I’ll be your hope
:<<
Visto che la missione è conclusa, potremmo fare un giro in
città. >>
propose Clint osservando fuori dalla finestra la Moldava che scorreva
placida
nel suo letto in mezzo alla città.
:<<
Un giro in città? >> chiese Natasha seduta sul
letto.
:<<
Perché no? >> l’uomo si
voltò verso di lei :<< Praga sembra bella.
>>
Natasha
non rispose subito, si prese qualche secondo per riflettere sulla
proposta
ricevuta: Clint voleva davvero visitare la città ? Con lei?
Perché? Non aveva
senso.
:<<
Allora? >> chiese lui :<< Se sei stanca e
vuoi riposa- >>
cominciò lui pensando che la missione appena portata a
termine non era stata
una delle più semplici e la donna aveva anche preso una
storta alla caviglia.
:<<
Non sono stanca. >> lo interruppe lei alzandosi.
:<<
Ok. >> Clint sollevò le mani in segno di resa;
la conosceva da pochi
mesi, ma ormai aveva imparato che la Vedova Nera non era solita
mostrare
sentimenti, tantomeno debolezze.
Pochi
minuti dopo i due stavano percorrendo il Ponte Carlo diretti alla
Piazza della
Città Vecchia; mancava poco al tramonto e il cielo stava
già cambiando colore.
:<<
Non mi hai mai detto perché non mi hai uccisa.
>>
Ormai
erano arrivati nella piazza, stavano passeggiando tranquillamente sotto
l’Orologio astronomico quando Clint si era soffermato a
guardare un manifesto
del circo appeso ad un muro. Natasha aveva rotto il silenzio con quella
frase.
:<<
Hai disobbedito agli ordini e mi hai risparmiato la vita di
un’assassina come
me. Perché lo hai fatto? >>
:<<
Tutti meritano una seconda possibilità. >>
La
donna rimase un momento in silenzio :<< Non pensavo che
il circo ti
affascinasse tanto. >> cambiò discorso.
:<<
Prima di entrare nello S.H.I.E.L.D. lavoravo nel circo.
>> ripose lui
pensieroso :<< Usavo il trapezio. >>
:<<
Senti la nostalgia del circo? >>
:<<
No, solo dello stare sospeso nel vuoto, lontano da tutto e tutti.
>>
:<<
Sei mai caduto? Oppure cadevi in piedi? >> avevano
ripreso a camminare.
Clint
fece per rispondere quando capì che Natasha alludeva alla
sua vita, non al
trapezio.
:<<
Si. >> le sorrise :<< Ma per mia fortuna ho
avuto qualcuno che mi
ha aiutato a si è fidato di me. >>
:<<
Mi lasceresti cadere? >> si morse subito le labbra, ma
ormai la frase
l’aveva pronunciata, nemmeno lei sapeva perché.
Forse perché dopo tanti anni
aveva bisogno di contare qualcosa per qualcuno.
:<<
Non ti farei nemmeno perdere l’equilibrio. >>
la risposta di Clint la
spiazzò, era convinta che a lui non sarebbe importato nulla.
Perché non le
aveva risposto semplicemente che quello era solo un suo problema?
Il
discorso si concluse così.
La
notte, mentre Clint si faceva una doccia calda, Natasha osservava la
sua
immagine riflessa nello specchio della stanza d’albergo.
Il
suo corpo cambiava lentamente, lei appariva ancora giovane e,
guardandola,
nessuno poteva immaginare come fosse stata la sua vita. Tuttavia chi la
conosceva sapeva quanto lei fosse fredda, cinica,
un’assassina che conosceva
solo morte.
Nessuno,
invece, aveva mai visto ciò che avrebbe preferito essere.
Si
allontanò dallo specchio, chissà se era ancora
capace di danzare?
Mise
un piede davanti all’altro piegando leggermente le ginocchia,
le braccia
larghe in avanti e
si ritrovò a
volteggiare in una sala gigantesca con specchi alle pareti e una sbarra
in legno.
Per un momento si sentì come se fosse tornata indietro nel
tempo e si dimenticò
anche della storta alla caviglia, quando però
spostò il peso del corpo su di
essa, il dolore la colse di sorpresa riportandola alla
realtà.
:<<
Ehy. >
:<<
Barton. Cosa…? >> lo allontanò di
scatto da sé quando si accorse di
essere stretta fra le sue braccia.
:<<
Te l’avevo detto che non ti avrei fatta cadere.
>> rispose lui :<<
Ti fa ancora molto male la caviglia? Non dovresti fare sforzi.
>>
:<<
Lo so, non so cosa mi sia preso, avrei dovuto pensare a ciò
che facevo.
>>
:<<
Non devi scusarti, solo stare attenta. >> la
aiutò a
sedersi sul letto e si inginocchiò per
controllarle la caviglia :<< Credo che sia anche per
questo che non ti ho
uccisa. >>
:<<
Per … una storta? >>
:<<
No, perché quel giorno, come oggi, non mi sono trovato
davanti la Vedova Nera,
ma una donna alla quale aveva distrutto la vita togliendo ogni
possibilità di
scegliere. >>
:<<
Grazie. >> fu l’unica parola che Natasha fu in
grado di pronunciare dopo
un momento di silenzio.