“Scacco matto, Caffrey!” queste erano le parole che avevi usato, Peter, quando arrestasti Neal la prima volta. “Sai che lo scacco si fa al re, vero?” ti chiese lui beffardo, per niente intimorito dalle tue parole, o, se lo era, non lo mostrava. “Non ti consideri il Re delle truffe, infallibile e imprendibile?” lo canzonasti. “Non sono così superbo!” si schernì lui, ma si vedeva che era compiaciuto di quel che avevi detto. “Cosa credi che abbia falsificato, questa volta?” ti chiese, sempre con quel sorrisino che stava iniziando a darti sui nervi. “Credo, ne sono convinto, e ho le prove che hai falsificato i titoli della Gless Society”. Il suo sorriso si incrinò un pelo, ma tu non lo notasti: vedevi solo un truffatore, un grande falsario, finalmente incastrato. “Costituirsi potrebbe alleviare la pena”. “Immunità?” chiese lui, con un sorriso che avresti imparato a conoscere. Gli ridesti in faccia e lo ammanettasti. Non si oppose, era circondato da agenti. Entrò in cella a testa alta, come un re prigioniero, questa era l'immagine che ti aveva dato. Eri convinto di aver catturato il Re delle falsificazioni, Peter. Ti sentivi come il pedone, che arrivato in fondo alla scacchiera, si scrolla di dosso la veste e si trasforma in regina, mostrando tutta la sua magnificenza: avevi catturato Neal Caffrey! Ma lui non era il Re, Peter. Lui era, è, e rimane un Cavallo: il pezzo imprevedibile, quello che salta da una parte all'altra della scacchiera. Quello di cui non capisci la logica dei movimenti fino a quando non è troppo tardi, fino a quando non ti è addosso e ti travolge. Neal ti travolgerà, Peter, e non puoi evitarlo. Ti travolgerà con la sua vita, la sua storia, la sua personalità. Non l'avevi previsto, ma sai, nessuno può controllare il Cavallo.