie debolezze.
La mano di Diggle fa presa sulla mia spalla
“Anche gli eroi hanno diritto alla felicità”
E non c’è bisogno di spiegazioni
Altre parole risulterebbero superflue
Con mia grande sorpresa Diggle mi appoggia
E dio solo sa quanto ne avevo bisogno.
Sorrido e mi rilasso
Lui mi risponde a sua volta con un sorriso.
Adesso posso andare
E uscire tranquillo
Il mio amico richiama di nuovo la mia attenzione
Nessuna parola
Solo una sguardo.
Tipico di Diggle
È un avvertimento
Io e Felicity dobbiamo volere le stesse cose
Per quanto possa sembrare difficile e surreale
Devo essere chiaro con lei.
 
 
Cosa darei per non essere a lavoro in questo momento.
Oliver Queen, tu mi hai cambiata.
Lavorare mi piace
Mi correggo
Mi piaceva
Ora mi piace altro.
Sorrido allusiva
Mi piaci tu
Tu.
Il tuo mondo
E tutto ciò che ti circonda.
Io non la voglio una vita normale
Voglio questa che mi si sta presentando
Ho voglia di avventura
E di certo con il vigilante non manca.
Mi stiracchio sulla sedia
Mi manchi
Perché non sei  qui?
Eppure mi avevi detto…
Riprendo il biglietto
Lo leggo ancora
C’è tanta dolcezza in ciò che hai scritto.
Poi soffermo sulla prima frase
“Devo andare, mi conosci”
Mi conosci.
Stamattina non ci ho riflettuto bene
Eppure quelle due parole sono cariche di significato
Tipo:
“Mi conosci, non sono tipo da relazioni”
E senza rifletterci troppo  è senza dubbio il significato più plausibile
Conoscendoti
Ecco si, conoscendoti
Proprio come ha detto tu.
Maledizione!
Porto il capo fra le mani
E appoggio i gomiti sulla scrivania
Sono stata una stupida.
Sento dei passi
Alzo lo sguardo.
Non sei tu.
Delusione nei miei occhi nel vedere Joseph davanti la porta del mio ufficio.
“Ciao…”
“Ciao” rispondo fredda e disinteressata.
“Volevo vedere come stavi, sai…dopo ieri”
Rimango in silenzio.
Poi realizzo.
 “Ah ieri…si, certo”
Pensava che il vigilante mi avesse fatto del male?
Ma se mi stava salvando da lui!
“Sto bene, tranquillo
Il vigliante ha questa abitudine di  salvare chi gli sembra in pericolo”
Dico enfatizzando il “sembra”.
“Mi fa piacere
Volevo chiederti scusa per essere scappato così”.
Ah già
Che codardo.
Sorrido falsamente facendogli capire che lo scuso.
“Se non ti dispiace….”
“Si certo continua pure a lavorare”
Mi interrompe lasciandomi nuovamente sola nel mio ufficio.
 
 
E’ ora di pranzo.
Spero di non azzardare troppo.
Prendo velocemente l’ascensore
E raggiungo il piano che mi interessa.
Mentre attraverso il lungo corridoio
Mi imbatto in un viso conosciuto:
E’ il verme di ieri sera
Ed è appena uscito dal tuo ufficio.
Serro la mascella
Sono irritato.
Gli lancio un’occhiata
Lui non evita il mio sguardo
Anzi, mi saluta con educazione
E si dilegua velocemente.
Giusto, sono anche il suo capo.
Arrivo davanti al tuo ufficio
E ti spio per qualche secondo
Hai la penna tra le labbra
E fissi il monitor del tuo computer
Vorrei essere io quella penna.
Tossisco per catturare la tua attenzione
Alzi lo sguardo che automaticamente si illumina
“Spero che ti piaccia la cucina cinese”
Dico alzando il pacchetto
Ancora caldo e fumante
Ritirato al ristorante qualche minuto prima.
Abbassi lo sguardo e sorridi ancora
Ho fatto la scelta giusta.
Chiudo la porta alle mie spalle
E mi siedo davanti alla tua scrivania.
Siamo entrambi silenziosi.
Iniziamo a mangiare
E dopo pochi minuti decidi di porre fine a questo silenzio.
“Senti Oliver…io ho bisogno di sapere…”
So già cosa stai per dire.
So che stai per iniziare un discorso contorno
Di quelli che fai spesso
Solo per avere una riposta.
Una risposta che già so.
Ti interrompo.
“Voglio stare con te, Felicity”

 

 
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A sorpresa eccomi qui di nuovo.
Dico a sorpresa perché solitamente programmo le uscite dei capitoli, questa volta invece è stato inaspettato.
E’ tutto il giorno che ho l’ansia (si per la puntata finale di stanotte) e dovevo sfogarmi in qualche modo, quindi ho deciso di farlo scrivendo sui miei due piccioncini *_*
Che ve ne pare di questo capitolo?
Dopo la passione, era giusto riportare un po’ di equilibrio e fare chiarezza, almeno per poco.
I colpi di scena non mancheranno, si si, ho trovato l’ispirazione per continuare questa storia, quindi dovrete sopportarmi ancora per un po’ xD
Grazie come sempre a tutti voi che mi seguite e commentate.
Al prossimo capitolo.
AntonellaMars.
   
 
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