E.T. will go home
 

 
And when it was clear,
they'd park her in the middle of nowhere,
sit on the hood, and watch the stars...
for hours...
without saying a word.

 
Dean osservò il petto del fratello alzarsi e abbassarsi lentamente mentre si sfilava il giubbotto per posarlo su di lui, nell'irrazionale tentativo di proteggerlo dagli incubi, dal sonno e da qualsiasi cosa stesse succedendo nel suo corpo. Voleva solo dargli un po' di sollievo, voleva che dormisse serenamente anche solo per qualche ora prima di riprendere da dove avevano lasciato e scoprire come guarirlo, una volta per tutte.
Quando chiuse l'Impala, lasciando Sam al suo interno, non riuscì proprio a non pensare che avrebbe dovuto esserci lui lì dentro, in quelle condizioni, e invece eccolo lì, il famoso Dean Winchester, solo e inerme a guardare un cielo senza stelle.
La calma era diventata quasi surreale, come se non fosse accaduto nulla, come se tutto fosse ancora al proprio posto.
Ma non lo era.
Dean deglutì e si passò una mano sul viso, stancamente, quando un fruscio di foglie secche attirò la sua attenzione: non ebbe il tempo di focalizzare la sagoma dell'uomo che gli si stava avvicinando che il suo corpo reagì da sé, spingendolo un passo dietro l'altro verso di lui, con un sensazione all'altezza dello stomaco che sapeva contemporaneamente di sollievo e preoccupazione.
Castiel tremava, da capo a piedi, come se improvvisamente quel trench logoro non riuscisse più a scaldarlo o proteggerlo; tremava e si osservava le mani, aprendole e chiudendole, confuso.
Il cacciatore avvertì l'impulso di allungare una mano e toccarlo ma rimase immobile, a poco meno di un metro di distanza, perché sembrava quasi che l'altro emanasse un dolore così acuto nell'aria che avrebbe potuto sovrastarlo se solo gli fosse stato troppo vicino.
«Cas...» mormorò, indeciso, e solo allora l'altro alzò lo sguardo su di lui, con un'espressione che gli fece male al cuore.
«Non sento niente» rispose, incredulo. «Io non... non sento niente, Dean.»
Castiel indietreggiò di pochi passi e alzò gli occhi al cielo, respirando affannosamente e portandosi una mano sulla fronte. «È colpa mia. Avrei dovuto sistemare tutto e invece ho fallito... ancora. È tutta colpa mia.» balbettò, con tanta disperazione nella voce che Dean sentì gli occhi pizzicare.
Castiel si fece cadere in ginocchio e scosse il capo, più e più volte, ripetendo un mantra infinito di "mi dispiace" soffocati.
Il cacciatore si riscosse e gli fu immediatamente accanto, inginocchiandosi al suo fianco, cercando i suoi occhi ma Castiel piangeva e Dean non lo aveva mai visto piangere e questo gli fece più male di tutto il resto.
«Sono stato io. Avrei dovuto... avrei dovuto ascoltarti. E adesso non sento niente, Dean... fa solo male, fa...» singhiozzò più forte, portandosi entrambe le mani sulle guance per poi concentrarsi sulle lacrime sulle proprie dita, osservandole come se non riuscisse a crederci. «Non riesco a smettere. Come... come faccio a smettere?»
«Okay Cas, calmati» replicò Dean, posandogli entrambe la mani sulle spalle. «Fai dei respiri profondi e calmati. Andrà tutto bene.» aggiunse, cercando di tranquillizzarlo, ma Castiel continuò a scuotere il capo e dondolare avanti e indietro.
Dean fu costretto a sporgersi e immobilizzarlo tra le proprie braccia, traendolo a sé e poggiando le labbra sulla sua testa. «Ti prego Cas, ascoltami. Aggiusteremo tutto come facciamo sempre. Dopo aver guarito Sam sistemeremo anche questa, vedrai.»
Castiel singhiozzò più forte, aggrappandosi alle sue spalle. «Non riesco a sentire niente.» ripeté ancora, distrutto.
«Puoi sentire me.»
L'altro ebbe un ultimo leggero spasmo e poi si rilassò tra le sue braccia, iniziando a respirare regolarmente. Dean gli passò una mano sulla schiena e si sistemò in modo tale che la posizione fosse più confortevole per entrambi.
Rimasero entrambi in silenzio fino a quando Castiel non si allontanò, un po' a disagio, stropicciandosi gli occhi arrossati.
«Dovrò imparare tante cose.» osservò, più a se stesso che al cacciatore.
Dean annuì, lanciando un'ultima occhiata al cielo. «Solo temporaneamente» rispose, accennando un sorriso stanco. «E.T. tornerà a casa, in un modo o nell'altro.»

 FINE
 

Note dell'autrice: ho scritto questa one shot senza alcuna pretesa per un paio di motivi: a) sono ancora traumatizzata dalla season finale; b) sono ancora traumatizzata dalla fine della stagione, in generale, e l'idea di dover aspettare cinque mesi mi angoscia da morire; c) sono ancora traumatizzata dalla fine della JIB; d) ho già detto che la season finale mi ha traumatizzata?
Ad ogni modo, questo è quello che vorrei vedere nella 9x01. Voglio solo un nuovo abbraccio destiel, è chiedere troppo forse?
Prima di lasciarvi, due annunci/precisazioni:
- dovrei aver incontrato alcuni di voi alla JIB. Se vi sono sembrata scortese vi giuro che non l'ho fatto apposta, era l'ambiente che mi ha frastornata! Potrei aver ignorato qualcuno fuori la domenica, ma mi avete beccata post foto con Misha, le mie condizioni psicofisiche erano pietose! Chiedo umilmente scusa.
- non mi sono dimenticata di Sweet Home Chicago, ci sto lavorando. Sono un po' lenta perché ho un po' di difficoltà con il prossimo capitolo, scindere Cas da Misha dopo la JIB si sta rivelando fottutamente difficile e per di più tra una settimana ho un esame. Tornerà presto però, mi impegnerò per riuscire ad aggiornare nei primi giorni di giugno.
Questo è tutto gente, vi amo. Lo sapete!