Le risate dei bambini risuonavano per tutto il parco, quel giorno.
Erano allegre, vispe, gioiose ed innocenti, come solo quelle di un bambino sanno essere.
Ad Esme piaceva ascoltarle, lo faceva ogni volta che passava di lì, le ricordavano… lui.
Poi un pianto improvviso spezzò quella che per lei era una dolce melodia.
«Mamma» singhiozzò una di quelle creature, era appena caduta sbucciandosi il ginocchio. «Mamma, mamma!».
La gola dell’immortale bruciò, come in fiamme, ma lei non ci fece caso, gli occhi posati sul bimbo.
Ci volle un istante, un solo istante e quasi automaticamente si sorprese a fare un passo nella sua direzione, ma il bimbo aveva rivolto lo sguardo verso una donna che lo stava raggiungendo.
Esme rimase immobile mentre la giovane prendeva in braccio il figlio tentando di calmarlo.
«Shh, non è niente», con quelle parole la madre rivolse un sorriso, come per scusarsi, alla vampira che increspò le labbra a sua volta, imbarazzata.
Imbarazzata perché per un solo istante le era parso che chiamasse lei.
Imbarazzata perché in fondo le sarebbe piaciuto.
Imbarazzata perché, anche dopo tutto quel tempo, ci aveva davvero sperato.
Ed imbarazzata restò lì, con un vuoto allo stomaco, mentre i due si allontanavano.
 
 

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Note: ed eccomi. Sinceramente non ho tempo per dedicarmi alla long che ho in corso ma ho psicologicamente bisogno di scrivere.
Sì, lo ammetto, i Cullen non mi hanno mai interessato ma… l’idea era lì, nella mia testa e mi ha obbligata a scriverla non potevo non metterla nero su bianco.
Allora, tecnicamente è ambientata in New Moon quando la famigliola è a Los Angeles se non sbaglio. ^^
Con questo la finisco di annoiarvi, forza, sono in attesa di qualche recensione. ;)
P. s. Vi piace il banner? ^^ (le immagini lì presenti sono state prese dal sito "weheartit.com").


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