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Autore: wendynoh    25/05/2013    0 recensioni
[Glee x Skins]
Kurt Hummel ha sempre desiderato una vita perfetta: una carriera invidiabile a Broadway come attore protagonista, un ragazzo stupendo, pieno di talento e follemente innamorato di lui, un ragazzo come Blaine Anderson. Sembra andare tutto per il verso giusto, fino a quando non arriverà a Lima una compagnia di giovani attori inglesi pronti a prendergli il posto da superstar.
**
Maxxie Oliver sta finalmente per dare una svolta alla sua vita, Lima sarà il trampolino di lancio per la sua futura carriera e non può di certo farselo scappare.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 9.
Being the way that you are is enough.



«Non è possibile che ci abbiano abbandonato tutti, non credi?», esordì Sam con un tono quasi spazientito.

«Volevi forse pedinare quei due vecchietti insieme a Puck e Tony cercando di non inciampare in qualche scoiattolo?».

Sam storse la bocca in una smorfia divertita, ma a voler indicare che no, declinava l'invito molto volentieri.

«O avresti preferito fare un giro in carrozza insieme alle ragazze, magari mettendo me a fare da cocchiere dato che, a quanto ne so, è tradizione che questi ultimi siano irlandesi?». Stavolta, fu Rory a storcere la bocca in una smorfia, anche se non propriamente divertita.

«Stai dicendo che non vorresti fare una romantica passeggiata in carrozza con me?», rise il biondo, ormai vinto, abbandonandosi sull'erba accanto al ragazzo.

«Diciamo che non è nella mia lista di “Cose da fare assolutamente in una giornata a New York”».

«Ah no? Be', per me era in cima alla lista invece!», continuò Sam fingendosi imbronciato.

«Perché non sei andato con Quinn, Santana e Michelle allora?», lo canzonò Rory.

«Non avevano un cocchiere tanto irlandese quanto il mio», disse convinto Sam.

Il moro rimase perplesso da quella affermazione, quasi come non ne capisse il senso. E a dirla tutta, quella frase un senso proprio non ce l'aveva, neanche a volerglielo trovare con la forza.

«Si può sapere cosa significa?».

«Significa che non tutti hanno la fortuna di conoscere un irlandese!».

«Non sono un alieno, Sam, sono solo irlandese».

«E c'è differenza?».

I due ragazzi risero, poggiando le loro schiene sull'erba di Central Park e godendo di quel verde che presto sarebbe stato ricoperto da strati di fitta neve.

«Quindi, hai intenzione di passare disteso qui l'intero pomeriggio?».

«Oh no. Anche questa sera, se possibile», scherzò Rory dando un piccolo buffetto sulla spalla del biondo.

«Ti piacciono davvero tanto i parchi vero?», continuò Sam alzando la schiena e incrociando le gambe.

«Sono verdi. Il verde mi ricorda l'Irlanda, mi ricorda San Patrizio e le strade di Dublino che si colorano di persone. Mi ricorda il parco sotto casa, mi ricorda il libro di favole che mia madre mi leggeva la sera quando ero bambino, tempestate di folletti, gnomi, pentole d'oro e arcobaleni, e mi ricorda gli occhi luminosi di mio padre. Il verde mi ricorda casa, e mi regala speranza».

«Speranza?».

«La speranza di poter tornare un giorno nel mio Paese, la speranza di riuscire a fare sempre ciò che amo e di poter trovare la forza di superare tutti gli ostacoli, la speranza di riuscire a sopravvivere in un mondo che non mi appartiene, nel quale sono stato catapultato e non ho alcuna via di fuga. La speranza di riuscire ad affrontare le nuove esperienze».

«Tutto questo è... Wow». Sam non sapeva cosa dire, di fronte a tutta quella sincerità. La sua conoscenza del ragazzo che aveva di fronte non era poi così distante da quella che poteva avere di Maxxie, Michelle o Tony. Conosceva quei ragazzi solo da qualche giorno, un paio di settimane forse, così come conosceva Rory Flanagan da poco più di tre mesi. E quando sentì quelle parole uscire dalla bocca dell'irlandese, si accorse di non conoscerlo per niente.

«Avevi mai baciato un ragazzo prima?»

Rory a quelle parole si mise a sedere di fronte a Sam, per poter decifrare il suo discorso semplicemente guardandolo negli occhi.

«Si insomma, prima... Prima della festa di Halloween», continuò Sam imbarazzato e con lo sguardo basso, a voler evitare gli occhi del moro che sembravano scrutarlo fino in fondo arrivando a comprendere le sue intenzioni, che in quel momento non erano chiare nemmeno a lui.

«Uh, non– ecco, io- non l'ho davvero considerato un bacio, quello», sussurrò Rory quasi in tono di scuse, dovute all'impressione di aver illuso il ragazzo che aveva di fronte. O forse, le scuse Rory le stava porgendo a se stesso per non riuscire ad essere completamente sincero.

«No, no, certo! Era solo- niente, una sciocchezza, lascia perdere», concluse Sam sentendosi un completo idiota per aver tirato fuori quel discorso.

«E poi, tu stai ancora con Mercedes no? Siete tornati insieme?».

«Si si, noi stiamo di nuovo insieme, infatti». E Sam di questo credeva di essere convinto, almeno fino a quando non dovette dirlo a Rory. Gli piaceva Mercedes, gli piaceva davvero tanto e aveva fatto di tutto per riconquistarla. Quell'estate passata con lei era stata bellissima, così come era bellissima lei al suo ritorno a scuola, ed era bellissima anche alla festa di Halloween. Ma a quella festa, a quanto fosse bella Mercedes, Sam non ci aveva fatto davvero caso. Di Halloween, ricordava solamente delle rape, una giacca di coccodrillo e due occhi blu che lo fissavano con dolcezza e con la stessa intensità di adesso, che si trovavano nuovamente a pochi centimetri da lui. E in quel momento, Mercedes che lo aspettava a Lima era solo un lontano ricordo.

«Vieni con me!», si riscosse il biondo alzandosi di scatto e porgendo una mano a Rory, trascinandolo verso un punto imprecisato.


**


«Sembriamo due idioti», esordì Tony fermandosi, stremato, dopo un'inutile corsa nel tentativo di torturare un povero scoiattolo.

«Voglio farmi tua sorella».

«Mia... Ma che??»

«Oh, ma prima anche Michelle, se non ti dispiace. Non posso certo aspettare tutto questo tempo prima di portarmi a letto qualcuna.»

«Mia sorella non la tocchi, razza di imbecille!»

«Questo significa che posso scopare con Michelle?», continuò serenamente Puck.

«Dubito che lei ti voglia, è innamorata di me»

«Da quanto ho visto oggi mi sembra che l'unico con cui lei non voglia stare sia proprio tu».

«Fa sempre così, poi le passa»

«Fa sempre così perché tu passi il tuo tempo a scoparti le altre? Non credi che possa essersi stufata anche lei?»

«Lei non si stufa mai di me, torna sempre».

«Tutti si stufano delle persone, prima o poi. E penso che tu non debba far soffrire Quinn, sai? Ho visto come la guardi, e anche se in questi ultimi giorni non vi siete parlati so per certo che fra di voi è successo qualcosa. La conosco. E proprio per questo ti chiedo di non fare lo stronzo con lei, ne ha già avuti abbastanza così. L'ho amata, e non ho saputo tenermela stretta. Non voglio che soffra per l'ennesimo stronzo, non voglio che soffra anche per te».

«Non voglio stare con Quinn».

«Ma ti piace».

«Voglio tornare con Michelle».

«Perché ti fa comodo».

«Una relazione a distanza non fa per me, ho dei bisogni fisici da soddisfare».

«E Michelle è lì per questo, vero?»

«No, Michelle è lì per qualsiasi cosa, lei c'è sempre».

«Ma tu non ci sei per lei».

«Non volevo far soffrire Quinn, non era mia intenzione».

«Puoi ancora rimediare, finché sei qui».

«No, non posso. Una volta a Bristol tornerò con Michelle, e Quinn in ogni caso dovrà dimenticarsi di me. Non vale la pena illudere nessuno».

«Facendo così, illudi solo te stesso. Ci sono passato, lei è così. Se cadi nella sua trappola, è la fine. Non ti lascia andare finché non ne sei completamente innamorato, e a quel punto sarà troppo tardi per poter fare qualunque cosa. L'ho privata di una parte importante della sua vita, con quella bambina. Beth è la cosa più bella che ci potesse capitare, ma a Quinn fa bene ritrovare un po' di spensieratezza. E con te era riuscita ad averla. Non rovinare tutto».

«Eri più simpatico quando rincorrevi gli scoiattoli, lo sai?»


**


«Lascia perdere Tony, quello è un completo idiota», esclamò Santana in direzione dell'inglese.

«Avresti dovuto scrivere un manuale: “Tony Stonem, come stargli alla larga”», sorrise sconsolata Quinn.

«Che c'è, ci sei andata a letto e ora non ti calcola più? Credevi davvero che Tony fosse quel tipo di ragazzo che si innamora? Tony fa tutto questo per il puro piacere di soddisfare la sua irrefrenabile voglia di sesso. Quando le opzioni sono finite, torna da me con la coda fra le gambe. E io, come una povera cogliona, me lo riprendo».

«Non stavolta», finì l'ispanica per Michelle.

«Quindi, a te non da fastidio che io stia male per lui?», continuò Quinn, intimorita da quella conversazione pericolosa.

«Puoi benissimo tenertelo, per quanto mi riguarda. E sei una ragazza molto carina e simpatica, davvero, non ce l'ho minimamente con te, -non ora, almeno- ma Tony non verrà mai ad implorarti di stare con lui. Come ti ha ignorato oggi, ti ignorerà domani, e così fino al giorno in cui torneremo in Inghilterra. E non vi vedrete più. Non ti manderà un messaggio, non una cartolina, niente. Forse, se trova il tempo, ti concederà un'ultima scopata, cosa che vedo molto probabile perché Tony trova sempre il tempo per scopare». Le parole di Michelle erano veleno, sputato con una cattiveria che difficilmente poteva essere percepita in lei. Ma la sua cattiveria non era rivolta a Quinn, le sue parole di fuoco erano volte esclusivamente a scalfire la pelle immacolata di Anthony Stonem.

«Gli uomini sono degli stronzi», concluse Santana, che aveva ascoltato attentamente il discorso delle due e aveva tratto da sola le conclusioni di quella storia.

Poi era calato il silenzio, e il resto della passeggiata si era svolto nella quiete più totale, senza che nessuna delle tre ragazze proferisse parola. In questo modo, Quinn era potuta sprofondare ancora una volta nei meandri della sua mente e, senza che gli occhi di Kurt le scrutassero l'anima come avevano fatto in quei pochi istanti nella camera d'albergo, aveva potuto scavare a fondo senza il bisogno di nascondere nulla.

Pensava a Beth, pensava alla sua prima volta con Puck e a quanto fosse stata stupida a ricaderci. Pensava al dolore che aveva provato, su quell'erba, e alle lacrime che aveva versato contro la sua volontà, perché per quanto si sforzasse di rendere magica quella situazione, anche la seconda volta per Quinn era stata un fiasco totale. Tony l'aveva usata, e ora lei ne stava pagando le conseguenze. Non era in grado di farsi apprezzare veramente, non riusciva ad aprirsi per far in modo che captassero ciò che la sua anima voleva mostrare, e non il suo corpo bello e attraente. Quinn si sentiva una persona svuotata, e ogni volta che provava a colmare quel vuoto, il risultato era una voragine sempre più acuta che si annidava in profondità.

Quinn Fabray aveva perso su tutta la linea.


**


«Non ti perdonerò mai per aver fatto una cosa del genere, Sam Evans!»

«Oh andiamo, è stato divertente! Il fotografo era davvero gentile, e poi, quello scoiattolo era così carino», aggiunse il biondo sorridendo affabile.

«No dico, hai visto la mia espressione in questa foto? Sembro...»

«Adorabile», affermò Sam con convinzione.

«Eh?». Rory davvero non capiva perché l'amico si comportasse così.

«Dai, guarda che faccino adorabile!»

«Ma se sembra che io stia-»

«Per scoppiare a ridere», terminò ancora una volta Sam per lui. «È spontanea, mi piace».

«Perché lo fai?», chiese quasi bruscamente Rory, interrompendo quella raffica di complimenti -o qualunque cosa fossero- che gli stava rivolgendo Sam.

«Faccio cosa?», chiese Sam guardandolo.

«Questo. Sì, insomma, passi il tuo tempo con me, mi riempi di complimenti, mi chiedi chiarimenti su quello che è successo e non fai alcun riferimento a Mercedes. Magari per te può essere un semplice gioco, ma io non ci dormo da giorni. So che è sbagliato, so che tu stai con Mercedes e che io non dovrei neanche pensarci a te in quel modo, perché non è moralmente corretto. Siamo due ragazzi, non è naturale».

«Naturale? Pensi che per Kurt non sia del tutto normale essere attratto da altri ragazzi?»

«Noi due non siamo attratti l'uno dall'altro».

«No, non lo siamo. Eppure in questo momento vorrei tanto baciarti. E scommetto che lo vuoi anche tu. Pensi davvero ciò che hai detto? Che non sarebbe naturale?». Sam non credeva possibile che dalla sua bocca sarebbero potute uscire quelle parole, perché fino al momento in cui l'aveva detto, non aveva ancora capito che ciò che desiderava da giorni fosse davvero baciare Rory.

«Credo che tu non possa essere fisicamente attratto da me».

«Questo perché sei un ragazzo?».

«Anche perché sono un ragazzo, sì. Principalmente per quello».

«Io credo che tu non conosca davvero il potenziale che hai. Vieni con me, seguimi», continuò Sam con tutta la naturalezza del mondo, come avrebbe potuto parlare a Mercedes se solo fosse stata lì. O forse, come avrebbe potuto parlarle se solo fosse stata Rory.

Il biondo prese Rory per mano e, senza aspettare di cambiare idea, si avvicinò ad un ragazzo che, seduto su una panchina del parco, strimpellava una chitarra in cerca di qualche spicciolo da elemosinare. Non ci pensò due volte, prese dalle tasche quelle poche monete che gli erano rimaste dal pranzo e che gli sarebbero servite per la cena e le porse al ragazzo, perché suonasse una canzone. La cena poteva saltarla, se quello sarebbe servito a far capire all'irlandese quanto teneva a lui.

Quando il ragazzo prese a suonare Sam, senza lasciare la mano di Rory, si girò per guardarlo negli occhi e prese a seguire le note di quella canzone.


If only you saw what I can see
You’ll understand why I want you so desperately
Right now I’m looking at you and I can’t believe
You don’t know
You don’t know you’re beautiful


Rory era frastornato da quella situazione, non credeva possibile provare tutte quelle emozioni per un ragazzo. Avrebbe dovuto esserci lui al posto di Sam, a dedicare quelle parole d'amore alla sua ragazza, che fosse Sugar o meno. Avrebbe dovuto esserci Mercedes al suo posto, che non meritava un simile tradimento. Avrebbe dovuto esserci chiunque altro, perché ciò che stavano facendo andava contro ogni logica, contro ogni razionalità. Ma quando le labbra di Sam sfiorarono le sue, in un bacio che sapeva di amore, Rory Flanagan pensò che al suo posto non avrebbe dovuto esserci proprio nessun altro. C'era Sam, e c'era lui, in quel bacio colmo di speranza.

   
 
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