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Autore: Pro and Pad_production    17/05/2013    9 recensioni
Speriamo di essere nella sezione giusta!
Prima di tutto salve! Siamo Prongs e Pad e questo racconto è la storia di come è nata la nostra parodia di "Harry Botter e la Lapislazzula Ancestrale", come la folle idea di scrivere la parodia di ogni libro della saga di HP sia nata dalle nostre folli menti e continui ancora oggi, dopo un anno dall'uscita del primo capitolo della prima parodia. Non diciamo altro, sarà la storia a farlo per noi!
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Special HB

hb bday

SPECIAL

 La Genesi

la vera storia di come è nato Harry Botter

 

C’era una volta, tanto tempo fa…
Banale! Che diavolo di inizio è "C'era una volta?"
Ormai è fuori moda,
ma cosa ti credi di stare a raccontare una fiaba Disney?
Trova un inizio più accattivante,
qualcosa di più suggestivo,
degno delle nostre gesta!
Va bene, va bene… ricominciamo!
Prego!
Era una notte buia e tempestosa…
Ma che cavolo dici?
Se erano le tre del pomeriggio e si crepava dal caldo?!
E poi chi è che di notte si mette a scrivere una roba del genere?
Io di sicuro no, forse tu Pad, che soffri d’insonnia! Hai provato con una camomilla?
No, mi fa andare troppe volte al bagno, non posso passare la nottata sulla tazza del cesso!
Be’, infatti saresti sveglia comunque..
Altri rimedi? Qualcosa di più immediato?
Una clavata in testa?
Ehm.. scusate? Io starei narrando, se non vi dispiace!
Oh, ma certo, continua pure!
Prego, prego!
Dunque, stavo dicendo… Nel mezzo del cammin di nostra vita, Prongs e Pad..
Oh, nel mezzo del cammin di nostra vita a chi?!
Ci stai dicendo che siamo due vecchie decrepite?
Ma no, era solo per dare un inizio prorompente alla vostra storia!
Vedi di attenerti ai fatti, ciccio!
Ti paghiamo per questo,
vedi di rispettare il tuo contratto!
Ma quale contratto? Mi pagate una miseria!
Ma non è vero!
E dei calzini sporchi vi sembrano una paga adeguata?
Ehm… RICOMINCI, PREGO!
Non la disturberemo più!
Ok, va bene. Allora, quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno..
Be’, sì in effetti con l’ora ci siamo, più o meno,
ma io non ho visto nessun ramo sul lago di Como!
Ma io non ho proprio visto il lago di Como!
Se continuiamo così ci citeranno per plagio…
SE VOLETE LA STORIA EFFETTIVA, VA BENE! ECCOVI ACCONTENTATE! ERA UNA SCHIFOSA GIORNATA DI MAGGIO, SI CREPAVA DAL CALDO, FACEVANO 50 GRADI ALL’OMBRA E DUE MENTECATTE, CHE NON AVEVANO NIENTE DI MEGLIO DA FARE, HANNO AVUTO LA GENIALE IDEA DI SCRIVERE UNA SCHIFOSA PARODIA BUONA SOLO PER PULIRCISI IL..
Ehi! Io uso solo rotoloni Regina,
che non finiscono mai! xD
BASTAAAAAA! Io me ne VADO! 

*il narratore fa le valigie, arraffa quattro calzini e se ne và sbattendo la porta*

E ora cosa facciamo?
Ma non avevamo davvero niente di meglio da fare? Tipo uscire, vedere gente..
Pad, tu odi le persone!
Ah, giusto ._.
Comunque, ora siamo senza narratore!
Che si fa?
Quello che facciamo tutte le sere, Mignolo…
Cercare di conquistare il mondo?
No, improvvisare!
Ok, che lo show abbia inizio!

 
Da qui inizia il racconto di Pad e Prongs, un racconto delirante, ma pur sempre un racconto.

AVVERTENZE:

La lettura di questa storia potrebbe causare effetti collaterali quali: convulsioni, danni permanenti al cervello, asfissia, infarti quindi si consiglia una sana grattata prima di iniziare la lettura (a maggior ragione perché è venerdì 17). In caso di decesso Pad e Prongs non sono in alcun modo responsabili dell'accaduto. (OVVERO SE SIETE FRACICHI NON È COLPA NOSTRA!!!)

 
Atto I

Il caos primordiale

 

Un anno fa esatto, o esattamente un anno fa, o trecentosessantacinque giorni fa, la mia camera era un porcile (parole testuali della Marmotta). Non che a me dispiaccia, ma la mia genitrice stava dando di matto e giurò di murarmici dentro se non avessi ridato subito una bella scorticata a quella che la gente comune chiama “camera”, ma che ormai della camera non si vedeva neanche più il letto.
La goccia che fece traboccare il vaso fu la scomparsa di mia sorella: era entrata per prendere un libro e non aveva più fatto ritorno.
Quindi, per compiere l’impresa di dare un senso a quella stanza, non potevo fare affidamento all’aiuto di mia sorella. Cosa fare? Semplice! Fare quello che faccio tutte le volte che non so cosa fare. Chiamare Pad.
Ma Pad non sarebbe mai venuta a darmi una mano, a mala pena riesce a sistemarsi la sua cuccia, figuriamoci se si fosse offerta volontaria per una missione suicida di tale portata.
E qui la mia geniale mente partorì un inganno senza precedenti, una subdola, squallida, menzogna per attirare l’ingenuo fido nella trappola.

Quel giorno ero stesa agonizzante sul mio divano, per via del troppo caldo della giornata. Mi stavo sventolando con un foglietto di carta pescato chissà dove, ma ero così stanca che, dopo un’ora a cercare di imitare un ventilatore, il braccio poteva anche dichiararsi deceduto.
Un minuto di silenzio per il mio povero braccio.
Stavo recuperando i resti, quando ad un tratto sentii un suono. Stordita dall’alta temperatura, all’inizio non capii di cosa si trattasse, poi finalmente il mio cervello si mise in moto ed elaborò una risposta: il telefono! Il telefono stava squillando! Il suddetto marchingegno babbano, si trovava, però, dall’altra parte della stanza e ora il dilemma che mi si poneva era: alzarmi e andare a rispondere o lasciare squillare quel maledetto coso? Il mio istinto canino mi suggerì di andare a rispondere.
« Pronto? »
«
Paaaaaad! Mia cara amica, come stai? »
« Ti devo rispondere? »
«
Se non vuoi non fa niente. Allora.. fa caldo, vero? »
« Ripeto: ti devo rispondere? »
«
Naa, perché, sai, la Marmotta ha preso il gelato…»
« Uhm.. » dico io iniziando a interessarmi alla conversazione.
«
È buono, variegato alla Nutella, con granella di nocciole. L’ho messo ora in freezer »
« E mi hai chiamato per parlarmi del tuo gelato? Ti pagano per fare la pubblicità? »
«
Sai, io sono un animo generoso e gentile. Ti volevo offrire un po’ del mio gelato, ma se preferisci squagliarti sul divano…»
« Prongs, cosa c’è sotto? »
«
Ma… sono indignata! Stai dicendo che ho un secondo fine? Dovresti vergognarti, volevo solo essere gentile, visto che so quanto tu soffra in questi giorni così torridi e caldi! »
« Va bene, sono da te fra qualche minuto »
«
Perfetto! A tra poco ».
Così mi preparai psicologicamente ad uscire ad affrontare l’asfalto fumante e arroventato da quell’odiosa palla gialla che in tanti chiamano sole e che io chiamo “rottura di pluffe”.
Montai in sella (pure il sellino era arroventato, vi lascio immaginare il dolore) e partii più veloce che potevo verso la dimora di Prongs. Nel tragitto l’unica cosa che mi spingeva a proseguire era il pensiero del gelato: quel morbido, gustoso e freddo gelato che se ne stava solo soletto nella vaschetta e non aspettava altro che essere divorato da me!
Dopo aver superato gelidi venti (ma magari!) e torridi deserti (quelli c’erano), aver quasi investito tutta una famigliola di gatti (così non avrebbero più sofferto il caldo) e una vecchietta con le buste della spesa (che era più arzilla di me, nonostante i 50 gradi all’ombra), giunsi alla stanza più remota, della torre più alta.. vabbè, in parole povere a casa di Prongs.

Sentii raspare la porta, poteva solo che essere quella sventurata di Pad. E infatti aprendo l’uscio mi ritrovai davanti la mia amica, in condizioni pietose e ancora non sapeva cosa l’aspettava di lì a breve.
«
Gelato » cominciò a delirare « Nocciola, freezer.. »
Quasi quasi mi faceva pena, ma il fine giustifica i mezzi.
«
Aaaaah » intervenne la Marmotta « Bene, sei arrivata anche tu! Che l’operazione pulizie abbia inizio! »
«
Cosa? Pulizie? Dove? No! » incominciò a farfugliare la mia amica comprendendo piano piano l’inganno. Si stava ancora riprendendo dall’odissea per giungere fino a casa mia. Quando il quadro le fu chiaro un lampo assassino le attraversò gli occhi e mi lanciò uno sguardo di puro odio. Ma sapevo che non avrebbe mai osato mettersi contro la Marmotta. Soprattutto se si parla di pulizie. Il mio piano aveva avuto successo!
Presto i rimorsi di coscienza sarebbero stati affievoliti da una stanza pulita e luccicante. Sempre se la mia amica non mi avesse ucciso prima. Perché c’era qualcosa nel suo sguardo che gridava: VENDETTA!!!.
L’ora era giunta, dovevamo aprire quella porta che separava il mondo normale, come voi lo conoscete, dal caos primordiale. Eravamo pronte (Pad un po’ di meno) munite di straccetti, spray, un aspirapolvere e uno scafandro ciascuno. Eravamo lì titubanti, quando la Marmotta decise di prendere in mano la situazione: con un poderoso calcio sfondò la porta della mia stanza, poi con un colpo ben assestato della sua inseparabile scopa ci fiondò dentro quel tugurio e richiuse in fretta la porta in modo che non potessimo evadere.
«
Se solo riuscissimo a trovare la finestra… »
« Ma dove cavolo è la finestra?! »

Fine primo atto

 

Atto II

E luce fu

 

 

« Ma cosa porca Morgana ci hai fatto qua dentro?!? »
«
Non è colpa mia. Non sono io che faccio disordine … è lui che ritorna sempre da me »
Disordine non era la parola giusta per descrivere quello che vedevano i miei occhi, sembrava che si fosse svolta una battaglia, mista ad un terremoto con un piccolo accenno di Tsunami e per concludere una tromba d’aria aveva dato una mescolata al tutto.
« Senti Prongs, io di solito non sono una che critica il disordine… »
«
Grazie per la comprensione amica mia! »
« …ma qui dentro fa veramente schifo! »
«
Vabbè, mettiamoci a lavoro. »
Ancora non so come ho potuto credere che volesse offrirmi il gelato, dovevo aspettarmelo che doveva esserci qualcosa sotto. Però ormai ero rinchiusa là dentro e non avevo molta scelta, la mia unica speranza era che la Marmotta, dopo averci fatto lavorare come elfi domestici, ci avrebbe dato veramente una gustosa merenda. Allora abbiamo incominciato ad accatastare la robaccia.
«
Hai fatto tutti i vaccini? » mi chiese poi Prongs, appallottolando un paio di calzini puzzolenti.
In tutta risposta le lanciai la prima cosa che mi capitò a tiro.
«
Ahia! Uh guarda, mi hai tirato Harry Potter tarocco »
« Harry Potter cosa? »

« Tarocco, perché ho comprato i libri che non hanno la copertina rigida e nemmeno la sovra copertina, sono tascabili e tarocchi! »
«Sì, e al posto di Harry Potter nel titolo c’è scritto “Harry Botter”!»

E luce fu! In quel momento la stessa folle idea ci folgorò le cervella. Come se un lampo a ciel sereno avesse squarciato la stanza che già di suo era devastata. Come mai non ci era venuta in mente prima un' idea simile?
« Pad pensi anche tu quello che penso io? »
«
Sì! CI SERVE DELLA CARTA!!! »
Ma dove trovare carta e penna in quel marasma di roba? Era come cercare un bidet in Francia. Il panico ci assalì. Se non mettevamo subito per iscritto quell'idea avremo perso l'ispirazione. Ma come fare? COME?!
Dalle macerie emerse un braccio illuminato da un fascio di luce. Un coro angelico pervase la stanza. Mia sorella spuntò fuori come la Statua della Libertà. Aveva delle mutande come copricapo e si era fabbricata un mantello fatto di stracci. Emanava un tanfo orribile, tra piedi sudati e ascella di palestra. Con una scintilla la stanza sarebbe saltata in aria e noi con lei!
« Sorella, sei ancora viva?! »
«
Taci! » proferì lei con solennità « Sono stata scelta per compiere una missione  »
«
Quale missione? » domandò Pad scioccata dall'apparizione della creatura
« Sono trenta giorni e trenta notti che giaccio sotto quella montagna di panni sporchi »
« Ma se sono soltanto tre giorni che sei sparita »
«
Silenzio mortale!!! » poverina, il fetore le aveva dato alla testa. Non era più lucida. « Sapevo che questo giorno sarebbe giunto, le etichette dei maglioni lo avevano previsto, il cotone 100%...»
« Dici che dovremo avvisare tua madre?! »
« LA MADRE NON DEVE SAPERE, ALTRIMENTI VI OSTACOLERÀ, LEI VI IMPEDIRÀ .... IO SONO SOLO UN’ UMILE CUSTODE CHE VI PORGE GLI STRUMENTI.... » e così dicendo iniziò a sventolare un foglio di carta e una penna.
«
Ma cosa ci facevi là sotto con carta e penna? »
« Annotavo le mie memorie! »
«Da qua! » dissi io intenzionata a mettere fine a quella pagliacciata, ma che infondo mi stava inquietando, anche perché mia sorella aveva ancora le mutande in testa e non sembrava intenzionata a levarsele.

Al diavolo l'ordine e le pulizie! Ormai io e Prongs avevamo deciso che dovevamo mettere su carta la nostra idea. Passammo un'ora a scrivere e a fare disegnini idioti e ogni nuova idea che ci veniva in mente dicevamo « Ooooh, questa è buona! » e poi scoppiavamo a ridere come delle sceme. Fortunatamente, la Marmotta non aveva ancora scoperto che avevamo del tutto abbandonato la missione pulizie e che la stanza era peggio di prima. Proprio in quel momento ci aprì la porta, rincuorata dal fatto di aver ritrovato la figlia perduta. Talmente era la sua gioia in quel momento, che nemmeno fece caso alla baraonda che regnava nella stanza. Per fortuna, altrimenti ora non saremo qui a scrivere questo poema!
Avevamo buttato giù la lista dei titoli di ogni libro, uno più strano dell'altro, e i nomi di Solente e Misnerva erano già stati ideati. Così, dal nulla, anzi dal caos era nato qualcosa.
Quel giorno era nato Harry Botter.

 

Fine secondo atto

 

Atto III

L'Apocalisse

 

Ma proseguiamo con la nostra storia.
Esattamente una settimana dopo quella memorabile e delirante giornata, io e Prongs andammo in missione per Roma, dovevamo arrivare fino alla Stazione Termini ad informarci per dei biglietti per Mirabilandia.
Eravamo alla stazione della nostra cittadina, o meglio, agglomerato di case e il treno come al solito era in ritardo. Il binario, sempre come al solito, pieno di Babbani. Anche quel giorno, tanto per cambiare, si moriva di caldo e io iniziai ad invocare l’arrivo del treno delirando sempre di più, mentre Prongs era andata a comprare il biglietto. Una volta uscita dal bar, si avvicinò alla macchinetta
tentando di timbrarlo.
Una volta. Due volte. Tre volte.

«
Ma perché non timbra, porca Morgana?! » sbraitò la mia amica in mezzo alla stazione.
«
Prongs… »
Prongs infilò ripetutamente il biglietto nella macchinetta senza risultato.
«
Prongs.. » alzai un po' più la voce.
«
Ma-perché-non-lo-timbra »  disse prendendo a pugni ritmicamente la macchinetta.
«
Perché è fuori servizio, DIAMINE! »
Prongs mi lanciò uno sguardo, sorrise a mo’ di scusa.
«
Aaah».
Così timbrò il biglietto nella macchinetta funzionante.
«
Testa di Prongs... »
«
Cosa?  » fece lei con aria sospetta.
«
Nulla »
FINALMENTE ci avviamo al binario 1. Vuoto, deserto. Nessuna persona.
Strano, pensammo io e Prongs, rivolgendoci uno sguardo d'intesa.
Il binario 2 era pieno di gente.
Ma che vanno tutti nell’altra direzione?! O forse sono turisti che si dirigono verso Pisa.
Poi un rumore ci distolse dai nostri pensieri.
Rumore del treno. Il nostro treno.
Il nostro treno che stava passando al binario 2. Avevano cambiato binario.
Noi restammo lì, imbambolate, a guardare la scena. Poi Prongs si risvegliò.
«
Andiamo corriiiiiiii », gridò iniziando a muoversi per raggiungere il sottopassaggio.
Io la afferrai per una manica.
«
È troppo tardi, Prongs », proferii con fare melodrammatico, « non ce la faremo mai! »
«
Daaaaiiiii » continuò lei
Io agitai la testa.
« Sta partendo, è troppo tardi, lo capisci? »
Il treno chiuse le porte e se ne andò.
Sconsolate ci avviammo verso le panchine del binario 1.
Che, per la cronaca, sono messe alla fine del binario, luogo dove il treno non si ferma mai e ciò rende inutile l'esistenza delle suddette panchine.
Non ci rimase che aspettare il treno successivo. Stremate per il caldo e anche incavolate per aver perso il treno, passammo i successivi minuti a riposarci sulla panchina. Il tempo sembrava non passare mai e anche il treno.
«
Pad? »
«
Che c'è, Prongs? »
«
Ma è il treno quello laggiù? »
Alzai lo sguardo, sollevai gli occhiali da sole con nonchalance e vidi un piccolo treno in avvicinamento sul binario 1.
Guardai Prongs allarmata. Poi la folla di gente a chilometri da noi che si era radunata sulla banchina.
«
Porca Morgana! » gridammo all'unisono.
E via, di corsa per raggiungere la folla di persone. Se non ce l’avessimo fatta avremmo dovuto aspettare un altro treno.
«
Corri Forrest! » dissi per incitare la mia amica a muovere quelle zampe da Prongs che si ritrova.
La gente era già salita. L'ultimo vagone era vicino, molto vicino. La porta si sarebbe chiusa a momenti.
Scatto felino. Eravamo sul treno.
«
Bè, poteva andarci peggio » proferì Prongs
«
Taci » le risposi con il fiatone.
Ogni volta che saliamo sul treno, siamo consapevoli della battaglia che ci attende: quella del posto. Perché trovare un buon posto sul treno, o per lo meno un sedile sul quale fare riposare le chiappe, non è un’impresa da poco. Bisogna sperare di trovare quello con l’aria condizionata, dove l’aria sia quantomeno respirabile, i sedili siano in uno stato discreto e non ridotti ad uno schifo.
Quel giorno la fortuna fu dalla nostra parte, trovammo un vagone dotato di aria condizionata, pulito e nemmeno con tanta gente sopra. Io stavo letteralmente rinascendo con quel clima fresco, c’erano almeno 10 gradi in meno rispetto a fuori.
Quello non era altro che un segno del destino, tutto ci stava dicendo di metterci sedute tranquille a parlare del nostro progetto.

« Dunque, cosa vogliamo fare con la nostra parodia? »
«
Ovvio, bisogna portarla avanti, Prongs! »
« Questo sì… ma ci mancano così tante cose. I personaggi, i nomi delle Case, dei luoghi! »
«
Senti, abbiamo un’ora di tempo prima di arrivare a Termini. Pensiamoci ora!»
E così fu. Quell’ora in treno elaborammo tutti i nomi di tutti i personaggi della parodia, non solo del primo libro, ma anche degli altri sei. Eravamo determinate ed intenzionate a portare avanti questo grande progetto.
Nel delirio più totale ci sbellicavamo ad ogni nuovo personaggio che veniva partorito dalla nostre folli menti, divertendoci ad esasperare ogni caratteristica dell’intera saga di HP, che ora sarebbe diventato HB.
« Aspetta, aspetta! Senti questa: la famiglia Whiskys!»
«
Geniale! E ognuno avrò il nome di un alcolico, ovviamente! »
« Ovvio! Oddio… »
«
Che succede? »
« Rum Whiskys! »
«
AHAHAHAHAHAHAHAHA!!! »
Inutile dire che la gente di quel vagone ci guardava malissimo. Giuro di aver visto alcune vecchiette scuotere le teste in modo indignato ed esclamare sottovoce « Gioventù bruciata! ». Forse avevano ragione, con tutte quelle risate ci stavamo bruciando i neuroni.
«
Dunque, poi c’è Hermione… »
« Hermione, Hermiona, Herminda…»
«
Hermanda! Risponde a ogni domanda! »
« AHAHAHAHAHAHA!!! Segna, segna! »
«
Perfetto, il trio è sistemato: Harry Botter, Rum Whiskys ed Hermanda Risponde a ogni domanda! »
« So che non va bene dirselo da soli ma: geniale!»

Ormai eravamo partite, nessuno ci poteva fermare. L’apocalisse era iniziata, avremo stravolto ben 7 libri.

Poi il treno si arrestò di colpo. Eravamo giunte a Roma Termini.
« Senti, Pad.. »
«
Dimmi Prongs »
« Dobbiamo proprio andare a vedere questi biglietti per Mirabilandia? »
Pad mi fissò a lungo, poi guardò i fogli con i nostri appunti, i nomi scritti i disegni che avevamo improvvisato.
«
Naaaaa »
Ed è così che rimanemmo sul treno per tornare indietro verso casa, per avere un’altra ora per scrivere e far crescere quello che poi sarebbe diventato Harry Botter e la Lapislazzula Ancestrale.
Il resto poi, cari lettori lo sapete, è storia! Creare l’account di EFP fu il passo successivo.
Una volta scese dal treno, sulla strada di casa, rimaneva solo una cosa da decidere.
« Ma come chiameremo il nostro account? »
«
Be’, mi sembra logico… »
« Sì? »
«
Prongs e Pad! » fece Pad alzando le braccia in aria-
« Giusto! Ma per dare un’aria professionale saremo Pro and Pad_production! »
«
Andata! » concordò stringendomi solennemente la mano.
Da quel giorno nacque una collaborazione che dura da un anno.
Abbiamo una parodia in corso, 49 persone che ci seguono e centinaia di recensioni.
E l’avventura di Harry Botter non è che solo agli inizi…

 TO BE CONTINUED

(su Harry Botter e la Lapislazzula Ancestrale e le prossime parodie!)

Note delle autrici:

TANTI AUGURI HARRY BOTTER!!! :D

*stappano una bottiglia di spumante*


 Alla salute!

 *bevono velocemente dai loro bicchieri*

 
Prima di tutto vorremo aprire queste note con un ringraziamento:
un grazie di cuore a tutte le persone che ci seguono da un anno a questa parte,
ai nostri magnifici 49 lettori che ci hanno messo tra le seguite!
;)
Grazie davvero! *^*
Quando lo scorso anno abbiamo pubblicato il primo capitolo della parodia
non ci aspettavamo un successo del genere
D:
Non potevamo immaginare che così tante persone avrebbero avuto il coraggio
di leggere ogni singolo capitolo delirante che sfornavamo!
xD
Piuttosto ci aspettavamo tutti commenti negativi,
con frasi del tipo “state rovinando il libro più bello del mondo!”
e invece tutti voi avete apprezzato e avete capito che quello che scriviamo
lo facciamo solo per la passione che proviamo per questa storia
e perché ridere con qualcosa che ci ha appassionato per anni è davvero divertente!
Ma passiamo a dire quattro parole sullo special,
sì, quattro parole Pad! Quando mai abbiamo parlato poco nelle nostre note delle autrici?
u_u
All’inizio, quando non avevamo ancora confidenza con i nostri lettori!
Già, poi ci siamo rivelate delle logorroiche
°-°
Porca Morgana, li avremo annoiati a morte con tutte le nostre chiacchiere!
Ecco, stiamo di nuovo divagando, arriviamo al dunque!
;)
Giusto! Ehm... dunque, ci scusiamo per l’eccessivo uso di colori in questa storia,
ma è stata un’esigenza tecnica, dovevamo alternare i nostri punti di vista per raccontarvi come tutto ha avuto inizio
:)
Mi odio io per aver acconsentito a usare i colori… stavo impazzendo mentre correggevo, figurati se non ci odiano loro! >_<
Magari non tutti odiano i colori come te, Pad!
Be’, se riceveremo gufi di protesta ben ci sta!
Ok, ma andiamo avanti, dobbiamo dirvi una cosa molto importante...
Ah, giusto, la cosa!
Già, la terribile cosa,
La cosa che ieri ci ha rovinato tutta la giornata!
La cosa peggiore che ci potesse mai accadere,
la cosa..
sì, adesso basta! Non avevamo detto di essere chiare e coincise?
Ma dove leggi una cosa del genere?
°-°
Da qualche parte là sopra, in mezzo a tutte quelle lettere...
Prongs, mi sa che hai solo pensato di scriverlo, non lo hai scritto…
Vabbè, si può leggere tra le righe
xD
Sì, ok ._.  
Ma stavamo dicendo della cosa!  
La cosa, in parole povere è che non possiamo mantenere il giuramento solenne
di postare oggi il diciassettesimo capitolo de La Lapislazzula Ancestrale,
purtroppo dovete sapere che proprio ieri il mio pc, dove avevamo scritto sia questo special
che il capitolo 17,
è morto!
Deceduto!
Perduto per sempre
ç_ç
Quindi ieri ci siamo trovate nel panico più totale e con una difficile scelta:
capitolo 17 o special?
Potevamo scrivere solo uno di questi,
non avremo mai avuto il tempo per scriverli entrambi!
Pad ad un certo punto voleva suicidarsi…
Sapete cosa vuol dire riscrivere qualcosa che si era già scritto e che ci oltretutto ci piaceva?
Un omicidio, ecco cos’è!
ç____ç
Alla fine abbiamo deciso per lo special,
perché dovevamo fare assolutamente qualcosa per un anno di Harry Botter!
Quindi ci dispiace per il capitolo,
non sapete nemmeno quanto 

*Pad singhiozza* 

Ecco, vedete? Pad non ha ancora superato il trauma! xD
Ma parliamo ancora un po’ dello special…
Ti riprendi in fretta, eh? E poi parliamo ancora un po’? Queste note non finiranno mai!
Ma sono mesi che non ci facciamo sentire! I nostri fan saranno ben felici di leggere queste cose, vero? 

*una palla di fieno rotola per l’account*
 
Be’, qualcuno prima o poi arriverà, sono fiduciosa!
Dovete recensire! Specie dopo tutto quello che abbiamo passato per scrivere!
Ora non esagerare, Pad! Raccontaci quello che volevi dire sullo special
;)
Ah, giusto! Ovviamente tutto quello che abbiamo scritto è tratto da una storia vera,
certo l’abbiamo un po’ romanzata, ci abbiamo ricamato sopra con il nostro delirante stile,
è come se avessimo scritto una parodia della nostra vita,
ma è così che Harry Botter è nato!
:D
Bene, ora finiamola sul serio!
Che fai Pad, ti vuoi suicidare di nuovo? D:
Ma no, intendevo le note!
xD
Aaah… anche se non sarebbe stata una gran perdita! :P
Non sarebbe stata… ma come?
>_<
Dai, scherzo, cane pulcioso!
Taci, cornine muschiate!
Comunque, questo è tutto, gente!
Speriamo che con il tempo arrivino altri fan meravigliosi come quelli che abbiamo adesso!
Noi saremo sempre pronte ad accogliervi nel nostro account
;)
E ora, venite!
Che la festa abbia inizio! 

*le porte dell’account si aprono e mostrano un tavolo imbandito di leccornie* 

Si festeggia!!! 

*da uno stereo parte Can You dance like a Hippogriff*

 
Fatto il misfatto
;)



Ps. In allegato una foto della stanza di Prongs immortalata nel (nemmeno eccessivo) caos, tanto per dimostrare che non scherzavamo nello special xD

   
 
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