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Autore: stylespatronus    24/05/2013    4 recensioni
Harry e Louis sono sposati da quasi tre anni, la piccola Darcy è nata e uno dei due sta cercando di farle dire la sua prima parola.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Her first word.


“Ciao amore, io vado.” gli disse Louis schioccandogli un bacio sulle labbra. Lo seguì con lo sguardo mentre si avviava verso la porta, prendeva il suo giacchetto preferito, glielo aveva regalato lui, e usciva.
Ancora non ci credeva, erano decisamente sposati.
Chiuse gli occhi per un attimo e gli tornò in mente quel giorno.

6 Luglio 2010.
‘Niall non credo di potercela fare’ biascicò con la gola secca mentre si sistemava il nodo del papillon davanti allo specchio.
‘Amico, calmati, ti stai solo sposando … oh mio dio ... ti stai sposando.’ Fantastico, il suo testimone era più agitato di lui.
‘Niall non aiuti!’ cominciò a girare in tondo per la piccola stanzetta mentre un’ondata di sentimenti lo sommergevano.
Era davvero pronto a sposare il suo migliore amico?
Con Louis era stata subito scintilla, non si era mai sentito così prima d’allora.
Quel ragazzo lo aveva colpito subito; come un fulmine a ciel sereno aveva squarciato la sua routine e la quiete della sua vita e l’aveva scombussolata.
Pochi mesi prima gli si era inginocchiato davanti e glielo aveva proposto. Louis gli chiese con le lacrime agli occhi di sposarlo, davanti a un intero ristorante.
Harry si sentiva in imbarazzo da morire ma prevaleva l’emozione più bella che avesse mai provato, una felicità così eccezionale che sembrava impossibile da sopportare.
Era sicuro che l’avrebbe riprovata fra poche ore, sposando il suo amore.
L’orologio dietro di lui scoccò le undici, era tempo di avviarsi all’altare. Si sistemò un ultima volta il papillon e uscì, seguito da Niall.

‘Vuoi tu, Louis Tomlinson, prendere come tuo legittimo sposo il qui presente Harry Styles, per amarlo, onorarlo e rispettarlo, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi ?”
‘Dio mi fulmini se lo voglio’ esclamò il ragazzo ventenne davanti a lui. Aveva le guance rosse e lo sguardo emozionato. Il sacerdote strabuzzò gli occhi ma annuì, rivolgendosi poi all’altro ragazzo, decisamente commosso.
“E tu Harry Styles vuoi prendere come tuo legittimo sposo il qui presente Louis Tomlinson, per amarlo, onorarlo e rispettarlo, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi ?”
Dov’era la voce quando serviva? Harry si sentiva completamente svuotato e impaurito tant’è che riuscì a pronunciare ‘Lo voglio’ in un sussurro così basso che solo il suo quasi marito e il prete lo sentirono.
‘Per il potere conferitomi dalla Chiesa vi dichiaro marito e … beh, marito! Puoi baciare lo sposo’. Harry e Louis si guardarono negli occhi per pochi istanti, poi unirono le labbra in un bacio casto, eppure così pieno di sentimento che tutti in sala scoppiarono in lacrime.
Gli sposi si girarono verso la piccola folla della cappella dove si erano appena uniti si sperava per sempre con i sorrisi più belli che entrambi potessero mostrare.

Una lacrima solitaria scese sul volto di Harry, intento a lavorare al computer ma perso nei ricordi.
Erano passati già due anni.
Si amavano, da morire, e finalmente erano usciti dall’armadio, avevano dimostrato al mondo che volevano passare il resto della loro vita assieme.
Darcy ancora dormiva, la casa era silenziosa e tranquilla, sembrava vuota.
Darcy. Il nome lo avevano scelto insieme. Una sera si erano sdraiati a letto e avevano deciso, era tempo.
Lou desiderava un figlio da accudire da mesi e Harry finalmente aveva accettato, non che lui non lo volesse, solo … non si sentiva pronto.
Fatto sta che acconsentì e presto cominciarono a raccogliere informazioni.
Decisero che avrebbero preso una madre surrogata. E così fu.
Nove mesi dopo nacque Darcy, sin dai primi mesi si poteva notare che aveva i capelli e gli occhi di Harry ma il sorriso, la
forma del viso, erano decisamente di Louis.

2 Agosto 2012.
‘Harry devi correre, porca puttana!’ Louis strillava come un isterico in macchina, mentre Harry pigiava più che poteva l’acceleratore. Stephanie li aveva chiamati dieci minuti prima, dicendo che la bambina stava nascendo.
‘Louis non urlare, sto facendo il possibile!’ ancora uno strillo e avrebbe avuto un crollo nervoso. Perché l’ospedale era così lontano?
‘Harry mia figlia sta nascendo.’
Harry soffocò un ringhio che stava salendo su per la gola e cercò di accelerare, solo che non era così semplice, nel traffico cittadino.
Arrivati all’ospedale corsero verso il reparto maternità per poi procedere verso la sala parto.
Stephanie strillava, i dottori strillavano, Louis strillava, Harry stava per svenire.
Stava davvero nascendo sua figlia?
Tre, estenuanti, ore dopo, Darcy Elizabeth Tomlinson Styles era nata.
Aveva aperto gli occhi proprio mentre la radio cominciava a trasmettere ‘Isn’t she lovely’ di Stevie Wonder e Harry nello stesso momento aveva iniziato a piangere.
Lou gli passò un braccio attorno alle spalle e si strinse a lui. Si bearono di quella sensazione.
Stephanie li lasciò da soli, avevano deciso di non rivedersi più, andandosene per la sua strada, mentre loro cominciavano ad affrontare la loro, difficile, vita da genitori.

Un’altra lacrima solcò il viso del ventenne.
Niall lo ripeteva in continuazione, che Darcy era uguale a loro.
Buttò uno sguardo all’orologio e si accorse che era decisamente tardi. Doveva fare un sacco di cose e fra poco la bimba si sarebbe svegliata.
La loro splendida bambina stava per compiere otto mesi e cominciava a dire qualcosa, Harry cercava di iniziarla a dire ‘Papà Lou’, sapeva che Louis ci sarebbe rimasto male se la prima parola non fosse stata quella.
Suo marito faceva di tutto per rendere felice la piccola e la sera, quando erano sdraiati sul letto a coccolarsi, gli raccontava come gli dispiacesse non poter stare insieme a lei tutto il giorno al contrario suo.
Un pianto lo scosse dai suoi pensieri, la piccola si era svegliata.
Corse nella stanza di Darcy e cominciò a cullarla sussurrandole parole dolci e canticchiandole ninna nanne imparate negli anni.
Dopo vari tentavi, quando capì che la piccola si era svegliata del tutto e farla riaddormentare era impossibile, la portò nel suo box e la lasciò lì a giocare per un po’ fino a che lui non ebbe finito di prepararle il latte.
‘Vieni piccola’ disse prendendola in braccio e dandole il biberon; in seguito, cominciò a provare a farle dire la sua prima parola.
‘Avanti dolcezza, di “papà Lou”’ le ripeteva da un po’ ma tutto ciò che otteneva erano dei balbettii che non avevano niente a che fare con quello che desiderava farle dire.
‘Forza amore, so che ne sei capace’ niente.
Qualche ora dopo tornò a casa Louis, si salutarono da bravi sposini e poi Harry orgoglioso lo trascinò da Darcy.
‘Senti Lou, sentila!’ esclamò tutto esaltato, poi si rivolse a sua figlia “Dai tesoro, dì quello che hai detto poco fa a papà Harry.”
‘P-pa-papà Lou’ biascicò il piccolo gioiello di casa non senza sforzo, le guance le erano diventate tutte rosse e i suoi occhioni azzurri sembravano spiccare ancora di più.
Gli occhi di suo marito si illuminarono e poi si riempirono di lacrime, lo abbracciò e scoppiò in un pianto di gioia sussurrando “non ci credo” con il viso sulla sua spalla.
‘Harry ha detto davvero quello che ho sentito?’ domandò retoricamente, si staccò dall’abbraccio in cui si erano stretti e alzò in aria la piccola, che rideva gioiosa di vedere i papà così felici.
Louis non riusciva a descrivere la sua felicità, non c’erano parole adatte, sapeva che Harry ci aveva messo l’anima per far dire alla loro felicità proprio quelle parole.
Era estasiato. La prima parola di Darcy era stata il suo nome. E si rese conto di una cosa, quella era la vita che aveva desiderato da sempre, sin da quando si era reso conto di essere omosessuale, sin da quando si era innamorato di Harry.
Voleva essere felice … e avere una famiglia.. E così era.
Aveva finalmente una famiglia su cui contare e la amava: amava suo marito, amava sua figlia, amava la loro famiglia.
Stettero un po’ stretti in un commovente abbraccio familiare, mentre Louis si beava di quell’atmosfera allegra che si era creata.


#AngoloAutrice
Salve ragazze!
Dato che sono in totale blocco per la long mi sono messa a scrivere questa OS, che in teoria era partita come Flashfic ma poi è arrivata a ben 1.332 parole. 
Prima che mi scordi voglio davvero ringraziare Martina, Federica e Anastasha che me l'hanno letta in anteprima e mi hanno aiutata a renderla migliore pur non conoscendomi.
Vi lovvo girls.
Giuro che amo questa One Shot. Mi piace tanto tanto. Spero piaccia anche a voi perché, andiamo, la Larry è la Larry!
Ah, mi è anche venuta in mente l'idea di scrivere 'I diari della famiglia Stylinson' ma non sono sicura interesserebbero a qualcuno :/ perciò, ditemi nelle recensioni se li leggereste! Wo-hoo!
Ah, un'ultima cosa: mi servono davvero delle recensioni, mi sento sola e abbandonata.
  
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