La proposta.
Scendo dalla macchina e mi avvio verso le altalene, dove ti avevo scorto passando. Sembravi davvero assorto e pensieroso.
Non vedo l’ora di avvicinarmi a te, per potermi togliere quel peso dal cuore.
Poco più in là ci sono bambini che stanno giocando; normalmente mi sarei fermata a guardarli almeno un po’, sorridendo loro e fermandomi ad osservarli.
Ma non oggi.
Oggi non posso aspettare ancora nemmeno un secondo prima di raggiungerti e abbracciarti.
Man mano che mi avvicino a te però rallento il mio passo.
Ti osservo.
Il tuo sguardo fisso in avanti, la linea serrata delle tue labbra e la mascella contratta mi hanno lasciata di sasso.
Mi fa male vederti così. Stai soffrendo e mi rendo conto solo ora di quanto tu sia angustiato. Ancora una volta sono io la causa dei tuoi mali.
Penso che tu abbia bisogno di tempo e che dovrei avvicinarti con più cautela. Non posso abbracciarti di getto, senza dire nulla. E’ arrivato il momento delle parole, delle spiegazioni, delle scuse, almeno da parte mia.
Mi siedo lentamente sull’altalena, al contrario rispetto a te per guardarti negli occhi. Ma tu sei rimasto immobile e non mi hai degnato di uno sguardo.
Guardo dritto di fronte a me e scorgo i bambini che stanno giocando rincorrendosi tra loro. La serenità e la gioia delle loro voci felici fanno da contraltare all’aria tesa che c’è tra noi due. Il mio cuore batte forte e mi rendo conto che è il momento di agire, devo parlare e dire tutto ciò che ho dentro. Basta, non posso continuare a tenere sempre tutto dentro di me, pensando che i gesti siano sufficienti a comunicare l’amore che provo per te.
La prima cosa da fare è chiederti scusa.
Prendo un bel respiro, mi giro lentamente verso di te, sperando invano di incrociare i tuoi occhi.
“I’m sorry.”
Non rispondi.
Non mi guardi.
Il tuo sguardo rimane fisso su un punto indefinito, chissà dove.
“I shouldn’t have kept secrets”.
Continui a non guardarmi e questo mi rattrista, come faccio a farti capire che sono seria, che sono davvero dispiaciuta se non mi guardi negli occhi?
Sobbalzo, quando mi rispondi con quell’aria triste e rassegnata.
“It’s who you are. You don’t let people in ”.
Sì, è vero, sono così Rick, ma sto cambiando. Non sono più chiusa come prima. Continuo a sbagliare ma sto cercando di cambiare per te, per noi. Ma continui, parlando lentamente, scandendo le parole una a una, dando a quello che mi dici un’enfasi che mi fa stringere il cuore.
“I’ve had to scratch and claw for ever inch”.
Hai ragione. Lo so.
Lo hai fatto per 4 anni, ma ora non è più così devo dirtelo, devi saperlo.
“Castle, I…”
Non mi lasci parlare.
Con lo sguardo sempre fisso nel vuoto, davanti a te, mi interrompi. Il tuo sguardo è sempre teso e non ti sei girato neanche una volta verso di me. Ma io ho bisogno dei tuoi occhi, Castle. Ho bisogno di inchiodare i miei occhi ai tuoi.
“Please, let me finish”.
Sei stato perentorio. Ti devo lasciar parlare. Spero solo che quello che vorrai dirmi non sarà così duro. Spero che lascerai parlare anche me, ho tante cose da dirti. Spero che mi lascerai la possibilità di replicare.
Sospiro nuovamente e mi appresto ad ascoltarti con tutta me stessa.
“I’ve been doing a lot of thinking about us, about our relationship, what we have… where we’re headed”.
Ecco, Castle. Questo è il punto! Perché ci siamo ridotti adesso a fare questa conversazione? Adesso, dopo che abbiamo litigato così duramente. Avremmo dovuto parlare di questo tempo addietro, quando ti ho chiesto dove stavamo andando, quando ci siamo resi conto che la nostra relazione è davvero seria, esclusiva ma, soprattutto, unica.
Ho paura di quello che puoi dire ma non posso fare altro che ascoltarti.
Cerco di contenere il tumulto che c’è dentro il mio petto, cerco di respirare normalmente mentre continuo a guardarti, sperando in un contatto visivo che ancora non mi concedi.
“I’ve decided. I want more, we both deserve more”.
Oh Castle! Quanto ti vorrei abbracciare! Anche per me è così. Io pure penso che meritiamo di più, che la nostra unione viene davvero prima di tutto il resto. Vorrei stringerti ma continui a parlare con distacco e con tono serio e io comincio ad avere paura. Il battito del mio cuore ha raggiunto livelli di accelerazione dei momenti migliori e peggiori della mia vita. L’adrenalina mi sta andando in circolo in tutto il corpo e sento un pugno nello stomaco, una morsa che mi toglie quasi il respiro.
Cerco il tuo sguardo ma ancora una volta non ti giri.
Con una voce che non sembra nemmeno la mia, cerco di rassicurarti su ciò che provo, su ciò che penso. Ma il suono che mi esce sembra così freddo e distaccato. Non volevo. Ma ho un putiferio dentro di me.
“I agree”.
“So whatever happens and whatever you decide…”.
Ti guardo sempre più disperata, mi stai lasciando. Cerco di trattenere le lacrime che sono comparse velocemente nei miei occhi e deglutisco, serrando la mascella per non scoppiare a piangere.
Vorrei vedere i tuoi occhi ma, ancora una volta, non ti giri.
Poi d’improvviso, per la prima volta da quando mi sono seduta accanto a te, ti muovi. Ti alzi e girandoti verso di me, ti inchini.
Sono confusa. Non capisco. Non può essere.
Cosa sta succedendo? Castle cosa stai facendo?
Non così!
Non ora!
Le lacrime sono tornate indietro e finalmente ti guardo negli occhi.
Non riesco ad interpretare quello che vedo nel tuo sguardo.
Disperazione? Gioia? Felicità? No, vedo solo il tuo sguardo ferito che mi fissa.
“Katherine Houghton Beckett, will you marry me?”
Apro la bocca, stupita e sorpresa.
Non mi sarei mai aspettata questo. Non in questo modo, in questo posto.
Dannazione, non potevi scegliere posto migliore.
Continuo a guardarti con uno sguardo sconcertato e vedo nei tuoi occhi l’incertezza dell’attesa.
Mi guardi.
Mi guardi intensamente negli occhi, dopo averli evitati per tutto il tempo.
Il mio cuore continua a pulsare intensamente e la morsa dello stomaco, se possibile, sì è fatta ancora più serrata.
Ho fantasticato su questo momento, devo ammetterlo almeno con me stessa. Ciho pensato e l’ho sognato in tempi davvero non confessabili. E ora mi ritrovo con te, in ginocchio davanti a me, con uno sguardo che mi comunica ancora più cose di quelle che mi hai detto. Castle hai praticamente detto che sono fatta così, che mi accetti e mi vuoi qualunque cosa io faccia e decida.
Nessuna dichiarazione di amore potrebbe essere più intensa e significativa di questa.
Non riesco a riprendermi.
Non so quanto tempo sia passato ma mi rendo conto che devo fare qualcosa.
Probabilmente qualcuno nel parco sta osservando da lontano la scena ma non mi importa. Vorrei solo farti capire che avrei rinunciato a tutto per te, al lavoro, a Washington ma, se te lo dico adesso, non ha lo stesso significato.
Il tuo gesto sminuisce la mia rinuncia.
Non mi importa. O meglio, mi interessa solo perché vorrei che capissi quanto io sono dentro a questa storia, quanto sei importante per me.
Finalmente mi riprendo dallo shock, chiudo la bocca, accenno un leggero sorriso tirato. Ti prendo la mano e ti invito ad alzarti, mentre anche io mi sollevo dal seggiolino dell’altalena.
Mi fissi ancora con aria interrogativa, cercando di indovinare i miei pensieri.
Sei un cucciolo spaventato e tutto questo non doveva accadere, non così.
Sono in piedi davanti a te. Mi avvicino, sempre con gli occhi inchiodati ai tuoi.
Prendo delicatamente la mano con l’anello e la conduco al centro del mio petto, appoggiando entrambe le mani sopra la tua.
Sposto un attimo il mio sguardo sulle tue labbra per poi immergermi di nuovo nel tuo blu intenso.
Cerco di sfoderare il più bel sorriso che tu abbia mai visto, quello di cui mi hai raccontato tante volte l’effetto che ti fa, quello che è riservato a te soltanto.
Finalmente sto riuscendo a riprendere possesso delle mie facoltà, un’energia calda che mi viene dalla parte più intima di me stessa sfocia improvvisamente nei miei occhi che sento brillare nei tuoi e nel mio sorriso che sento essere luminoso come non mai.
Accenni a rilassarti anche tu, appena un po’.
Sento le tue dita calde sul mio petto in contrasto con il freddo dell’oro che tieni in mano.
Spero che tu con la mano riesca a sentire il frastuono del mio cuore.
Ho tante cose da dirti Rick, moltissime.
Ma per ora, ce ne è una che mi sembra perfetta per l’occasione.
“Rick, me lo richiederesti?”
Ancora non hai capito quali sono le mie intenzioni. Non sei più teso come un elastico tirato fino al punto di rottura, ma non sei di certo rilassato.
“Kate, will you marry me?”
“Always”. Sussurro con gli occhi sprofondati nei tuoi.
Non dici niente.
Mi abbracci.
Un abbraccio profondo che mi avvolge tra le tue braccia possenti e che mi comunica molto di più di quello che avrebbero potuto fare le tua parole. Appoggio la mia testa sulla tua spalla e dò un leggero bacio sul tuo collo.
Sento il tuo cuore battere forte all’unisono col mio. Penso che in questo momento vorrei solo essere a casa e non avere nessun vestito a dividere i nostri corpi. Vorrei che nulla si intromettesse nel nostro abbraccio, nulla a separare il contatto della nostra pelle per lasciarci avvolgere dal nostro piacere sensoriale.
Come se mi avessi letto nel pensiero, mi prendi la mano, mi infili delicatamente e lentamente l’anello e senza dire una sola parola ci avviamo alla macchina diretti a casa nostra. Non importa quale. Dovunque andremo, sarà casa nostra.
Spazio di Monica:
La proposta di matrimonio come penso l'abbia vista Kate.... chiaramente sul finale mi sono lasciata andare all'ottimismo.
Un modo per esorcizzare questa fine 5 stagione da cui non riesco proprio a riprendermi.
Chi si cimenta a scrivere la stessa cosa vista dalla parte di Rick?
Se volete lasciarmi due righe per sapere cosa ne pensate, mi farebbe tanto piacere.